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Autore: valy88    03/10/2007    4 recensioni
Resisti, ti prego, perché io non riesco…
Non riesco a pensare che potrei perderti da un momento all’altro…
C’è ancora una cosa importante che devo dirti…Kari.
Che strano scherzo del destino…E pensare che è iniziato tutto circa un anno fa…
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hikari Yagami/Kari Kamiya, Takeru Takaishi/TK
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Tokyo 10 aprile 2007

LE PAROLE CHE NON TI HO DETTO

Capitolo 2 - Presentazioni

Tokyo 10 aprile 2007

<< Porca miseria! >> imprecò sottovoce una ragazza dai lunghi capelli castani.

<< Oh… cosa sentono le mie orecchie?! Queste non sono proprio le parole appropriate per una ragazza fine come te, Kari >>

<< Senti, Tai, oggi veramente non è giornata! Sembra che questa mattina il mondo ce l’abbia con me: prima non suona la sveglia, poi non parte la macchina e per finire sono anche in ritardo! >>

<< Devi stare calma sorellina: non c’è di che preoccuparsi; il sottoscritto, nonché miglior fratello del mondo… >> a quelle parole, Kari assunse un’espressione abbastanza perplessa, ma, nonostante tutto, Tai continuò << … Faccio finta di non aver visto… Comunque, dicevo, che ho risolto tutto. Se non sbaglio dovevi vedere Sora, giusto?... >> Kari annui << … Bene! L’ho chiamata e le ho detto di venirti a prendere. Ma dove devi andare poi così di fretta? >>

A quella domanda Kari non seppe rispondere.

Non poteva dirgli tutto: infondo, doveva essere una sorpresa per lui. Non poteva neanche affibbiargli la scusa dell’università, perché suo fratello sapeva benissimo che aveva lezione nel pomeriggio…

La ragazza si ritrovò a sudare freddo…

<< Dove devo andare? Beh… sai, è difficile da dire… >>

<< Non ti starai mica mettendo nei guai, spero >>

<< No! Ma che ti salta in mente!... >> poi, all’improvviso, ebbe un’illuminazione << …Comunque non è niente di importante… Sai, cose da donne… >> rispose infine la ragazza, senza nascondere un leggero nervosismo.

<< Oh Dio! Allora non ci voglio proprio entrare… Comunque io vado. Salutami Sora >>

<< Certo! Le dirò che vuoi uscire con lei… >>

<< Ehi, ma che diavolo dici?!... Quello lo farò io quando sarà il momento opportuno >>

<< Spero allora che questo “momento opportuno” non sia quello del mai… >> lo rimproverò la minore della famiglia Yagami. Poi continuò << … In ogni caso, farò come dici. Agli ordini, grande capo!! >>

<< Ecco, brava! Ci vediamo dopo, ciao! >> con quest’ultimo saluto, Tai prese le chiavi di casa e se ne andò a lavoro.

<< A dopo, ciao! >>

Rimasta sola, Hikari cominciò a pensare a quanto dovesse essere faticoso il lavoro di suo fratello. Lui non frequentò mai l’università: fu una sua scelta… Così, dopo aver finito la scuola, si trovò a fare qualsiasi tipo di lavoro possibile. Poi, però, due anni prima circa, cominciò a lavorare presso una banca; all’inizio era semplicemente un dipendente allo sportello, ma la sua determinazione e la sua voglia di diventare qualcuno, lo spronarono a lavorare sempre al meglio, così che, pian piano, la sua pazienza cominciò a premiarlo, trovandosi a far parte dell’ufficio prestiti. Anche se era ancora un semplice dipendente, lui stava continuando senza sosta a dare il meglio, sperando ancora in un premio per la sua costanza.

Kari, dal canto suo, di questo era convinta, perché sapeva che se lo meritava.

Doveva ammettere che con suo fratello aveva un bel rapporto; certo le litigate c’erano e non potevano certo mancare, però si volevano bene. Se lei avesse avuto qualche problema, sapeva che Tai sarebbe stato lì pronto per aiutarla… sempre.

Mentre era assorta nei suoi pensieri, però, suonarono al campanello.

<< Arrivo! >> e subito andò a rispondere al citofono << Chi è? >>

<< Sono io: Sora >>

<< Sì. Sali, o devo venire giù subito? >>

<< Vieni giù: così andiamo a fare colazione insieme >>

<< Ok, arrivo immediatamente >>

Così Hikari prese chiavi e borsa e scese rapidamente le scale. Appena fuori dal portone, si ritrovò davanti una Sora sorridente.

