Ciao
ragazze oggi vedremo che cosa succederà tra i
nostri due beniamini.
Sapremo
se Lisa accetterà di vivere come un amante
clandestina o se il suo orgoglio la porterà a delle scelte
difficili.
Ovviamente
non posso dirvi di più se non augurarvi una
buona lettura.
Baci
Lorian
Capitolo
49 - Una dolorosa decisione
POV
LISA
L'indomani
non appena mi sveglio, vengo colta da un feroce senso di nausea e devo
correre
in bagno dove gentilmente, deposito tutto quello che ho mangiato il
giorno
prima.
Mi
guardo allo specchio e mi faccio paura da sola: le occhiaie che
contornano i
miei occhi sono a dir poco terribili e il colorito pallido del mio
viso, mi fa
sembrare emaciata e debole.
Mi
detesto quando sono così, quando mi sento in trappola, senza
nessuno sbocco.
Mi
era
già successo con Valerio quando lo avevo trovato a
sollazzarsi con Stella, tra
le lenzuola del suo letto.
M'infilo
sotto la doccia e mi lavo con cura sfregando, con maggior attenzione il
mio
viso nella speranza di ridargli un pò di colore.
Quando
ho finito esco dalla doccia e mi avvolgo nell'accappatoio dirigendomi,
senza
guardarmi allo specchio, nella camera da letto.
Giunta
lì vedo che sul cuscino di Robert c'è posata una
rosa rossa con sotto un
biglietto.
Ingoiando
il magone che è preda di me dalla sera precedente, mi
avvicino e prendo il
biglietto per leggerlo:
Amore
mio, devo scappare perchè il lavoro mi chiama.
Sei
bellissima mentre dormi;
sembri
un angelo e io mi sento così fortunato
ad
averti al mio fianco.
Prima
di uscire ho accarezzato il tuo ventre salutando mio figlio.
L'ho
fatto delicatamente perchè non volevo svegliarti.
Mi
mancano già i tuoi occhi e il tuo splendido sorriso.
Purtroppo
devo andare ma conterò le ore che
mi
separano da te.
Ti
amo da morire; tuo per sempre Robert
P.S.
Oggi
incaricherò Stephanie di trovare al più presto
una casa per te.
Le
lacrime offuscano i miei occhi ma so che devo farmi forza quindi mi
vesto e
decido di chiamare
Meredith,
la mia ginecologa.
Voglio
farmi fare un ecografia, perchè voglio essere certa che
tutto vada bene.
Nonostante
io ami alla follia Robert, ora come ora l'essere più
importante della mia vita
è mio figlio e almeno per quanto lo riguarda, voglio dormire
tra due guanciali.
Dopo
che Meredith mi ha dato l'appuntamento, scendo in cucina per fare la
colazione
poi vado in garage e salgo sulla macchina.
Non
appena sono sulla strada vedere tutti quei paparazzi mi fa tornare alla
mente
la discussione avuta con Robert e sento le lacrime pungermi gli occhi
ma decido
di ricacciarle indietro.
Tra
poco vedrò mio figlio e voglio farlo con l'animo sereno.
Arrivata
sotto lo studio medico, parcheggio la macchina e salgo al primo piano.
Dopo
aver suonato al campanello mi apre la porta Beth la sorella di
Meredith, che le
fa da segretaria e con un sorriso m'invita ad entrare.
Dopo
dieci minuti di attesa, Beth mi dice che mi posso accomodare e io in
preda all'ansia
e al nervoso lo faccio.
Come
vorrei che Robert fosse qui con me adesso ma so che non è
possibile, lui non
c'è e non ci sarà mai per me, quindi che mi
piaccia o no devo accettare la cosa
come viene.
Meredith
mi accoglie con un sorriso e io le dico: " Ciao Meredith
sono qui perchè vorrei
fare un ecografia.
Ieri ho fatto un
test di gravidanza
ed è risultato positivo ma vorrei avere la certezza, anche
se io sento già la
presenza di mio figlio dentro di me!".
Meredith mi
sorride, con dolcezza e
mi risponde: " Certo Lisa accomodati pure sul lettino che ti raggiungo
subito!".
Mentre mi siedo,
sollevando la maglia
fino all'altezza del seno, mi fermo ad osservare la donna della quale
ho avuto
la fortuna di diventare amica.
Mi viene da
sorridere ancora adesso
se ripenso al modo in cui ci siamo incontrate.
