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Autore: Cheshire_Blue_Cat    16/03/2013    2 recensioni
La mia prima storia di Soul Eater *felice*
Non vorrei anticipare nulla anche perché non so neppure io cosa sarò capace di scrivere O.O
Aggiungerò un nuovo personaggio, una ragazza dal passato rubato e che è stata dormiente per più di ottocento anni, la sorella di Ashura, il Kishin.
La storia è ambientata dopo la prima serie ed è basata sull'anime ^.^
... a Soul bastò solo un’occhiata per capire che quello non era per niente un comportamento da Maka oltre ad aver captato quella piccola distorsione nell’onda della sua anima.
- Maka? Non eri tu quella che correva dicendo che siamo in ritardo? - chiese prendendola per una spalla e dandole un piccolo scossone.
Lei si girò fissando un punto lontano nel deserto che circondava Death City: - Un’anima… - mormorò...
Tratto dal primo capitolo.
//Dolore al cuoricino ma *sigh* ho deciso di farlo, cambiato modo di scrivere, cambiato città, cambiato casa, ... incompiuta... ma prima o poi finirà anche questa uwu//
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Justin Law, Kishin Ashura, Nuovo Personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Per battere la Follia ci vuole altra Follia

 
 
 

“… la follia è come la gravità:
basta una piccola spinta…”
 
E cominci a navigarci in mezzo.
-Joker-

 
 
