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Autore: ary_gg    17/03/2013    2 recensioni
Allison è la figlia dei protagonisti di Through. Ovviamente le due storie sono separate e possono essere lette indipendentemente. Allison vedrà molti rapporti cambiare nel nuovo arco della sua vita, farà molte esperienze che prima non aveva mai pensato di fare e probabilmente le apriranno gli occhi. Con lei Rebekah la sua migliore amica da sempre. Lucas che lei definisce migliore amico e una nuova conoscenza Daniel. Probabilmente i triangoli sono spesso utilizzati, ma d'altronde sono anche i più interessanti. Spero che ci darete un'occhiata. Ari.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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CAPITOLO NONO

Il lunedì Allison si armò di coraggio e si diresse verso l’ospedale. Era nervosa e per quanto si dicesse che non c’era motivo, la palese verità era che era ovvio che lo fosse.
“Allison..”
Mentre la ragazza si stava dirigendo verso la zona adibita alle lezioni si sentì chiamare. Riconobbe la voce di Daniel, ma decise di ignorarla. Il ragazzo provò a chiamarla ancora, ma quando non ebbe riscontro ancora una volta, la fermò prendendola per un braccio.
“Daniel”
Lo rimproverò lei a bassa voce.
“Devo andare a lezione”
“Dobbiamo parlare”
“Ancora con questa storia? Daniel, non c’è niente di cui parlare”
Il ragazzo sospirò e trascinò la ragazza in una stanza vuota, chiuse la porta imprigionando Allison contro di essa.
“Ho lezione”
Protestò lei.
“Non morirai per una lezione saltata o se arrivi cinque minuti in ritardo”
“E’ istologia, si che morirò se perdo una lezione..”
“Allison”
“Cosa!”
“Che succede?!”
“Non lo so ok?!”
Allison alzò lo sguardo e incrociò i suoi occhi per la prima volta da quando si erano scambiati quel bacio.
“Non possiamo andare avanti così”
Disse lui serio.
“Lasciami andare allora”
Rispose la ragazza alludendo alla sua condizione da prigioniera tra la porta e le braccia di lui distese all’altezza delle spalle di lei, con i palmi delle mani contro la porta.
“Mi mandi in confusione”
Daniel lo disse con una sincerità così disarmante da far tremare Allison. Da un lato le faceva piacere tutto quello, capiva che aveva un’influenza particolare sul ragazzo, ma allo stesso tempo era spaventata perché anche lei si sentiva terribilmente confusa.
“Io non sono il tipo che va in confusione. Io ho dei piani precisi, so quello che voglio, so quello che faccio..”
“Buon per te!”
“Con te non è così ok? Mi sei rimasta in mente dal giorno dell’incidente a Los Angeles, è strano”
“Non sembra un complimento”
“Ti piace avere sempre l’ultima parola eh?”
“Difetto di famiglia”
“Sei arrabbiata con me”
Disse lui con estrema sicurezza. La ragazza lo guardò torva e si irrigidì.
“Perché?”
Incalzò lui.
“Non lo sono”
“Si lo sei”