Eravamo entrambe
all'edicola e nel
medesimo istante avevamo preso la stessa rivista, che per altro era
l'ultima.
In
realtà io la volevo solo per
leggere l'ultimo articolo che vedeva immortalati Rob e Kris, con tanto
di
didascalia che recitava: I Robsten amore a gonfie vele!
Che titolo
stupido, scelto solo
perchè Robert e Kristen erano fermi davanti ad un negozio di
nautica.
A volte mi
domando se questi
giornalisti hanno veramente studiato per diventare tali o se prima
facevano i
pescivendoli, con tutto il rispetto per quella categoria di lavoratori.
Meredith si era
accorta del fatto che
la rivista fosse l'ultima e gentilmente me l'aveva ceduta ma io non
avevo
voluto sentire ragioni.
D'altronde se
volevo, Robert me ne
avrebbe portate 100 copie ma lei questo non poteva saperlo.
Meredith,
diplomaticamente mi invitò
a bere un caffè da Starbucks per poter visionare insieme la
rivista.
Anche a lei
ovviamente, interessavano
le foto del mio amore e si lasciò andare a diversi simpatici
apprezzamenti che
stranamente non mi diedero alcun fastidio, al contrario mi fecero
ridere di
cuore.
Lei trovava
Robert un figo spaziale
con un che di misterioso, con due occhi magnetici e un sorriso da
sturbo.
Ancora mi viene
da sghignazzare
ripensando a quando la invitai a casa nostra e si trovò
Robert che passava,
davanti a lei tranquillo.
Fortunatamente
si trovava vicino al
divano perchè altrimenti credo che sarebbe caduta, lunga e
distesa sul
pavimento.
Pensavo che si
arrabbiasse con me per
non averle detto la verità ma lei sorprendendomi, quando si
riprese cominciò a
sghignazzare impunita.
In quel momento
ebbi la certezza che
la nostra sarebbe diventata una meravigliosa amicizia.
Non c'era alcuna
invidia nel suo
sguardo, mentre osservava Rob che teneramente mi abbracciava
né aveva fatto una
piega quando le avevamo spiegato perchè Kristen risultasse
la fidanzata
ufficiale del mio uomo.
Aveva compreso
il mio stato d'animo
anche se aveva alzato un sopracciglio, segno che era scettica sul fatto
che io
prima o poi non scoppiassi.
A quella visita
ne seguirono altre e
spesso capitava che Meredith si trovasse a pranzo con me, Lucia, Erica
e tutto
il cast di Twilight.
I miei amici e
le mie amiche furono
conquistate dall'esuberanza e dalla simpatia di Meredith e ben presto
anche
Ashley, Nikki, Elizabeth, Lucia ed Erica divennero sue amiche e
pazienti.
Oltre alla
simpatia, Meredith aveva
dalla sua il fatto di essere molto bella: alta come me, magra, con un
sorriso
dolcissimo, dei grandi occhi castani e dei riccissimi capelli scuri.
" Eccoci Lisa
sei pronta?"
la voce della mia amica mi riporta al presente e io annuendo mi
distendo sul
lettino.
Lei prende il
sensore tra le mani e
dopo avermi messo del gel freddissimo sul ventre, sorridendomi mi dice:
"
Forza vediamo se tra qualche mese ci sarà un baby Pattinson
a scorazzare per
casa!".
Non appena
Meredith appoggia il
sensore sulla mia pancia un immagine alquanto distorta appare sul video
e lei
comincia a descrivermene le parti, anche se io con tutta la buona
volontà,
proprio non ci capisco niente.
Comprendendo la
mia perplessità,
Meredith allunga un braccio e schiaccia un piccolo pulsante e subito il
battito
velocissimo del cuore di mio figlio rimbomba in tutta la stanza.
Le lacrime
cominciano a scendermi
veloci sulle guance ma non le tolgo perchè ne vado fiera,
visto che sono lì
perchè sono felice.
Quando finiamo
la visita mi rivesto e
dopo essermi accomodata in una sedia vicino alla scrivania Meredith, mi
dice:
" Allora Lisa, direi che è tutto a posto! Il feto
è della misura giusta e
in questo momento sei all'inizio della 7° settimana e il tuo
bambino pesa 3 g.
ed è lungo 2 - 3 cm
circa e devo dire che deve
essere davvero forte, dato che solitamente il battito del cuore non si
sente in
questo periodo.
Comunque
è tutto perfetto e credo che
l'unica cosa che ti posso dire è auguri mammina!".