 
L’atmosfera era stagnante, Shine non si muoveva, troppo impegnata ad osservare l’espressione di Justin che, lentamente si stava accartocciando sempre più su se stesso scivolando verso il basso.
Il demonietto tornò a sussurrarle all’orecchio: - Avanti, cosa aspetti? Uccidilo. - la spronò con impazienza, lei però non obbedì: - Non capisco. - biascicò.
- Non c’è niente da capire stupida ragazza! Lo devi solo uccidere,è questo che devi fare! - la assalì pestando i piedi come un bambino capriccioso.
Shine fece spallucce ed estrasse la lama portandola indietro per caricare il colpo di grazia.
Attaccò trattenendo il respiro e lo spuntone cozzò contro altro metallo facendola traballare.
- Ora basta. - decretò Shinigami sollevando la terra la sua falce e parandosi di fronte a Justin, era una fortuna che Spirit fosse rimasto altrimenti sarebbe stato anche lui disarmato; davanti a quella ragazza, vacillava, un pezzo della sua maschera si crepò conferendogli un’espressione abbastanza raccapricciante.
Non aveva paura di lei, aveva combattuto e sigillato suo fratello, l’avrebbe fatto di nuovo; ma c’era qualcosa di diverso, non poteva fingere di non vedere: l’aura nera che emanava quel corpo era impressionante, la sua anima era grande, nera e pulsante.
L’anima più terribile che avesse mai visto, peggiore di quella di Ashura o della strega Medusa… o di Arachne.
Si agitava convulsa come se contenesse qualcosa di vivo e che volesse uscire, mandando bagliori talvolta, sembrava sottile come carta e di tanto in tanto vi sporgeva quello che poteva essere definito il muso ringhiante di una belva, che vi annaspava dentro cercando la via di fuga.
Kaim tornò ad arpionarle l’altro polso, Shine stette immobile: - I-io non so c-cosa fa-are… - balbettò tenendo lo sguardo fisso su Shinigami.
Il demonietto roteò gli occhi e le prese il viso facendole fissare il Dio della Morte stringendole le guance: - Lo vedi? -
Annuì.
- Questo posto sarà la sua tomba… è superfluo che ti dica cosa devi fare vero? - le soffiò direttamente dentro l’orecchio: - Avanti, fagli vedere di cosa è capace la Follia, scatenati pure e fa scorrere tutto il sangue che vuoi. -
Shine ansimò: - Tutto quello che voglio? - guardò verso di lui: - Ma poi non sarà un male? - spostò lo sguardo dall’altra parte: - Ma si può uccidere un Dio? - guardò in alto: - Si può ferire? -
Il demonietto le si avvicinò, stanco: - Basta con queste domande. - ordinò rendendo la propria mano intangibile e infilandola nella testa di Shine.
Lei spalancò la bocca, gemendo: - Non pensare, uccidi e basta. -
Sentì per un attimo come se il cuore le fosse fatto esplodere dall’interno e stille guizzanti di sangue le risalirono dalla bocca, poi il vuoto.
Gli occhi le si sbiancarono totalmente lasciando solo un punto rosso al loro centro, serrò le armi e scattò in avanti talmente velocemente che a malapena Shinigami la vide.
Il fendente era largo e per schermarsi con la falce la ferì ad un braccio, cercava di non ferirla, ma Shine si sporgeva sempre più avanti quando lo vedeva in difensiva ferendosi quasi da sola ma non sembrava accusare alcun tipo di dolore, più sangue sgorgava dalle sue ferite più lei diventava veloce, precisa e forte; un autentico burattino in mano ad un manovratore dispettoso che la mandava contro l’avversario a viso aperto senza preoccuparsi e che si arrabbiava per il tempo che ci metteva a vincere.
Shine caricò il colpo che andò a sfregiare un bordo della maschera di Shinigami, penetrò affondo incontrando quel viso che nessuno ha mai visto; ritirò l’arma e guardò il sangue denso che la impregnava: - Ah, ma allora sanguini… - si stupì.
Ghignò e ternò all’attacco cozzando più volte contro Spirit, ma trovando strada facile oltre la veste di Shinigami.
Non aveva mai visto il sangue di un Dio, ora che osservava, non era poi così diverso da quello umano: rosso, denso e sporco. Shinigami non poteva essere tanto diverso, bastava guardare Death the Kid, che si differenziava dai comuni ragazzi solo per le linee di Sanzu sui capelli.
L’assalì la curiosità, voleva sapere cosa c’era dietro quella maschera… così immutabile che avvolte si domandava se sotto ci fossero davvero carne e sangue. Ora sapeva che dietro c’era sangue, ora che la maschera si stava crepando, era come se Shinigami le stesse mostrando la propria debolezza, che persino lui di fronte a lei, di fronte alla Follia tanto pura, vacillava.
- Eco del Caos. - non l’aveva mai fatto due volte di seguito e seppure il suo corpo tremasse le due armi eseguirono gli ordini, trasformandosi e gettandosi addosso al Dio della Morte.
Shinigami roteò la falce colpendo l’ariete col piatto della lama e inchiodando il leone a terra tenendogli premuto sul ventre l’impugnatura mentre quello strepitava ringhiando e facendo schioccare le mandibole. Era forte e doveva appoggiarsi completamente alla Death Schyte per tenerlo bloccato così che lasciò via facile all’ariete che gl’incornò prontamente la schiena.
Shinigami perse la presa e il leone sgusciò via saltandogli sopra e atterrandolo completamente.
- Sommo Shinigami! - urlò Spirit allarmato riprendendo le proprie sembianze umane e parandosi davanti al proprio Maister con le braccia e la schiena che erano una selva di lame. Colpì entrambi gli animali riguadagnando le distanze di sicurezza: - Shinigami-sama, tutto apposto? - ansimò col fiato corto.
Maka assisteva impotente alla scena sinceramente preoccupata e stupita da quell’azione imprudente, suo padre guardò dietro di se con la coda dell’occhio per un solo istante, quello bastò per far scattare il leone mentre l’ariete tornava in mano a Shine.
- Papà! -
