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Autore: Lux_daisy    16/03/2013    4 recensioni
Salve a tutti! Questo mio nuovo esperimento sarà composto di 3 capitoli: ogni capitolo avrà protagonista una diversa coppia yaoi:
#1: Xanxus x Squalo
#2: Yamamoto x Gokudera
#3: Dino x Hibari
Ogni capitolo consiste in una raccolta di 21 drabble suddivise secondo le lettere dell'alfabeto: il mio tentativo sarà quello di narrare le diverse sfaccettature del rapporto di ogni coppia, concentrandomi su diversi aspetti ^^ spero di avervi incuriosito!
Genere: Comico, Erotico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti! ^^ eccomi tornata con il secondo capitolo, questa volta concentrato sulla coppia 8059! spero di non avervi fatto aspettare troppo :) ringrazio musa07, Kyoite e Rebychan per aver recensito il precedente capitolo e mi auguro che anche qst vi piaccia. Buona lettura a tutti <3



A come Amore

Yamamoto non era certo il tipo di ragazzo che spiccasse per intelligenza e arguzia. Nella sua ingenuità gli sfuggivano spesso molte cose e nel comprendere i suoi sentimenti non aveva fatto eccezione. Inizialmente convinto che il suo desiderio di stare accanto a Gokudera derivasse dalla semplice voglia di essere suo amico, aveva impiegato molto tempo per capire che quello che voleva dall’altro non era semplice amicizia. E c’era voluto un “piccolo incidente al basso ventre” nello spogliatoio della scuola per fargli notare l’attrazione fisica che provava e c’era voluto un bacio rubato sotto l’ombrello durante una giornata di pioggia perché il suo cuore quasi scoppiasse di felicità. Era certamente Amore.

B come Baseball

Gokudera non riusciva proprio a spiegarsi cosa Yamamoto ci trovasse di tanto bello in quell’insulso sport. È proprio un idiota del baseball si ritrovava spesso a pensare. Eppure, nonostante tutto, aveva iniziato ad andare ad assistere alle sue partite, giustificandosi con la scusa del “puro interesse scientifico”, quando in realtà di scientifico il suo interesse non aveva proprio nulla. Ma Gokudera non l’avrebbe di certo mai ammesso, neanche con se stesso. Soprattutto con se stesso, perché ammettere che per tutto il tempo il suo sguardo era concentrato esclusivamente sul moro e su quanto gli donasse la divisa, significava ammettere che gli piaceva e questo era inaccettabile.

C come Casa

Pensare al fatto che si trovasse a casa di Yamamoto per studiare insieme stava rendendo Gokudera decisamente più nervoso del solito. Sarà stato perché il moro trovava ogni scusa per stargli appiccicato o perché ogni volta che alzava lo sguardo si trovava davanti quel suo sorriso sfalda-ginocchia o ancora perché sentiva sempre più caldo, come se la temperatura si fosse alzata di dieci gradi: fatto sta che Gokudera iniziò a pensare di essere malato, vista la velocità con cui il suo cuore stava battendo. Quando l’altro gli prese la mano e annullò la distanza tra loro con un bacio mozza-respiro, Gokudera comprese che quel pomeriggio di studio era appena finito.

D come Dettagli

Gli occhi di un verde brillante. La pelle chiara e morbida. I lineamenti delicati atteggiati in una persistente espressione seccata. Le dita lunghe e affusolate, perfette per un pianista. I jeans a vita bassa ornati a sinistra dall’onnipresente catena. La sigaretta che faceva spesso capolino tra le sue labbra, dando loro un aspetto ancora più invitante. Quel suo carattere scontroso e irascibile. Yamamoto aveva ormai impresso a fuoco nella mente ogni dettaglio che riguardava Gokudera e aveva imparato ad amarli tutti, persino il suo fare arrogante e scazzato, perché, quando lo stringeva a sé, capiva che non sarebbe voluto essere con nessun altro e in nessun altro posto.

