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Autore: SheAndOneD    17/03/2013    2 recensioni
-Allora avevo ragione, prima. Sei davvero stupido.- dissi riferendomi a quando eravamo ancora su quel divanetto. –Come fai a non capirlo? Recito davvero così bene la parte dell’amica?- chiesi triste.
***
-No, Zayn. Io non voglio più essere tua amica.- e il mio cuore perse un battito all’espressione ferita di Zayn. –Io voglio qualcosa di più.-
***
-Vuoi sapere quando l'ho capito?-
Mi annuì soltanto.
-Quando quel pomeriggio, dopo essere stata presa in giro a scuola per l’ennesima volta dalle nostre compagne perché mia sorella ha guidato da ubriaca ed è morta il giorno del suo compleanno, tu mi hai presa, mi hai portata in giardino anche se gli insegnanti ci dicevano di rientrare e mi hai detto..-
-Loro non capiscono. Tua sorella non era ubriaca. L’avevano drogata e non è stata colpa sua. Ma non ti preoccupare, ci sono io qui con te.- Finì lui la frase al posto mio.
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Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella sera ero uscita con il mio ragazzo e i miei migliori amici. Eravamo appena arrivati in discoteca e ci eravamo diretti al bar per brindare alla coppia che dopo tre lunghi anni si era riuscita a formare: Louis e Eleonor. Per El era stato un colpo di fulmine, amore a prima vista. Lou, invece, ci aveva messo un paio d’anni per capire che si era innamorato e un altro anno per dichiararsi.

Ma alla fine erano riusciti a mettersi insieme e noi non potevamo essere più felici.

Così ci ritrovammo tutti intorno ad un enorme tavolo tondo con uno schiantino di vodka in mano per brindare. Dopo aver bevuto mi girai verso Josh (il mio ragazzo) e gli sorrisi. Lui mi avvicinò a sé prendendomi i fianchi e mi stampò un dolcissimo bacio sulle labbra. Sapevamo entrambi di vodka ma non ci facemmo molto caso.

Lo presi per mano e ci dirigemmo verso il centro della pista. Avevo voglia di ballare, divertirmi e non pensare a nient’altro.

-Ehi, piccola, ti vuoi scatenare stasera, vero?- mi chiese Josh baciandomi il collo.

Neanche gli risposi. Mi girai semplicemente e mi impossessai di quelle bellissime labbra che si ritrovava. Fu un bacio molto passionale. In quel momento, quando aprì gli occhi mi sembrò per un attimo di vedere Zayn rattristarsi, ma non gli diedi molta importanza.

Non poteva essere che il mio migliore amico di cui ero segretamente e pazzamente innamorata fosse triste nel vedermi con un altro. Era impossibile. E poi lui era già fidanzato.

L’unica persona che sapeva che ero cotta di Zayn era Josh. E allora perché stava con me? Beh, diciamo che entrambi volevamo far ingelosire qualcuno e quindi ci aiutavamo a vicenda e nel frattempo ci divertivamo. Sapevamo entrambi che in realtà noi eravamo ottimi amici ma nessuno lo aveva mai capito.

Dopo poco anche gli altri ci raggiunsero. Liam con Danielle, Louis con Eleonor, Harry e Niall con due ragazze appena conosciute.. e Zayn.. Zayn con Perrie.

Ovviamente stavo morendo di gelosia ma non potevo darlo a vedere. Agli occhi degli altri ero fidanzata ed ero amica di Perrie. Ma in realtà lei non mi era mai piaciuta.

Ci stavamo divertendo e dopo un paio d’ore erano tutti più o meno brilli. Io e Liam eravamo gli unici che si fermavano subito dopo lo schiantino che apriva la serata. Lui perché aveva dei problemi a un rene io perché non ho mai amato l’alcool e bevevo solo perché se no i miei amici me l’avrebbero fatta pagare con qualche scherzetto.

Ad un certo punto un tonfo proveniente dal corridoio per il bagno sovrastò la musica, raggelandomi. Mi voltai e vidi un uomo a terra e Zayn che prendeva Perrie per portarla via. Ma mentre si incamminava verso l’uscita, l’uomo si rialzò e buttò Zayn a terra. Perrie corse via mentre Zayn era ancora steso sul pavimento. A quella vista mi sentì mancare l’aria. Con un cenno feci capire a Josh che qualcosa non andava e quando vide la scena chiamò gli altri e andò ad aiutare il mio migliore amico che nel frattempo era stato colpito più volte dall’uomo messo a cavalcioni su Zayn. Si avventarono tutti e cinque su di lui mentre Zayn non si muoveva steso al suolo. In quel momento mi sentì mancare la terra sotto ai piedi. Senza neanche rendermene conto gli corsi incontro e mi inginocchiai a terra di fianco a lui.