Il demonietto esultò: - Avanti! Fa vedere quel sangue! - la esortò assaporando lentamente la lama che penetrava sotto la clavicola di Spirit, troppo lento nel parare il colpo. Poteva quasi vederla, la lama che si faceva strada verso un’arteria vitale.
Shine però perse l’equilibrio e l’arma fu spinta via, rimase seduta a terra qualche secondo, realizzando la scena: - Shine, ora basta. -
Il demonietto pestò ancora i piedi: - No, no, NO! Dovresti essere morto stecchito! - rivolse un’occhiata di sdegno verso Shine e le svolazzò sulla spalla: - Stupida ragazza, è vivo. - le sferrò uno schiaffo chiudendole il viso in una mano: - Perché respira ancora?! - indicando il prete. Shine non reagì.
Justin si reggeva miracolosamente in piedi anche se gli tremavano le gambe, la mano con cui aveva spinto via l’arma di Shine sanguinava e la teneva davanti al viso a celare il respiro affannoso. Tutta la parte inferiore della veste, dal ventre in giù era chiazzata da una lunga scia di sangue che gocciolava per terra, le ghigliottine erano sfoderate e su di una era ben visibile il sangue nero di Shine. Ansimava e sudava freddo, tenendo la testa bassa. Era incredibilmente debole.
La ragazza inclinò la testa non capendo ma avvertendo un lieve tremito quando sentì pronunciare il proprio nome, richiamò con un gesto incurante il leone che, obbediente, tornò sulla sua mano.
- Avanti… che aspetti? Rimedia quel che non hai fatto… - suggerì il demonietto a denti stretti, scocciato per quell’ennesimo cambio di avversario.
Stavolta però lei non si mosse, inclinò la testa dall’altra parte, fece a rilento il gesto di colpire sulla destra, muovendo solo il braccio.
Justin si spostò da quella parte faticosamente e si schermò con le ghigliottine sanguinanti, fece altrettanto quando Shine si spostò sulla sinistra, seguendo sempre i suoi movimenti.
Lei lo squadrò perplessa ma non attaccò.
- Shine… - ansimò provato.
Il demonietto si stufò di quella situazione: - Avanti attaccalo. - ordinò e Shine rimase ferma.
Fece un passo verso di lei: - …devi… -
- Avanti! Attaccalo! -
- …fermarti… -
-Muoviti, è un ordine! - sbraitò il demone.
Lei era come assente a se stessa, cercava la propria coscienza: - Shine… - si sentì chiamare ancora; conosceva quel nome ma faticava a ricondurlo a se, sangue nero e anima combattevano dentro di lei e il sangue nero la ferì. Annaspò piagandosi in due in preda agli spasmi, vomitò un grumo di sangue e alzò lo sguardo, le sue iridi vermiglie si vedevano a tratti e in quei brevi istanti lei vide lucidamente.
La Follia, cercava di rigettarla fuori.
Tutto fu fermo per qualche istante, il demonietto le volò davanti scuotendole la testa: - Andava tutto così bene! - si lagnò: - Non puoi combattere la Follia stupida! -
Lei ansimò e gli afferrò la testa con una mano: - Sta zitto. - ringhiò riuscendo inaspettatamente a toccarlo e spingerlo via.
Spirit si voltò verso la scena mentre aiutava Shinigami a rialzarsi: - Che succede? - chiese vedendo Shine in ginocchio di fronte a Justin sanguinante.
- Sta avendo un rigetto. - mormorò a fatica il Dio.
Shine sputò un altro coagulo di sangue e fissò Justin dritto negli occhi, si tenne la testa dolorante e urlò di dolore.
Il demonietto osò riavvicinarsi solo quando la vide così distrutta: - Avanti puttanella, alzati. - le prese la testa e la sollevò come fosse aria.
Shine si alzò tremante, rimase sulle gambe per qualche secondo, fece un passo e cadde raggomitolandosi per terra: - No! - urlò.
Justin continuava a guardarla incapace di fare qualcosa.
Sta per cedere… ridacchiò il demone: - Avanti uccidilo! - urlò e Shine si alzò con uno scatto e le lacrime agli occhi: - Eco dell’Anima! - la sua anima esplose ingigantendosi e si fuse rapidamente con quella delle due armi dando vita alla Chimera che ruggente si lanciò verso Justin con gli occhi rossi colmi di lacrime e le zanne snudate.
Lui indietreggiò di un solo passò e contrattaccò quasi d’istinto, incrociò le ghigliottine e, nella frazione di secondo che impiegò la bestia a balzare recitò una velocissima preghiera, la sua anima reagì immediatamente e attaccò: - Law Abiding Silver Gun! - saltò sopra la Chimera e fendette con entrambe le ghigliottine.
Il colpo andò a schiantarsi sul terreno aprendo un fosso dritto e profondo cinque palmi, la Chimera sgusciò via dalla traiettoria con agilità e rapida saltò verso Justin atterrandolo con una zampa, schiacciandolo contro terra e togliendogli pian piano l’aria dai polmoni: - Shine… - spirò con l’ultima stilla d’aria sputando sangue.
La bestia rilassò di poco il ghigno continuando però ad ansimare.
- È quasi fatta, finiscilo. - ridacchiò il demonietto andandole davanti al muso.
Shine sollevò lentamente il capo puntando gli occhi sanguinei contro di lui, allentò la presa su Justin e ringhiò verso il cielo per il dolore che le vorticava attorno al terzo occhio. Era da lì che veniva la sua confusione, tanta da far male.
Se lo graffiò con gli artigli agitandosi convulsamente in preda al dolore più puro e, al limite di sopportazione, balzò verso il demonietto artigliandolo e tranciandolo nettamente in tre parti.
Quello rimase a guardarla stralunato con gli occhi morti e lentamente si dissolse: - Tu… - sibilò
Shine continuò però a rantolare sofferente ruggendo e sibilando; il sangue le scivolava sul muso dall’occhio in mezzo alla fronte, perdeva le forze tenendosi sulle zampe sempre più precariamente finché non cominciò a piegarsi e cadde di peso senza più riuscire a muoversi.
Con l’anima allo stremo si accasciò a terra, un debole bagliore e tornò normale, distesa a terra in una pozza di sangue insieme alle sue armi.
Con l’ultimo grammo di coscienza pensò che quella scena aveva un non so ché di familiare, ricordò soltanto che non avrebbe dovuto chiudere gli occhi.
 