E come Eccitato

Che fosse perché durante l’adolescenza gli ormoni impazziscono o che fosse perché l’idiota del baseball tendeva a stargli fin troppo vicino, poco importava, giacché Gokudera sentiva il suo corpo strano, come se non lo controllasse più. E che ciò capitasse solo in presenza del suddetto idiota lo rendeva ancora più confuso. Battito accelerato, calore alle guance, aumento della sudorazione, fremiti diffusi a ogni suo tocco: tutti sintomi di una malattia che Hayato si era convinto di avere. Solo quando vide Yamamoto spogliarsi per l’ora di ginnastica e provò una nuova sensazione al basso ventre, comprese che si trattava di una malattia a cui non voleva dare un nome.

F come Fantasie

Sento il suo corpo fremere sotto il mio tocco; la sua pelle è calda e sudata, morbida come avevo sempre immaginato. I suoi occhi sono lucidi di desiderio e, mentre percorro il petto con la lingua, la sua bocca si lascia sfuggire gemiti che non fanno altro che eccitarmi ancora in più. D’improvviso i pantaloni diventano una costrizione insopportabile: li tolgo e faccio lo stesso con i suoi. Provo un irrefrenabile bisogno di farlo mio perché mi è indispensabile come l’aria. Il richiamo del professore riscosse Takeshi dalle sue fantasie erotiche su Hayato. Per sua fortuna non avrebbe dovuto alzarsi dalla sedia per un’altra mezz’ora.

G come Gelato

Ti va di andare a prendere un gelato insieme? Yamamoto l’aveva buttata lì, quasi per scherzo, convinto che l’altro non avrebbe mai accettato e, invece, lui e Gokudera si erano ritrovati, in un bel pomeriggio di sole, a gustarsi un gelato al parco. Takeshi cercava di nascondere il suo nervosismo – ai suoi occhi quello era come un appuntamento – mentre Hayato sembrava eccessivamente concentrato sul suo cono. Quando a un certo punto spuntò da chissà dove quella peste di Lambo, lui e Gokudera iniziarono a litigare come al solito, con il risultato che il gelato del ragazzo finì per terra. Accortosi di ciò, la voglia di far esplodere Lambo divenne irrefrenabile.

H come Hovogliadite-enonsolodelgelato

Per la fortuna di Lambo, ci pensò Yamamoto a calmare Gokudera prima che questi tirasse fuori la dinamite. Dopo che Haru e I-Pin recuperarono la scemucca, i due Guardiani rimasero di nuovo soli e Takeshi si offrì di dividere il suo gelato. Mentre ne assaggiavano un po’ a testa, entrambi si chiesero – a insaputa dell’altro – se quello poteva essere considerato un bacio indiretto. Pensiero che si perse quando Yamamoto, attratto dalla macchia di gelato sulla guancia dell’altro, senza pensare si avvicinò fino a leccargliela via, lasciando Gokudera di stucco. Neanche la risata e le scuse imbarazzate del moro calmarono il cuore impazzito di Hayato, il cui voltò andò in fiamme.

I come Influenza

Tranquillo Takeshi, ci sono qua io.
Mi prenderò cura io di te.
Vedrai, ti farò stare meglio.
Yamamoto si convinse di star delirando a causa della febbre: come altro avrebbe dovuto considerare quei pensieri su Gokudera che si occupava di lui? Quando d’un tratto apparve un Hayato con la scusa di essere passato per portargli i compiti, il moro credette di trovarsi in un sogno. Uno molto realistico, fra l’altro, vista la sensazione delle sue mani fredde sulla fronte. Non del tutto conscio della situazione, Yamamoto strinse la mano dell’altro e lo avvicinò a sé fino a baciarlo con passione: la morbidezza delle labbra e della lingua sembrò reale.

L come Letto

Le sue mani percorrono freneticamente il mio corpo, mentre la sua lingua stuzzica lasciva il mio orecchio. Sento il suo respiro caldo sul collo e solo questo basterebbe a mandarmi in confusione, ma Takeshi sa come prolungare questa dolce tortura. Mi spinge dolcemente verso la parete della nostra stanza e nel frattempo mi sbottona la camicia. Faccio lo stesso con la sua, mentre le nostre lingue si cercano come se da questo dipendessero le nostre vite. Mi stringo a lui; voglio sentirlo più di qualunque altra cosa. Lui intuisce il mio desiderio e mi accontenta. In dieci anni che stiamo insieme raramente riusciamo ad arrivare in tempo sul letto.