-N-non p-pian-gere p-per me..- mi sussurrò Zayn che era tutto dolorante. Solo a quelle parole mi accorsi delle immense lacrime che cadevano dal mio viso bagnandogli il petto.

-Perché? Perché lo hai fatto? Perché hai attaccato quell’uomo? Perché? Che cosa aveva fatto di male? Perché ti sei voluto ritrovare in questo stato? Sei il mio migliore amico, come posso non piangere a vederti così?- gli urlai istericamente contro.

- B-Beck..- una fitta al cuore. Era l’unico a chiamarmi così. - l-lo s-sai che i-io n-non meno p-per d-divertimento..- volevo dirgli che era vero. Che lo conoscevo. Che non lo avrebbe mai fatto. Ma l’unica cosa che feci fu piangere ancora più forte. - Ha t-trattato m-male P-Perrie.- altra fitta al cuore. Per difendere quella stupida che era fuggita via senza preoccuparsi di lui era stato disposto anche a farsi menare da un uomo tre volte più grosso di lui.

-Sei uno stupido. Potevi semplicemente portarla via anzi che tirargli un pugno.- sussurrai tra i singhiozzi. Non so se mi sentì perché chiese –D-Dov’è lei?-

-È fuggita, Zay. È corsa via piangendo lasciandoti qui da solo, a terra, senza fregarsene di te.- solo dopo aver detto quelle parole mi resi conto che non avrei mai dovuto dirle. Avrebbe potuto capire tutto. In fondo non è uno stupido.

-C-Come è f-fuggita?- mi chiese confuso.

-È corsa via. È uscita dal locale. Se ne è andata. Come te lo devo dire? È andata via lasciandoti qui a farti massacrare.- e ricominciai a piangere.

Passò qualche minuto in cui piansi e basta. Solo dopo mi resi conto di quanto male fosse ridotto. Aveva il labbro spaccato, lo zigomo sinistro gonfio e viola, un taglio vicino l’occhio destro e si lamentava di dolori su tutto il busto.

Quando alzai lo sguardo vidi che i ragazzi erano riusciti a fermare quell’uomo e a farlo portare fuori dalla sicurezza.

Ci corsero incontro e chiesero a Zayn come stava. Nel frattempo El e Danielle erano venute a fianco a me, mi avevano fatta alzare e mi avevano dato un bicchiere d’acqua. Appena mi ripresi voletti tornare da Zayn e stargli vicino. Sapevo che aveva bisogno di me. Ero la sua migliore amica da quando avevamo tre anni e non ci eravamo mai staccati. Ero sempre stata la persona a cui chiedere aiuto, la persona che gli era sempre accanto e che voleva sempre al suo fianco. Ormai sapevano tutti che se diceva che voleva stare da solo era me che voleva.

Così mi portarono dai ragazzi che nel frattempo lo avevano fatto sdraiare su un divanetto mentre aspettavano l’ambulanza. Mentre mi avvicinavo sentivo Liam parlare agli altri –Potete lasciarci soli? Devo parlare un attimo con lui.-

-No, Liam. Io non parlo con nessuno. Io voglio che mi lasciate stare. Sto bene. Dite all’ambulanza di non venire. Me la cavo da solo. Me la sono sempre cavata da solo e sempre lo farò. Fatemi riposare un attimo in pace da solo.- Avevo quasi voglia di ridere.

-Che stronzate dici, eh, Zayn? Da solo un cazzo! IO ti ho sempre aiutato e sempre lo farò. Tu da solo non ci stai. Chissà che cazzo ti salta in testa se ti lasciamo da solo.- sbottai io ormai alle spalle dei ragazzi.

-Ragazzi, lasciateci soli. Ci penso io a farlo ragionare. Tra quanto arriva l’ambulanza?-

-Hanno detto che ci vorrà minimo mezz’ora.- mi rispose titubante Niall. Sapeva che in quel momento sarei potuta sbottare per tutto.