Allison sospirò e appoggiò la testa all’indietro contro la porta affranta, non aveva nessuna intenzione di lasciarla andare. La ragazza stava per sbottare, ma Daniel non le diede il tempo e la baciò. Questa volta fu lui a farlo. L’afferrò per i fianchi avvicinandola a sé e le loro lingue si incontrarono nuovamente. Questa volta la ragazza si sentì più presente e partecipe. Si immerse completamente in quel bacio e nonostante fosse terribilmente spaventata, aveva bisogno di capire quello che sentiva e soprattutto perché stava facendo tutto quello nonostante avesse un ragazzo. Non lo amava, quasi certamente quella era la risposta giusta. Allison si lasciò avvicinare al corpo del ragazzo, passò le mani sulle sue spalle larghe fasciate nel camice, per poi accarezzargli i capelli alla base del collo. I due si lasciarono prendere dal desiderio senza rendersi conto del tempo che passava, finchè Allison non si staccò con il fiato corto.
“Non, non va bene..non possiamo”
“E la seconda volta che lo dici eppure siamo ancora qui”
Sussurrò lui sulle sue labbra.
“Ho un ragazzo e tu una ragazza”
Daniel corrucciò la fronte.
“Cosa?”
Sapeva che lei era impegnata, la novità era che lui fosse impegnato e di certo non lo era.
“E tu sei il mio supervisore..”
“Non sono il tuo insegnante, non c’è niente di illegale”
E non ho nessuna ragazza avrebbe voluto aggiungere. Sentirono bussare improvvisamente alla porta e furono costretti a staccarsi completamente. Allison ne approfittò e aprì la porta. Sasha li guardò entrambi.
“Sasha che ci fai qui?”
Allison lo guardò eloquentemente e se ne andò.
“Allison!”
Il ragazzo cercò di fermarla senza successo.
“E’ la ragazza del pub..”
Daniel sospirò e fece entrare la ragazza.
“Che ci fai qui?”
“Volevo vederti”
“Sasha..”
“Daniel, quello che è successo sabato sera, quello che hai detto..lo sai che possiamo sistemare le cose”
“Sasha, non funziona così”
La ragazza posò una mano sul suo viso e gli sorrise dolcemente, cercò di avvicinarsi a lui, ma Daniel si ritrasse bruscamente.
“E’ per lei non è vero? E’ così?”
“Sasha, questa cosa deve finire, adesso!”
“Perché, Daniel lo so che provi qualcosa per me e..”
“Io non sono lui ok? Non cercare in me Tom. Sasha, Tom è morto. Non puoi usarmi come un suo rimpiazzo.”
La ragazza rimase shoccata da quello che Daniel le disse e sentì il suo cuore spezzarsi.
“Perché mi fai questo. Io lo amavo, come puoi rinvangare tutto così”
“Era mio fratello, gli volevo bene anche io nonostante non fossi d’accordo con il suo stile di vita”
Sasha prese a piangere e Daniel sentì una fitta al cuore, ma era giusto così. Erano tutti fermi in una situazione di stallo. Sembravano ancora ancorati al passato, ed erano passati anni, troppi, dovevano lasciarlo andare. Si erano aggrappati così tanto al ricordo, che avevano oscurato il presente e il futuro. Nessuno dei due riusciva ad andare avanti e Daniel sentiva il bisogno impellente di farlo. Di pensare ad andare avanti, non solo con quello che era diventata la sua vita, la medicina, ma anche con altro e l’incontro con Allison stranamente era stato come uno scossone in quel senso.
“Devo tornare a lavoro”
Disse sentendo il suo cercapersone vibrare. Lasciò Sasha lì ad osservarlo da lontano mentre si allontanava. Non aveva nessuna intenzione di arrendersi. Era l’unica cosa che la teneva ancora legata a lui e non si sarebbe data per vinta, mai. Erano cresciuti insieme, avevano affrontato tutto insieme. Non si sarebbe di certo arresa in quel momento o in quel modo. Sicura di sé uscì dall’ospedale.

