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Autore: fanniex    16/03/2013    3 recensioni
< ... "So che non dovrei chiedertelo ... ma potresti abbracciarmi?"
Jared, senza aggiungere una parola, le si avvicinò, tirandola delicatamente a sé, mentre faceva scivolare piano un braccio sotto il corpo di Francesca e con l'altro l'agganciava come una cinghia, leggero ma deciso. > (tratto dal cap 15)
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Bene bene … eccoci all'ultimo capitolo ambientato a Bossier City. Il cuore di Jay è spezzato e la nostra Fran deve andare avanti … Credete che possa essere facile?

 

CAP 16

OVVERO: SI PRECIPITA SEMPRE VERSO IL BASSO … E SENZA RETE!

 

Bossier City. Louisiana.

Aveva trattenuto il respiro per tutta l'interminabile durata del tragitto dalla macchina di Jared alla porta della sua stanza. E ora, richiudendola piano dietro di sé, Fran era finalmente libera di dare sfogo al suo strazio. Affondò la faccia sul cuscino, lacerandone la federa con i denti per smorzare le urla disperate che le ringhiavano dentro. Le ginocchia piegate sotto il suo peso, i pugni stretti con violenza alle lenzuola, il corpo scosso da un tremore innaturale. Ma dai suoi occhi, venati di rosso, non fuoriuscì nemmeno una lacrima. Come se non ci fosse più alcun umore dentro di lei. Nessun diluvio avrebbe lavato la sua anima e placato i suoi tormenti.

Desiderò così ardentemente sparire letteralmente dalla faccia della terra. Se solo quel corso estivo nel Rhode Island fosse stato reale e non solo una banale scusa fabbricata per Jared! Sarebbe stata lontana per tutto il tempo necessario. Lui sarebbe partito per Los Angeles con i ragazzi e non si sarebbero rivisti mai più.

Per un attimo le parve di sentire ancora il profumo di Jared sul suo cuscino. Aspirò forte il suo odore e la mente si obnubilò nei ricordi. I loro corpi intrecciati, fusi in un unico atomo, indivisibile. La prima volta che lui l'aveva posseduta, contro la parete di quel bagno, poi la seconda, la decima, la centesima … E l'ultima, solo poco prima, quando la sua anima aveva desiderato unicamente tenerlo dentro di sé per sempre. La voglia di alzarsi in piedi, correre da lui, gridargli tutto il suo amore e implorare il suo perdono, si fece troppo pressante per resisterle.

Non fargli questo … lascialo libero ...”

Ma la voce della sua coscienza le impedì qualsiasi movimento. Perché quella dannata voce aveva sempre una remota somiglianza con la voce di Shannon? Erano passati solo pochi minuti e il suo Inferno era già iniziato.

Poi, una mano famigliare cominciò ad accarezzarle la testa. E Fran si lasciò cullare dalla dolcezza di quel gesto.

Tesoro mio! Andrà tutto bene, non temere.”

Sua madre le si era sdraiata affianco, come quando era piccola e la mamma era l'unica persona al mondo in grado di sedare le sue paure. Erano sempre state molto legate, Laurie e la sua bimba. Anche senza scambiarsi troppe parole o gesti plateali. Era come se viaggiassero sulle stesse frequenze. E adesso, pur non sapendo che cosa le fosse successo, per la donna era lampante che la figlia avesse il cuore spezzato. Rimase lì, accanto a lei, abbracciandola ogni tanto, per farle sentire la sua presenza. Senza chiederle nulla. Aspettando il momento in cui Fran avrebbe trovato da sola la forza per aprirsi con lei.

Mamma … ho dovuto farlo … ” la sua voce sembrava provenire dall'oltretomba, priva di ogni vitalità, “... mi sento morire … perché? Perché sto così … se ho fatto la cosa giusta?”

Laurie aveva già compreso che solo Jared avrebbe potuto ridurla in quello stato. Anche se le parole della figlia rimanevano ancora un enigma per lei.

Senti angelo mio, non mi importa se Connie è una cara amica … se quello stronzo di suo figlio ti ha fatto del male … ti giuro che lo castro!”

Laurie era perfettamente seria. Purtroppo il suo modo di fare, sempre un po' sarcastico e tendenzialmente sopra le righe, la faceva assomigliare più a una specie di madre alla Lucille Ball che non ad una vendicativa alla Joan Crawford. La sua uscita ebbe però il pregio di destare Fran dal suo stato di semi trance.

Maaammmaa! Che diavolo dici?” La guardava con due occhi spalancati. Vuoti e spenti ma larghi come padelle.

Non scherzo! In ospedale è arrivato da poco un nuovo farmaco, a base di ormoni, … semplicissimo da usare. … Anche se senz'altro il vecchio metodo è molto più efficace … e soddisfacente!”

