Quella
sera ero uscita con
il mio ragazzo e i miei migliori amici. Eravamo appena arrivati in
discoteca e
ci eravamo diretti al bar per brindare alla coppia che dopo tre lunghi
anni si
era riuscita a formare: Louis e Eleonor. Per El era stato un colpo di
fulmine,
amore a prima vista. Lou, invece, ci aveva messo un paio
d’anni per capire che
si era innamorato e un altro anno per dichiararsi.
Ma
alla fine erano riusciti
a mettersi insieme e noi non potevamo essere più felici.
Così
ci ritrovammo tutti
intorno ad un enorme tavolo tondo con uno schiantino di vodka in mano
per
brindare. Dopo aver bevuto mi girai verso Josh (il mio ragazzo) e gli
sorrisi.
Lui mi avvicinò a sé prendendomi i fianchi e mi
stampò un dolcissimo bacio
sulle labbra. Sapevamo entrambi di vodka ma non ci facemmo molto caso.
Lo
presi per mano e ci
dirigemmo verso il centro della pista. Avevo voglia di ballare,
divertirmi e
non pensare a nient’altro.
-Ehi,
piccola, ti vuoi
scatenare stasera, vero?- mi chiese Josh baciandomi il collo.
Neanche
gli risposi. Mi
girai semplicemente e mi impossessai di quelle bellissime labbra che si
ritrovava. Fu un bacio molto passionale. In quel momento, quando
aprì gli occhi
mi sembrò per un attimo di vedere Zayn rattristarsi, ma non
gli diedi molta
importanza.
Non
poteva essere che il mio
migliore amico di cui ero segretamente e pazzamente innamorata fosse
triste nel
vedermi con un altro. Era impossibile. E poi lui era già
fidanzato.
L’unica
persona che sapeva
che ero cotta di Zayn era Josh. E allora perché stava con
me? Beh, diciamo che
entrambi volevamo far ingelosire qualcuno e quindi ci aiutavamo a
vicenda e nel
frattempo ci divertivamo. Sapevamo entrambi che in realtà
noi eravamo ottimi
amici ma nessuno lo aveva mai capito.
Dopo
poco anche gli altri ci
raggiunsero. Liam con Danielle, Louis con Eleonor, Harry e Niall con
due
ragazze appena conosciute.. e Zayn.. Zayn con Perrie.
Ovviamente
stavo morendo di
gelosia ma non potevo darlo a vedere. Agli occhi degli altri ero
fidanzata ed
ero amica di Perrie. Ma in realtà lei non mi era mai
piaciuta.
Ci
stavamo divertendo e dopo
un paio d’ore erano tutti più o meno brilli. Io e
Liam eravamo gli unici che si
fermavano subito dopo lo schiantino che apriva la serata. Lui
perché aveva dei
problemi a un rene io perché non ho mai amato
l’alcool e bevevo solo perché se
no i miei amici me l’avrebbero fatta pagare con qualche
scherzetto.
Ad
un certo punto un tonfo
proveniente dal corridoio per il bagno sovrastò la musica,
raggelandomi. Mi
voltai e vidi un uomo a terra e Zayn che prendeva Perrie per portarla
via. Ma
mentre si incamminava verso l’uscita, l’uomo si
rialzò e buttò Zayn a terra.
Perrie corse via mentre Zayn era ancora steso sul pavimento. A quella
vista mi
sentì mancare l’aria. Con un cenno feci capire a
Josh che qualcosa non andava e
quando vide la scena chiamò gli altri e andò ad
aiutare il mio migliore amico
che nel frattempo era stato colpito più volte
dall’uomo messo a cavalcioni su
Zayn. Si avventarono tutti e cinque su di lui mentre Zayn non si
muoveva steso
al suolo. In quel momento mi sentì mancare la terra sotto ai
piedi. Senza
neanche rendermene conto gli corsi incontro e mi inginocchiai a terra
di fianco
a lui.
-N-non
p-pian-gere p-per
me..- mi sussurrò Zayn che era tutto dolorante. Solo a
quelle parole mi accorsi
delle immense lacrime che cadevano dal mio viso bagnandogli il petto.
-Perché?
Perché lo hai
fatto? Perché hai attaccato quell’uomo?
Perché? Che cosa aveva fatto di male?
Perché ti sei voluto ritrovare in questo stato? Sei il mio
migliore amico, come
posso non piangere a vederti così?- gli urlai istericamente
contro.