-Bene, grazie Niall. Ora ci lasciate soli?-

Josh si avvicinò a me e mi chiese se ero sicura. –Sì, tranquillo. So cosa faccio.- gli risposi e lui capì. Me lo aveva chiesto perché sapeva come stavo male in quelle situazioni e non poterne parlare mi faceva stare peggio. Se poi dovevo stare da sola con Zayn ero proprio distrutta. Ma avevo deciso di continuare a soffrire io pur di far star meglio lui.

Quando fummo rimasti solo io e il mio migliore amico mi avvicinai al divanetto, alzai piano la testa di Zayn e la appoggiai sulle mie gambe una volta seduta. Mi guardava fisso, non sapeva che cosa volessi fare o dirgli, ma sapeva che di solito entro poco tempo avrei iniziato un lungo discorso. A volte lo facevo da incazzata, altre da triste, altre ancora da scocciata e altre gli parlavo come una mamma parla a suo figlio cercando di farlo ragionare. Ma quella volta non avevo voglia di parlare.

Iniziai ad accarezzargli i capelli. Sapevo che di solito gli dava fastidio che qualcuno glieli toccava ma un giorno mi disse che se ero io a farlo lui si rilassava. Dopo dieci minuti di silenzio puntò i suoi occhi nei miei e mi chiese –Beck, perché fai sempre tutto questo per me? Perché ci sei costantemente? Non mi dici mai di no, mai che hai da fare. Trovi sempre il modo di essere al mio fianco, in ogni situazione. Anche se ho torto mi fai passare dalla parte della ragione davanti agli altri e poi mi fai capire che ho sbagliato. Perché cerchi sempre di farmi stare bene e non me lo fai mai pesare? Non sei manca stanca di me e tutti i guai che combino. Perché?-

A quelle parole mi bloccai. L’unica risposta soddisfacente che avrei potuto dargli era dirgli che lo amavo. Da anni, ormai. Ma non potevo farlo. Io non potevo renderlo felice quanto meritava. Doveva trovare la ragazza giusta, quella per la quale lui sarebbe stato tutto il suo mondo, tutto ciò di cui aveva bisogno. E nel frattempo avrebbe avuto me al suo fianco, pronta a sorreggerlo se fosse inciampato, pronta ad aiutarlo a rialzarsi se fosse caduto, pronta a incitarlo a continuare a lottare per ciò che voleva e ad andare avanti.

-Sono la tua migliore amica, è normale che sia così.- risposi atona. Avrei voluto essere molto più convincente ma quelle domande mi avevano sconvolta.

-No, non ci credo. Non può essere solo per quello. Anche gli altri sono i miei migliori amici eppure sono sicuro che Liam avrebbe voluto urlarmi contro che non ne poteva più di tutte queste liti.-

Ne ero certa anche io, ma non potevo dirglielo. Dovevo tirarlo su di morale, non farlo rattristare ancor di più. –No, non è vero. Sai che Liam non ti urlerebbe mai contro. È troppo rispettoso.- scherzai sforzandomi di sorridere.

Un sorriso gli illuminò il volto. Non era uno di quelli grossi, belli e che gli coprivano tutto il viso e gli accendevano gli occhi. Era un piccolo accenno, ma in quel momento non potevo chiedere di più e alla sua vista il mio cuore perse un battito. –Sì, forse hai ragione. Me lo avrebbe detto sussurrando perché si sarebbe sentito in colpa a dirmelo. Si sarebbe sentito come se non fosse un buon amico. Anche se qui quello che sbaglia sempre sono io. E ho pure rovinato la festa a Lou e El.-

Bene, ero riuscita a sviare il discorso. Ero riuscita a distrarlo. –Tranquillo, sono sicura che ti hanno già perdonato. E poi appena sapranno perché lo hai fatto non potranno essere arrabbiati con te. Ti vogliono bene anche loro, lo sai.-

-ANCHE loro? Perché chi altro c’è?-

-Ma sei stupido? Io non esisto per te?- e feci finta di mettere il broncio, anche se avrei voluto scoppiare a piangere e gridargli che io non gli volevo bene. Io lo amavo.

-Ma che scherzi? Sei la persona più importante della mia vita, come puoi non esistere? Era solo..- e sussurrò qualcosa che capì come ‘che speravo che contassi qualcosa di più per te’. –niente- si corresse poi. Ma quelle parole mi giravano in testa. Aveva davvero detto tutto ciò? Aveva davvero detto che ero la persona più importante della sua vita? Aveva davvero detto che sperava che per me fosse qualcosa di più? O ero io che avevo sentito male? Che avevo confuso delle parole senza senso con parole che mi avrebbero fatta sognare? Eppure le avevo percepite così bene, anche se le aveva appena mormorate. Mi sentì avvampare.

