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Autore: NikoDarius    03/10/2007    0 recensioni
Cosa fareste se il voi e altri 6 ragazzi scopriste di essere misteriosamente legati agli angeli? Scoprite cosa è successo ad un mondo perduto, un mondo da salvare che ripone le sue speranze in 7 ragazzi!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dreaming the Angels Premessa: per evitare di fare confusione ho evidenziato con ** i pensieri e con “” i dialoghi. Avendo fatto questa scelta quando avevo già iniziato questo capitolo è possibile che qualcosa sia sfuggita alla correzione, rimanendo comunque segnalata la differenza dalla narrazione. Un ultima annotazione sui titoli dei capitoli, che sono prima nella lingua degli angeli (per rimanere in tema) e poi in italiano tra parentest .Grazie per l'attenzione.
Dreaming the Angels: Road to Miralia ( 1st Story Arc)

Capitolo 1: Kodoste Lirez (Legami inaspettati)

La nostra storia comincia al giorno d’oggi, in una cittadina simile a quelle che si possono trovare in tutta Italia. Era un venerdì di settembre, soleggiato ma non afoso, quello in cui la vita di Matias Fortress prende una direzione inaspettata. Ma non saltiamo le tappe e fatemi raccontare con ordine gli avvenimenti di quel giorno strano ma allo stesso tempo straordinario. Matias era appena uscito dal suo primo giorno alle superiori e stava andando verso la fermata dell’autobus che lo avrebbe riportato a casa, quando si scontro con un ragazzo che correva frettolosamente  in direzione opposta alla sua, con ovvie conseguenze: una gran caduta, una figuraccia tremenda e un ragazzo che evidentemente sarebbe stato infastidito da questo incidente “Ci mancava solo questa il primo giorno di scuola! Però in effetti è colpa sua, cosa voleva che succedesse correndo come un forsennato in mezzo ad una folla di gente, che ci aprissimo come le acque davanti a Mosè?” pensa Matias, senza accorgersi che l’altro ragazzo aveva ricominciato a correre contro la marea di ragazzi. “E’ questo cos’è? Un cellulare? Deve averlo scordato quel ragazzo. Ci ha attaccato sopra una targhetta di riconoscimento: Max Evans, Sidney, Australia. Beh, Max, spero non vorrai che ti rincorra; ho altro da fare, quindi lo lascerò al primo poliziotto che incontro.” Intanto si sente un clacson sovrastare il brusio di voci che circondavano Matias “ Oh Dio mio, sta partendo l’auto; se lo perdo devo restare un quarto d’ora fermo qui come un pollo. E’ meglio che la smetta di pensare e cominci a correre!”.
Salendo sull’autobus, Matias si andò a sedere accanto ad una ragazza mora, assorta nel leggere un libro. Lui la conosceva molto bene, si conoscevano da sempre, il suo nome era Ruth Giuliani, aveva la sua età e amava molto leggere e talvolta comporre poesie, anche se questo talento era un piccolo segreto tra i due. “ Cosa leggi oggi?” “Oh! Matias, sei tu. Non ti avevo sentito” “ Che novità; quando leggi un libro non c’è niente che ti distolga dal tuo obiettivo” In effetti quel libro non mostrava neanche un orecchia, segno evidente del passaggio dell’amica sui libri, come aveva avuto occasione di scoprire dopo avergli prestato uno dei suoi. Mentre pensava a tutto ciò l’attenzione di Matias fu attratta da uno scritto:
Le mie lacrime sono
I segni della tristezza che invade
Il mio cuore,
e mentre scorrono
scopro che mia sicurezza cede,
fino al momento in cui muore,
lasciandomi sola.
“Questi versi sono tuoi vero?” chiese Matias incuriosito all’amica, che rispose annuendo con la testa; “ Sono molto tristi, come molti dei tuoi lavori.” “ Lo so, ma non è colpa mia. Quando scrivo poesie del genere sento che sta per sta per accadere qualcosa, qualcosa che io metto su carta per togliere dalla mente il pensiero di doverlo dire a tutti.E’ così che io avverto gli altri,” rispose misteriosamente Ruth.