-
B-Beck..- una fitta al
cuore. Era l’unico a chiamarmi così. - l-lo s-sai
che i-io n-non meno p-per
d-divertimento..- volevo dirgli che era vero. Che lo conoscevo. Che non
lo
avrebbe mai fatto. Ma l’unica cosa che feci fu piangere
ancora più forte. - Ha
t-trattato m-male P-Perrie.- altra fitta al cuore. Per difendere quella
stupida
che era fuggita via senza preoccuparsi di lui era stato disposto anche
a farsi
menare da un uomo tre volte più grosso di lui.
-Sei
uno stupido. Potevi
semplicemente portarla via anzi che tirargli un pugno.- sussurrai tra i
singhiozzi. Non so se mi sentì perché chiese
–D-Dov’è lei?-
-È
fuggita, Zay. È corsa via
piangendo lasciandoti qui da solo, a terra, senza fregarsene di te.-
solo dopo
aver detto quelle parole mi resi conto che non avrei mai dovuto dirle.
Avrebbe
potuto capire tutto. In fondo non è uno stupido.
-C-Come
è f-fuggita?- mi
chiese confuso.
-È
corsa via. È uscita dal
locale. Se ne è andata. Come te lo devo dire? È
andata via lasciandoti qui a
farti massacrare.- e ricominciai a piangere.
Passò
qualche minuto in cui
piansi e basta. Solo dopo mi resi conto di quanto male fosse ridotto.
Aveva il
labbro spaccato, lo zigomo sinistro gonfio e viola, un taglio vicino
l’occhio
destro e si lamentava di dolori su tutto il busto.
Quando
alzai lo sguardo vidi
che i ragazzi erano riusciti a fermare quell’uomo e a farlo
portare fuori dalla
sicurezza.
Ci
corsero incontro e
chiesero a Zayn come stava. Nel frattempo El e Danielle erano venute a
fianco a
me, mi avevano fatta alzare e mi avevano dato un bicchiere
d’acqua. Appena mi
ripresi voletti tornare da Zayn e stargli vicino. Sapevo che aveva
bisogno di
me. Ero la sua migliore amica da quando avevamo tre anni e non ci
eravamo mai
staccati. Ero sempre stata la persona a cui chiedere aiuto, la persona
che gli
era sempre accanto e che voleva sempre al suo fianco. Ormai sapevano
tutti che
se diceva che voleva stare da solo era me che voleva.
Così
mi portarono dai
ragazzi che nel frattempo lo avevano fatto sdraiare su un divanetto
mentre
aspettavano l’ambulanza. Mentre mi avvicinavo sentivo Liam
parlare agli altri
–Potete lasciarci soli? Devo parlare un attimo con lui.-
-No,
Liam. Io non parlo con
nessuno. Io voglio che mi lasciate stare. Sto bene. Dite
all’ambulanza di non
venire. Me la cavo da solo. Me la sono sempre cavata da solo e sempre
lo farò.
Fatemi riposare un attimo in pace da solo.- Avevo quasi voglia di
ridere.
-Che
stronzate dici, eh,
Zayn? Da solo un cazzo! IO ti ho sempre aiutato e sempre lo
farò. Tu da solo
non ci stai. Chissà che cazzo ti salta in testa se ti
lasciamo da solo.-
sbottai io ormai alle spalle dei ragazzi.
-Ragazzi,
lasciateci soli.
Ci penso io a farlo ragionare. Tra quanto arriva l’ambulanza?-
-Hanno
detto che ci vorrà
minimo mezz’ora.- mi rispose titubante Niall. Sapeva che in
quel momento sarei
potuta sbottare per tutto.
-Bene,
grazie Niall. Ora ci
lasciate soli?-
Josh
si avvicinò a me e mi
chiese se ero sicura. –Sì, tranquillo. So cosa
faccio.- gli risposi e lui capì.
Me lo aveva chiesto perché sapeva come stavo male in quelle
situazioni e non
poterne parlare mi faceva stare peggio. Se poi dovevo stare da sola con
Zayn
ero proprio distrutta. Ma avevo deciso di continuare a soffrire io pur
di far
star meglio lui.
Quando
fummo rimasti solo io
e il mio migliore amico mi avvicinai al divanetto, alzai piano la testa
di Zayn
e la appoggiai sulle mie gambe una volta seduta. Mi guardava fisso, non
sapeva
che cosa volessi fare o dirgli, ma sapeva che di solito entro poco
tempo avrei
iniziato un lungo discorso. A volte lo facevo da incazzata, altre da
triste,
altre ancora da scocciata e altre gli parlavo come una mamma parla a
suo figlio
cercando di farlo ragionare. Ma quella volta non avevo voglia di
parlare.
