Il fuoco
scoppiettava poco distante, ma il suo calore non era sufficiente a scaldarmi
quella notte. Xanto e Ferir, erano accucciati come sempre accanto a me, uno
alla mia destra e uno alla mia sinistra. Nonostante la mole e
l'aspetto però la loro inconsistenza fisica li rendeva privi
di calore corporeo e quindi inutili a scaldare, se non il mio cuore,
almeno le mie articolazioni infreddolite. Tuttavia però rimanevano sempre
le mie fedeli guardie del corpo, così, non appena
alzai la testa per osservare il piccolo accampamento attorno a me, scattarono
sull'attenti scrutando la foresta con i loro inquietanti occhi rossi. Alzandomi
a sedere avvicinai quanto più potevo le gambe al corpo stringendomi al
petto le ginocchia, per cercare di trattenere il calore. Notai che il
fuoco si stava piano piano spegnendo, ecco spiegato il motivo di quel gelo. Mi
guardai attorno cercando il colpevole, senza riuscire a trovarlo. La foresta
intorno alla radura che avevamo occupato era completamente buia e i raggi della
luna non riuscivano ad attraversare le fitte chiome degli alberi. L'unica luce
era quella fioca del fuoco al centro del bivacco. Solo quando i miei occhi si
furono abituati al buio feci scorrere lo sguardo sulle sagome che dormivano
beatamente attorno a me. Rafel, l'orco della montagna, russava accanto a Unor,
il nano, sotto l'albero alla mia destra, mentre dalla parte opposta Betel,
l'elfa, dormiva avvolta nella pelliccia della sua ultima preda, poco distante
da Fey, il mago della luce. Oltre il fuoco potevo scorgere Zack, l'imponente
guerriero a capo del nostro piccolo gruppo, e suo fratello Miko, un gracile bambino albino dotato di misteriosi poteri
psichici. Alle mie spalle Ryaner "dormiva" placidamente nel buio più
totale; non lo sentivo nemmeno respirare, tuttavia il gelo che emanava era
percettibile. Forse era proprio lui la causa di tutto. O forse no...
Continuai a
cercare, ma niente, non c'era, era sparito. Così mi alzai e, stringendomi nel
mantello, mi inoltrai nella foresta.
Come di
consueto Xanto mi precedeva, si aggirava nel buio più totale scrutando
guardingo con i suoi occhi di fuoco. Camminava maestoso, una zampa dopo
l'altra, veloce ed elegante, tuttavia il silenzio con cui si muoveva rimaneva
irreale. Mi piaceva osservarlo precedermi sinuoso ed elegante, e sapevo che
dietro di me anche Ferir si muoveva nel medesimo modo. Tuttavia,
nonostante l'aspetto inquietante di due terribili e neri lupi fantasma, il
fatto che fossero lì con l'unico compito di proteggermi mi faceva sentire
al sicuro in qualunque occasione. Anche mentre mi addentravo da sola in quella
foresta completamente sconosciuta.
Non feci che
pochi passi che tutto accadde in pochi secondi. Un'ombra, uno strattone e una
lama all'altezza della gola. Xanto e Ferir in meno di un istante erano ai
piedi del mio aggressore ringhiando rabbiosi, finchè non lo sentii mollare la
presa e allontanarsi di qualche passo alle mie spalle.
I miei due
guardiani dovevano averlo riconosciuto immediatamente, io, invece, dovetti
aspettare di sentire la sua voce.
-Che diavolo
ci fai qui?-
-Ti stavo
cercando.- Ancora parlavo che l'imponente ombra nera si stava
già addetrando nella foresta.
Ma io non
avevo alcuna intenzione di lasciarmi seminare.
-Che stai
facendo ancora sveglio?-
-Sto facendo
la guardia.-
-Il tuo turno
dovrebbe essere finito già da un pezzo, perchè non hai sveglito Rafel?-
-Tanto non ho
sonno.-
-E invece
dovresti!- Non si era fermato e parlava cercando di mettere più spazio
possibile tra noi, ma invano. Infatti non gliela avrei
data più vinta. Doveva parlare o con me o con qualcun altro non importava,
ma questa sera o mai più.
Arrivammo
presto alla riva di un piccolo torrente dove i raggi della luna
filtravano tra le fronde, così vidi le sue spalle larghe bloccarsi all'improvviso
davanti a me per non finire in acqua e mi ci schiantai senza il tempo di
fermarmi. Dietro a me Xanto e Ferir fecero appena in tempo a evitare
l'impatto sfilanoci ai lati e saltando con un balzo il piccolo corso
d'acqua.
-Ohi...- Mi
massaggiai il nasino che si era pesantemante schiantato contro il retro
della sua armatura coperta dal pesante mantello nero, che tuttavia
non aveva attutito granchè dell'impatto. Mi sorrise, o per lo meno ebbi la
sensazione che lo facesse visto l'elmo nero che gli
copriva costantemente il volto.