Un sogno… sfocato e lontano… tutto quel che era stato non c’era più, sciolto nell’acido dei ricordi.
Quella piano sconfinata e bagnata dal sole le dava un senso di quiete, vi si crogiolò a lungo beandosi del calore che la carezzava; Ashura non era mai morto, giocava ancora con lei e sorrideva; era felice, poi era arrivato Shinigami.
La luce calò di poco.
Il suo brusco risveglio; Soul e Maka; Justin e quella sua espressione criptica;
Il panorama diveniva sempre più grigio e freddo. Si strinse nelle spalle.
La Follia; il sangue nero e quella lotta contro qualcosa di intangibile che aveva fatto scoppiare l’inferno…
E dov’era l’inferno?
Nella sua testa…
Fu assalita nuovamente dal caldo con violenza, tutta la luce scomparve ma il caldo no.
Quel calore…
Il sangue nero che le impregnava l’anima si ritirò strisciante, come spaventato lasciandola libera di splendere.
Era quella la “pace”?
 
Quando la portarono in infermeria sanguinante insieme alle sue armi aveva il sorriso sulle labbra.
Justin si era sforzato di rimanere cosciente, ma poi non aveva fatto a meno di addormentarsi pesantemente in braccio a Sid, non si svegliò nemmeno quando Nygus iniziò ad armeggiare con le sue ferite e ci infilò l’ago; così come Shine.
Kaim e Meru ripresero gradualmente le loro sembianze umane, anche loro sembravano placidamente addormentati.
Nygus terminò di medicare le ferite dei quattro e andò verso Spirit per tamponargli la ferita alla spalla col disinfettante, la Death Schyte s’irrigidì, guardò dritto davanti a se: - Sono…? - azzardò indicando i ragazzi col mento.
- È incredibile… ma stanno bene. Non riesco a capire come abbiano fatto a sopravvivere ad una dose così concentrata di Follia. - sorrise, o almeno, Spirit non vide le sue labbra incurvarsi, ma il sorriso s’intuiva dagli occhi: - Ormai hanno un abbonamento permanente con l’infermeria. -
Spirit sospirò di sollievo e scosse la testa incredulo: - Hanno distrutto la Follia… è incredibile. - guardò brevemente l’arma: - Per ora è Shinigami che mi preoccupa. -
Nygus annuì assente finendo di fasciargli la spalla poi si alzò e fece per andare: - Io non ci proverei signor Spirit. - lo ammonì bonariamente l’infermiera quando la Death Schyte allungò una mano verso i suoi fianchi che ondeggiavano sinuosi. Spirit rabbrividì e mascherò il gesto della mano facendo finta di grattarsi la testa e con una risatina nervosa. Sulla porta c’era Sid insieme a Maka, che lo squadrò con una smorfia e gli occhi lucidi; si fissarono in silenzio poi la ragazza singhiozzò e si gettò tra le braccia del padre: - Papà! Papà! Non osare mai più farmi uno scherzo simile! - strillò tirandogli uno schiaffo.
Spirit era sotto shock: sua figlia che gli si gettava tra le braccia? Ma in che mondo era finito?
 