-Che hai?- mi chiese dopo qualche istante. Non gli potevo nascondere niente. Ero un libro aperto per lui.

-No, niente. Stavo pensando.- risposi vaga.

-A cosa?- mi domandò curioso.

‘A quanto avrei sofferto se ti avessi perso. A quanto avrei fatto di tutto per far soffrire quella stronza che ti ha abbandonato lì come un cane. Alla voglia che avrei avuto di trovare quel bastardo e spaccargli la faccia con le mie stesse mani.’ Avrei voluto rispondere. Ma dissi soltanto –Niente di importante.-

Ma una lacrima traditrice mi solcò la guancia e Zay se ne accorse. Me la asciugò con il pollice. –Deve essere importante per farti piangere.-

-Sei così stupido, Zayn.- risposi stanca senza accorgermene. Me ne pentì all’istante ma ormai non potevo rimangiarmi quelle parole. La sua faccia era sconvolta e dalla sua espressione capì che stava cercando un motivo alla mia affermazione, ma non ne trovava. In fondo, come poteva immaginare che ero impazzita per lui?

-C’entra per caso col motivo per cui mi stai sempre vicino? Hai sviato bene il discorso ma non ci sono cascato.- mi sembrava troppo bello per essere vero. Ero brava con questi trucchetti ma Zayn mi conosceva e dovevo immaginare che con lui non funzionavano più.

Prese il mio silenzio come un consenso. –Allora? Mi vuoi dire perché lo fai? Perché ovunque sono, qualsiasi cosa stia facendo, so di poter contare su di te?-

Scossi la testa per fargli capire che non glielo avrei detto. Non potevo cedere adesso e sapevo che se avessi aperto bocca avrei svelato tutto.

-Perché? Ci siamo sempre detti tutto. Perché non mi puoi dire questo? Siamo solo io e te. Nessuno può sentirci, nessun altro c’entra qualcosa. È solo tra me e te. Ti prego dimmelo o non riuscirò a darmi pace.-

In quel momento arrivò Harry che ci avvisò che era arrivata l’ambulanza. Dallo sguardo di Zayn capì che il discorso era solo rimandato di poche ore, ma che non gli sarei sfuggita. Avrei dovuto trovare una scusa. E in fretta.

Mentre lo portavano dentro l’ambulanza i medici chiesero a Zayn se voleva che qualcuno salisse per stargli accanto. I suoi occhi si fissarono sui miei e capì che era me che voleva, così affermai –Vengo io-

Gli altri mi guardarono e annuirono. Sapevano che il nostro era un rapporto speciale e nessuno lo avrebbe aiutato e confortato quanto me. E poi ci avrebbero raggiunti in ospedale.

Per tutto il tragitto gli tenni la mano mentre i medici gli facevano domande e iniziavano a medicarlo.

Ad un tratto una ragazza mi chiese se avessi visto cosa era successo e le raccontai ciò che vidi. Mi disse che molto probabilmente in ospedale lo avrei dovuto raccontare anche a dei poliziotti ma intanto a lei serviva saperlo per medicarlo al meglio.

Dopo circa venti minuti di viaggio arrivammo in ospedale e lo portarono in una sala d’aspetto dove però c’erano i soliti lettini d’ospedale e ci dissero che insieme a lui era meglio che ci stesse una sola persona alla volta.

Fu lui a rompere il silenzio. -Allora? Abbiamo un discorso in sospeso io e te, mi pare.-

-Zay, per favore non ora. Sono troppo sconvolta.- dovevo riuscire a guadagnare altro tempo.

-No, adesso. Io devo sapere.-

-Cosa vuoi che ti dica? Sei il fratello che non ho mai avuto. Mi sei stato accanto quando ho perso mia sorella mentre il mondo se ne è fregato. E poi ti capisco, io sono come te. Anche io mi caccio sempre nei guai e anche tu ci sei sempre per me. Quindi è reciproco, no? Potrei farti la stessa domanda e sono sicura che tu mi risponderesti allo stesso modo.-

-No, non è vero.- disse lui.

-Cosa intendi dire?- ero confusa. Che significavano le sue parole?

