Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: Lady_Klaine    16/03/2013    14 recensioni
INTRODUZIONE:
“Seguito di Dobbleganger Love”, ma forse questo si era capito!
Avevamo lasciato Linda, appena resuscitata, con una mano sul suo pancino e la gioia nel cuore sapendo che il suo piccolo angelo è salvo.
Ma ora arriverà la parte difficile: come la prenderà Damon? Sarà contento di diventare papà? E il futuro bimbo sarà umano, vampiro o angelo??
Sicuramente la sua non sarà una gravidanza normale e tantomeno facile…
Ringrazio tutti coloro che hanno avuto il coraggio di seguirmi fino a qui e chi magari inizierà a farlo ora, per me le vostre opinioni sono molto importanti!
Dal capitolo 1:
POV DAMON:
< Sono stato un vero idiota, non è così? Volevi sentirti dire che ti amavo e invece ti ho chiesto altro tempo, quando il tempo è proprio quello che tu stessa non ti eri concessa. Eppure io lo so che ti amo, anzi credo di averlo sempre saputo. Fin da quando ti ho vista la prima volta e i tuoi occhi hanno salvato la mia anima dalla prigione di ghiaccio che la circondava. E sai perché? Perché ogni tuo sguardo mi arriva come fosse un tuo bacio.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore, Nuovo personaggio | Coppie: Elena/Stefan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Dobblegager Story'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
     MSSING IN THE COLD
 
 
 
NOTE:
Ok, visto che ci ho preso gusto e che a voi l’idea è piaciuta, ho deciso di mettere un’altra canzone di accompagnamento per questo secondo capitolo. Anche qui consiglio di guardare il video con la traduzione, perché è legata al contesto della storia, anzi fa capire ancora meglio ciò che Linda sta provando.
Inoltre, specifico che le parti in corsivo sono flashback, si capisce ma è meglio non dare nulla per scontato.
Detto ciò, ci vediamo sotto
Niko
 
 https://www.youtube.com/watch?v=4AL6jPRrIXU 
 
 
 
Nubi dense e scure si divertono a rincorrersi e a scontrarsi una con l’altra, iraconde e impetuose, mentre il sole bonario e pallido si lascia oscurare, senza nemmeno provare a ribellarsi.
 
Insieme io e lui vaghiamo senza meta, aspettando che la notte precaria ci prenda per mano, ci avvolga e ci conduca dove il nostro destino ha deciso che dobbiamo andare.
 
Il cielo piange insieme a me le sue lacrime umide,veloci e profumate che si uniscono a quelle salate e disubbidienti che fuggono via dai miei occhi gonfi di tristezza e disperazione.
 
Avevo sempre pensato che la pioggia mi piacesse, ma ora non ne sono più tanto convinta.
 
A piacermi era la delicata pioggia cittadina, attutita dagli ostacoli che il profilo dei tetti frappone al suo cammino e intiepidita dal calore che si leva dalla città stessa.
 
Qui, in questo sentiero sempre diritto, con i ciottoli rumorosi sotto le scarpe e le erbe selvatiche ai lati dei muri bassi e freddi,la pioggia è feroce, aizzata dal vento ed esacerbata dal gelo.
 
Aghi di ghiaccio mi pungono il viso e la schiena, vasi di acqua gelata mi esplodono sulle spalle.
 
Dell’estate che ho scorto nell’ombra che il sole riproduceva, qualche giorno prima,  mentre tramontava con calcolata lentezza su quella distesa d’acqua all’apparenza  infinita, non c’è più traccia.
 
Tutto è freddo come l’inverno, persino i miei sospiri, i miei pensieri.
 
Il mio cuore è una piccola e fragile foglia circondata dalle pareti di ghiaccio di un lago nero, profondo ed immobile.
 
 I ricordi riaffiorano incontrollabili senza che avessi espresso completamente l’ordine o anche solo  il desiderio bruciante di riviverli.
 
 
 
< Non puoi sapere che razza di essere ci sia lì dentro! >
 
< Qui dentro c’è tuo figlio Damon! C’è nostro figlio e io non ho intenzione di abbandonarlo >
 
 
< E vorresti obbligare me a fare lo stesso, vero? >
 
< Io non voglio nulla che non sia tu >
 
< Ah sì? E io non sono di certo un padre! Io non voglio essere un padre, non di quel coso! Svegliati Linda, non c’è un bel bambino ad aspettarti > sbotta con tanta rabbia da farmi quasi tremare,  mentre un respiro si interrompe  fra le mie labbra e il battito del cuore successivo ritarda più del dovuto.
 
