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Autore: Mirella__    17/03/2013    3 recensioni
Sono passati undici anni dalla fine di Naraku e la vita matrimoniale di Inuyasha e Kagome procede da otto anni senza problemi. Ma per un potente mezzodemone e per una sacerdotessa speciale la vita non può essere tranquilla e pacifica.
Nuovi nemici, nuovi problemi e improbabili alleanze si presenteranno ai personaggi da noi tutti conosciuti e amati.
Questi sono gli ingredienti della mia storia che spero vi coinvolga.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Padre e figlia

Se fosse stato  il vento che ululava forte all’esterno della caverna, o il flebile crepitio del fuoco, oppure lo sguardo caldo e rassicurante di Kohaku a dare a Nenshō la forza d’iniziare a parlare, beh, lei non lo sapeva.

Con fatica raccontò il suo passato travagliato, il modo in cui la madre la sfruttava unicamente per i suoi scopi, il dolore che aveva attraversato durante i secoli che aveva vissuto.

“Ma se c’è stato un momento felice nella mia triste vita è stato l’incontro con mio padre”. Si fermò, con lo sguardo perso nel vuoto.

Il tutto era avvenuto nel bel mezzo della battaglia, con il rumore delle lame incrociate di sottofondo e le urla assassine dei guerrieri d’entrambe le fazioni.

“Fu un incontro epico,” la voce della semidea si fece amara. “Basato su presupposti del tutto sbagliati. Mi era stato detto che mio padre mi cercava per uccidermi, per estirpare la feccia che aveva osato macchiare la nobile casata della famiglia Taisho. Un errore apparso in questo mondo e ora ditemi, Inuyasha, Sesshomaru, se voi aveste saputo ciò, non avreste combattuto contro il vostro stesso padre per aggrapparvi alla vita?”

Nenshō passò una mano sul fuoco e quello sembrò animarsi e prendere vita, in modo vivido e chiaro, e due figure, una bianca e una rossa, erano l’una di fronte all’altra, intente a parlare.

All’improvviso l’essere rosso si scagliò contro il bianco, quest’immagine catturò l’attenzione dei fratelli minori della famiglia Taisho, che ascoltando anche la voce melodiosa della donna, sembrò loro d’essere nel bel mezzo della lotta.

“Come si può credere ad un uomo del quale non ti hanno raccontato altro che male? Cercò di convincermi, una volta e un’altra ancora, ma fui ingenua e credetti a mia madre, per me lei all’epoca rasentava la perfezione, ogni parola uscita dalle sue labbra era legge, incontestabile, dovevo accettare tutto ciò che lei diceva”.

Ora le due figure, se prima combattevano in modo elegante, perfetto e coordinato, adesso non vi era più traccia di quegli aggettivi.

Il modo in cui la spada della semidea s’abbatteva su quella del demone era violento, costituito solo da forza bruta, senza un minimo di strategia, dettato da odio e cecità.

“E mentre tentavo di togliere la vita a chi me l’aveva concessa, Inu No Taisho mi parlava, diceva cose che mi ferivano ogni secondo, quelle parole sgretolavano ogni mia convinzione, distruggevano le mie certezze e diventavo più insicura in ogni movimento, in ogni azione”.

L’elsa della spada colpì la figura rossa alla schiena, facendola capitolare e la figura bianca le puntò contro la lama della sua arma, e di colpo le urla cessarono, di sottofondo si sentiva solo lo strazio espresso nei gemiti dell’armata sconfitta.

“Inu No Taisho stava per uccidermi, ecco, lo sapevo, mentre ci scontravamo non aveva fatto altro che raccontarmi menzogne, voleva che cedessi e c’era riuscito”.

Ma la vista fine d’Inuyasha vide la mano del bianco scattare verso quella del rosso, nonostante il calore del fuoco lo esortasse a non guardare, e Nenshō sorrise a quella vista.

“Mi disse che andava tutto bene, che era fiero di me, che non voleva altro che il mio bene”. Sorrise di nuovo, stavolta con dolcezza, mentre la figura rossa accettava quella mano.

“Mi potevo fidare di lui, il nemico vero era mia madre, che mi rendeva schiava della mia natura non meglio definita e mi faceva stare male al solo pensiero di vivere in quel mondo, dove nessuno mi avrebbe accettata. Lei diceva”.

Nenshō inclinò il capo verso destra, osservando interessata la scena che le si parava davanti, come incantata. “Mi disse che mi aspettava qualcuno nella sua casa, qualcuno che avrei dovuto proteggere e amare, un qualcuno di simile a me”.

Nenshō guardò Inuyasha e il mezzo demone rispose allo sguardo senza distoglierlo e la rossa riprese a raccontare.

“Non potei venire comunque. Mia madre riuscì a impedirmelo”. Il demone mostrò un braccialetto che provvedeva a tenere nascosto con la tunica del kimono.

“Finché mio padre fosse stato vivo e al sicuro, ma soprattutto libero, questo braccialetto mi avrebbe ridotto alla mia forma umana, e così fu per anni, fino a quando mia madre non riuscì ad intrappolarlo e gli effetti di questo gingillo divennero nulli”.

Il racconto si concluse e il fuoco tornò alla sua forma normale, scomposto e naturale.

“Quindi se nostro padre tornasse libero, tu ritorneresti normale”. Disse Sesshomaru alzandosi.

“Sì, ma credo che questo dettaglio sia trascurabile, con il potere di quelle due spade”, e detto questo indicò Tessaiga e Tenseiga. “Non dovrebbe essere un problema rompere quest’oggetto. Voglio liberare nostro padre.  Allora, mi aiuterete?”

Inuyasha sorrise, alzandosi verso di lei e  porgendole la mano. “A me sta bene, ora dovrai convincere solo quel testone di mio fratello”.

“Si tratta di nostro padre, sono costretto ad accettare”. Disse gelido Sesshomaru uscendo fuori nella tormenta.

Nenshō sbatté le palpebre incredula, mentre Kohaku scoppiò a ridere.

“Ti saresti risparmiata la fatica, se avessi chiesto prima”.


Angolo dell’autrice.
Eccomi dopo molto tempo , con un nuovo capitolo per questa storia.
Pensavate d’esservi liberati di me? Ebbene no, sarò ancora in questo fandoom a rompere le scatole.
Muahahahah!
Bando agli scherzi, mi dispiace per aver messo da parte per tanto tempo questa fic, ma avevo bisogno di una pausa, ed essendo molto impegnata tra altre tre storie, non ho avuto molto tempo.
Non so quando aggiornerò di nuovo, ma spero di ricevere almeno due recensioni, giusto per sapere se c’è ancora chi segue questa fic.
Non mi resta che salutarvi, al prossimo capitolo!

  
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