-Io non ti direi che sei come una sorella per me. Tu sei molto di più. Tu non sei come me, sei migliore. Le cavolate le fai senza far male alle persone e te ne tiri fuori da sola e poi chiami me per raccontarmele e riderci insieme. Tu sei più forte di me. Non hai bisogno di me. Anzi, forse se non fossimo ‘amici’ avresti anche meno problemi.

Rimasi allibita a quelle parole. Aveva pronunciato la parola amici con tono schifato, come se non volesse più essere mio amico. E poi come poteva pensare che io non avevo bisogno di lui? Era la mia aria, il mio ossigeno, il sole che illuminava le mie giornate e le stelle a cui chiedevo consiglio la notte. Era vitale per me.

-Non dirlo neanche per scherzo.- dissi seria. Mi guardò sorpreso.

-Non sto scherzando. Sono serissimo.-

-Cosa vuoi dire? Che non vuoi più essere mio amico? Che non sono più abbastanza per te? O ho forse sbagliato qualcosa? Magari ti sto troppo appiccicata e ti senti oppresso. Beh, se è questo che intendi ti lascio solo anche subito.- feci per alzarmi ma mi bloccò il polso con una mano. A quel gesto non riuscì a trattenere un gemito di dolore. Era tutto dolorante e non riusciva a muoversi bene. Gli aveva fatto male afferrarmi il polso.

-Non ti sforzare, lo sai che ti fa male. E io non voglio vederti soffrire.- le ultime parole furono come un soffio.

-Tu non te ne andare e io non mi muovo. Sarei capace di alzarmi anche adesso pur di non lasciarti andare via.- annuì con la testa e mi misi seduta sulla sedia di fianco al letto.

-Ok, rimango qui. Ma ora cerca di rilassarti e magari di riposare. Ti farebbe bene dormire un po’.-

-No. Prima mi spieghi perché hai pensato che io non volessi più averti come amica. Prima ti ho detto che sei la persona più importante della mia vita. Come potrei dirti ora che non ti voglio più al mio fianco?-

Aveva ragione. Non aveva fatto altro che dirmi che per lui contavo davvero tanto e io me ne stavo andando lasciandolo lì, da solo, come aveva fatto Perrie giusto un’ora prima, solo per delle stupide paranoie.

-Hai ragione, scusa.- ma non gli bastava. Voleva ancora sapere perché facevo tutto questo. –Non mi lascerai andare fino a che non ti avrò detto perché lo faccio, vero?-

-Finalmente lo hai capito. Ti terrò qui con tutte le mie forze fino a che non saprò la verità.-

-Allora avevo ragione, prima. Sei davvero stupido.- dissi riferendomi a quando eravamo ancora su quel divanetto. –Come fai a non capirlo? Recito davvero così bene la parte dell’amica?- chiesi triste.

Pensavo che avesse capito con quelle parole e invece la sua espressione si fece se possibile ancora più cupa. –Cosa intendi? Che sei tu quella che non vuole più la nostra amicizia?- sembrava spaventato. Ma davvero pensava che lo avrei abbandonato?

-No, Zayn. Io non voglio più essere tua amica.- e il mio cuore perse un battito all’espressione ferita di Zayn. Ciò mi porto a continuare più veloce che mai. Non potevo aspettare che mi interrompesse per chiedermi di andare via e non farmi più vedere. –Io voglio qualcosa di più. Non voglio che tu mi chiami per consigliarti per fare pace con la tua ragazza. Voglio che mi chiami per chiedermi scusa perché hai litigato con me. Voglio che quando abbraccio un ragazzo tu sia geloso almeno un centesimo di quanto lo sono io quando tu solo saluti una ragazza. Voglio che le bellissime sorprese che hai sempre fatto alle tue ragazze siano per me, perché se fosse anche solo una rosa sarebbe data con il cuore e varrebbe più di qualsiasi altra cosa. Voglio poterti chiamare alle due di notte per dirti che mi manchi anche se non ti vedo da sole due ore. Voglio poter dire di appartenerti e poter dire che tu sei mio e che se qualcuna prova anche solo a sfiorarti io la uccido. Voglio poterti dire che ti amo fino a non avere più fiato per ogni secondo della mia vita. Ma io non ti merito. Quindi continuerò a starti vicino, in ogni situazione, per qualsiasi motivo, mettendoti sempre al primo posto. E quando avrai trovato la ragazza che ti fa davvero battere forte il cuore ti aiuterò a conquistarla perché se anche il dolore mi devasterà saprò che tu sei felice ed è questo tutto ciò che mi importa.- Avevo parlato per tutto il tempo senza fermarmi, fissando il pavimento e piangendo solo al pensiero di vederlo con un’altra ragazza.