Il viaggio fu breve e i due si ritrovarono davanti alle loro abitazioni in pochi minuti; Matias salutò l’amica, dirigendosi verso casa, ma davanti a casa si ricordò di non aver preso le chiavi per la fretta. *E ora come faccio? Non posso mica rimanere per due ore davanti casa aspettando che quel bradipo di Brad si ricordi che magari è il caso di smetterla di parlare con Sara e tornare* pensò preso dalla disperazione più totale, quando ad un tratto si sentì una mano sulla testa e una voce familiare che gli diceva “Ma quanto sei sbadato ?! Sei uscito prima che mamma ti potesse passare le chiavi. Ma è mai possibile che è più veloce il corpo della tua mente” “Evita di farmi la paternale, Brad. Ricordati che in teoria tu saresti il più piccolo di noi, anche se di pochi minuti” Rispose offeso Matias al gemello. *Non lo sopporto quando fa così. Sarò un po’ sbadato, ma non esageriamo* pensò lui, e con questo pensiero in mente trascorse la giornata, che tutto sommato passò veloce. Al tramonto Matias uscì per andare al campo da tennis dove era sicuro di incontrare Ruth. “Tra un’ora esco, quindi se non hai le chiavi torna prima, va bene?” lo avvertì il fratello, che ricevette come risposta un sonoro “SI TRANQUILLO” di un Matias che sicuramente aveva la mente già al campo. Arrivato sugli spalti la sua attenzione si fissò su una foglia particolare. Infatti quest’ultima riluceva e appena la prese in mano capì il perché “Ma questo è uno smeraldo! O comunque non è un pezzo di vetro, quindi deve essere qualcosa di prezioso chissà chi lo ha per ..” senza riuscire a finire la frase, Matias vide un turbine alzarsi al centro del campo e poi un esplosione rivelò  che c’era una ragazza al centro della tromba d’aria, che riusciva a rimanere illesa, come se fosse lei a comandarla. “Il trasferimento su questo misero pianeta è stato più difficile del previsto. Mi chiedo come possa esserci tanta energia così lontano da Miralia” disse quella ragazza, come se si aspettasse una situazione diversa, un mondo diverso da quello in cui era arrivata, ma mentre pensava una luce verde la accecò; era sicura di ciò che stava succedendo, un angelo era nelle vicinanze, e nel punto da cui si sprigionava la luce vi trovò un ragazzo: Matias, la cui mente venne trasportata lontano, in un luogo coperto da splendide nuvole nivee e dopo cominciarono a piovere delle piume “Eh, piume verdi? Sto sicuramente sognando” pensò lui mentre era sempre più immerso in quel fiume, quando vide che esse cominciarono a raggrupparsi, poi dopo un lampo di luce verde comparve una figura simile ad un uomo di massimo trent’anni, con un unico dettaglio che stonava: le piume, che oramai erano diventate ali adornate da smeraldi, erano attaccate alla schiene di colui che stava davanti a Matias, che non ebbe il tempo di rifletterci sopra perché l’uomo misterioso comincio a parlare “ Salve, io sono Brian e sono, anzi per essere più precisi ero, l’angelo della terra. Tu devi essere colui che avrebbe ereditato il mio potere, quindi devi essere il mio discendete. Dimmi in quale anno siamo?” “ Il 2007. Non mi sembra però il momento più adatto per …” “ Sono già passati 6 milioni di anni! Incredibile, è passato molto tempo, troppo senza qualcuno che si accorgesse del mio spirito. Non voglio sapere come è ridotta la nuova Miralia” l’angelo non si curava molto di Matias e continuava a pensare ad alta voce fino a quando la pazienza del ragazzo non termino in uno scatto iroso “SCUSA POTRESTI FARE ATTENZIONE A ME!” disse in un unico urlo, riuscendo perlomeno a destare l’interesse del suo interlocutore, che, però, gli rispose con indifferenza “ Ah già,bisogna darsi da fare. Dammi il tuo braccio destro, in fretta se non ti dispiace, non abbiamo molto tempo.” Seguitando con quel suo fare, che a Matias stava antipatico *Non lo sopporto! Prima perde tempo con entrate teatrali, poi comincia a parlare da solo, dice di essere un mio parente del paleolitico e infine si mette anche a dare ordini, però lui mi ha portato qui, quindi sarà meglio dargli retta per farmi