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Autore: _Rainbowie    16/03/2013    28 recensioni
Una semplice Os, un vecchissimo file word ritrovato per caso nel mio tecnologico, si fa per dire, computer.
L'ho one directionizzata (?) lol ed ora ho l'istinto di pubblicarla, TOH.
Un'artista di strada, che ama osservare la "massa" di persone che la circondano, osservare le piccole cose della vita, la vita degli altri...Perché? Forse, è una semplice comparsa? Una comparsa destinata ad avere un'irrilevante parte nella vita di qualcuno?
Spero che non sia a un tasso troppo alto di banalità, spero vivamente che qualcuno "colga" un qualcosa da questa One shot. Tranquille, non è la solita storia della fan che va a Londra e incontrerà il suo idolo che improvvisamente si innamorerà di lei e poi CONIGLIANO! (?) diciamo è diverso. Ok vi sto annoiando, accetto tutto critiche, offese, complimenti e adulazioni (?) lol. Non fatevi scrupoli, un semplice "Ho vomitato alla seconda riga, ritirati che fai un piacere a tutti ", mi basta. E...BUONA LETTURA? SI DAJE LEGGETE u.u (?)
Ispirazione? Quella canzone a dir poco stupenda delle Little mix: TURN YOUR FACE. :33
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E TU TI SEI SEMPLICEMENTE VOLTATO.

 

Chi  era  Alina? Lei si considerava un’artista di strada, una ragazza con passioni e con un pizzico di timidezza che la “frenava” dall’agire d’istinto; piccola, ma cresciuta talmente in fretta da divenire troppo prudente e riflessiva. Una ragazza che ogni pomeriggio si cambiava in uno squallido bagno pubblico, si preparava con tanta cura, indossava la sua maschera bianca con argentee linee ai lati, poi si guardava nello specchio sporco e usciva nella grande piazza. La piazza si gremiva sempre più di gente, lei era là che assumeva la sua posa statuaria aspettando che un “qualcuno” gettasse una monetina nella scatoletta bianca come la maschera.  A  quel punto si sarebbe mossa  per meno di un minuto in una danza contemporanea, imparata in un misero garage e, probabilmente, attraverso le fessure per gli occhi della maschera inespressiva, avrebbe ringraziato con uno sguardo di gratitudine la persona tanto buona che aveva voluto conoscere la sua “arte”, che le aveva donato un pezzo di metallo valente mezzo sterlina, una speranza in un futuro migliore.
Molti lo definirebbero un lavoro inutile e per di più stancante,  Alina lo amava con tutta se stessa, amava essere la spettatrice ed osservare tante vite, tanti espressioni, tante mamme con i propri figli, tante coppie di  innamorati, si sentiva al cinema. Perché? Forse lei non  aveva una vita, forse era solo una comparsa di altre vite, magari più interessanti e movimentate ,  ma aveva la strabiliante dote di carpire ogni singolo movimento e sensazione dei passanti ignari.
Ma il lavoro finiva, verso tarda notte quando la gente scemava si rintanava nel bagno e lì da statua di cera, ritornava la giovane con le converse rovinate e con le tante lentiggini che le puntinavano le guance come le stelle puntinano il cielo.  Ripiegava  il suo “costume di scena” nella borsa di un chiaro rosa sbiadito dal tempo, prendeva la metro delle 23.35 e tornava nella sua piccola mansarda a sud della città. Come sempre, l’anziana vicina Dixon l’aspettava con una modesta cena, o spuntino di mezzanotte come lo definiva lei;  Alina continuava a ringraziare quella vecchietta che la trattava da figlia, lei non le aveva dato in cambio, in fin dei conti. Dopo una chiacchierata con il suo angelo anziano, saliva l’ ultima rampa di scale e si ritrovava nella sua piccola soffitta, che lei stessa aveva sistemato facendola diventare un monolocale accogliente. Appena entrava,  il suo “fidanzato” l’accoglieva con un leggero miagolio, era l'unica compagnia di cui avesse realmente bisogno. Aveva il manto nero e grandissimi occhi verdi e vivevano ormai da tempo in simbiosi, da quando in un giorno di pioggia la piccola Alina appena tredicenne trovò all’angolo della strada una matassa nera infreddolita e fu amore a prima vista.
 Il sipario calava dopo una rapidissima doccia,  lei sotto il grosso piumino assieme al tenero micio veniva cullata tra le braccia di Morfeo con un sottofondo regolare di dolcissime fusa.