Zayn mi prese il mento con una mano e mi alzò il viso per far sì che i nostri occhi si incrociassero.

-Da quanto tempo vuoi tutto ciò?-

-Anni Zayn, anni. Sette, per la precisione. Sette anni che nascondo i miei sentimenti per te. Sette anni che mi dico che prima o poi qualcuno riuscirà a farmi sentire speciale almeno un millesimo di quanto lo fai tu. Sette anni che la notte sogno di baciarti. Sette anni che soffro in silenzio. Vuoi sapere quando lo ho capito?-

Mi annuì soltanto.

-Quando quel pomeriggio, dopo essere stata presa in giro a scuola per l’ennesima volta dalle nostre compagne perché mia sorella ha guidato da ubriaca ed è morta il giorno del suo compleanno, tu mi hai presa, mi hai portata in giardino anche se gli insegnanti ci dicevano di rientrare e mi hai detto..-

-Loro non capiscono. Tua sorella non era ubriaca. L’avevano drogata e non è stata colpa sua. Ma non ti preoccupare, ci sono io qui con te.- Finì lui la frase al posto mio.

-Ti ricordi di quel giorno?- chiesi sorpresa-

-Come potrei scordarlo? È stato il giorno in cui ho promesso a me stesso che ti avrei tenuta lontana da ogni pericolo, che ti avrei difesa anche al posto della vita, che ti avrei fatta sentire amata e speciale. Il giorno in cui mi sono ripromesso di non lasciarti mai da sola, di starti accanto per sempre a qualunque costo.- fece una lunga pausa. -È stato il giorno in cui anche io ho capito di amarti.-

In quel momento sentivo il mio cuore scoppiare dalla felicità. Se non fossimo stati in ospedale mi sarei messa a gridare e saltare dalla gioia. Avrei gridato al mondo intero che la ragione del mio sorriso mi amava quanto la amavo io.

Ma in quel momento l’unica cosa che feci fu far incontrare dopo tanto, troppo tempo le nostre labbra. Avevo desiderato così a lungo di sentire quanto fossero morbide, di sentire il loro sapore, di poterlo baciare mentre gli accarezzavo la nuca e i capelli. E per quanto ne sapevo adesso, era lo stesso anche per lui.

Ci staccammo per riprendere fiato e, guardandomi negli occhi, mi sussurrò –Ti amo-

Io sorrisi imbarazzata ma felice e risposi –Anche io, Zayn, con tutto il cuore.-

 

*2 anni dopo*

31 dicembre ore 23:59:30

Tra poco inizierà il conto alla rovescia e io sono a Parigi, con Zayn, sulla Tour Eiffel e un bicchiere di champagne in mano. La vista è davvero bellissima ma è niente in confronto alla bellezza del ragazzo di fianco a me. Il MIO ragazzo.

-10!- Sento la mia mano essere afferrata da quella di Zayn.

-9!- Con la mano libera lo vedo cercare qualcosa nella tasca dei pantaloni.

-8!- Si inginocchia mentre tira fuori una scatolina rossa.

-7!- Apre la scatolina lasciandomi ammirare un bellissimo anello con dimante e dicendo. –Beck..-

-6!- -..vuoi..-

-5!- -..diventare..-

-4!- -..mia..-

-3!- -..moglie?-

-2!- un enorme sorriso mi compare in volto e una lacrima scende sul mio viso.

-1!- -Sì..- mormoro emozionata.

-Buon anno!!- si alza, mi mette l’anello al dito e mi stampa un dolcissimo bacio a stampo a cui io però non riesco a limitarmi. Così faccio incontrare le nostre lingue e in quel momento so di avere tutto ciò di cui ho bisogno: lui.

 

 

 

 

*Angolo autrice*

Ciao a tutte!

Intanto vorrei ringraziarvi per essere arrivate fino a qui.

È la mia prima OS e ho paura di come possa essere venuta.

A me non piace molto perché mi sembra troppo ovvia, però ci ho messo il cuore e spero davvero tanto vi sia piaciuta.

Se avete voglia di scrivermi una recensione ve ne sarei  davvero grata o se no vi ringrazio lo stesso con tutto il cuore per aver letto e aver condiviso con me questa OS che spero vi abbia fatte emozionare.

Mi dileguo.. lol

Tao-Tao!

#Shè

   
 
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