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Autore: Kaleidoscope_    17/03/2013    3 recensioni
Quelle parole mi rimbombarono nella testa. Non volevo crederci. L'idolo che ho adorato per tutto questi anni poteva avermi detto ciò?
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mark Hoppus, Nuovo personaggio, Tom DeLonge, Travis Barker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Giorgia! Smettila di ascoltare musica, sto cercando di dormire! Giorgia!”
“Emh, oh, sì Marta.”
Erano le dieci di sera e io stavo ascoltando qualche canzone dei Descendents prima di andare a dormire e naturalmente a mia sorella non andava bene, visto che lei voleva sempre andare a dormire presto.
Il mio ipod si era rotto,perciò non potei ascoltare più nulla.
Mi misi sotto le coperte e chiusi gli occhi. Mi addormentai dopo pochi secondi e al mio risveglio trovai Evelyn seduta sulla poltrona di fianco al mio letto.
“E tu che ci fai qui?”
“Sono entrata dalla finestra,devo dirti una cosa importantissima!”
Mi stropicciai gli occhi con le mani,stavo morendo di sonno, erano solamente le sette del mattino.
“Dicono che i blink siano in città. Gente dice di averli visti!”
Questa frase mi fece saltare un battito, infatti saltai via dal letto,spalancando gli occhi.
“Che?!”
“Sì hai capito bene!”
“Oddio ma sei seria? Cioè, ti rendi conto? No,non può essere vero dai! Aspettami qui,vado a cambiarmi.”
Mi feci una doccia veloce, legai i capelli ancora bagnati in una coda, mi vestii con una canotta nera,shorts grigi e vans. Un po' di eyeliner nero ed ero pronta.
Presi lo zaino e mi diressi con Evelyn verso l'uscita di casa.
“Sorellina,non si saluta?”
“Ah,ciao Marta.”
Sbattei la porta di casa e Evelyn continuò a raccontarmi dei suoi viaggi mentali che si era fatta in caso incontrasse mai Mark, il bassista dei blink-182.
Evelyn era una ragazza molto estroversa. Non riusciva mai a tenere la bocca chiusa, era buffa. Dava sempre la sua opinione su tutto. Non le piaceva rimanere in silenzio, lei amava stare in compagnia. E io l'adoravo un sacco.
“Oh, se lo incontrassi sicuramente gli lascerei il mio numero di telefono! Magari mi trova carina e mi richiama pure. Sicuramente mi farei autografare il loro ultimo album, Enema of the state. Vorrei anche una foto con tutti e tre,sì! Potrei anche chiedere a Mark se posso baciarlo, dici che reagirebbe male?” continuò lei.
“Secondo me gli chiederesti se ti vuole sposare.”
Lei rise,era bello fantasticare sui propri idoli.
“E tu invece,se incontrassi il tuo amato Tom?”
“Un autografo e una foto, lo sai come sono io...”
“Oh su,non fare la timidona!”
Ridemmo insieme.
Eravamo arrivate all'entrata della scuola. Sentivamo voci intorno a noi parlare dei blink e sul fatto che si trovassero nei paraggi.
“Giorgia,ho un'idea.”
“Mh?”
“Potremmo andare a quell'hotel qua vicino, quello che ha 5 stelle di lusso! Se sono in città,alloggeranno sicuramente lì!”
“Ma dai Evelyn, second-” non feci in tempo a finire la frase che mi prese per un polso e mi trascinò fuori dalla scuola, verso la fermata dell'autobus.
“Come vuoi tu,ma poi non rimanerci male se è una bufala!”
Lei sorrise. L'autobus per il centro arrivò così salimmo. Dopo 4 fermate, arrivammo in centro, a pochi metri dal famoso hotel.
Arrivate davanti all'edificio, ci fermammo fuori,sedute sul muretto. Dopo pochi minuti di attesa, iniziai a camminare per il giardino di quell'hotel, in preda al panico. Iniziai veramente a pensare a cos'avrei fatto nel caso li avessi mai incontrati.
Inciampai su un sasso e caddi a terra. Il mio ginocchio iniziò a perdere sangue,mi feci un taglio alquanto profondo,faceva male.
