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Autore: kannuki    16/03/2013    1 recensioni
Ogni cura ha la sua controindicazione.
“Lo resusciti per litigarci meglio? Voi donne siete geniali.”
“Tu mi aiuti a fare questa cosa ed io ti faccio tornare vampiro."
Klaus socchiuse le palpebre e il viso si compose in uno di quei sorrisetti irritanti e accondiscendi che Bonnie detestava tanto. “Mi piacciono le streghe mercenarie. Hanno sempre un prezzo che non puoi permetterti.”
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Bonnie, Bennett, Caroline, Forbes, Elena, Gilbert
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Si era perso gran parte della litigata ma aveva sentito distintamente l'urlaccio finale. Il buonsenso gli consigliava di fuggire a gambe levate ma l'istinto più profondo, il desiderio di risolvere la situazione critica che si era creata, l'aveva già condotto fuori.

Bonnie era ferma al centro della stanza e tremava di rabbia, fissando il vuoto.

Le amiche litigano” tentò. “Litigano e poi fanno pace.”

Tu che ne sai, non hai amici!”

Ne ho avuti.”

Che le hai fatto? Era furibonda.”

Non le ho dato quel che voleva.”

Ne aveva, di fegato. Bonnie strofinò il braccio sulla guancia e lo lasciò ricadere, stringendo e aprendo le mani. “Basta” sussurrò, uscendo dalla stanza e passandogli sui piedi. Klaus la seguì incuriosito e quando la vide afferrare la giacca, un sottile timore lo invase. “Dove vai?”

Stavolta me la paga” sibilò lanciando un'occhiata colma di furore alla cerniera lampo.

La strega aveva intenzione di far scoppiare la bomba. Klaus alzò un sopracciglio, ricordando un attimo dopo di limitare i movimenti facciali. “Se la prenderà con me.”

Ed era un problema suo? Bonnie gli lanciò un'occhiata trasversale, aprendo la porta. “Non mi riguarda.”

Klaus la respinse indietro, goffamente. “Per favore.”

Spostati.”

Il ragazzo incrociò le braccia e si appoggiò all'uscio. “No.”

Bonnie sporse la mandibola in avanti. Caparbio. “Spostati!” esclamò spingendolo inutilmente da un lato, il mugugno arrabbiato di una bambina che pesta i piedi. “Spostati o sposterò il tuo cadavere!”

Se mi uccidi, tornerò a tormentarti tutte le notti.”

Nessuno torna dall'altra parte! Nessuno!” Nessuno, neppure Jeremy. O Alaric, o la nonna.

Il ritornello di tutte le streghe. Klaus si domandò cosa ci fosse di tanto spiacevole dall'altra parte.

Bonnie smise di colpirlo e la tristezza tornò più forte di prima, solleticandole la ghiandola del pianto.

I punti deboli della strega Bennet erano simili ai suoi e al resto degli esseri umani. Klaus la strinse contro di se, rischiando un aneurisma cerebrale.

Bonnie si ritrovò con la faccia affondata contro il torace e la guancia di Klaus premuta contro la sua tempia. Trattenne il respiro, tanta era la sorpresa. Raggelò, quando sentì le sue dita accarezzarle i capelli e pensò che in quella posizione poteva fargli scoppiare il cuore con un bisbiglio. Bonnie socchiuse le labbra, preparando mentalmente la formula, strisciò le dita sul pettorale sinistro e Klaus le afferrò saldamente il polso. “Non ci provare, strega” sussurrò nel suo orecchio. “Non la bevo, la recita della gattina, e non mi fido delle donne.”

Non capiva granché delle parole, se veniva distratta dal battito del proprio cuore, fisso e sordo nelle orecchie e nella gola. La paura giocò l'ultima carta e Bonnie cominciò a sussurrare.

Per ogni strega che salmodiava, un vampiro moriva, perciò Klaus fece la cosa più stupida, avventata e spaventosa della sua vita: si chinò in avanti e la baciò.

***

La litania cessò nel momento stesso in cui Bonnie si accorse di avere difficoltà a parlare. Il cuore rimbombò nel petto e le labbra si immobilizzarono sull'umida fonte di calore. Il calore si diffuse nella testa, rendendola sorda ai rumori esterni. Era un gioco garbato, una carezza. Bonnie atterrò di nuovo sui talloni. Un po' di equilibrio era svanito portandosi via la rabbia.