Mamma! Smettila!” Le ripeté la figlia. “Jay non mi ha fatto nulla! … Lui è … così meraviglioso. Troppo meraviglioso. … Sono io l'immonda, spregevole meschina. Sono io che faccio schifo, persino a me stessa. … E dubito che in ospedale abbiate qualche farmaco che possa curarmi per questo.”

Laurie la raccolse tra le sue amorevoli braccia e la strinse forte al suo petto. Stava ancora tremando. Qualunque fosse la pena che portava nel cuore, avrebbe solo voluto estirparla e ingoiarla al suo posto.

Bambina mia, vuoi dirmi che cosa è successo?” La supplicò, con la sua voce carezzevole di madre.

E Fran, da brava figliola, l'accontentò. Le raccontò ogni cosa, della demo, del produttore californiano, della scenata di Shannon e della decisione di lasciare Jared. Laurie l'ascoltava in silenzio, lasciandole ogni tanto un bacio sulla fronte gelata.

L'hai fatto per il suo bene! Sono certa che, prima o poi, anche lui lo capirà.” Le disse poi, non appena la figlia terminò di parlare.

Fran la fissò negli occhi. E il suo sguardo, così determinato e lucido, le fece quasi paura.

Io non voglio che lui capisca, Ma'! Io voglio che lui dimentichi. Che viva la sua vita. … E la sua vita sarà fantastica, lo so.”

Senza di te.”

Soprattutto senza di me! È tutto quello che chiedo. Per lui … e per me!”

La madre la riabbracciò ancora e più forte, orgogliosa di quella piccola donna coraggiosa che era sua figlia.

Ti sbagli, sai tesoro!” Le sussurrò poco dopo. “In ospedale abbiamo qualcosa che può aiutare anche te. … Si chiama Lorazepam … mi sa che domani faccio scorta … ”

E cominciò a ridere come una bambina. Da brava infermiera si era quasi sempre rifiutata di imbottire le figlie di qualsiasi medicinale, fosse anche solo aspirina. Figuriamoci gli antidepressivi! L'allegria illogica della madre in parte contagiò anche Fran. Il suo volto, teso dall'angoscia che portava dentro, cominciava piano a rilassarsi, e le sue labbra a distendersi in qualcosa che se non era propriamente un sorriso, perlomeno non era più una atroce smorfia di dolore.

Si svegliarono entrambe così, ancora vestite e abbracciate l'una all'altra. Doveva essere ancora molto presto ma qualcuno stava bussando insistentemente alla porta. Le due si guardarono per un istante, consce di aver avuto lo stesso pensiero sulla persona che si trovava in quel momento al loro uscio. Jared!

Non preoccuparti, tesoro. Ci penso io. Tu rimani qui!” Rispose Laurie agli occhi supplicanti della figlia.

Fran la vide uscire dalla sua stanza e la sentì aprire la porta d'ingresso. Delle voci sussurrate si sovrapponevano in lontananza. Poi la madre tornò.

Francesca, è il tuo amico Alex! È passato per sapere come stai.”

Alex?” Ripeté la ragazza, a voce alta. Lui già sapeva? Erano passate appena poche ore, come poteva? E perché era qui?

Ti va di parlare con lui? … Sta aspettando di sotto … ma se non te la senti, gli dico di andarsene.”

Fran scosse la testa, pensierosa. “No! Voglio sapere perché è qui! … Dammi solo un minuto.”

Quando scese di sotto, trovò Alex ad attenderla in salotto. Aveva anche lui il viso piuttosto tirato. Non doveva aver dormito un granché. Certo, paragonato all'aspetto che aveva lei, il ragazzo pareva appena uscito da un centro benessere.

Ti senti bene?” Le domandò, avvicinandosi un pochino.

Fran annuì, provando a riacquistare un briciolo di normalità. “Sto bene! … Non ho dormito molto … tutto qua!”

Sono partiti! … Shannon, Matt … e Jared. … Questa mattina all'alba!”

 

Shannon si era presentato a casa di Alex che erano passate da poco le cinque del mattino, attirandosi gli insulti dei genitori del ragazzo, svegliati di soprassalto. Alex, stiracchiandosi, lo aveva seguito fuori, nel vialetto d'ingresso, dove aveva parcheggiato la Plymouth. C'era anche Matt, appoggiato alla macchina, che si fumava l'ennesima sigaretta. E Jared. Seduto sul sedile del passeggero. Immobile come una statua.

Andiamo a Los Angeles! … Adesso!” Dichiarò Shannon, senza preamboli.

La sorpresa di Alex s'impastò con il sonno che ancora era padrone del suo cervello. “Come? … Adesso?”

Il batterista lo tirò da parte, in modo che gli altri due non sentissero. “Jared ha deciso così! … È tornato a casa un paio d'ore fa, ha raccolto la sua roba e l'ha caricata in macchina. Credo che abbia bevuto ...”