L’ha detto davvero?
Forse no, forse è soltanto la paura che inconsciamente è arrivata a distorcere quella realtà che non era poi così vera.
 
< Di quanto può essere? Una settimana? Due? Ti sembrano normali le nausee, i mal di testa, gli svenimenti, tutto per causa sua??? Non è umano! >
 
 
 
Dal giorno della morte di mia madre il dolore è divenuto una presenza costante nella mia vita.
 
Si è posato come polvere dovunque io andassi.
 
Ha coperto tutto e tutti; si è introdotto in me ad ogni respiro.
 
Ha avvolto ciascuno nella propria tristezza, nella propria disperazione.
 
Se sopporto di rivangare questi ricordi è solo per il gelo che sta penetrandomi fin nelle ossa, che paralizza il mio cuore congelato e gli impedisce di provare sentimenti troppo forti.
 
Perché Damon non riesce ad accettarlo, ad accettarci?
 
Perché mi ha lasciata sola ad affrontare tutto questo?
 
Attribuisce a me la colpa??
 
Forse ha ragione.
 
Se lui è tornato umano, e quindi in grado di concepire, è grazie al mio sangue.
 
Già, il mio sangue.
 
 
 
 
Senza che la possibilità di fermarle mi attraversi la mente, le lacrime scorrono, come ormai sono abituate a fare, lungo le mie guance per poi fermarsi al primo principio di impatto con il parquet color rovere.
 
La vista è appannata, come se fossi stata avvolta da una nebbiolina leggera  e improvvisa, ma non abbastanza da impedirmi di vedere quell’assenza che mi stringe il cuore in una morsa soffocante, facendomi annaspare in cerca di aria.
 
Ma prima ancora che io possa anche solo concepire per intero l’idea che lui se ne sia andato, ecco che ritorna nella stanza, seguito da una folata di vento provocata dalla velocità usata, con il libro di Klaus fra le mani.
 
< C-che cosa vuoi fare?? > riesco a domandare impaurita fra i singhiozzi, che a quanto pare questa volta non hanno alcun effetto su di lui.
 
Senza nemmeno guardarmi in viso, con gli occhi puntati su  il volume aperto, mi risponde freddo e imperturbabile:
 
< Cerco la risposta che possa spiegarci come siamo finiti in questo casino, e magari una via d’uscita >
 
 
“una via d’uscita, una via d’uscita”
 
 
Le parole riecheggiano prepotentemente nella mia testa, rimbalzando sui muri che invano cerco di creare per proteggermi.
 
Ogni suo respiro, ogni sguardo che evita accuratamente di avvicinarsi troppo alla mia figura immobile dinanzi a lui, ogni istante che passa senza che lui si scusi per ciò che ha detto, senza che lui mi parli, sono come lame affilate che sfiorano il mio cuore senza mai ferirlo veramente, senza mai porre fine all’agonia.
 
 
E, improvvisamente, dopo che un altro taglio sanguinate lacera superficialmente il fragile tessuto del mio cuore dilaniato, le sue spalle si irrigidiscono visibilmente, la mascella squadrata si contrae e le mani chiudono il libro con uno scatto pieno di rabbia e frustrazione.
 
Non mi aspetto una spiegazione, capisco la sua ostilità nel parlare, o forse non ho il coraggio di chiederla, anche perché è lui a fornirmela senza aspettare una mia richiesta.
 
< E’ il tuo sangue. Se il Dobbleganger beve il sangue della prescelta, oltre che ha tornare umano, conferisce, temporaneamente,  gli stessi poteri di un Originale e la capacità di procreare >
 
 
 
Continuo a camminare come stordita.
 
Un piede di fronte all’altro, in una successione continua, ipnotica.
 
Non mi importa minimamente dove vado.
 
Avanzo barcollando senza guardare da nessuna parte, senza vedere nulla.
 
 Finché non urto qualcosa.
 