<< Buongiorno! >> disse la rossa

<< Fosse per te sarà buono; per me è solo giorno oggi! >> rispose Kari

<< Se questa era una battuta, amica mia, ti prego, fammelo notare perchè non faceva per niente ridere >>

<< Sì, era una battuta… In ogni caso, apprezzo il tuo sforzo per aver almeno cercato di capirla… Ah, quasi dimenticavo, ti saluta Tai >> concluse sorridendo Hikari.

<< Bene, ricambierò. Piuttosto… spero che non abbia scoperto nulla >> e, a quelle parole, Sora assunse un’espressione triste.

<< Ehi, va tutto bene? Tranquilla: oggi c’è andato vicino, ma sono riuscita a sviare il discorso. Non penso che abbia capito che stiamo organizzando la festa del suo compleanno… Infondo, è fra due mesi; chi mai potrebbe organizzare una cosa simile, iniziando così presto? >>

<< Noi, ad esempio… Comunque sì: va tutto bene. O almeno credo, dato che sto cominciando a realizzare che forse a tuo fratello non interesso e che devo cominciare a farmene una ragione >>

<< Non perdere le speranze, Sora! Non ti preoccupare… Mio fratello è un po’ ottuso, ma vedrai che capirà >>

<< Già, hai ragione… come sempre, del resto… Certo che, per avere 21 anni, sei fin troppo saggia, lo sai? >> rispose infine la ragazza più grande, ridendo di gusto.

<< Così ti faccio ridere, eh…? Va bene, me ne ricorderò… Però, adesso, saliamo in macchina perchè sono già le 9.00 e io non ho ancora fatto colazione; questo non va bene, perché, se mi mancano le forze, non riesco a rispondere a tono alle tue provocazioni >>

<< Ok, infondo anche io sto morendo di fame. Sai, mi hanno consigliato un nuovo posto in centro; andiamo là >> e così, tra una risata e l’altra, le due ragazze montarono in macchina e partirono.

Nello stesso momento, in un’altra zona di Tokyo

<< Ehi, Matt! Hai per caso visto le chiavi del mio scooter? >>

<< No, non le ho viste. Prova a chiedere alla mamma >>

<< Mamma! Hai per caso vist… >> non ebbe neanche il tempo di finire la frase, che…

<< Sì: sono dentro al vaso, sul mobile dell’ingresso >>

<< Grazie mamma! >>

Situazioni simili, in casa Takaishi, erano all’ordine del giorno.

Quella famiglia viveva in uno dei quartieri più malfamati di Tokyo, purtroppo. Non decisero loro, però: fu la mancanza di soldi a costringere quella giovane donna, con due figli a carico, di scegliere la soluzione più economica possibile.

Negli ultimi anni, però, le cose cominciarono a girare per il verso giusto… almeno economicamente…

Vivendo in un quartiere poco raccomandabile come quello, infatti, spesso si veniva etichettati come persone di cui non ci si poteva fidare, cioè come persone che vengono evitate per il fatto che possono sembrare cattive, anche se, in realtà, necessitano solo d’affetto…

Questo, Matt e Takeru, sopratutto quest’ultimo in verità, l’avevano provato sulla loro pelle.

Questi due fratelli ebbero un’infanzia infelice: la prematura scomparsa del padre, infatti, aveva costretto, loro e la loro madre, a fare scelte di cui non andavano fieri.

Matt era un ragazzo qualunque che, grazie alla sua tenacia, era riuscito a laurearsi all’università di giurisprudenza, cominciando poi a lavorare, come tirocinante, presso uno studio di avvocati. Però Matt aveva anche un’altra grande passione, che aveva coltivato fin da quando era piccolo: la musica. Il maggiore dei fratelli Takaishi aveva iniziato a strimpellare con la sua chitarra, alla tenera età di 10 anni; ora che ne aveva 25, era diventato abbastanza bravo. Poco tempo prima, infatti, era riuscito a realizzare il suo più grande sogno: creare una band tutta sua ed organizzare, con essa, alcune serate nei locali più famosi di tutta Tokyo.

Takeru, dagli amici chiamato semplicemente T.k., era, invece, il genere di ragazzo comunemente chiamato bello ed impossibile. Frequentava il 2° anno dell’università di lettere e filosofia, ma era costantemente preso di mira dagli altri ragazzi della sua scuola, che lo additavano come una persona poco raccomandabile. Spesso si ritrovava coinvolto in risse, mosse solo dai pregiudizi della gente che giudica solo per sentito dire. Non era raro, infatti, che, una volta tornato a casa, Takeru si sottoponesse alle cure della madre dopo essere stato coinvolto in qualche rissa.

