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Autore: Nikkina Cullen    16/03/2013    1 recensioni
Adele dopo aver ucciso il famigerato vampiro Ramirez viene mandata alla scuola per cacciatori
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sarà un esperienza fantastica, fu il mio ultimo pensiero prima di varcare la soglia della scuola che mi avrebbe accolta tra le sue mura per i 9 mesi successivi.
Sperai che quel pensiero positivo potesse soffocare tutti i motivi che mi spingevano a mollare tutto e ad andarmene da quell’edificio prima che potesse essere troppo tardi.
Non me ne andai.
Appena posai entrambi i piedi nell’atrio mi vennero ad accogliere due membri del comitato studentesco.
-        Sei Adele?
Mi chiese uno dei due prendendomi una delle valigie da in mano.
Io annuii.
-        Benvenuta nella nostra scuola allora!
Mi disse l’altro prendendomi la mano che l’amico mi aveva liberato.
Mi stupì la loro reazione quasi felice nell’accogliermi nel loro piccolo mondo fatto di pietre epocali attaccate al muro e ovviamente stile di castello ottocentesco.
Loro lo notaro.
-        Come puoi non essere famosa dopo aver ucciso uno dei vampiri più temuti di questo mondo?
Sorrisi quasi stanca ma almeno compresi quell’euforia iniziale nei miei confronti.
Ero la cacciatrice per loro più famosa di tutti i tempi.
La prima donna ad uccidere un vampiro millenario inserito al secondo posto nella lista dei cattivi.
Quando vivevo con Carlos e i vampiri avevano adottato la politica di non farmi montare la testa per ciò che mi era successo, quindi, a parte gli arresti domiciliari, nessuna cosa era cambiata radicalmente nella mia vita rispetto a prima che conficcassi il paletto nel cuore di Ramirez.
In quella scuola sembrava che il protocollo adottato dalla mia famiglia fosse cambiato.
E non mi dispiaceva affatto.
Era senza alcun dubbio un fattore che mi avrebbe permesso di crearmi amicizie in tempi molto corti rispetto ad una cacciatrice sconosciuta nella mia stessa identica situazione.
Non mi sbagliai.
I due ragazzi mi dissero infatti che c’era anche un fan club dedicato a me in quelle mura.
Promisi a me stessa e ai due cacciatori che appena avrei potuto sarei passata da loro a fare un saluto.
Mi fecero vedere tutto il complesso prima di arrivare alla mia stanza.
Vidi le aule dove avremmo tenuto le lezioni di teoria.
Vidi la zona palestra dove ci saremmo addestrati.
Vidi la mensa dove avremmo mangiato colazione, pranzo e cena.
Vidi la biblioteca che mi sovrastò con i suoi ben 10.000 volumi inseriti in enormi scaffali.
Vidi la zona relax dove avremmo passato il tempo libero.
E tutto mi sembrava troppo enorme per me solamente.
Quasi mi venne un giramento di testa a pensare a quell’enormità.
Poi arrivammo finalmente alla mia stanza.
Sorpresa?
L’unica cosa che avevo chiesto nella rabbia di quei giorni trascorsi dopo aver ricevuto la notizia della mia iscrizione a quella scuola non era stata accolta.
Avevo una compagna di stanza, purtroppo.
L’immensità di quei luoghi si annullò in un nano secondo.
-        Siete sicuri che questa sia la mia stanza?
Chiesi ad entrambi i cacciatori, cercando di non mancare il rispetto alla ragazza che mi guardava come se fossi un poster di Johnny Depp.
-        Si assolutamente.
Risposero entrambi in coro.
Mi trattenni dallo sbuffargli in faccia come avrei fatto invece se al posto loro ci fosse stato Carlos e promisi a me stessa che quella cosa me l’avrebbe pagata cara.
La ragazza titubante si avvicinò a noi tre e mi tese la mano destra.
-        Piacere di conoscerti Adele, mi chiamo Mariah e prima che tu me lo chieda, si i miei genitori sono fan della cantante da cui prendo il nome.
Mi disse scocciata.
Non gli e lo avrei di certo chiesto ma mi fece simpatia di impatto quella cacciatrice.
Io ovviamente le strinsi la mano ma non ebbi il tempo di dire niente di carino nei suoi confronti come ad esempio dirle che era un bel nome il suo.
-        È un onore averti come compagna di stanza.   
Infatti aggiunse lei subito dopo abbracciandomi.
Il resto del primo giorno all’accademia lo trascorsi con Mariah e i suoi amici che come da brevetto mi accolsero da eroina come fece chiunque mi incontrò, ovunque mi dirigessi quel giorno ed ebbe il coraggio di avvicinarsi a me, stringermi la mano e presentarsi.
-        Non riusciamo a placare il nostro entusiasmo nell’averti qui, figuriamoci quello degli studenti.
Mi disse addirittura un insegnante che incrociai quel giorno nei corridoi, quasi scusandosi dell’accoglienza calorosa che tutta l’accademia mi stava riservando.
Quando finalmente ebbi modo di recarmi di nuovo nella mia stanza a fine giornata ebbi modo di riflettere su ciò che mi era successo durante quella giornata e pensai alle prime parole sussurrate appena entrata nella scuola, infatti, il primo giorno era stato davvero un’esperienza fantastica, tutto sommato.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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