Iniziai
ad accarezzargli i
capelli. Sapevo che di solito gli dava fastidio che qualcuno glieli
toccava ma
un giorno mi disse che se ero io a farlo lui si rilassava. Dopo dieci
minuti di
silenzio puntò i suoi occhi nei miei e mi chiese
–Beck, perché fai sempre tutto
questo per me? Perché ci sei costantemente? Non mi dici mai
di no, mai che hai
da fare. Trovi sempre il modo di essere al mio fianco, in ogni
situazione.
Anche se ho torto mi fai passare dalla parte della ragione davanti agli
altri e
poi mi fai capire che ho sbagliato. Perché cerchi sempre di
farmi stare bene e
non me lo fai mai pesare? Non sei manca stanca di me e tutti i guai che
combino. Perché?-
A
quelle parole mi bloccai.
L’unica risposta soddisfacente che avrei potuto dargli era
dirgli che lo amavo.
Da anni, ormai. Ma non potevo farlo. Io non potevo renderlo felice
quanto
meritava. Doveva trovare la ragazza giusta, quella per la quale lui
sarebbe
stato tutto il suo mondo, tutto ciò di cui aveva bisogno. E
nel frattempo
avrebbe avuto me al suo fianco, pronta a sorreggerlo se fosse
inciampato,
pronta ad aiutarlo a rialzarsi se fosse caduto, pronta a incitarlo a
continuare
a lottare per ciò che voleva e ad andare avanti.
-Sono
la tua migliore amica,
è normale che sia così.- risposi atona. Avrei
voluto essere molto più
convincente ma quelle domande mi avevano sconvolta.
-No,
non ci credo. Non può
essere solo per quello. Anche gli altri sono i miei migliori amici
eppure sono
sicuro che Liam avrebbe voluto urlarmi contro che non ne poteva
più di tutte
queste liti.-
Ne
ero certa anche io, ma
non potevo dirglielo. Dovevo tirarlo su di morale, non farlo
rattristare ancor
di più. –No, non è vero. Sai che Liam
non ti urlerebbe mai contro. È troppo
rispettoso.- scherzai sforzandomi di sorridere.
Un
sorriso gli illuminò il
volto. Non era uno di quelli grossi, belli e che gli coprivano tutto il
viso e
gli accendevano gli occhi. Era un piccolo accenno, ma in quel momento
non
potevo chiedere di più e alla sua vista il mio cuore perse
un battito. –Sì,
forse hai ragione. Me lo avrebbe detto sussurrando perché si
sarebbe sentito in
colpa a dirmelo. Si sarebbe sentito come se non fosse un buon amico.
Anche se
qui quello che sbaglia sempre sono io. E ho pure rovinato la festa a
Lou e El.-
Bene,
ero riuscita a sviare
il discorso. Ero riuscita a distrarlo. –Tranquillo, sono
sicura che ti hanno
già perdonato. E poi appena sapranno perché lo
hai fatto non potranno essere
arrabbiati con te. Ti vogliono bene anche loro, lo sai.-
-ANCHE
loro? Perché chi
altro c’è?-
-Ma
sei stupido? Io non
esisto per te?- e feci finta di mettere il broncio, anche se avrei
voluto
scoppiare a piangere e gridargli che io non gli volevo bene. Io lo
amavo.
-Ma
che scherzi? Sei la
persona più importante della mia vita, come puoi non
esistere? Era solo..- e
sussurrò qualcosa che capì come ‘che
speravo che contassi qualcosa di più per
te’. –niente- si corresse poi. Ma quelle parole mi
giravano in testa. Aveva
davvero detto tutto ciò? Aveva davvero detto che ero la
persona più importante
della sua vita? Aveva davvero detto che sperava che per me fosse
qualcosa di
più? O ero io che avevo sentito male? Che avevo confuso
delle parole senza
senso con parole che mi avrebbero fatta sognare? Eppure le avevo
percepite così
bene, anche se le aveva appena mormorate. Mi sentì avvampare.
-Che
hai?- mi chiese dopo
qualche istante. Non gli potevo nascondere niente. Ero un libro aperto
per lui.
-No,
niente. Stavo
pensando.- risposi vaga.
-A
cosa?- mi domandò
curioso.