Era stato piacevole. Inaspettato. Il gesto di un uomo disperato. Klaus le lanciò un'occhiatina esplorativa per intuire il livello di disgusto a cui era arrivata ma giudicò saggio filarsela all'inglese e non indugiare ulteriormente. Cercò a tentoni la maniglia della porta mentre le guance di Bonnie si colorivano d'imbarazzo. Uno spiraglio di vento freddo gli gelò la nuca, si scaraventò fuori, e la strega dovette ammettere di non aver mai visto nessuno zoppicare così velocemente lontano da lei.

***

Ha cercato di darmi fuoco! E' impazzita!”

Elena aveva imparato che era bene prestare attenzione agli sfoghi di Caroline per evitare di doverla ascoltare due volte. Ruppe un cracker al formaggio dalla confezione singola e lo triturò facendo molto rumore. “Non sarebbe la prima volta che litigate...”

Ma le altre volte non ha cercato di bruciarmi viva!”

E lei non voleva entrare nelle beghe delle due ragazze. “Vuoi che le parli?”

No!”

Aveva risposto un po' troppo velocemente, segno che aveva qualcosa da nascondere.

Me la vedo io con lei...” sussurrò, a disagio e Elena fu certa che Bonnie avesse reagito per legittima difesa.

Tre giorni dopo

Nik... Nik?!”

Mh?”

Andiamo al supermarket, ti serve qualcosa?”

Andiamo chi?”

Avevano raggiunto il livello di guardia. Rebekah alzò gli occhi al cielo.

Elijah è ancora qui?”

Ma santo... la ragazza trasecolò, allargando le mani. “Avete parlato appena dieci minuti fa! Ti ha chiesto impressioni sulla vita post – cura, hai risposto 'fa schifo' e l'hai sconsigliato di assumerla.”

Ma non era successo... cinque giorni prima? Klaus alzò un sopracciglio, staccando con difficoltà lo sguardo dal tablet. Un ruga dubbiosa si formò fra le sopracciglia. Rebekah sospirò, appoggiandosi al bordo del divano nel quale era sprofondato da giorni. “Che succede?”

Niente.”

Hai messo la crema cicatrizzante sulle ferite?”

Mh...”

Era esausta per l'incuria del fratello. Ciabattò fino al bagno e quando tornò, lo trovò assorbito da Internet. “Devi prenderti cura di te stesso, non sei più invulnerabile.” mormorò alzando la maglietta sulla schiena. Klaus se la strappò via, noncurante. “Questa vita fa schifo!” urlò, sicuro che Elijah l'avrebbe udito. “Non farlo!”

Le pozioni di Bonnie funzionano davvero. Alza il braccio.”

Klaus alzò il braccio, rigido. Non udiva quel nome da tre giorni ed era ben felice di essere rimasto tappato in casa a fare la muffa. “Mi fai il solletico.”

Nik?”

Mh?”

Davvero è così orribile per te?” domandò fermando le dita sulla cicatrice che Stefan aveva ricucito mentre la strega Bennet lo teneva fermo e lo scagliava in un mondo silenzioso e incosciente. Rebekah finì di spalmare la crema e applicò una garza e un cerotto.

Mi piace dormire” borbottò mentre avvitava il tappino. “Mi piace mangiare... e sentire di nuovo i sapori...” Klaus posò il tablet sul tavolino di legno e cristallo e si voltò verso la sorella. “Mi piace sapere che sei felice.”

Non sono felice se mio fratello soffre.”

Sto facendo i capricci, mi conosci...”

E cosa facciamo quando sei triste?”

Klaus la guardò con un broncetto irresistibile. “Uccidiamo qualcuno?”

***

Non te ne servono così tanti.”

Elena posò la confezione doppia di assorbenti e spinse avanti il carrello. Un metro dopo ci ripensò e tornò indietro, dichiarando che 'non poteva perderli perché erano in offerta'. Bonnie sogghignò: Elena aveva il sacrosanto terrore di trovarsi sprovvista nel cuore della notte. Era successo ed era stato esilarante. Finché non era toccata a lei. “Credi che questo rosso sia troppo rosso?” domandò indicando il rossetto che indossava. “Forse dovrei dedicarlo alla sera...”

Avete fatto pace, tu e Caroline?”

Elena la coglieva sempre con la guardia abbassata! Appena credeva di essere fuori dall'attenzione pubblica... “No.”

Avete intenzione...”

No.”

La ragazza sospirò e spinse il carrello nel reparto successivo, sorpassò il settore dei vini, ma Bonnie si fermò nella corsia. Le aveva elegantemente detto che i suoi gusti in fatto di vini erano deprecabili... ma quella roba la usava per cucinare, pensò guardando le tante etichette. Per lei erano tutti uguali. Bonnie morse il labbro inferiore e lo risucchiò, perdendo lo sguardo nel vuoto. L'aveva baciata ed era ancora vivo per raccontarlo. Se l'avesse sbandierato ai quattro venti, che figura avrebbe fatto con i suoi amici? Ma no, non era tipo... o sì? E se Caroline lo veniva a sapere...