< Linda! Linda! > sento troppo freddo per sorprendermi, perché il mio viso reagisca alla sagoma che ho davanti, avvolta nei drappeggi di un materiale impermeabile verde.
 
La sagoma indistinta si muove velocemente verso di me e due mani piccole e delicate mi calano sulle spalle, scuotendomi.
 
< Linda! >
 
 
Mi sembra di riconoscere questa voce dolce e lievemente acuta, forse per colpa della preoccupazione a cui inutilmente tento di dare un significato.
 
Forse potrebbe essere.. Bonnie!!!!!!
 
Anche se la mia mente è offuscata dal freddo,  non potrei mai dimenticare la voce della persona che ha contribuito a salvarmi la vita.
 
< B-bonnie > riesco a dire, mentre il contrasto del  fiato leggermente intiepidito sui denti freddi che battono  mi fa tremare ancora più visibilmente.
 
< Santo cielo Linda! Sei cianotica per il freddo! Vieni con me, presto > mi prende per un braccio, trascinandomi velocemente ma con delicatezza via dalla strada buia e gelida, dalla pioggia incessante.
 
Io inciampo dietro di lei finché non raggiungiamo un porticato che ho già visto, una casa famigliare.
 
Spalanca con un gesto secco la porta già aperta, mettendomi dentro come un fagotto.
 
Il torpore dell’atrio mi avvolge e il mio tremito si acquieta lievemente, con calma, troppo lentamente per darmi definitivamente pace.
 
< Credo che dovresti riposare, ti porto un the > mi intima dolcemente, con molta più premura di quanto penso di meritare.
 
Mi guida pazientemente fino ad una stanza buia dal forte odore  di chiuso, sorreggendomi con un braccio intorno alle spalle e una mano sul mio polso, per conforto.
 
Arriviamo finalmente di fronte ad un letto con una calda e pesante coperta grigia dai fini ed elaborati ricami neri che riportano  a disegni floreali.
 
Mi fanno pensare alle fronde  che cadono d’autunno.
 
Foglie che consumano la propria linfa, fiori che perdono i propri petali.. persone che perdono la propria anima.
 
Lentamente riesco a coricarmi, anche grazie all’aiuto di Bonnie, che appena vede la mia pelle riprendere colore per il caldo donato dalle coperte esce a passo svelto dalla stanza per preparare il the in cucina.
 
Tutto è così buio e freddo e io sono così fragile, inutile ed insignificante.
 
L’oscurità mi avvolge senza che io possa fare qualcosa per fermarla, senza che io abbia la possibilità di volerla fermare.
 
 
 
Il mio sangue, tutto per colpa del mio sangue.
 
Vorrei poter dire, poter pensare che mi dispiace, che mi piacerebbe avere la possibilità di tornare indietro, ma non è così.
 
Io sono nata per questo, il destino ha deciso di offrirmi questa possibilità e io non voglio rifiutarla.
 
In questi ultimi mesi ho imparato molte cose e la prima fra tutte è che non si può sfuggire al proprio destino, troverà sempre il modo per tornare da te, per tormentarti inconsciamente.
 
E mentre Damon continua a sfogliare le pagine consunte di quel  libro nefasto con nervosismo, in cerca di quella che per lui sarebbe una soluzione, nella mia mente so già come andrà a finire.
 
Le mani mi tremano a causa  del pensiero che sono stata costretta a formulare; il cuore sembra non voler prendere nemmeno in considerazione l’idea di rallentare i suoi battiti.
 
So che dal mio risveglio, da quando quel macigno che portavo sulle spalle è precipitato nel baratro della verità, io e Damon ci siamo allontanati di molto.
 
Se prima le nostre anime e i nostri corpi erano adiacenti, limitrofi  e  complementari,  ora riescono appena a sfiorarsi, unite da un filo sottilissimo e trasparente creato dalla convenzione dei nostri ricordi, dei nostri momenti passati.
 
Tuttavia, ciò che sto per fare segnerà la rottura definitiva e insanabile del nostro rapporto, del nostro amore.. di noi.
 
I sacrifici che ho fatto, il dolore che ho vissuto, gli ostacoli che ho sormontato e quelli che ho volutamente ignorato mi hanno condotta fin qui per mano e ora mi abbandonano; prima o poi tutto ciò a cui tengo mi lascerà sola e io lo sapevo fin dall’inizio, ma ho deciso di chiudere gli occhi e cedere sotto al peso insostenibile della speranza.
 