‘A
quanto avrei sofferto se
ti avessi perso. A quanto avrei fatto di tutto per far soffrire quella
stronza
che ti ha abbandonato lì come un cane. Alla voglia che avrei
avuto di trovare
quel bastardo e spaccargli la faccia con le mie stesse mani.’
Avrei voluto
rispondere. Ma dissi soltanto –Niente di importante.-
Ma
una lacrima traditrice mi
solcò la guancia e Zay se ne accorse. Me la
asciugò con il pollice. –Deve
essere importante per farti piangere.-
-Sei
così stupido, Zayn.-
risposi stanca senza accorgermene. Me ne pentì
all’istante ma ormai non potevo
rimangiarmi quelle parole. La sua faccia era sconvolta e dalla sua
espressione
capì che stava cercando un motivo alla mia affermazione, ma
non ne trovava. In
fondo, come poteva immaginare che ero impazzita per lui?
-C’entra
per caso col motivo
per cui mi stai sempre vicino? Hai sviato bene il discorso ma non ci
sono
cascato.- mi sembrava troppo bello per essere vero. Ero brava con
questi
trucchetti ma Zayn mi conosceva e dovevo immaginare che con lui non
funzionavano più.
Prese
il mio silenzio come
un consenso. –Allora? Mi vuoi dire perché lo fai?
Perché ovunque sono,
qualsiasi cosa stia facendo, so di poter contare su di te?-
Scossi
la testa per fargli
capire che non glielo avrei detto. Non potevo cedere adesso e sapevo
che se
avessi aperto bocca avrei svelato tutto.
-Perché?
Ci siamo sempre
detti tutto. Perché non mi puoi dire questo? Siamo solo io e
te. Nessuno può
sentirci, nessun altro c’entra qualcosa. È solo
tra me e te. Ti prego dimmelo o
non riuscirò a darmi pace.-
In
quel momento arrivò Harry
che ci avvisò che era arrivata l’ambulanza. Dallo
sguardo di Zayn capì che il
discorso era solo rimandato di poche ore, ma che non gli sarei
sfuggita. Avrei
dovuto trovare una scusa. E in fretta.
Mentre
lo portavano dentro
l’ambulanza i medici chiesero a Zayn se voleva che qualcuno
salisse per stargli
accanto. I suoi occhi si fissarono sui miei e capì che era
me che voleva, così
affermai –Vengo io-
Gli
altri mi guardarono e
annuirono. Sapevano che il nostro era un rapporto speciale e nessuno lo
avrebbe
aiutato e confortato quanto me. E poi ci avrebbero raggiunti in
ospedale.
Per
tutto il tragitto gli
tenni la mano mentre i medici gli facevano domande e iniziavano a
medicarlo.
Ad
un tratto una ragazza mi
chiese se avessi visto cosa era successo e le raccontai ciò
che vidi. Mi disse
che molto probabilmente in ospedale lo avrei dovuto raccontare anche a
dei
poliziotti ma intanto a lei serviva saperlo per medicarlo al meglio.
Dopo
circa venti minuti di
viaggio arrivammo in ospedale e lo portarono in una sala
d’aspetto dove però
c’erano i soliti lettini d’ospedale e ci dissero
che insieme a lui era meglio
che ci stesse una sola persona alla volta.
Fu
lui a rompere il
silenzio. -Allora? Abbiamo un discorso in sospeso io e te, mi pare.-
-Zay,
per favore non ora.
Sono troppo sconvolta.- dovevo riuscire a guadagnare altro tempo.
-No,
adesso. Io devo
sapere.-
-Cosa
vuoi che ti dica? Sei
il fratello che non ho mai avuto. Mi sei stato accanto quando ho perso
mia
sorella mentre il mondo se ne è fregato. E poi ti capisco,
io sono come te.
Anche io mi caccio sempre nei guai e anche tu ci sei sempre per me.
Quindi è
reciproco, no? Potrei farti la stessa domanda e sono sicura che tu mi
risponderesti allo stesso modo.-
-No,
non è vero.- disse lui.
-Cosa
intendi dire?- ero
confusa. Che significavano le sue parole?
-Io
non ti direi che sei
come una sorella per me. Tu sei molto di più. Tu non sei
come me, sei migliore.
Le cavolate le fai senza far male alle persone e te ne tiri fuori da
sola e poi
chiami me per raccontarmele e riderci insieme. Tu sei più
forte di me. Non hai
bisogno di me. Anzi, forse se non fossimo ‘amici’
avresti anche meno problemi.