“CHE DOLOREEEEEEEE” iniziai ad urlare.
Evelyn mi venne incontro correndo.
“Oddio! Ma che ti sei fatta?!”
“IL GINOCCHIO,ODDIO CHE MALE!” mi scese qualche lacrima.
“Ma come hai fatto! Solo te puoi riuscire a cadere e a sbucciarti così un ginocchio! Aspettami qui,vado a prendere qualcosa al bar qui vicino.”
Annuii. Quando provai a rialzarmi,sentii una fitta dolorosissima al ginocchio e quando stavo per ricadere a terra sentii due braccia prendermi da dietro. Era un ragazzo, a cui appoggiai la schiena per mantenermi in equilibrio. Avvicinò la sua testa alla mia.
“Ehy sta attenta!”
Le sue braccia mi mantenevano ben salde a sé, tanto che non mi potevo girare per vederlo in faccia.
“Eh scusa, cercavo di rialzarmi ma il mio ginocchio non me l'ha permesso”
Saltellando su un piede, mi girai verso il ragazzo. Quando lo vidi in faccia spalancai gli occhi e lui quasi si spaventò dalla mia reazione. Lo riconobbi e non riuscii a dire nessuna parola dallo stupore.
Gli ero praticamente appiccicata, a 10 centimetri dalla sua faccia.
Spunta da dietro un ragazzo. Quegli occhioni blu. Non avrei potuto non riconoscerli.
“Che stai facendo? Ci stai già riprovando con un'altra?” disse il ragazzo.
“No coglione, è una ragazza che stava per cadere e che non si regge in piedi. E tu” disse guardandomi “perché hai quella faccia?”
“Emh. Oddio...” balbettai.
Lui si voltò verso il mio ginocchio sanguinante e spalancò gli occhi.
“Oh cazzo,vieni con me”
Mi prese in braccio e mi portò dentro l'hotel.
Stetti zitta,non sapevo più che dire e di certo non avrei mai rifiutato di essere presa in braccio da lui.
“Piccola, ti porto a farti disinfettare quella ferita,non pensare male.”
“Ehy! Ho un nome, mi chiamo Giorgia”
Lui fece una strana smorfia.
“Che nome buffo! Io mi chiam-”
“Tom.” risposi io. Lui sorrise e in quel momento mi saltò un battito. Quel sorriso che avevo sognato per tutto questo tempo, il sorriso che ammiravo ogni volta che guardavo i miei poster appesi in camera, mi fece scogliere dentro.
Ebbene sì,lui era Tom DeLonge, voce e chitarrista dei blink-182.
Continuò ridendo dirigendosi verso la stanza numero 193 dell'hotel.
L'altro ragazzo, alias Mark Hoppus,aprì la porta e Tom mi adagiò sul letto.
Mi squillò il cellulare,era Evelyn.
“Emh,sì Evelyn?” risposi.
“Giorgia! Dove cazzo sei?”
“Emh,dentro l'hotel, UN RAGAZZO - e rimarcai la parola ragazzo,sperando di falle capire qualcosa- mi ha portata dentro per medicarmi il ginocchio!”
Mark mi interruppe dicendo “Di alla tua amica di andare all'entrata,dire il suo nome e farsi accompagnare alla stanza 193.”
Riferì tutto ad Evelyn, che riattaccò infuriata,non aveva capito nulla.
Tom si sedette di fianco a me,mettendo la mia gamba stesa.
“AH! Fa male!” urlai.
“L'avevo capito,adesso sentirai bruciare un po'”
Finì la frase tamponandomi la ferita con del cotone idrofilo imbevuto nell'alcol.
“AAAAAAAAAAAAAH! BRUCIAAAAAA”
“Te l'avevo detto. E comunque la tua soglia del dolore è alquanto bassa.”
“Vaffanculo!”
“Calmina eh! Ricordati che se non fosse stato per me adesso saresti sdraiata a terra a lamentarti del tuo ginocchio.”
“Scusa,è che ...” mi bloccai nuovamente,non riuscii ad andare avanti che la mia timidezza me lo impedì.
Lui guardò la mia maglia, quella dei Descendents.