Maka…aveva i genitori…
Invece lei non sapeva neanche che faccia avessero, non ne aveva alcun ricordo e Ashura non gliene aveva mai parlato, non ne sapeva niente; avvolte pensava che fosse stata partorita direttamente dal sangue nero.
Non voleva che Maka odiasse i suoi genitori, aveva visto come trattava suo padre e non voleva, non riusciva a capacitarsene.
Di nuovo quel calore e stavolta la costrinse a socchiudere gli occhi: - M…maka… - disse al volume di un normale respiro.
Riuscì a vederla confusamente davanti a se, tra le braccia del padre, sorrise; quello era ciò che doveva succedere.
- Si è svegliata! -
Chiuse gli occhi: troppo rumore.
- Shine… -
Quello era il suo nome, socchiuse gli occhi e si ritrovò davanti Nygus che la fissava con una punta di apprensione: - Stai bene cara? -
Annuì e guardò con un sorriso Spirit e Maka:È… proprio così che dev’essere… - Cosa è successo? Ricordo solo che non riuscivo a respirare… -
La dottoressa le posò gentilmente una mano sulla spalla, quella buona: - Ce l’avete fatta. Avete distrutto la Follia. -
Spalancò la bocca, indecisa se sorridere o scoppiare a piangere, non fece niente e si girò dall’altra parte e questo freddò il suo entusiasmo: - Come sta? - chiese timorosa guardando Justin.
- Tutto bene. Anche le tue armi adesso sono apposto, qualche settimana e potrete uscire da qui.
Shine si allargò in un largo sorriso e faticosamente si alzò a sedere: - Maka, tu hai visto? -
Lei annuì: - La Follia non si è risparmiata niente, è stato terribile… - iniziò a raccontare, guardandosi bene dal dirle che avesse ferito Shinigami e che avesse contagiato anche Justin col sangue nero.
- Davvero? Come ha fatto la Follia a morire? Voglio dire, non potevamo neanche toccarla… -
Maka tergiversò un bel po’, trovando un modo per non dirle che combatteva contro Justin, a quello ci avrebbe pensato dopo: - Avevi perso il controllo e stavi avendo una sorta di crisi di rigetto, hai usato l’Eco dell’Anima e non riuscivi più a trattenerti… - Shine l’ascoltava a bocca spalancata, come un bambino farebbe con una storia che la madre gli racconta prima di andare a letto: - … poi per un istante ti sei fermata e il demonietto della Follia ti si è avvicinato pensando di averti in pugno… - le sorrideva mentre raccontava.
- E poi? - chiese Shine curiosissima.
- … poi l’hai guardato e l’hai diviso in tre parti con un’unghiata. - nel dirlo fece il gesto dell’artiglio con la mano.
Shine ridacchiò: - Non ho fatto male a nessuno? -
- Non che fossi padrona delle tue azioni, hai solo ferito papà mentre cercava di proteggere Shinigami. - Shine fece una smorfia: - Niente di che, un taglio superficiale. - si affettò ad aggiungere il diretto interessato.
Shine tornò a sorridere e ancora si sentì quella sensazione di calore.
Justin si svegliò il giorno dopo, un po’ frastornato e stupendosi lui stesso di quel grosso buco che lo trapassava da parte a parte sul ventre. Kaim e Meru si svegliarono nello stesso modo di tutte le mattine, come se niente fosse successo.
Le saltarono letteralmente addosso quando la videro sul lettino, contenti di vedere che stava bene, un po’meno per Justin… la sua presenza proprio non andava giù ai due gemelli.
Le lezioni alla Shibusen ripresero normalmente e quasi ogni giorno i suoi amici della classe Crescent Moon venivano a farle visita, anche se Black*Star quasi non fu pugnalato alle spalle da Nygus per essersela presa a morte con Shine per avergli rubato la scena e per aver cercato di tenderle un agguato direttamente sul lettino dell’infermeria. Coraggiosamente sventato da Tsubaki e il suo shuriken, con la collaborazione di Maka e il suo pesantissimo dizionario di greco(???).
Strano a dirsi, ma andò anche Crona a farle un saluto, o perlomeno, ce lo trascinò Maka. Fu allora che Shine vide per la prima volta Ragnarock, ammise che non se lo sarebbe mai aspettata, Kaim e Meru saltarono sul lampadario appena videro comparire il piccoletto dalla schiena di Crona.
Era da tempo che Shine non si sentiva così felice e non rideva così tanto neanche insieme ad Ashura; si toccò il petto, un punto centrale dove sotto stava l’anima sentendola calda e candida, completa come se Ashura ci fosse ancora steso sopra anche se in cuor suo sapeva che non era così.
Justin invece non ne poteva più, si premeva il cuscino sulla faccia ogni volta che nella piccola stanza entrava qualcuno o che i gemelli facevano troppo casino, ma specialmente e senza alcun dubbio, volle davvero soffocarsi col cuscino quando vide entrare dalla porta niente meno che quel vandalo di Giriko.
Shine lo guardò come fosse una specie di apparizione, era leggermente arrossito e cercava di guardare tutto con noncuranza: - Come stai? - le chiese.
- Bene. - rispose con circostanza guardandolo stralunata mentre prendeva una sedia a caso e si sedeva affianco a lei e mai avrebbe pensato di intavolare un intero discorso con un tipo tanto bisbetico e con seri problemi a gestire la propria rabbia e capì ben presto il doppio fine di quel comportamento; ossia far innervosire quella povera anima pia lì affianco, alias Justin. Fissava Giriko come se volesse incenerirlo finché non si decise ad alzarsi un po’ zoppicante per arrivargli alle spalle e dargli due colpetti: - Ti dispiacerebbe lasciarla in pace? -
Giriko ridacchiò: - Si, mi dispiace. Perché, c’è qualcosa che non va “padre”? - lo prese in giro senza neanche voltarsi.
Shine sorrise, le era mancata anche l’ordinaria amministrazione, anche se le sfuggiva il vero motivo della visita di Giriko.
A Justin tremò il sopracciglio e, quasi per abitudine, fece spuntare una ghigliottina dal braccio e gliela appoggiò alla gola. A quel punto la motosega fu costretta a voltarsi per poi scoppiare a ridere in faccia al suo aguzzino, in pigiama, con delle occhiaie abbastanza accentuate e con i capelli tanto incasinati da sembrare il nido uscito male di qualche passero.
Giroko alzò le mani facendo finta di arrendersi: - Ho per caso peccato di qualcosa “padre”? - ridacchiò.
Justin inarcò ancora di più le sopracciglia sottili: - SI! - esclamò esasperato: - Di avermi sempre scassato i CO… !!! -
- JUSTIN!- strillò Shine imbarazzata coprendogli l’ultima parola, mentre le sue armi scoppiavano irrimediabilmente a ridere.
 