Meredith si alza
dalla sedia e
facendo il giro della scrivania, mi viene ad abbracciare stretta e io
nel suo
abbraccio mi sciolgo in lacrime, sentendo ancora di più la
mancanza di Robert
al mio fianco.
Dopo le ultime
raccomandazioni,
saluto Meredith con la promessa di rivederci al più presto a
pranzo e il mese
successivo al controllo.
Salita in
macchina inspiro
profondamente, mi guardo nello specchietto retrovisore e vedo i miei
occhi splendere
felici se pur
arrossati dalle lacrime.
Metto in moto la
macchina e mi dirigo
verso casa immaginando il momento in cui stringerò, tra le
mie braccia il mio
adorabile bambino.
Non mi importa
se sarà maschio o
femmina, l'unica cosa fondamentale è che sia sano.
Giunta a casa
vedo il giornalista che
mi aveva fermato la mattina precedente, sbracciarsi per farmi fermare e
sospirando rumorosamente rallento la macchina.
Il tizio mi
raggiunge e ansimando mi
dice: " Signorina, buongiorno! Mi scusi se la disturbo ma vorrei
proporle
un accordo che secondo me lei troverà molto vantaggioso!".
Vedendo la mia
reazione alquanto
perplessa, lui continua a parlare: " L'ho fermata per proporle un
affare
che sono sicuro lei non perderà tempo ad accettare.
Volevo proporle
di rivelarmi
ovviamente dietro lauto compenso, dei segreti succulenti del suo datore
di
lavoro, che ne dice?".
Se non trovassi
questa offerta del
tutto schifosa, gli scoppierei a ridere in faccia: no dico ma non so se
avete
compreso; io dovrei fare la spia su Robert.
E' pazzesco ed
inconcepibile e un
fiotto di nausea mi sale in gola e prima di vomitare sulle scarpe di
quel mollusco
gli dico: " Ci penserò!" per poi vederlo annuire soddisfatto
di se
stesso.
Riparto con la
macchina ed entro in
garage, spengo il motore e salgo in casa.
Quando chiudo la
porta alle spalle,
crollo in ginocchio cominciando a piangere disperata e senza forze,
pensando alla
vita che aspetta il mio bambino, sempre sotto i riflettori, sempre
rincorso dai
paparazzi e la voglia di vomitare mi riassale prepotente.
Basta non ne
posso davvero più e in
preda al nervoso mi fiondo in camera e prendo dal ripostiglio una
valigia dove
caccio gran parte della mia roba.
Una volta pronto
il mio bagaglio, mi
siedo alla scrivania e scrivo una lettera per Rob poggiandola vicino al
vaso
del salotto.
Poi scendo
nuovamente in garage
portandomi dietro la valigia e posizionandola nel bagagliaio poi
risalgo in
casa per prendere i soldi e il passaporto.
Voglio
tornarmene a casa mia a Milano,
da Sabrina; non posso e non voglio restare un secondo di più
a Los Angeles.
Devo andarmene
per buona pace del mio
sistema nervoso.
Mentre vedo
l'abitazione di Robert,
scomparire alle mie spalle le lacrime ricominciano a sgorgarmi dagli
occhi e
anche volendo non riesco a fermarle.
Dopo circa
mezz'ora arrivo
all'aeroporto e dopo aver parcheggiato la macchina nell'area di sosta
per i
passeggeri in partenza, mi dirigo verso l'ufficio informazioni.
Lì
una ragazza molto carina,
m'informa che il primo aereo per l'Italia partirà dopo
un'ora circa.
Perfetto ho
giusto il tempo di fare
il check-in e di prendermi un caffè.
Dopo aver
consegnato la valigia mi
dirigo al bar e lì dopo aver ingerito un corroborante
caffè mi fermo a pensare:
a Robert, a Erica e Lucia e a tutti i miei amici che sicuramente
soffriranno da
morire quando sapranno della mia partenza ma pur dispiacendomene, mi
rendo
conto di non aver altra scelta.
Poco dopo una
voce all'altoparlante,
annuncia che sta per avere inizio l'imbarco dei passeggeri per il volo
verso
l'Italia e scacciando l'ultima lacrima, mi avvio verso il mio nuovo
futuro.
Un futuro che
non contempla la
presenza di Robert nella mia vita.
Ora che l'aereo
è decollato e io sono
qui seduta al mio posto, con il viso rivolto verso il finestrino
posso finalmente
permettermi di
piangere.