In my memory 
All the small thing 
like daggers in my mind... 
In my memory 
while my head bleeds 
the word I'll never find 
that I always mean to say to you I can...



 
 

INIZIO
La monotonia non aveva spazio nella giornate di Alina: tra lo scorrazzare per le vie del  paesino con i jeans strappati, naturalmente non per moda,  e i  turisti numerosi che gremivano la piazza principale, il tempo per annoiarsi non c’era.  Le giornate passavano velocemente e quel sabato estivo non era da meno, la ragazza per tutto  pomeriggio aveva suonato il vecchio violino usurato del signor Dixon, divertendosi con le bimbe spensierate che improvvisavano balletti andando a ritmo con la melodia. Si rendeva conto di non sentirsi una sedicenne, gioiva per le piccole cose dal bocciolo di rosa ad una goccia di rugiada … Futilità,  ma a volte le permettevano di mettere in secondo piano le preoccupazioni quotidiane, lasciare per un ’ istante la razionalità, così Alina scopriva un mondo spontaneo e giusto.  Ecco perché sorrideva, sorrideva sempre, cercava il lato positivo in tutto, un lato magnanimo in tutti. 
Sopraggiunta la sera , la folla passeggiava allegramente, stesso posto, stessa ora. Inutile rispiegare la “prassi”,  Alina nella sua posa, era immobile, speranzosa per qualche penny .  C'era chi con curiosità le lanciava uno sguardo interrogativo, chi  con un’ occhiataccia di disprezzo la squadrava con superiorità, lei rimaneva impassibile. Concentrata a scrutare la “massa”, non si era accorta del suono metallico che attirò la sua attenzione solo in un secoondo momento: una monetina era atterrata nel sua scatola.  Alina iniziò a muoversi sinuosamente eseguendo i passi in modo perfetto e in poco la magia creatasi si era già dissolta nell’aria. Tutto era tornato come prima,  ma una sensazione diversa si stava insinuando creandole dei brividi sotto la pelle,  perché un paio di occhi profondi  la stavano studiando.  Alzò lentamente lo sguardo per capire chi si era così soffermato sulla sua strana figura.
Alina sognava il suo principe azzurro, un ragazzo che le infondesse tanta dolcezza, ma quegli occhi magnetici che la stavano ancora osservando erano duri, quasi con una punta di disappunto. Appartenevano ad un uomo, un giovane uomo dall'aria assorta. Intimorita, lei cercò di sorride con gli occhi, attraverso le fessure, per sembrare cortese e non fece in tempo a rendergli un inchino che lo sconosciuto si era semplicemente voltato, sparendo nuovamente nella folla.  
Aveva fatto qualcosa di sbagliato? Scacciare l’immagine di quegli occhi ancorati sul fondo dei propri non era semplice,  ma la serata doveva proseguire. 

'Cause you turned your face 
and now I can't feel you anymore 
Turn your face 
so now I can't see you anymore 
Walk away 
until you're not standing out my door 
Turn your face, walk away 
and stay... 
Turn your face 



SVOLGIMENTO 
Cambiamenti?  Forse, troppi.  Lei era sempre la solita “ragazzina” , ma  l’ ingenuità  era stata spazzata via da quegli occhi, dall’uomo, dalla passione e  dalla voglia di appartenere a qualcuno.
Quella panchina, quella stramaledetta panchina, dove quella mattina si stava  mangiando una  barretta di cioccolato lì era riapparso, quella figura famigliare si era accomodata vicino a lei, una semplice chiacchierata tra sconosciuti ,  forse uno sfioramento di mani. Sguardi timidi, ma tremendamente intimi. 
Da lì era partito tutto.  E da lì si era ritrovata sbattuta contro un muro,  baciata con foga, accarezzata con desiderio e risvegliata in un letto.  Uno sbaglio ripetuto come in una di quelle vecchie pellicole del cinema.
Una storia banale e stupida, ma che Alina aveva vissuto in pieno,  una ragazzina inciampata nella sua stessa ingenuità, troppo presa da quegli occhi che la rendevano schiava, impotente, vittima di una paura sottile.  Lui era troppo, troppo intenso, troppo passionale, troppo sicuro di sé. Era un eccesso. L’unica trasgressione di un'orfanella.
Quell’eccesso aveva portato via ad Alina il suo modo di essere, niente più arte da strada, solo una vita in un costoso appartamento. Si sentiva oppressa, ma aveva fatto tutto con le sue mani, accettando tutto, nel nome di un sentimento forte delineato da una sottile linea...
Tra amore e passione.
Lui continuava la sua vita da star, ormai internazionale.
Lui era l’angelo, mai coinvolto in scandali mediatici.
Lui andava in giro per il mondo con altri 4 ragazzi.
Lui era apparentemente dolce, o forse lo era davvero.
Lui aveva la sua frustrazione, ma  aveva trovato la sua valvola di sfogo.
Lui aveva il suo segreto, la causa di non riuscir a cantare canzoni d’amore ai concerti.
Lui aveva quegli occhi cioccolato, profondi da mandar a in tilt i sensi di una ragazza di strada.
Liam James Payne  aveva tutto e non aveva niente.
 