Rimasi
allibita a quelle
parole. Aveva pronunciato la parola amici con tono schifato, come se
non
volesse più essere mio amico. E poi come poteva pensare che
io non avevo
bisogno di lui? Era la mia aria, il mio ossigeno, il sole che
illuminava le mie
giornate e le stelle a cui chiedevo consiglio la notte. Era vitale per
me.
-Non
dirlo neanche per
scherzo.- dissi seria. Mi guardò sorpreso.
-Non
sto scherzando. Sono
serissimo.-
-Cosa
vuoi dire? Che non
vuoi più essere mio amico? Che non sono più
abbastanza per te? O ho forse
sbagliato qualcosa? Magari ti sto troppo appiccicata e ti senti
oppresso. Beh,
se è questo che intendi ti lascio solo anche subito.- feci
per alzarmi ma mi
bloccò il polso con una mano. A quel gesto non
riuscì a trattenere un gemito di
dolore. Era tutto dolorante e non riusciva a muoversi bene. Gli aveva
fatto
male afferrarmi il polso.
-Non
ti sforzare, lo sai che
ti fa male. E io non voglio vederti soffrire.- le ultime parole furono
come un
soffio.
-Tu
non te ne andare e io
non mi muovo. Sarei capace di alzarmi anche adesso pur di non lasciarti
andare
via.- annuì con la testa e mi misi seduta sulla sedia di
fianco al letto.
-Ok,
rimango qui. Ma ora
cerca di rilassarti e magari di riposare. Ti farebbe bene dormire un
po’.-
-No.
Prima mi spieghi perché
hai pensato che io non volessi più averti come amica. Prima
ti ho detto che sei
la persona più importante della mia vita. Come potrei dirti
ora che non ti
voglio più al mio fianco?-
Aveva
ragione. Non aveva
fatto altro che dirmi che per lui contavo davvero tanto e io me ne
stavo
andando lasciandolo lì, da solo, come aveva fatto Perrie
giusto un’ora prima,
solo per delle stupide paranoie.
-Hai
ragione, scusa.- ma non
gli bastava. Voleva ancora sapere perché facevo tutto
questo. –Non mi lascerai
andare fino a che non ti avrò detto perché lo
faccio, vero?-
-Finalmente
lo hai capito.
Ti terrò qui con tutte le mie forze fino a che non
saprò la verità.-
-Allora
avevo ragione,
prima. Sei davvero stupido.- dissi riferendomi a quando eravamo ancora
su quel
divanetto. –Come fai a non capirlo? Recito davvero
così bene la parte
dell’amica?- chiesi triste.
Pensavo
che avesse capito
con quelle parole e invece la sua espressione si fece se possibile
ancora più
cupa. –Cosa intendi? Che sei tu quella che non vuole
più la nostra amicizia?-
sembrava spaventato. Ma davvero pensava che lo avrei abbandonato?
-No,
Zayn. Io non voglio più
essere tua amica.- e il mio cuore perse un battito
all’espressione ferita di
Zayn. Ciò mi porto a continuare più veloce che
mai. Non potevo aspettare che mi
interrompesse per chiedermi di andare via e non farmi più
vedere. –Io voglio
qualcosa di più. Non voglio che tu mi chiami per
consigliarti per fare pace con
la tua ragazza. Voglio che mi chiami per chiedermi scusa
perché hai litigato
con me. Voglio che quando abbraccio un ragazzo tu sia geloso almeno un
centesimo di quanto lo sono io quando tu solo saluti una ragazza.
Voglio che le
bellissime sorprese che hai sempre fatto alle tue ragazze siano per me,
perché
se fosse anche solo una rosa sarebbe data con il cuore e varrebbe
più di
qualsiasi altra cosa. Voglio poterti chiamare alle due di notte per
dirti che
mi manchi anche se non ti vedo da sole due ore. Voglio poter dire di
appartenerti e poter dire che tu sei mio e che se qualcuna prova anche
solo a
sfiorarti io la uccido. Voglio poterti dire che ti amo fino a non avere
più
fiato per ogni secondo della mia vita. Ma io non ti merito. Quindi
continuerò a
starti vicino, in ogni situazione, per qualsiasi motivo, mettendoti
sempre al
primo posto. E quando avrai trovato la ragazza che ti fa davvero
battere forte
il cuore ti aiuterò a conquistarla perché se
anche il dolore mi devasterà saprò
che tu sei felice ed è questo tutto ciò che mi
importa.- Avevo parlato per
tutto il tempo senza fermarmi, fissando il pavimento e piangendo solo
al
pensiero di vederlo con un’altra ragazza.