Alex lanciò un'occhiata in direzione dell'amico, ancora seduto nell'auto. Stentava quasi a riconoscerlo. Era sempre lui, ma il suo viso era privo di qualunque segno di vita. Pallido e scavato. Sembrava che facesse uno sforzo enorme anche solo per respirare.

Che cosa è successo, Shan?”

Il ragazzo scrollò le spalle. “Non lo so! Non ha spiaccicato una parola. Ha detto solo 'Partiamo'! E non ha aggiunto altro.”

E Fran?”

Già! Fran? Entrambi sapevano che Jared non avrebbe mai rinunciato a lei. Non l'avrebbe mai lasciata così all'improvviso.

Non ne ho idea! … Credo che abbiano litigato. … Io volevo solo che lo facesse ragionare … forse però è la cosa migliore, no?”

Alex lo fissò stupito. Se Jared era in quelle condizioni, non riusciva neanche ad immaginare come stesse la ragazza. Come faceva Shannon ad essere tanto insensibile?

Cioè … faranno pace, no? Loro sono … be' lo sai? ... Ma il Pike non può aspettare! In fondo, anche Jared lo sa.”

Il ragazzo annuì poco convinto. Avrebbe voluto rispondergli ma, sinceramente, non avrebbe saputo cosa dire.

Comunque! Non è per questo che siamo qui.” Continuò il batterista. “Tu che cosa intendi fare?”

Alex li aveva già informati che non avrebbe preso parte all'avventura californiana. A settembre avrebbe iniziato i corsi alla NYU, e benché amasse moltissimo suonare, sapeva bene che quella non sarebbe stata la sua strada. Lui non aveva la passione di Shan, né il talento e la determinazione di Jared. Lui sarebbe stato sempre un chitarrista da garage. Per Alex era più che abbastanza!

Lo sai che non verrò con voi!” Gli rispose, avviandosi con lui verso la macchina.

Lo so! Lo so! Era solo un controllo.”

Alex abbracciò Matt, scambiando con lui qualche saluto di circostanza e un paio di amichevoli pugni. Poi, guardò nuovamente in direzione di Jared. L'amico incrociò i suoi occhi per un istante, e si voltò immediatamente, tornando a fissare il vuoto.

Vedrai! Gli passerà!” Gli disse Shan, appoggiandogli una mano sulla spalla.

Il ragazzo si girò per abbracciare anche lui.

Fatevi sentire, mi raccomando!”

Certo, Mammina!” Scherzò l'altro, prolungando l'abbraccio. “Stalle vicino, ti prego!” Gli bisbigliò all'orecchio, prima di sciogliere la presa.

Gli stava chiedendo di prendersi cura di Fran? Per Jared? Era logico che l'avrebbe fatto!

 

Lo shock la fece quasi crollare a terra. Si appoggiò al bracciolo del divano per mantenere l'equilibrio. L'aveva fatto! L'aveva fatto davvero! Se ne era andato via, per sempre. Proprio come voleva lei. Oppure no?

Non hanno voluto dirmi il perché di tutta questa fretta.” Continuò Alex, non aspettandosi alcuna risposta da parte della ragazza. “Credevo che la partenza fosse programmata fra due settimane.”

Lei lo guardò, annuendo un'altra volta.

Comunque sia … Jared era … irriconoscibile! Non l'ho mai visto così! … Sembrava quasi … morto.” La esaminò per qualche istante. “Più o meno come te!”

Le si avvicinò ancora un po', afferrandole una mano per stringerla tra le sue. “Vuoi dirmi tu che cosa è successo?”

Fran si sforzò con tutta se stessa di sorridere, riuscendo ad ottenere solo un flebile verso roco.

Non è crollato il mondo, Alex! È solo finita. Tra me e Jared! … Tutto qui! Non è una tragedia. Solo due ragazzini che si lasciano.”

Si appoggiò alla spalla di Alex e avrebbe potuto anche piangere, cullata dal senso di sicurezza che il suo amico era sempre in grado di infonderle. Ma niente! Ancora nessuna lacrima!


°°°°°°°

N.d.A.

Ebbene sì … la vita dei nostri eroi in Louisiana si conclude qui! Più o meno sappiamo che cosa abbiano combinato i LetoBros in California. Per quanto riguarda gli altri personaggi, a parte ciò che ho già raccontato, siete liberi di immaginarvi il futuro che più vi piace.

Lucille Ball e Joan Crawford, le attrici citate nel racconto, sono due dive hollywoodiane del passato. La Ball, grandissima comica, la Crawford, cattivissima regina del dramma. Lo preciso solo x chi non è anziana come me e forse non mastica troppo cinema di un secolo fa!!!!

Il titolo non cita una frase in particolare. Ma devo ammettere che “Depre” dei Subsonica mi risuonava in testa parecchio, mentre scrivevo. Oh, non fraintendete, non sono una farmaco-dipendente.

Kisses … Fannie.

   
 
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