Volevo solo sapere che lui mi amava.
 
 Volevo solo immaginare che tutto sarebbe potuto andare bene.
 
Volevo solo fingere di poter vivere, ma la realtà è che non posso, non io.
 
Però il mio bambino sì, il mio piccolo angelo avrà tutto ciò che io non ho potuto avere, non gli mancherà mai nulla.
 
“Tranne che un padre”
 
Sono parole venute dal nulla, mi pulsano dolorosamente nel petto,  si sono affacciate alla porta della mia mente formate per intero, senza lasciarsi dietro alcuna traccia.
 
Ricordo ancora tutte le volte che le lacrime assalivano malevole i miei occhi quando vedevo gli altri bambini giocare felici insieme ai loro padri.
 
Vorrei che nessun altro al mondo provasse quel dolore, specialmente mio figlio, ma questa scelta non spetta a me.
 
Stringo i palmi delle mano, affondando le unghie nella carne, con la stessa intensità con la quale il tormento si insinua nel mio cuore, muovendo passi svelti e decisi in direzione della porta.
 
< Dove credi di andare?  > per la prima volta nel giro di mezz’ora Damon alza lo sguardo da quel libro, per puntare i suoi occhi di ghiaccio nei miei, lucidi per le lacrime che escono e arrossati per quelle che invece si trattengono.
 
Il suo tono di voce è cambiato, più dolce, più fioco, come se avesse paura della risposta.
 
E il dolore aumenta, inizio a pensare che non esista un limite, una soglia che possa darmi un punto fermo su cui poter contare.
 
Ma, per una sola volta, non posso ascoltare le mie emozioni, quella vocina nella mente che dice “ Non farlo, perché io so che te ne pentirai”, per una sola volta non voglio ascoltarla.
 
< Non c’è una via d’uscita, Damon, e anche se ci fosse io non voglio saperlo. Me ne vado, crescerò questo bambino da sola e non mi vedrai più. Non ti daremo alcun fastidio. Addio, Damon > pronuncio risoluta quelle parole che angosciavano ogni mio sogno, ogni incubo.
 
Lo sento chiaramente; il rumore sordo e riecheggiante dello strappo a quell’ultimo filo d’unione risuona acuto e penetrante nella stanza immobile.
 
Usando tutto il coraggio che possiedo riesco a mantenere lo sguardo su quegli occhi che hanno sempre illuminato     la mia oscurità come le lucciole rischiarano la notte.
 
C’è tutto in quello sguardo: dolore, angoscia, indecisione, rimpianto, paura, rabbia, frustrazione ma anche sollievo.
 
Il conforto per non dover prendere lui questa decisione inevitabile, per non poter attribuire a lui la colpa di quel nastro spezzato che ora oscilla spezzato sopra le nostre teste, rosso come il sangue che fluisce dalle ferite insanabili del mio cuore.
 
Fa un passo incerto verso di me, allontanandosi dal muro freddo, per poi fermarsi a fissare incantato la distanza fra i nostri corpi.
 
Lo sguardo che si sposta incessantemente fra me e lui, incapace di decidere su dove soffermarsi.
 
E poi, dopo chi sa quale assillante pensiero, l’azzurro divenuto ormai grigio dei suoi occhi lo tradisce, facendomi intuire di aver fatto finalmente la sua scelta.
 
Le due lacrime copiose e rilucenti, che infrangono tacitamente quel silenzio assordante, sono un inequivocabile segno di ciò che ha deciso.
 
Sono proprio queste sue lacrime a darmi il coraggio sufficiente per tacere, nonostante ogni singola fibra del mio corpo mi stia ordinando di urlare.
 
Ho preso una decisione, forse quella sbagliata, ma per la seconda volta ho stabilito  che  ascoltare il ticchettio delle mie scarpe sul legno gelido delle scale, l’eco dei miei respiri strozzati e pesanti mentre il mio corpo si allontana dal suo asse, dal suo fulcro, è la giusta  punizione per aver tentato di sfuggire alla crudeltà del destino.
 
 
POV DAMON:
 
 
 
E’ andata via.
 