Rebekah era in aula cucito, aveva due ore di pausa senza lezioni e senza rompiscatole in giro, così decise di continuare il suo vestito. Ovviamente prima si assicurò che non ci fosse nessuno nei paraggi, in accademia era molto facile che le idee venissero rubate in trenta secondi o forse anche meno. Era un mondo competitivo, ma lei era nata e cresciuta in mezzo alla moda. Sua madre era una ex modella e suo padre un attore, non c’era storia, per nessuno. Il suo telefono abbandonato su un tavolino squillò vivacemente. La ragazza si avvicinò a passo svelto nonostante i tacchi alti e rispose.
“Pronto”
“Ehi, sono io, ti disturbo?”
Sul viso della ragazza si dipinse un sorriso radioso, un live imbarazzo le colorò le guance al suono della voce del ragazzo, corredata da accento inglese, all’altro capo del telefono.
“No stavo solo continuando il mio progetto per l’accademia, tu?”
“Al praticantato mi hanno dato qualche ora libera, erano tutti impegnati con un grande caso, non so di preciso, insomma mi hanno gentilmente sbattuto fuori chiedendomi di tornare dopo pranzo”
La ragazza rise appena.
“Oh, mi dispiace che ti abbiano trattato così male, immagino che il tuo povero ego abbia subito un brutto colpo”
Disse scherzando, mentre si sedeva sul tavolo. Intanto il ragazzo si appoggiò allo stipite della porta e la osservava di spalle mentre si sistemava i lunghi capelli biondi.
“Be non poi più di tanto, questo mi ha dato modo di farti una sorpresa”
Disse senza parlare più al telefono poiché aveva riagganciato. Rebekah si voltò sorpresa vedendolo alle sue spalle sulla porta.
“Steve, che ci fai qui!”
Esclamò rimettendosi in piedi e avvicinandosi svelta.
“Era solo una sorpresa, spero di non averti infastidito e spero che non sia vietato intrufolarsi qui”
“No certo che no, per entrambe le cose”
Disse lei sorridendo. Steve le sorrise gli spostò appena i capelli e la baciò delicatamente sulle labbra. Rebekah rispose al bacio realmente felice di vederlo. Era da molto tempo che non provava una cosa simile per un ragazzo, l’ultima volta era stata davvero dura riprendersi e quell’esperienza l’aveva cambiata per sempre. Era stata sempre scettica e cinica, ma quel ragazzo stava davvero sciogliendo la ragazza come non credeva sarebbe stato più possibile dopo Sam.
“Allora..”
Disse poi lui staccandosi.
“Posso vedere la tua creazione o è top secret?”
Rebekah sorrise e scosse la testa.
“Certo che puoi”
La ragazza si avvicinò al manichino su cui stava cucendo.
“Wow, è..molto bello”
“Grazie!”
“Lo indosserai tu? Sai non sarei molto felice se gli occhi di tutti fossero puntati su di te, specie con questa scollatura..anzi scollature”
Disse poi ironico notando anche quella sulla schiena. La ragazza rise di gusto.
“Siamo già allo stadio gelosia?”
Il ragazzo alzò le spalle.
“Non posso”
Rebekah scosse la testa divertita.
“Non lo indosserò io, non possiamo..dobbiamo scegliere qualcuno che sfili per noi. Ho chiesto alla mia migliore amica..”
“Oh, meglio così..Allison giusto”
Rebekah annuì.
“Che tra l’altro muore dalla voglia di conoscerti”
Buttò lì a caso la frase sperando che non sembrasse una cosa troppo cerimoniosa.
“Perché no, se a te va”
Disse lui guardandola con curiosità. Rebekah arrossì velocemente e abbassò lo sguardo.
“Certo..magari sabato alla sfilata”
Steve le sorrise.
“Credo sia perfetto”
La ragazza lo guardò felice e affascinata dai suoi modi eleganti e rispettosi, l’aria britannica gli dava un alone di regalità. Si sentì stupida per quel pensiero, sorrise fra sé e sé e poi lo baciò nuovamente, sentendo di aver trovato davvero qualcuno in grado di entrare nel suo cuore.