Sbuffando mi
sedetti ai piedi di un albero poco distante.
-Su, vieni qui a sdraiarti. Hai bisogno di dormire!-
-Ti ho detto
che sto facendo la guardia, Zack non sarebbe affatto felice di sapere che mi
sono addormentato!-
-Zack ha bisogno
di te sveglio! Non puoi ostinarti così! Ci penserò io a fare la guardia al
posto tuo.-
-Piantala di
dire sciocchezze!-
Ero proprio
stufa. Un cenno quasi impercettibile e Xanto e Ferir erano spariti nella
foresta. -Se si avvicina qualcuno lo sapremo immediatamente. Ora vuoi darmi
retta o no?-
Attraverso
l'elmo si sentì chiaramente l'eco di un soffio esasperato. Sapevo di averla
avuta vinta ancora prima di vederlo camminare nella mia direzione.
Si lasciò
cadere pesantemente al mio fianco appoggiandosi al mio stesso albero.
-Togliti
quell'affare Kei, non vorrai dormire così?-
La voce
profonda che provenne dalla sagoma scura era diventata
d'un tratto più dura del solito.
-Non sono più
Kei da tanto tempo oramai. Il mio nome adesso è Zanifer, lo sai.-
-Per me sei
sempre Kei.- Mi avvicinai a gattoni incespicando nel
lungo vestito di velluto blu che indossavo, cercando goffamente di sfilargli il
pesante elmo dalla testa. Stavo ancora trafficando con le cinghie di cuoio
sotto il mento che sentii le sue mani afferarmi i polsi.
-Kei è
morto.- le parole uscirono dalla sua bocca come se provenissero
direttamente dall'inferno.
-Kei è qui.-
Mi ostinai slacciando l'ultima cinghia.
Avrebbe
potuto stringere la presa, avrebbe potuto rompermi entrambe le braccia con
un solo gesto, ma non lo fece. C'era Kei, era lì, sotto tutto quel metallo,
oltre tutta quell'oscurità.
-Quanto sei
ostinata!- La voce si era fatta più calda, quasi umana. Sentii le enormi mani
lasciare la presa, appoggiarsi ai lati della testa e senza alcuno sforzo
sollevare il pesante elmo decorato.
Trattenni il
fiato senza rendermene conto. Era passato così tanto tempo dall'ultima volta
che l'avevo visto in volto, che l'avevo avuto così vicino.
Rimasi pietrificata quando mi ritrovai a fissare nelle splendide
pozze di petrolio che erano i suoi occhi. Un cielo senza stelle che non
sembrava avere fine. Le ciglia scure, lunghe erano sempre le stesse, anche il
naso, le labbra, la cicatrice sul sopracciglio destro, non era cambiato di una
virgola. Era Kei. Era sempre Kei, nonostante la forza, il sigillo, il potere,
il patto, le battaglie, i morti, il sangue, gli
incubi, le paure e i sensi di colpa, lui non se ne era mai andato. Lo vidi
sorridere, il medesimo, furbo e affascinante sorriso di
moltissimi anni prima, mentre mi osservava imbambolata perdermi in ogni
piccolo particolare del suo volto.
-Su, fatti da
parte! Non hai detto che devo dormire?-
Mi riportò
alla realtà scostandomi da lui con il suo solito fare poco galante.
Così mi
affrettai a voltarmi dall'altro lato lasciando che i capelli coprissero
mio il volto rosso dall'imbarazzo. Sicura che l'oscurità non avesse fatto
completamente il suo lavoro.
-Non dormi?-
Ripresi dopo alcuni momenti di silenzio passati ad osservarlo con la coda
dell'occhio.
-Non posso-
-O non vuoi?-
-Non voglio.-
Sapeva che la sua mente oramai era al limite. Costretto negli anni a
vedere e compiere cose nessuna coscienza "umana" avrebbe mai
tollerato senza cedere alla pazzia, la notte quando
poteva vagare libera e senza freni, tutto diventava un incubo orribile e
insopportabile. Perdere lucidità e togliere alla sua mente la barriera della
ragione voleva dire rischiare di impazzire e Kei, o Zanifer che fosse, non
aveva alcuna intenzione di mollare ora che finalmente era riuscito a liberarsi
dalla sua schiavitù.
-Vieni qui-
Mi avvicinai a lui e prendendolo per le spalle cercai di tirarlo verso di me.
Stranamente si lasciò guidare senza opporre resistenza appoggiandomi
delicatamente la testa in grembo.
Tornai con la
schiena contro il tronco e iniziai a scostargli alcune ciocche ribelli dal
viso.