Ha volutamente ignorato il dolore, il tormento, l’angoscia, la rabbia, il rimpianto, persino il sollievo che trapelavano dai miei occhi e dal mio cuore, smascherandomi.
 
Quelle due futili  gocce salate che prepotenti e indomabili hanno  oltrepassato quella barriera che ho tentato inutilmente di preservare per oltre cinquecento anni e che ormai non è esiste più.
 
Al suo posto c’è solo una polvere argentea talmente leggera da volare via dopo lo spostamento d’aria provocato dalla sua figura, che senza un’ulteriore parola scivola via dalle mie luride mani, dal mio corpo senza più anima, dalla mia vita senza più  senso.
 
Avevo promesso a me stesso che nulla avrebbe più potuto ostacolarci, che non avrei più sofferto sentendola lontana, provando quella sensazione atroce contorcere ogni muscolo del mio squallido corpo, ogni centimetro della mia infima essenza.
 
Nonostante le paure, le riflessioni e i tanti tormenti che popolavano le mie notti insonni non sarei mai potuto arrivare a questo.
 
Un bambino, un mostro.. mio figlio.
 
In parte umano, in parte angelo, in parte vampiro.
 
Dio solo sa che cosa sarà in grado di fare quell’essere e Linda lo sta addirittura proteggendo.
 
Perché deve esserci sempre qualcosa o qualcuno che vuole portarla via da me?
 
  Perché ho la sensazione che questa volta non ci sarà alcuna profezia che mi permetterà di salvarla?
 
Salvarla.
 
Avevo promesso a sua madre, a lei, a me stesso che l’avrei protetta e invece è solo colpa mia se ora rischia la vita.
 
Non mi è bastato violare la sua purezza, macchiare  fatalmente la sua vergine  essenza.
 
Ho influenzato la sua natura semplice e bella, ho guastato una creatura meravigliosa e ho fatto in modo che concepisse un abominio.
 
 La rabbia si fa spazio dentro di me, una furia devastante  che anziché colpire me, come sarebbe giusto, si sfoga su ogni oggetto presente nella stanza.
 
Stringo le mani così tanto da sentire le nocche pizzicare.
 
Le mani fremono in cerca di vendetta, di sfogo.
 
Spazzo via tutto ciò che ho sulla scrivania: le nostre foto, i libri letti più e più volte, i fogli scarabocchiati, per poi riservare la stessa sorte anche al tavolo.
 
La mia furia si abbatte su tutti gli oggetti di quella che era la nostra stanza, senza riuscire a fermarsi.
 
Pezzi di carta, schegge di legno e vetro, cornici argentate volano incessantemente sopra la mia testa e capitolano a terra, frantumandosi in tante piccole parti, proprio come la mia speranza, la mia felicità.
 
Ma alle mie orecchie non giunge alcun suono, solo un bruciore straziante al petto, mentre l’oscurità che porto dentro avvolge ogni cosa, così come è riuscita ad arrivare a lei, ora circonda anche me.
 
 
 
Angolo autrice:
Ciao!
Scusate, non ci “leggiamo” da una settimana ma ho davvero avuto molto da fare, devo anche recensire un sacco di storie e non trovo mai il tempo!
 Probabilmente in questo momento starete odiando sia me che Damon, infatti è stato abbastanza stronzo in questo capitolo, forse, e sottolineo FORSE, si rifarà nel prossimo.
E poi non so voi ma io un po’ lo capisco, infondo ha solo paura e chi non ne avrebbe se fosse al suo posto????
 
Ok, ora passiamo alle cose importanti: OH MY GOD!!!!!!
Voi volete uccidermi!
10 recensioni per un solo capitolo???? Waw, per me è davvero tantissimo: GRAZIE GRAZIE GRAZIEEE!!!!
Spero solo che anche questo capitolo vi piacerà come il precedente.
Se avete ascoltato la canzone, beh spero che anche quella vi sia piaciuta.
La mia opinione non conta molto siete voi quelli importanti però mi sono impegnata molto per scrivere questo capitolo e devo dire che, stranamente, mi soddisfa abbastanza!
Come sempre ringrazio chi legge tacitamente, chi mette la storia tra preferite, seguite, da ricordare e in particolare chi recensisce
Ok, ora me ne vado
Baci baci
Niko
 
  

 
   
 
Leggi le 14 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Lady_Klaine