Sento il peso
reale della mia
decisione cadermi di botto sulle spalle.
Se le ragazzine
dell'intero pianeta,
quelle con gli ormoni in subbuglio sapessero che io ho appena lasciato
Robert
Pattinson mi rincorrerebbero per rinchiudermi in manicomio.
Io una ragazza
qualsiasi, che
s'innamora ricambiata del divo più sexy del momento ma che
non esita a
lasciarlo, quando si trova in un vicolo cieco senza via di sbocchi.
Certo detto
così, fa accapponare la
pelle ma la realtà è ben peggiore: nonostante la
nostra sia una storia decisa
dal destino, si è infranta contro i complicati ingranaggi
della pubblicità
mediatica.
Ero pronta ad
accettare di essere
l'evanescente compagna del vampiro più ricercato e amato di
tutti i continenti
ma quando a questa condanna, si è aggiunto mio figlio non ho
retto più.
Un bambino
è una creatura pulita, che
nasce senza colpe e che non deve pagare quelle che i suoi genitori
hanno
commesso e continuano a commettere.
Per amore di mio
figlio ho preso una
decisione che sono sicura, avrà delle ripercussioni su tutti.
Guardo distratta
l'orologio e vedo
che sono le ventuno e un brivido involontario mi scende lungo la spina
dorsale:
a quest'ora Robert avrà già scoperto la mia fuga
e avrà letto la mia lettera.
Povero amore
mio, so che starà
soffrendo le pene dell'inferno ma non posso farci nulla se non pregare
che
tutto questo, prima o poi abbia fine.
Mi asciugo una
lacrima, che
impertinente mi è scesa lungo la guancia e piano, piano il
sonno mi fa preda di
se, facendomi crollare in un limbo confuso e pieno di immagini tristi.
Vedo Robert
piangere disperato, Lucia
e Erica cercarmi dappertutto con Emmett e Jackson, Kristen e Tay fare
appelli
in tv e alla radio e i titoli dei giornali che mi danno addosso dicendo
le
peggiori cose di me.
Poi le immagini
cambiano e mi sento
stringere il cuore in una morsa quando vedo il mio amore tra le braccia
di un'altra,
ridere felice e tutti i miei amici rivolgermi frasi di odio e rancore.
Infine
sprofondando sempre più giù
vedo un tetro cimitero, io che mi trovo davanti ad una lapide e
fissandola mi
accorgo che è quella di Robert.
Sotto la data
della sua morte vedo la
scritta: " Morto di dolore per aver perso il suo amore e suo
figlio!".
Un urlo
silenzioso esce dalla mia
gola e mi risveglio di soprassalto sudata ed ansante trovandomi davanti
l'hostess che mi guarda con un sorriso, mentre mi avvisa che siamo
atterrati a
Malpensa 2000.
Passandomi una
mano sul viso stanco,
la ringrazio e barcollando mi alzo dalla poltrona, ancora scossa dal
mio
incubo.
Un ronzio
fastidioso mi penetra nelle
orecchie e ci rimane mentre attendo la mia valigia, vicino al nastro
trasportatore.
Sono confusa e
agitata e sento l'aria
sparirmi dai polmoni; lo so, lo sento sto per avere un attacco di
panico e
mentre le ginocchia mi si piegano, l'hostess di prima mi si avvicina
spaventata
e prima di perdere i sensi, le dico di avvisare Sabrina De Rossi poi
tutto si fa
buio.
Quando riapro i
miei occhi, vedo
davanti a me il volto spaventato della mia mammina e lottando contro
una nausea
allucinante, mi alzo a sedere e le butto le braccia al collo.
" Piccola, mio
Dio che spavento
mi hai fatto prendere! Ma che è successo?" mi chiede lei con
la
voce
angosciata e l'unica cosa che riesco a
fare e scuotere la testa, per farle capire che non me la sento di
parlare.
" Te la senti di
alzarti?"
mi chiede ancora lei e io annuisco, con le lacrime agli occhi.
Sabry aiutata da
uno steward, mi fa
alzare e mi fanno sedere su una sedia a rotelle poi mi portano fuori
dall'aeroporto, diretti verso la macchina della mia amica.
Durante il
tragitto non riesco ad
aprire la bocca continuando a piangere, mentre fisso il paesaggio
scorrere
veloce fuori dal finestrino.
Non appena
arriviamo Sabrina mi aiuta
a scendere dalla macchina e sempre in silenzio saliamo in casa.