“Bella maglia!”
“G-grazie...”
“E così...sei una nostra fan.” disse orgoglioso Mark, guardando Cheshire Cat che spuntava dalla mia borsa.
“S-sì...”
“Ehy rilassati,non ti mangiamo!” aggiunse ridendo Tom.
“Emh,sìsì lo so! E' che...”
In quel momento,bussò alla porta qualcuno.
“Chi è?” chiese Mark.
“Emh,Evelyn!”
Andò ad aprire ed Evelyn riuscì a biascicare qualcosa dopo esserselo trovato davanti.
“OH. MIO. DIO.”
Il tipo la trascinò dentro prendendola per il polso e tappandole la bocca.
“Zitta, non voglio che ci riconoscano.”
Le tolse le mani di dosso.
“Oddio, oddio,oddio dimmi che questo non è un sogno!”
Evelyn iniziò ad arrossire e a farfugliare parole incomprensibili.
Mark sorrise e fece sedere la mia amica in una poltrona.
“Emh, allora, io...potete...autografo...foto...aaaah! Okay Evelyn,calmati. Potete autografarci un cd? E se è possibile avere una foto con voi” chiese facendo gli occhi dolci.
Loro risero, e acconsentirono all'autografo e alla foto.
Tom, dopo aver scattato una foto con Evelyn, si risedette al mio fianco.
“Di un po',tu non vuoi niente?”
“Io,emh...sì...ecco...”
Intervenì Evelyn,in quel momento odiai il mio carattere. Chiese di autografare il mio Cheshire Cat. Evitammo la foto,viste le mie condizioni dopo la caduta. La cosa mi dispiacque molto.
In quel momento entrò qualcuno dalla porta.
“OH MIO DIO,TRAVIS!” urlò Evelyn, lui chiuse la porta velocemente.
Ci firmò ad entrambe i cd e riuscì nuovamente dicendo che doveva andare a fare una commissione.
“Evelyn è cotta di Mark.” sussurrai a Tom.
“Uh non si era notato...” disse ironicamente.
Io risi, riuscii finalmente a sbloccarmi.
“E ditemi,come mai siete qui?”
“Mh,una vacanza così per svagarci un po'.”
In quel momento mi sentii un po' in colpa. Insomma,loro erano venuti qua per rilassarsi e noi li avevamo importunati,facendogli perdere del tempo.
Feci per alzarmi quando urlai dal dolore cadendo sopra Tom.
“Sì,lo so che sono una calamita per le donne” disse.
“Ah,simpatico. Comunque, direi che è l'ora di togliere il disturbo, voi sarete venuti qua per rilassarvi e non voglio disturbarvi...” mi maledissi da sola quando lo dissi.
“Ma se non riesci neanche ad alzarti! Chiamo un medico, ti fai visitare e poi ti lascio andare.”
“Oh sìsì,non c'è problema, VERO?!” chiese Evelyn, guardandomi con un ghigno in faccia.
Accettai,ovviamente.
“Allora vado a chiamarlo alla reception, Evelyn vuoi accompagnarmi?” chiese Hoppus.
“Oddio,certo certo!” non esitò ad accettare,naturalmente.
Tom mi aiutò a sdraiarmi sul letto e a stendere la gamba. Nel muoverla,mi scivolò qualche lacrima dai miei occhi, mi faceva davvero male.
“Cazzo.” mi limitai a dire, portando le mie mani verso la mia fronte.
Lui si sdraiò accanto a me e con una mano mi asciugò le poche lacrime che erano scese sul mio viso.
“Ti fa davvero così male?”
Annuii deglutendo, sperai che non fosse rotto!
“Mi spiace...” disse lui, accarezzandomi la fronte. Avere un contatto con lui così ravvicinato non mi dispiaceva poi tanto e per me fu una strana sensazione. Di solito odiavo stare così vicina ad un ragazzo. Forse in quel caso non mi fece né caldo né freddoperché lui era pur sempre Tom DeLonge.
“No,dispiace a me visto che vi sto creando tutto questo disturbo!” sbuffai.