Cassie era seduta da sola a pranzo, giocava nel piatto con la sua insalata. Aveva passato la domenica con Josh, ma quella mattina a scuola era come se non fosse successo niente. L’aveva salutata, le sorrideva quando la vedeva, ma nient’altro. Certo meglio dell’estate precedente in cui stavano insieme e poi fuori era come se non si conoscessero. Almeno adesso la salutava. Si diede della stupida per esserci ricascata di nuovo, all’ennesima ragazza che faceva l’oca e l’ennesimo suo atteggiamento da bello e dannato, non appena lo sguardo del ragazzo cadde su di lei, Cassie lo guardò torva gettò con rabbia nella spazzatura il resto del suo pranzo, o meglio la gran parte e se ne andò da lì. Sapeva che lui l’avrebbe raggiunta in breve dato che aveva visto il suo atteggiamento, così fu in effetti.
“Cassie”
“Eh no!”
Disse lei voltandosi arrabbiata.
“Non puoi venirmi dietro ogni volta che sono arrabbiata con te!”
Disse lei puntandogli un dito contro.
“Non essere arrabbiata”
“Perché non dovrei?”
Josh sospirò e la prese per mano trascinandola da qualche parte. La ragazza non conosceva ancora la scuola così bene, quindi non capì a pieno dove la stesse conducendo. Si ritrovò in un ripostiglio non proprio luminoso, imbronciata incrociò le braccia al petto.
“Non essere arrabbiata”
Ripetè il ragazzo.
“Si invece. Josh, sabato notte siamo stati insieme, ieri pomeriggio abbiamo passato tutto il pomeriggio insieme e ci siamo limitati a qualche bacio dato che nessuno voleva schiodarsi da casa tua! Oggi sembra che non sia successo niente! Ti stai comportando esattamente come l’estate scorsa”
Sbottò lei rabbiosa.
“Mi piace stare con te”
“E allora? Dov’è il problema”
“Non mi va che gli altri lo sappiano”
Cassie sbuffò alterata.
“Ma ti senti? Quindi facciamo sesso quando possiamo, a casa, quando siamo soli, sembriamo due fidanzatini, però fuori facciamo finta di niente?”
“Si”
Cassie sgranò gli occhi ancora più arrabbiata, fece per andarsene, ma lui le si mise davanti.
“Cas, non volevo dire questo”
“No certo”
“Ascolta non devi preoccuparti ok? Non c’è nessun altro. Non starò con nessun’altra davvero, ma voglio che questa cosa resti fra noi per un po’”
“Perché?”
“Non mi va ancora di farlo sapere”
“Ti vergogni di me? Pensi che stare con la povera, sfigata, nuova arrivata, con lo stupido accento francese sia denigrante per il tuo status sociale a scuola?”
“Nessuno ti considera una povera sfigata, te lo assicuro”
“No?”
“No, i miei amici hanno perfino detto che sei sexy”
Cassie corrucciò la fronte.
“Ok, allora davvero non capisco quale sia il problema onestamente.”
“Voglio solo evitare le domande fastidiose, dovremmo dare conto ai nostri genitori, ci controllerebbero praticamente ogni due secondi, preferisco un po’ di libertà”
La ragazza ci pensò un po’ su.
“Beh forse non hai tutti i torti..mah Josh..”
Gli puntò un dito contro.
“..niente ragazze, se scopro..”
“Te lo prometto. Non ne ho bisogno. Sarò perfettamente monogamo”
Cassie gli sorrise più serena. Josh ricambiò il sorriso e poi si avvicinò piano per baciarla. Passò le mani sui fianchi accarezzandoglieli e catturò le labbra di lei fra le sue. Si baciarono con passione crescente mentre le mani del ragazzo finirono sulle gambe della ragazza al di sotto della gonna della divisa.
“Josh, non qui”
Sussurrò la ragazza, mentre Josh le baciava il collo in modo provocante.
“Adoro il tuo accento, è terribilmente sexy”
La ragazza rise appena e poi si lasciò andare completamente quando il ragazzo  la colse di sorpresa con una carezza fin troppo provocante. Cassie decise che avrebbe azzardato il pericolo e le sue mani finirono sulla chiusura dei pantaloni di lui, che sorrise vittorioso. I due consumarono lì una relazione appena nata e soprattutto segreta.

