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Autore: Gayzelle    17/03/2013    3 recensioni
Ognuno di noi ha un potere speciale racchiuso in se stesso, ma come fare a trovarlo?
Tra amicizie, amori, litigi e scoperte assurde su gatti che parlano, ragazze che volano e tanto altro, vi invito a
immergervi in un'avventura che varcherà la soglia dell'immaginazione.
Siete pronti?
Alicchan
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Your secret power

Introduzione

 
Era una fredda mattina invernale, la pallida luce del sole si faceva strada, timida, tra le veneziane della piccola villetta che si affacciava su una strada ancora deserta.
I capelli castani di una ragazzina dormiente giacevano scompigliati sul cuscino color acquamarina, formando una corona che le incorniciava il viso sereno.
Al suono di una sveglia, lei si sedette sul letto e si stiracchiò ancora mezza addormentata, scese con la calma più assoluta e si diresse verso la cucina, dove l’attendevano già pronti una tazza di latte e dei deliziosi biscotti al cioccolato.
Mangiò senza fretta e si mise a guardare fuori dalla finestra, vide il vialetto coperto di neve che sembrava riflettere i raggi rosati provenienti da uno squarcio di cielo libero dalle nuvole; nascosti in piccoli arbusti spogli, c’erano timidi merli che zampettavano alla ricerca di qualcosa per sfamarsi, lasciando delle piccole e simpatiche impronte sul manto di soffice neve.
Il rumore di passi la distolse dai suoi pensieri, si voltò verso la porta e vide sua madre in piedi che la guardava.
-Tesoro,- Iniziò lei. –Ricordati che oggi passa a prenderti Edoardo per portarti a scuola. Tuo padre è dovuto partire all’alba per andare a trovare la nonna.-
Cavolo, Sara l’aveva completamente dimenticato, non ci pensò due volte e, senza nemmeno finire la colazione, si fiondò in bagno per prepararsi.
Indossò la solita uniforme e si guardò allo specchio, la camicetta bianca le ricadeva morbida fino alla vita e si abbinava in modo perfetto alla gonna verde che dovevano portare le ragazze del secondo anno, il fazzoletto che aveva al collo, anch’esso verde, veniva coperto per un pezzo dal maglioncino invernale incluso nell’uniforme.
Spostò lo sguardo sul suo viso, i capelli le ricadevano spettinati sulle spalle e gli occhi castani le sembravano quasi totalmente inespressivi per via del sonno, una manciatina di lentiggini le facevano risaltare la pelle candida e le guance rosee la facevano assomigliare ad un tenero angioletto, cosa che lei per altro odiava.
Prese la cartella e uscì di casa, accompagnata dalle mille raccomandazioni che solitamente le faceva sua madre, ormai le aveva imparate a memoria.
-Quando attraversi la strada aspet…-
-“Aspetta sempre che il semaforo sia verde e guardati intorno due volte prima di attraversare.” Lo so, mamma, è da anni che mi ripeti sempre le stesse cose e sembri un disco rotto!- Sbottò la ragazzina che non vedeva l’ora che Edoardo arrivasse.
-Tesoro, so che può essere noioso, ma i miei consigli sono fondamentali! E comunque non parlare con nessuno che non…-
-“Che non sia un amico fidato o un professore.” Ho capito mamma, ora devo andare, c’è Edo che mi chiama!- Rispose Sara, che ormai correva lungo il vialetto per raggiungere l’amico.
Sua madre la vide allontanarsi per poi sparire dietro l’angolo e non poté fare a meno di trattenere un sorriso nostalgico, rivolto ai bei ricordi del passato.
Edoardo vide corrergli incontro l’amica col fiatone e il viso arrossato.
-Ehi! Hai corso per nemmeno trenta metri e sei già rossa come un pomodoro!-
Scherzò lui, dando un buffetto affettuoso alla ragazza, che arrossì ancora più visibilmente di prima.
Stupido!Pensò lei. Non sono arrossita per la corsetta, ma se non ti sei accorto che sono “rossa come un pomodoro” per colpa tua, vuol dire che hai gli occhi foderati di prosciutto!
-Cosa credi, che una corsetta del genere possa davvero affaticarmi?-
Disse Sara, in tono malizioso.
Il ragazzo le sorrise e dissentì con un cenno del capo.
Certo che…è bellissimo quando sorride!  Pensò la ragazzina osservando il suo amico. Agli occhi di qualcuno potevano sembrare una strana coppia, lui era molto alto e con un fisico da modello, il viso dai lineamenti ben definiti era in contrasto col suo sguardo dolce e profondo, Sara annegava in quegli occhi color muschio. I ricci gli incorniciavano il viso, facendo cadere ciuffetti sugli occhi e sulle gote, per venire poi spostati dal vento fresco del mattino.
Lei invece, era uno scricciolo dai capelli disordinati e dal viso infantile e giocoso, riempito da quelle lentiggini che lei non sopportava, diceva che le davano un aspetto troppo poco serio.
Sara rimase incantata a guardarlo, finché la mano di Edoardo la strattonò portandola vicino al suo petto.
-Si può sapere dove hai la testa?! Se io non ti avessi afferrata adesso saresti sotto la macchina che è appena passata!!- Le urlò contro Edoardo, con la voce incrinata per lo spavento: quando era arrabbiato, faceva proprio paura.
Sara, dopo qualche attimo di esitazione, comprese la situazione e, per prima cosa, si staccò dalla morsa dell’amico assicurandosi di non avere più nel suo campo visivo solo il suo petto, aveva le guance purpuree e disse, in modo molto sbrigativo, “Grazie e scusa.”
Edoardo fu sollevato nel vedere che Sara stava bene e promise di non farne parola con la madre.
La ragazzina lo guardò e lui aggiunse:- In cambio di metà della tua merenda, s’intende!- Ed entrambi continuarono a camminare verso la scuola chiacchierando e ridendo, come se nulla fosse successo.
 
Angolo dell’autrice
Ciao a tutti!
Ok, so che nel primo capitolo non c’è niente di fantasy, diciamo pure che è una
piccola introduzione per la vera storia.
Dedico questa storia alla mia amica Sara (sperando che la leggerai!) che però non è ancora iscritta su Efp.
Grazie in anticipo a tutti quelli che leggeranno/recensiranno/aggiungeranno la storia a seguite/da ricordare/preferite!
Ancora ciao!
Alicchan
  
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