“Non disturbi,noi qui non abbiamo niente da fare! Un po' di compagnia non fa mai male” concluse la frase sorridendo. Iniziò a giocare con il mio piercing.
“Ci mancava anche questa.” sospirai.
“Beh,guarda il lato positivo,hai conosciuto i blink-182”
“Sì,effettivamente...”
“Bei capelli comunque!”
“Grazie.” mi limitai a dire.
Si avvicinò di più a me.
“Ci sono altri nostri fan qui in giro?”
“Fan sfegatati come me ed Evelyn no,però vi conoscono in molti. Soprattutto qui a Firenze..noi abitiamo a 20 minuti da qui.”
“Oh,figo!” sorrise.
'Quanto è bello. E' perfetto.' pensai.
“Hai qualche preferenza nella nostra band?”
“In che senso?” feci inarcando un sopracciglio.
“Preferisci un membro in particolare?”
“N-no” balbettai.
“Mh,peccato.”
“Perché?” chiesi stranita.
“Sarebbe stato divertente.”
“Contento tu...”
Sospirai.
“C'è qualcosa che non va?”
“No assolutamente,anzi. E' che mi fa strano esserti,insomma...emh, così vicina. Sono abituata a vederti stampato su un foglio di carta,non dal vivo.”
“Oh ma che carina. Allora sei proprio una nostra fan!”
Annuii e sorrisi, parlare con lui iniziò a sembrare più...normale!
“Domani sei libera?”
“Beh,dopo scuola sì!”
“A che ora esci?”
“Mezzogiorno. Perché?”
“Dato che tu e la tua amica ci state simpatiche, potreste portarci a fare un giro turistico per qua. Ti va?”
'Sto per caso sognando?' pensai. Davvero Thomas DeLonge mi stava chiedendo veramente di passare un pomeriggio con lui?
“Stai scherzando?”
“No! Se non ti va è uguale”
Feci uno scatto e per sbagli mossi il ginocchio e imprecai.
“C-cosa?! Ma certo che mi va! Non serve neanche chiederlo”
“Perfetto”
Sentimmo rientrare Mark e Evelyn, e vedemmo il dottore che li seguiva.
“Oh finalmente.” disse Tom.
“Su, fatemi vedere cos'ha questo ginocchio.”
L'uomo si avvicinò a me e mosse il mio ginocchio. Subito io sobbalzai facendomi ancora più male e qualche lacrima mi scese dal dolore,ma non lo diedi a vedere,non volevo sembrare debole di fronte agli altri.
Lo mosse nuovamente e mi fece più male di prima.
“Per favore basta!” dissi con poco fiato.
“Signorina,devo cercare i punti dove potrebbe trovarsi una possibile frattura. Resista.”
Io annuii. Tom si avvicinò a me e mise la sua mano nella mia.
“Stringila quando ti fa male.”
Lo disse con fare angelico e io non potei fare altro che sorridere e annuire.
Il dottore mi toccò un altro punto e fece male, ma non strinsi più di tanto la mano di Tom.
Quando invece mosse un altro punto ancora,mi fece talmente male che la stritolai.
Lui strinse i denti e accennò una risata, togliendo la sua mano dalla mia.
“Penso che fosse quello il punto più doloroso!” disse al dottore.
“Deve recarsi al più presto in ospedale per una radiografia, preferibilmente in mattinata. Non penso si tratti di una frattura ma meglio non rischiare. Mi raccomando,non appoggi la gamba.”
“Va bene.” mi limitai a dire,sbuffando.
Il dottore mi lasciò una ricetta per una pomata che avrebbe fatto sì che il ginocchio si sgonfiasse e uscì dalla stanza.
“Tom, le potremmo accompagnare noi,no?” chiese Mark.
“Certamente!” esclamò lui.
“Ma voi due,non dovreste essere a scuola?”
“Emmh...” balbettai io.
“Non ditemi che avete marinato per venire qui!”
Io ed Evelyn stemmo zitte e sorridemmo.
“Queste due sono pazze di noi, è ovvio,Mark.” disse ridendo,seguito dal suo amico.
A quel punto,arrossii non poco.
Evelyn era così persa nello sguardo di Mark che non si accorse che il suo cellulare stava squillando.