Allison aveva provato a non pensarci, ci aveva provato sul serio. Davvero avrebbe voluto concentrarsi fermamente sulle diapositive che illustravano tutte le malattie della pelle possibili ed immaginabili, ma nonostante la sua concentrazione fosse attratta da tutto quello, sembrava ancora più attratta a focalizzarsi sugli ultimi avvenimenti. Quando poi a fare lezione fu proprio Daniel a causa di un intervento chirurgico del Dottor Green che si era protratto più del dovuto, la concentrazione di Allison decise di focalizzarsi dapprima sulle mani del ragazzo che gesticolava, poi sulle sue labbra che si muovevano veloci, infine i loro sguardi si incontrarono e la ragazza sprofondò nell’imbarazzo più totale, si sentì accalorare e pregò perché quella giornata finisse al più presto. Fortunatamente dopo la lezione tenuta dal ragazzo, le altre a seguire non erano così vitali, tant’è che la ragazza decise di non lottare più con la sua mente per tenerla vigile e attenta. Quando quella giornata giunse finalmente a termine, Allison si alzò stancamente dal suo posto, notò un messaggio di Rebekah. Era di ore prima, si era perfino dimenticata di avere un telefono. Lesse il messaggio e sorrise lievemente. L’amica la informava della sorpresa che Steve le aveva fatto e diceva di essere impaziente perché lo conoscesse, cosa che sarebbe avvenuta durante la fiera. Aveva dimenticato la fiera. Rispose rapidamente e si apprestò ad uscire. Sulla porta però si trovò faccia a faccia con Daniel che aveva finito il suo turno. Aveva un paio di jeans, una maglia su una tonalità di marrone tendente al color cuoio scuro e la solita giacca di pelle, tra le mani aveva il casco della moto. I due si guardarono un momento, ma entrambi non sapevano davvero che dirsi. Allison sentì indistintamente il profumo dell’acqua di colonia del ragazzo, quando lui gentilmente le aprì la porta per permetterle di uscire. La ragazza accennò un breve sorriso di cortesia e uscì seguita dal ragazzo. Sovrappensiero com’era non si accorse che qualcuno la stava aspettando proprio davanti all’uscita. Guardò per un attimo Daniel che ricambiò lo sguardo finchè qualcuno non la chiamò.
“Ehi dolcezza, non dirmi che sei così arrabbiata con me che fai finta di non vedermi!”
Allison corrucciò la fronte e posò lo sguardo direttamente di fronte a sé. Un ragazzo alto, capelli a spazzola, sorriso ironico e occhiali da sole, seppur il sole stesse tramontando, era adagiato contro una macchina sportiva con le braccia incrociate strette in una giacca di pelle. Allison sorrise illuminandosi all’istante, andò incontro al ragazzo e lo abbracciò con ardore. Il ragazzo a sua volta la strinse a sé. Dal canto suo Daniel fu spettatore della scena, guardò in maniera poco amichevole il ragazzo che doveva avere qualche anno più di lui, sguardo che fu contraccambiato energicamente, cosa che potè notare dato che colui che stava abbracciando quella ragazza che lo smuoveva più di quanto avesse voluto, si era tolto gli occhiali. Daniel aveva la sensazione che quello però non era il ragazzo di cui Allison parlava, se lo sentiva, probabilmente era qualcun altro che la ragazza teneva piacevolmente in pugno. Terribilmente scocciato e infastidito, Daniel indossò il casco, salì sulla moto e partì rapidamente.
“Dave, mi sei mancato!”
Il ragazzo distolse lo sguardo dalla moto che si allontanava e si staccò da Allison.
“Anche tu, accidenti, ma com’è che diventi sempre più bella?”
“Saranno i geni”
Disse lei scherzando. Lui si atteggiò pomposo.
“In effetti, tutto merito del gene James!”
“Oh andiamo, non sono messa male nemmeno da parte di papà”
Risero entrambi, poi lui assunse aria indagatrice.
“Allora, perché quel tipo mi lanciava occhiate di fuoco?”
Allison si stranì.
“Quale tipo?”
“Quello che è uscito con te dall’ospedale”
Allison scosse la testa.
“Non ne ho idea, non posso mica controllare chiunque!”
“Bene, anche perché se infastidiscono mia nipote posso diventare molto, molto aggressivo!”
“Oh andiamo”
“Già questa storia di Lucas, sei proprio sicura che sia già tempo di ragazzi? Mi sorprende che tuo padre non abbia dato di matto, geloso com’è!”
Allison alzò gli occhi al cielo ed entrò nella macchina di Dave, lo stesso fece il ragazzo.
“Zio non rompere anche tu”
“Ehi, ehi, da quand’è che mi chiami così eh!”
Allison rise senza poterne fare a meno.
“Mamma sa che sei tornato?”
“No volevo farle una sorpresa, avete una stanza in più vero?”
“La casa è un po’ sovraffollata, Carol è venuta da Parigi..senza Paul! Stanno da noi da un po’, ma credo che abbiano trovato una casa, presto inizieranno con il trasloco”
“Dormirò sul divano!”
“Oh tranquillo, la casa è grande e ci sono molte stanze, al massimo la condividerai con l’irascibile Josh!”
“Ouch. Come sta il mio nipotino?”
“In preda agli ormoni? Non lo so, un po’ troppo ribelle”
Disse preoccupata.
“Sono mancato troppo eh?”
Allison sorrise e guardò suo zio, aveva solo dieci anni più di lei.
“Sei mancato a tutti”
“Mi siete mancati anche voi”
Disse sincero Dave, mentre continuava a correre per le strade del centro dirigendosi verso casa.

ANGOLO DI ARI

Ed eccoci di nuovo qui. Allora segreto svelato o quasi per quel che riguarda Daniel e chi è Sasha e perché nel capitolo precedente hanno parlato di un passato in comune. La storia verrà affrontata prossimamente, ci saranno molte spiegazioni e scoprirete tutto ciò che riguarda la vita di questo ragazzo che non è stata facile per nulla. Oggi sono molto breve, non ho molto da dire, se avete domande dubbi o quant’altro potete esprimerli tranquillamente con una recensione alla quale sarò più che felice di rispondere.

Joseph Morgan as Steve
Chris Evans as Dave

Alla prossima Ari

   
 
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