 Each time I take you back 
you bring one thousand cracks
And I accept them like a fool 


FINE
Alina  stava guardando per l’ultima volta quella camera,  tanti piccoli ricordi riaffioravano, le carezze passionali e i baci senza fine, i risvegli nel  lenzuolo che profumava ancora della sua essenza, anche se lui era già tornato alla sua vita.  C'erano state tante notti in cui avrebbe voluto scappare, altrettante in cui  lui era tornato avvolgendola con le sue braccia calde.  La luna spettatrice di notti colme di passione, colme di solitudine. 
La valigia era pronta, ma Alina lo era?
Non lo sapeva neanche lei, voleva solamente non soffrire più, non amare più, diventare  impassibile.
Stava  posando lentamente la lettera, un pezzo di carta ingiallita con due righe scritte con la calligrafia di una bimba. Era pronta a lasciarsi alle spalle il suo unico punto di riferimento. 

 So now what's your excuse?
 What do we have to lose? 
 Since I'm already losing you...

 
Liam, non so perché ti  sto scrivendo, non voglio un addio melenso e per di più, sofferto…
Preferisco andarmene augurandoti il meglio. 
Continua la tua vita meravigliosa, trova una persona e amala come non mai.
Sei stato importante Payne, ma come dal primo giorno, tu ti sei semplicemente voltato e io sono rimasta a guardare la tua figura allontanarsi.''
                                                                                                                                                                                                                                                                              Alina

 
 
 
Ed ora sedeva sul sedile del treno con la valigia accanto, il paesaggio scorreva fuori dal finestrino e e lei chiuse gli occhi, con il cuore a pezzi, ma la mente libera

So hard to face 
that I can't feel you anymore 
Hard to face 
that I can't see you anymore 
So walk away, 
until you're not standing out my door 
Turn your face... 
Walk away and stay... 
Turn your face .






ANGOLO AUTRICE :33
Primo esperimento, ho corretto qua e là e risistemato l 'impostazioni di scrittura.
Boh, ripeto molto probabilmente mi darò all'ippica. *autostima-time*
Non lo so, spero di aver trasmesso un qualcosa di importante con questa misera Os, riapparsa magicamente nel mio scarauso pc lol.
Se non avete capito  un emerita ceppa... è comprensibile tranquilli (?) xD *CHIARIMENTI DISPONIBILI*
Se c'è qualche anima a cui è piaciuto, BATTA UN CENNO (?). Mi basta una recensione del tipo "DECENTE. Ciao xx" oppure "RITIRATI e cancella sto schifo. xx"
Beh, concludo.
*Va a nascondersi* xD
PACE E TANTO LOVE, PER CHI è ARRIVATO A LEGGERE FIN QUI :33
Alla prossima Os teshori.
Se lasciate una recensione vi regalo le mutande di Niall che ha dimentiato a casa mia OuO. (???)
 <3


 (Più di tre anni fa ho scritto la mia prima One Shot, piena di virgole e parole grezze, oggi 4-07-2016 l'ho finalmente riletta con lo spirito critico necessario. Tralascio l'orripilante l'angolo autrice, tralascio anche il fatto che probabilmente nessuno leggerà questo primo tentativo revisionato, ma è stato piacevole.  Ciao piccola Iris del passato).

 
  
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