Così io glielo feci notare e lei rispose. Sentimmo una voce infuriata dall'altra parte del telefono che urlava e imprecava. Quando chiuse la chiamata,chiedemmo chi fosse.
“Era mia madre, la scuola l'ha chiamata dicendo che sono assente e lei si è incazzata visto che non l'ho avvertita,ergo devo tornare a casa se non mi volete trovare morta domani.”
Lo disse con aria dispiaciuta,quasi voleva mettersi a piangere.
“Ti accompagno io.” disse Mark sorridendo.
“D-dici davvero?” balbettò lei con gli occhi lucidi.
“Certo,andiamo. Tom,tu porta...com'è che ti chiami?”
“Giorgia.”
“Ecco,porta Giorgia all'ospedale.”
“Agli ordini.”
I due uscirono e io e Tom rimanemmo nuovamente soli.
“Allora,andiamo a fare questa radiografia?”
“S-sì...”
Piano piano cercai di alzarmi e quando stavo per appoggiare la gamba lui mi fermò.
“Tu stai ferma,non puoi appoggiarla.”
“E come pensi che io riesca ad arrivare in ospedale? Volando?”
Lui accennò nuovamente una risata e senza dire nulla mi prese in braccio delicatamente, a mo' di principessa. Arrossii e guardai da un'altra parte.
“Possibile che ogni volta che mi avvicino,arrossisci? So che sono figo e faccio un certo effetto,ma così mi emoziono.”
E ci mancava anche questa domanda a completare il mio stato di vergogna pura.
Per smorzare la situazione, decisi di prenderla sul ridere.
“Oh certo DeLonge, tu sei talmente figo che mi fai svenire, con o senza s, come pare a te!”
Lui scoppiò in una risata che non finiva più.
“Ah,adoro le ragazze come te!”
“In che senso?”
“Sei divertente. E allo stesso tempo carina. Penso che ci farò un pensierino...” assunse un ghigno perverso nella sua faccia.
“Per quanto io possa essere tua fan, sarà difficile conquistarmi” bugia. Avrei voluto dirgli che mi aveva già conquistata ma decisi di stuzzicarlo.
“Mh, sarà un'impresa ma ce la farò.” disse convinto.
Io stetti zitta e mi lasciai portare nella sua auto, dopo aver passato la reception piena delle occhiatacce del personale. Mi appoggiò quasi dolcemente sul sedile e si coricò dalla parte del guidatore. Gli spiegai brevemente il tragitto e partì.
“Ma tua madre e tuo padre sanno che non sei a scuola?”
“Io non vivo con loro,vivo con mia sorella”
“Ah, e lei lo sa?”
“Ovviamente no. E anche se fosse,non mi importa il suo giudizio.”
“Che trasgressiva” disse ironicamente.
“Ah,ah. Spiritoso! Oltre tutto stasera mia sorella non è neanche a casa,quindi non avrebbe il tempo di farmi una ramanzina.”
“Ah bene, sei fortunata. Io se saltavo la scuola, quando tornavo a casa mia madre mi faceva una scazzata enorme.”
“Beh lo fanno tutte le madri, o almeno quasi tutte”
“Già. Ma,cambiando discorso. Suoni qualche strumento?”
“Sì,chitarra! Grazie a te,direi”
“In che senso grazie a me?”
“Perché da quando ho iniziato ad ascoltarvi, sono rimasta colpita dal tuo modo di suonare e ho deciso di imparare anche io”
Lui si voltò verso di me stupito e io sorrisi e abbassai lo sguardo.
“Ragazzina,mi hai seriamente rallegrato la giornata!”
“Dici davvero?” dissi con gli occhi lucidi dalla gioia.
Lui annuii. Ero davvero felice,la mia giornata si era completamente stravolta. Inizialmente doveva essere la solita noiosa mattinata scolastica e invece mi ritrovai in macchina con la persona che si trovava in ogni poster della mia camera.
“Siamo arrivati...” feci indicando l'ospedale.
Parcheggiò l'auto e mi aiutò a scendere. Mi riprese in braccio per portarmi dentro,ma questa volta non arrossii. Iniziai a controllarmi e tutto cominciò a sembrare normale.