T.k, da tutte le ragazze, invece, era stato etichettato con l’aggettivo di bello, per i suoi capelli biondi e quegli occhi azzurri; allo stesso tempo, però, era ritenuto anche impossibile, perché era veramente difficile che decidesse di uscire con qualcuna, nonostante il fatto che tutte, probabilmente, ad un suo cenno, sarebbero cadute ai suoi piedi. Tutti lo consideravano come un ragazzo riservato, visto che non dava molta confidenza a nessuno. Lui, in merito, si giustificava dicendo che, vivendo in un quartiere come il suo, bisognava imparare a non fidarsi di nessuno.

Per guadagnare qualche soldo aveva trovato lavoro in un bar del centro, ed, in quel momento, era lì che si stava dirigendo.

<< Allora io vado. Oggi ho il turno di mattina… Ci vediamo a pranzo! Ciao >> e così Takeru si avviò verso il suo lavoro.

<< Senti mamma, vado anche io: stamattina devo andare in ufficio ed oggi pomeriggio ho le prove con i ragazzi… Tornerò per cena >> disse poi Matt.

<< Aspetta un attimo tesoro… >>

<< Dimmi mamma, c’e qualche problema? >>

<< No… Volevo solo sapere come sta tuo fratello… Anche l’altro giorno è tornato con il labbro spaccato ed un taglio sul sopracciglio… Non è che si è messo nei guai, vero? >>

<< No, non si è messo nei guai: è solo che all’università sono tutti pieni di pregiudizi ed, in qualche modo, lui deve rispondere alle provocazioni… >>

<< Non vorrei che, facendo questo, si aggravasse ancora di più la situazione… Lo sai cosa penso a riguardo: la violenza genera solo altra violenza >>

<< Mamma, Takeru sa quello che fa. So anche che lui non vorrebbe reagire in questo modo, ma, la maggior parte delle volte, è costretto a farlo… >>

<< Ti prego, Matt… cerca di farlo ragionare; digli di lasciar perdere certe provocazioni… Ho già perso vostro padre… non voglio perdere anche lui… il mio cuore non lo sopporterebbe >>

<< Non ti preoccupare, non perderai né me né T.k. Non succederà per nulla al mondo. Ma adesso devo scappare, se no faccio tardi in ufficio… Ciao, mamma >> e, detto questo, prese le chiavi, diede un bacio a sua madre, e si avviò verso l’ufficio.

Nessuno poteva sapere che, di lì a poco, Takeru avrebbe incontrato la ragazza che gli avrebbe condizionato la vita nei mesi a venire…

Continua…

Note dell’autrice :

Ecco il nuovo capitolo nel quale abbiamo fatto conoscenza dei nostri personaggi.

Come si può intuire all’inizio, da qui in poi, la storia sarà una sorta di flashback che ci porterà poi a ricollegarci al prologo iniziale.

Vorrei ringraziare personalmente tutti i lettori ed, in particolar modo, coloro che mi hanno recensito; mi avete reso particolarmente felice!

soxy88: vedi, il tuo consiglio l’ho proprio seguito… e devo anche ringraziarti per avermi revisionato il capitolo scorso… Per quanto riguarda cosa deve dire Takeru a Kari beh… bisognerà aspettare un po’ di capitoli… E, mi raccomando, aggiorna presto la tua storia che voglio assolutamente sapere come va a finire.

HikariKanna: una tua recensione per me vale doppio, anche perché ho letto praticamente tutte le tue storie e le ho trovate a dir poco stupende! Spero che le aggiornerai presto. Come avrai ben capito, anche io amo le takari; per me sono la coppia più bella di tutto l’anime! La mia storia non si basa sul film, né tanto meno sull’anime: cioè, dei digimon, in pratica, ci sono solo i personaggi. Questo capitolo è decisamente più lungo rispetto all’altro… spero sarà di tuo gradimento.

Smartgjrl: ecco arrivato l’aggiornamento… Spero che ti sia piaciuto questo capitolo, anche se siamo solo all’inizio, e spero anche che continuerai a leggere la mia storia.

Kari89: per sapere cosa è successo a Hikari, ci sarà da aspettare per alcuni capitoli… Spero comunque che questo ti sia piaciuto…

DarkSelene89Noemi : beh ecco qui il nuovo capitolo, spero ti soddisfi..

Al prossimo aggiornamento! Baci baci! Valy88

  
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