Zayn
mi prese il mento con
una mano e mi alzò il viso per far sì che i
nostri occhi si incrociassero.
-Da
quanto tempo vuoi tutto
ciò?-
-Anni
Zayn, anni. Sette, per
la precisione. Sette anni che nascondo i miei sentimenti per te. Sette
anni che
mi dico che prima o poi qualcuno riuscirà a farmi sentire
speciale almeno un
millesimo di quanto lo fai tu. Sette anni che la notte sogno di
baciarti. Sette
anni che soffro in silenzio. Vuoi sapere quando lo ho capito?-
Mi
annuì soltanto.
-Quando
quel pomeriggio,
dopo essere stata presa in giro a scuola per l’ennesima volta
dalle nostre
compagne perché mia sorella ha guidato da ubriaca ed
è morta il giorno del suo
compleanno, tu mi hai presa, mi hai portata in giardino anche se gli
insegnanti
ci dicevano di rientrare e mi hai detto..-
-Loro
non capiscono. Tua
sorella non era ubriaca. L’avevano drogata e non è
stata colpa sua. Ma non ti
preoccupare, ci sono io qui con te.- Finì lui la frase al
posto mio.
-Ti
ricordi di quel giorno?-
chiesi sorpresa-
-Come
potrei scordarlo? È
stato il giorno in cui ho promesso a me stesso che ti avrei tenuta
lontana da
ogni pericolo, che ti avrei difesa anche al posto della vita, che ti
avrei
fatta sentire amata e speciale. Il giorno in cui mi sono ripromesso di
non
lasciarti mai da sola, di starti accanto per sempre a qualunque costo.-
fece
una lunga pausa. -È stato il giorno in cui anche io ho
capito di amarti.-
In
quel momento sentivo il
mio cuore scoppiare dalla felicità. Se non fossimo stati in
ospedale mi sarei
messa a gridare e saltare dalla gioia. Avrei gridato al mondo intero
che la
ragione del mio sorriso mi amava quanto la amavo io.
Ma
in quel momento l’unica
cosa che feci fu far incontrare dopo tanto, troppo tempo le nostre
labbra. Avevo
desiderato così a lungo di sentire quanto fossero morbide,
di sentire il loro
sapore, di poterlo baciare mentre gli accarezzavo la nuca e i capelli.
E per
quanto ne sapevo adesso, era lo stesso anche per lui.
Ci
staccammo per riprendere
fiato e, guardandomi negli occhi, mi sussurrò –Ti
amo-
Io
sorrisi imbarazzata ma
felice e risposi –Anche io, Zayn, con tutto il cuore.-
*2
anni dopo*
31
dicembre ore 23:59:30
Tra
poco inizierà il conto
alla rovescia e io sono a Parigi, con Zayn, sulla Tour Eiffel e un
bicchiere di
champagne in mano. La vista è davvero bellissima ma
è niente in confronto alla
bellezza del ragazzo di fianco a me. Il MIO ragazzo.
-10!-
Sento la mia mano
essere afferrata da quella di Zayn.
-9!-
Con la mano libera lo
vedo cercare qualcosa nella tasca dei pantaloni.
-8!-
Si inginocchia mentre tira
fuori una scatolina rossa.
-7!-
Apre la scatolina
lasciandomi ammirare un bellissimo anello con dimante e dicendo.
–Beck..-
-6!-
-..vuoi..-
-5!-
-..diventare..-
-4!-
-..mia..-
-3!-
-..moglie?-
-2!-
un enorme sorriso mi
compare in volto e una lacrima scende sul mio viso.
-1!-
-Sì..- mormoro
emozionata.
-Buon anno!!- si alza, mi mette l’anello al dito e mi stampa un dolcissimo bacio a stampo a cui io però non riesco a limitarmi. Così faccio incontrare le nostre lingue e in quel momento so di avere tutto ciò di cui ho bisogno: lui.
*Angolo
autrice*
Ciao
a tutte!
Intanto
vorrei
ringraziarvi per essere arrivate fino a qui.
È
la mia prima
OS e ho paura di come possa essere venuta.
A
me non piace
molto perché mi sembra troppo ovvia, però ci ho
messo il cuore e spero davvero
tanto vi sia piaciuta.
Se
avete
voglia di scrivermi una recensione ve ne sarei
davvero grata o se no vi ringrazio lo stesso con tutto il
cuore per aver
letto e aver condiviso con me questa OS che spero vi abbia fatte
emozionare.
Mi
dileguo..
lol
Tao-Tao!
#Shè