Entrammo dentro la struttura e la dottoressa ci disse dove dirigerci per la radiografia.
Tom mi poggiò lentamente a terra, per non farmi appoggiare la gamba.
“Ti aspetto qua fuori.”
Mi aprì la porta e rimase lì. Entrai in una stanza con dei macchinari al suo interno e spuntò un uomo da dietro.
“Lei è la signorina Giorgia?”
Annuii.
“Si accomodi.”
Mi aiutò a sedermi su un lettino ed effettuò la radiografia.
“Non riesce ad appoggiarlo,giusto?”
“Sì,fa tremendamente male”
“Allora vedrò di farle una fasciatura ben stretta intanto, in caso di frattura le dovremmo ingessare la gamba,altrimenti dovrà tenere qualche giorno la gamba a riposo. Vada in sala d'attesa,i risultati le verranno dati tra qualche minuto”
“Va bene”
Mi fasciò interamente la gamba e mi diede un paio di stampelle per aiutarmi a camminare. Quando uscii dalla porta, Tom venne verso di me e gli spiegai ciò che il dottore mi aveva detto.
Ci incamminammo in sala d'attesa e aspettammo i risultati,tra noi si creò silenzio.
“I risultati sono pronti, il dottore la aspetta nella seconda stanza a destra del corridoio” mi disse un'infermiera.
Tom mi aiutò ad alzarmi e ci dirigemmo verso la stanza.
Lui stava per fermarsi fuori dalla stanza, ma io intervenni.
“Per favore,entra.”
“Perché dovrei?”
Cacciai il labbro fuori e lui sbuffò ma alla fine cedette alla mia dolce espressione. Entrammo e ci sedemmo nello studio, aspettando il medico.
“Eccomi, ho buone notizie. Non è una frattura, perciò dovrà portare un'ulteriore fasciatura che adesso le farò per 5 giorni, poi tornare qua e gliela toglieremo. Se ci sono miglioramenti, potremmo toglierla e potrà tornare ad appoggiare la gamba.”
Tirai un sospiro di sollievo e Tom mi sorrise.
“Te l'avevo detto!” mi disse.
“Adesso si stenda nel lettino”
Tom mi aiutò ad alzarmi e il medico a salire nel lettino. Mi sentivo davvero un'impedita!
Dopo aver finito la fasciatura – che mi faceva sentire ancora più impedita – salutammo il dottore e ci incamminammo verso l'uscita.
“Dimmi, com'è camminare con le stampelle?” chiese ridendo,vista la mia goffaggine.
“Scomodo.”
“Non l'avrei mai detto!”
“Ah,ah! Simpatico lui.”
“Già,lo so!”
Arrivammo alla macchina e gli chiesi di portarmi a casa,dicendogli le indicazioni per la strada. Parlammo della band,di come l'avevo conosciuta – grazie a mio fratello – e della musica in generale.
Quando arrivammo a destinazione, lui mi accompagnò alla porta.
“Vuoi entrare?” chiesi mentre cercavo le chiavi di casa.
“No,devo tornare da Mark e Travis. Ti lascio il mio numero, mandami l'indirizzo della tua scuola. Domani passiamo a prendere tu e la tua amica all'uscita!”
“V-va bene! Ecco qua.”
Glielo scrissi su un bigliettino e glielo lasciai.
“Allora a domani!”
“A domani” mi limitai a dire. Mi diede un bacio sulla guancia per il quale io arrossii e se ne andò sorridendo. Quel sorriso, il suo sorriso, riuscì di nuovo a sciogliermi dentro.
Entrai in casa e mi fiondai in camera,lanciandomi sul letto. Non avrei immaginato che da quel giorno la mia vita sarebbe cambiata radicalmente.



Kaleidoscope's space :

Okay questa fanfic non piacerà a nessuno ma posto il capitolo per fare piacere ad una mia cara amica a cui fa piacere :3 
Sinceramente questo capitolo è quello che mi piace di meno, gli altri saranno più interessanti. Grazie aWaves of Joy ( <3 ) per aver recensito! 
  
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