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Autore: altemaree    16/03/2013    2 recensioni
Unia sta scappando, ma sa di non potere nascondersi. Perchè lui la troverà ovunque lei sia. Morto e poi risorto, come lui ormai troppi mostri. Veloci, forti, senza memoria, schiavi di rabbia e fame. Ed è la fame a spingerli ad agire, ad uccidere, a divorare la carne strappandola via con i denti. Perchè se non lo fanno, cominciano a rivelarsi per ciò che sono : cadaveri.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Come prima cosa ringrazio chi ha lasciato qualche recensione e dato che a quanto pare va apprezzata non posso garantire aggiornamenti costanti, ma almeno un paio di volte la settimana si, dai. E' ovvio che il mio sogno si è concluso da tempo e spero di non stare scrivendo cazzate stratosferiche. Lo so, non è ben chiaro cosa diamine siano Unia e Kor, e sinceramente non lo so neanche io. Ad ogni modo buona lettura, ciccia a tutti !

Unia corse. Corse disperatamente e non sapeva neanche se fosse per la fame o solo per sfuggire al ragazzo che l'aveva tenuta prigioniera. Di certo, non sarebbe tornata. Eppure, a quel pensiero, sentì le mezzelune dei morsi che le aveva inflitto bruciare come se fossero fresche, come se quel pensiero non fosse giusto. E lo sentiva dietro di lei, di nuovo, che la rincorreva, e sforzò le gambe fino a non sentirle più.
Poi quei pensieri venneri interrotti da un piagnucolio. Unia si mise a terra, annusando l'aria, tendendo l'orecchio.
Piagnucolio. Bambini. Unia sorrise. Sono facili da prendere i bambini. Piccoli, con le ossa tenere, facilmente sgranocchiabili.
Si leccò le labbra istintivamente, togliendo un rivolo di bava che le colava lungo il lato destro della bocca. C'era una macchina abbandonata poco davanti a lei, nascosta dietro i cespugli e quel dolce profumo profeniva da li. Si rimise in piedi cominciando a chiamarlo "Dai, uccellino, esci" disse cantilentante, facendo qualche passo verso la macchina.
"Non puoi nasconderti per sempre, lo sai. Io sono come te, non come loro. Puoi fidarti di me, uccellino" ma mentre parlava il suo volto cambiava, come accadeva a quelli come lei, nel momento di maggiore fame. I denti le si affilarono e le vene lungo il collo cominciarono a pulsare. Aveva il volto da squalo, ma parlava come una ragazzina.
Dentro la macchina qualcosa si mosse, e Unia saltò sopra il cofano, mettendosi a testa in giù per osservare l'interno. 
Il bambino, rannicchiato con la testa fra le gambe, tremava e piangeva. "Sarà come togliersi un cerotto" disse Unia, pronta a scattare.
Ma d'un tratto una freccia le colpì una pallottola facendola cadere a terra. Non provava vero dolore, ma il fastidio di qualcosa di estraneo dentro la sua pelle. Un uomo stava davanti a lei, pronto a colpire di nuovo, in testa. Unia chiuse gli occhi, ma quando li riaprì, vide la testa mozzata dell'uomo rotolare vicino alla ruota della macchina. 
Kor, alzandosi da terra, i denti affilati sporchi di sangue, le porse una mano per alzarsi. 

   
 
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