B?” Elena era tornata indietro, rendendosi conto che stare parlando da sola e che le persone la guardavano incuriosite. Si fermò all'ingresso della corsia e la scopri imbambolata di fronte un Lambrusco. La chiamò di nuovo e la ragazza trasalì e le guance si colorarono di rosso.

Sei indecisa? Ne capisco qualcosa, a forza di rovistare nella cantina di Damon...” mormorò senza accorgersi della sua agitazione.

Bonnie le diede le spalle, cercando di calmare i battiti del cuore.

Da pasto, da dessert? Questo va bene come aperitivo.”

Li... li stavo solo guardando...”

Elena si voltò piano piano. Posò la bottiglia nel carrello e si appoggiò alla barra orizzontale. Quando farfugliava, erano in allarme rosso.

Bonnie girò un bottone della camicetta su se stesso. Stava per staccarsi e se l'avesse perso...

B?”

La strega alzò la testa dal polsino, lo sguardo implorante.

Spingi il carrello.”

Bonnie si aggrappò alla barra gommosa e la seguì in silenzio. Elena taceva tante cose, perché lei non ci riusciva?

***

A cosa ti servono dieci vasetti di yogurt, tutti allo stesso gusto?”

Sono di marche diverse. Apri la mente, Nik. Non puoi sapere cosa ti piace, se prima non provi.”

E' yogurt mischiato ad un colorante al sapore di... oh, fa come ti pare!” esclamò e notò una vecchietta sorridere del loro piccolo screzio. “E' mia sorella” soffiò come se quello bastasse a giustificare tutto.

E' una bella cosa... una bella cosa” ripeté l'anziana. “I fratelli devono volersi bene.”

Klaus la guardò, mentre sceglieva i prodotti da acquistare. Si sarebbero ridotti così? Ciechi, mezzi sordi, tremolanti...

Giovanotto, per favore...”

Klaus seguì la direzione del dito della donna. Allungò il braccio e le passò la confezione di biscotti. La fissò, mentre la incastrava con difficoltà nel cestello con le ruote. Cosa c'era di bello nell'invecchiare e morire? Forse quella donna aveva sempre vissuto lì, non aveva mai visto il tramonto a Bangkok o i pinguini nella Terra del Fuoco. Forse non aveva mai chiesto più di quello che le era stato dato. Ma forse era stata felice.

Non lo fare” sibilò al fratello appena lo udì mormorare alle sue spalle qualcosa su un'eventuale cena di ringraziamento. “Non la prendere.”

La vecchietta traballante si allontanò e, appena si mosse, il pacco di biscotti cadde fuori dal cestello. Non se n'era neppure accorta. Aveva guardato in alto, distratta da un suono che invece proveniva dalle sue spalle. Klaus si chinò e raccolse il sacchetto. Lo guardò e poi si diresse verso le casse.

***

Voltati... no, non adesso! Voltati al mio segnale.”

Sempre chiari, i messaggi di Elena. Bonnie sbirciò lateralmente ma vide solo altre persone in fila alle casse come loro.

Ora che è distratto!” sussurrò sollevando la cassetta di Coca Cola e nascondendosi dietro di essa.

Bonnie alzò gli occhi al cielo e gettò uno sguardo a sinistra, restando di sasso. Klaus che aiutava una vecchietta con la spesa?!

Ciao!”

La bustina di pomodori le cadde a terra e Bonnie si schiantò sulle ginocchia, spaventata. Rebekah la guardò dubbiosa e persino Elijah fece una smorfia, chinandosi a raccogliere il sacchetto semi aperto. La strega lo fissò, attonita e il musetto di Elena si unì al suo. “Ma è in se?!”

La ginocchiata debole di Rebekah gli arrivò nel fianco in quel momento. La ragazza indicò l'uscita del fratello con un cenno del capo. “Ricordi quanto era legato alla nonna?”

Aveva cinque anni e aveva speso tutte le sue lacrime, quando era morta. Era toccato a lui, consolarlo. La nonna gli aveva promesso che sarebbe rimasta sempre con lui, prima di passare a miglior vita e da quel giorno, Niklaus aveva perso un po' di fiducia negli esseri umani. “Bekah, firma tu la ricevuta” mormorò scaraventando la carta di credito in mano alla sorella. “Non ho gli occhiali.”


  
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