M come Morte

Caro Hayato, se stai leggendo questa lettera, significa che non sono più tornato dalla missione. Mi dispiace infinitamente. Sarei voluto ritornare tra le tue braccia e respirare il tuo profumo, ma non potrò più farlo. Mi si spezza il cuore al pensiero di lasciarti solo dopo tutto il tempo trascorso insieme. Voglio solo dirti che sei stato il mio primo, vero e unico amore: ti ho amato ogni singolo giorno della mia vita e sarei voluto invecchiare con te. Ti prego di non odiarmi se ho infranto la promessa di non lasciarti mai, ma anche se non mi vedrai, io veglierò ogni istante su di te.
Per sempre tuo, Takeshi.

N come Nascosti

Gokudera sentì lo spigolo di un libro perforargli la schiena. Perché, se era venuto in biblioteca con l’idea di studiare in santa pace, adesso si ritrovava stretto tra una parete e uno scaffale stracolmo di volumi? Semplice: perché quell’arrapato fissato del baseball del suo compagno aveva arbitrariamente deciso che quello fosse un luogo più adatto al loro “divertimento” che allo studio. Così, mentre gli altri studenti svolgevano i loro compiti, Hayato doveva sforzarsi di non farsi sfuggire un gemito, cosa che, a causa delle mani e della lingua di Yamamoto, si stava rivelando particolarmente complicata. Non che gli dispiacesse in realtà… stare insieme a Takeshi comprometteva inesorabilmente il suo autocontrollo.

O come Opposti

La Calma purificatrice che lava via ogni cosa e porta la quiete. La Distruzione che attacca senza sosta tutto ciò che ha davanti. Yamamoto e Gokudera possiedono due fiamme dagli attributi opposti che si riflettono nei loro caratteri: ottimista, protettivo e socievole il primo, scorbutico, irruento e solitario il secondo. Non potrebbero essere più diversi, eppure i loro cuori e i loro animi si sono trovati come legati dal filo rosso del destino. Solo Takeshi è in grado di farsi strada nella corazza di Gokudera e solo Hayato riesce a far dimenticare il baseball a Yamamoto. Sono destinati a stare insieme, perché, in fondo, non esiste una Tempesta senza Pioggia.

P come Pianoforte

Aveva ripreso a suonare per lui. Aveva affrontato il passato con i dolori, i rimpianti e la solitudine e l’aveva fatto per lui. Non era più riuscito a lasciar scorrere le mani sui tasti bianchi e neri da quando la madre era morta, perché lei gli aveva insegnato a suonare e lei gli sorrideva sempre mentre lo ascoltava. Solo sedersi al piano faceva crollare tutto il muro di indifferenza e superiorità che aveva costruito, ma lui l’aveva salvato. L’aveva salvato da se stesso, dal vuoto che cercava di riempire con la violenza e gli scontri. E ora, ogni volta che suonava, vedeva il suo sorriso: non era più solo.

Q come Quotidianità

L’incontro sulla strada verso scuola, il sorriso speciale che Takeshi rivolgeva solo al suo amore. Il braccio sulla spalla, gesto all’apparenza semplice ma che provocava scompensi cardiaci ad Hayato già di prima mattina. Gli scambi di sguardi durante le lezioni che spesso valevano più di mille parole. I rendez-vous segreti nei bagni, i pomeriggi passati insieme, i litigi che si risolvevano sempre con le scuse di Yamamoto, perdonato dalla magnanimità di Gokudera; la pace fatta sotto le lenzuola. Ogni istante che trascorrevano insieme era un momento speciale a cui nessuno dei due avrebbe mai rinunciato per nessun motivo al mondo.

R come Respiro

Durante ogni combattimento potevano sentire i loro respiri che si sincronizzavano, mentre insieme affrontavano i nemici come un’unica entità. Non avevano bisogno di parlare: ognuno sapeva cosa l’altro pensava e come avrebbe agito. Così come di notte i loro respiri e i loro gemiti si fondevano in un’unica melodia di piacere, facendo sapere all’altro che tutto quello che avveniva in quei momenti era talmente bello e perfetto da non aver bisogno di parole. E così anche la mattina, al risveglio, quando Gokudera si lasciava cullare dal suono del respiro dell’altro e Yamamoto, fingendo di dormire, si beava nel sentire il cuore di Hayato battere insieme al suo.