riportare a terra* pensò mentre eseguiva l’ordine datogli. “Credo che sia il momento di cominciare con la cerimonia del passaggio!” e mettendo le mani incrociate sopra il polso di Matias, Brian iniziò a recitare una formula in una lingua prima incomprensibile, ma più il tatuaggio che si andava formando sotto le mani dell’angelo più Matias cominciava a capire il senso di quelle frasi, e quando la cerimonia fu completa 4 frasi furono chiare nella sua mente “Tu sei la resistenza, tu sei la speranza di rinascita, tu sei il seme della nuova vita” “Cosa vogliono dire queste frasi?” chiese il ragazzo chiaramente sorpreso da queste ultime parole, ma Brian gli rispose semplicemente “ Non posso fornirti ulteriore aiuto. Quelli sono detti I Misteri Personali, proprio perché sono frasi che possono essere comprese dal destinatario. Tranquillo, ne capirai più avanti il significato, per il momento non ti concentrare troppo su loro.” Un rumore di esplosioni ruppe il silenzio della dimensioni in cui stava avvenendo lo strano incontro “Ma cosa? Ahhhh” e dopo il grido di dolore dell’angelo, Matias si trovò di nuovo nel suo mondo, con gli occhi a neanche mezzo metro dalle punte di due lame che a prima vista gli sembrarono anche troppo appuntite e affilate “ Concentrati sul tatuaggio e lo spirito della terra ti renderà come me, o quasi” la voce era quella di Brian, ma di lui nessuna traccia *mi starà parlando con la mente. Se il suo consiglio mi salva la pelle allora facciamo come dice, tanto peggio di così con può andare* . Svuotando la mente da altri pensieri si concentrò più che poté sul disegno che, andando dal polso al gomito rappresentava una pianta rampicante appoggiata ad una roccia, con le foglie formate da piccolissimi puntini di colore, a rappresentare che in realtà erano fatte di sabbia; il tutto era di una tinta smeraldo accesa, e quando comincio a splendere il colore sembrava più vivo di prima, fino a quando in un lampo simile al quello da cui era comparso Brian tutto finì, ma il nostro “eroe”, possiamo cominciare a definirlo tale, apparve cambiato nel fisico, più alto e snello di prima, nella capigliatura, i suoi capelli lisci decisamente trascurati si allungarono e poi  con un cilindro metallico, con una funzione simile a quella di un elastico, la maggior parte vennero raccolti in una coda che iniziava alla base della testa, e soprattutto nel vestiario, perché la tuta era sostituita da un paio di pantaloni lunghi fino al ginocchio e la giacca era diventata un maglietta; insomma aveva subito una drastica metamorfosi, non esattamente gradita “ Sorvolando sul fatto che un po’ di originalità nelle tinte potevi pure mettercela, ma i capelli non potevano rimanere della lunghezza e, soprattutto, del colore naturale, invece di adattarlo al resto del completo! Perché tutto verde ?!?” chiese lui, scordandosi della ragazza che li guardava divertita ma allo stesso tempo stupita dalla situazione che le si presentava davanti; intanto lo spirito dell’angelo rispose “ Non è colpa mia se il potere della terra per tradizione ha come colore sacro il verde delle piante, è così da prima della nascita dei miei genitori; per quanto riguarda i capelli anche io non avevo questi capelli a spazzola fin dall’inizio, ne tanto meno di questo colore, però devo dire che nessuno ha mai avuto quell’acconciatura. Comunque credo che sia il momento di combattere.” “Credo di capire a cosa, o meglio a chi, ti riferisci. Ehi tu, mi dici il tuo nome e perché mi hai puntato contro quelle due spade?” chiese alla ragazza che ripose le spade prima di parlare “ Il mio nome è Angelina e sono l’alchimista del cristallo. Mi interessa solo la pietra di Selvas : dammela e mie lame non ti faranno un graffio, altrimenti credo proprio che ti dovrò uccidere” “Una risposta non esattamente amichevole! Sei bravo a farti degli amici.” commentò Brian “Non mi sembra il momento adatto a fare del sarcasmo. Spiegami, piuttosto, come diavolo faccio a difendermi.”

Fine del capitolo 1

  
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