Eh si… era davvero un bel quadretto…
 
SPAZIO ME XD
1! 2! 3! 4! Tanti auguri! A me che ho finito il capitolooooooo! E per qualche giorno fa che era il mio compleanno >u< volevo appunto pubblicare per il 14 ma non avevo ancora finito.
E con questo il demonietto esce di scena :D

… Voi…
CREDETE che sia finita!
Muahahah! Col cavolo che mi scrosto adesso!
Aspettatevi tante risate, un gatto straordinariamente emotivo e un Justin che ha ancora meno coerenza con l’abito che indossa(“l’abito non fa il monaco” nel vero senso della parola)
1000 grazie a chi mi ha seguita fin qui e a chi mi recensisce c:

Grazie n°1
Grazie n°2
Grazie n°3
Grazie n°4
Grazie n°5
Grazie n°6
Grazie n°7
Grazie n°8
Grazie n°9
Grazie n°10
Grazie n°11
Grazie n°12
Grazie n°13
Grazie n°14
Grazie n°15
Grazie n°16…
 
Ok, vi ho seccato abbastanza, faccio una chiusura netta. CIACK!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Eh eh eh…stavo scherzano *la rincorrono coi forconi*
Aaaaaaaaah! Fermi! Era solo per le soundtracks!
 
SOUNDTRACKS: Infected Mushroom-Becoming Insane, Metallica-Nothing else Matter, Self-Stay Home.
 
Stavolta niente disegno… ero molto impegnata con dei progetti di pittura ^_^”
Mi rifaccio alla prossima
Bye bye
  
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