S come Sorriso

All’inizio Gokudera aveva detestato quell’onnipresente sorriso sul volto di Yamamoto, non tanto per il sorriso in sé quanto per il corredato ottimismo ad oltranza e il suo modo di fare fin troppo rilassato. Lo esasperava. Lui, così ligio al dovere, come poteva tollerare un simile atteggiamento? Col tempo però la sua irritazione era diventata un inconscio fastidio quando il moro rivolgeva i suoi sorrisi ad altri che non fosse lui. Li voleva tutti per sé, ma non riusciva a capirlo. Convinto di odiarlo, non si rendeva conto che provava esattamente l’opposto e il povero Takeshi aveva dovuto fargli capire che  i sorrisi che rivolgeva a lui erano davvero speciali.

T come Timore

Ogni volta era sempre la stessa storia: Gokudera partiva per una missione e Yamamoto si sforzava, dietro il suo sorriso, di mostrarsi sereno, quando in realtà avrebbe voluto tenerlo accanto a sé anche contro la sua volontà. Sapeva che era il loro dovere come Guardiani e che non si poteva evitare, ma Takeshi non riusciva a fare a meno di provare una paura subdola di perdere la persona più importante. Quando si trattava del compagno, il suo innato ottimismo andava a farsi benedire, ma Yamomoto sorrideva, lo stringeva a sé e lo baciava con amore. E altrettanto faceva quando Hayato si presentava davanti a lui con un “sono a casa”.

U come Uri

-Perché con te Uri è sempre gentile?
*Non lo so. Forse gli piaccio.
-Sono io il suo padrone! Dovrei essere io a piacergli!
*Ahahah. Su, su, Hayato, calmati.
-A te fa le fusa e a me rifila unghiate! Come faccio a stare calmo?
Yamamoto gli si avvicina e gli scocca un leggero bacio sulle labbra. *Forse ha capito quanto amo il suo padrone e vuole dimostrarmi la sua gratitudine per prendermi cura di te.
Gokudera arrossisce fino alle orecchie. –Non dire cose così imbarazzanti, idiota del baseball!
La risata cristallina del moro sveglia Uri che con un agile salto si accoccola sul suo grembo, provocando uno sbuffo irritato di Gokudera.

V come Voglia

Erano trascorse più di due settimane dall’ultima volta che si erano visti. Gokudera era stato via per una missione e,quando trovò l’altro ad aspettarlo in camera loro, si fiondò su di lui e lo strinse con desiderio. Gli erano mancate le sue braccia, il suo profumo, la sua voce, le sue labbra. Ogni cosa. Come aveva imparato a fare, si lasciò andare completamente, godendosi ogni attenzione che Takeshi gli riservava. La voglia che aveva di sentirlo dentro di sé divenne improvvisamente inarrestabile. Gettata al vento ogni inibizione, si ritrovarono nudi in breve tempo e, ben sapendo come dare piacere l’un l’altro, lasciarono che fossero i loro corpi a parlare.

Z come Zucca

Sera di Halloween, casa di Gokudera. Dopo aver impiegato più di tre ore per intagliare le zucche, perse tra discussioni, coccole e tentativi del bombarolo di tenere a freno il moro, finalmente poterono vestirsi per la festa da Tsuna. Quando Gokudera uscì dal bagno con indosso un jeans nero, una maglietta viola con un teschio bianco, una camicia dello stesso colore, un paio di orecchie da gatto e una coda, Yamamoto sgranò gli occhi, in estasi. Gli venne in mente tutta una serie di pensieri decisamente poco casti e, quando Hayato gli chiese di sistemargli meglio la coda, Takeshi non poté più trattenersi. Fu così che arrivarono tardi alla festa.


Note finali
mi sto rendendo che scrivere drabble è più difficile di quello che sembra... spero che vi siano piaciute, anche perchè confesso che mi hanno dato qualche difficoltà in più rispetto a quelle su Xanxus e Squalo... u.u ovviamente, se volete lasciarmi un vostro parere ne sarei felice <3

  
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