-Chiudi gli
occhi su. Qui sei al sicuro.- Suonavano così strane quelle parole uscire dalla
mia bocca. Una maga alla prime esperienze sul campo,
fifona e pasticciona come pochi altri, che rassicurava uno dei più grandi
guerrieri oscuri che il nostro mondo abbia mai conosciuto. Sorrisi, cercando di
nascondere la gaffe, quando lo vidi sorridere a sua volta e, chiudendo gli
occhi, mormorare un "grazie" a fior di labbra, prima di accomodarsi
meglio per trovare la posizione ideale.
Appoggiai
anche la testa contro il tronco soddisfatta, senza
smettere di accarezzargli lentamente i capelli spettinati, quando lo sentii
parlare ancora.
-Non sei
cambiata per niente in questi ultimi dieci anni.-
-Kei...-
-Sempre la
solita testarda, goffa ragazzina che voleva a tutti i costi giocare alla lotta
con noi maschi e perdeva sempre!-
-Non ci sono
più i gentiluomini di una volta.... e comunque ora ho
imparato a difendermi!- Sbuffai.
-Sii, sii,
sbaglio o poco fa avrei potuto tagliarti la gola?-
-Ma poi
saresti stato sbranato!-
-Forse, di certo però tu non l'avresti mai saputo.-
-Uffa!!!-
Scoppiò
a ridere, erano secoli che non lo vedevo così! Mi salirono le
lacrime agli occhi...
-Promettimi
che non ti caccerai più nei guai da sola?-
-Tanto poi tu
vieni a salvarmi...- scherzai innocente.
-Tirarti fuori dai pasticci ormai è diventato un lavoro...-
-Un hobby,
direi, lo fai fin da quando eravamo ragazzini
e abitavamo ancora a Bansor!-
-Già, ma
allora era un po' diverso...-
-Non più di
tanto.-
-IO ero
diverso- il tono si fece d'improvviso più cupo. -Tu invece no...- Aprì gli
occhi di scatto fissandoli dritti nei miei. Non riuscivo più a muovere un
muscolo.
Vidi la sua
mano, finalmente libera del pesante guanto di maglia, alzarsi verso di me,
sentii le sue dita accarezzarmi lentamente la guancia e poi scivolare tra
le mie ciocche lunghe e scure.
-Se ti
dovesse accadere qualcosa io...-
-Non mi
accadrà niente. Ci sono Xanto e Ferir con me e poi ci sei tu, no?-
-Non posso
esserci sempre.-
-Non ci sei
stato per dieci anni, eppure me la sono cavata.- Forse avevo esagerato. Lo
sentii irrigidirsi.
-Mi
dispiace...-
Presi la sua
mano tra le mie e la strinsi a me. -Non importa più oramai. Adesso sei tornato
e per me è abbastanza.-
Mi guardò
senza dire una parola per alcuni lunghi momenti.
-Prima mi
sbagliavo, sai?-
-Che vuoi
dire?-
-Sei cambiata
anche tu.- Lo guardai curiosa, finchè non riprese a parlare.
-Sei
cresciuta. Sei diventata molto più forte e indipendente di come ti ricordassi.
Non hai più bisogno di me.- Un'onda di terrore mi attraversò prepotente.
-Non
scherzare, io avrò sempre bisogno di te!!!- senza
rendermene nemmeno conto mi ero aggrappata alla pesante corazza che gli
ricopriva il petto affondando il volto tra le pieghe del suo mantello. -Non
osare dire mai più una cosa del genere e non pensare neanche lontanamente di
andartene un'altra volta, chiaro!?!?!?- Dovevo averlo
colto di sorpresa, perchè rimase immobile in silenzio. Tuttavia io
non avevo alcuna intenzione di lasciarlo, a costo di restare così per
tutta la notte, per il giorno successivo e quello dopo ancora.
Lo sentii
muoversi. Sentii il suo braccio sulla schiena e la sua mano farsi largo tra i
miei capelli fino al collo e più su.
Per un
attimo ebbi la sensazione che volesse togliermi
di lì, presto però mi accorsi con sollievo che mi stringeva a se in quello
che voleva essere una specie di abbraccio. Sentii uno strano calore
invadermi e le lacrime scendere copiose dai miei occhi che finalmente, dopo più
di dieci anni, stavano perdendo quel velo nero tornando a risplendere del
blu del cielo più limpido.
-Sei tornato
Kei...sei tornato...-
-Si, sono
qui. Sono qui per restare questa volta.-
Ci addormentammo così. In quello strano abbraccio, vegliati dal buio della foresta dai due paia di inquietanti occhi di fuoco. Sereni e felici di essere vivi, di essere insieme nonostante tutto. Finalmente una notte senza incubi per entrambi, la prima dopo molti anni.