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Autore: PrivateStalker    17/03/2013    1 recensioni
Gioia è una ragazza italiana, ventenne, che da poco ha perso la sua migliore amica.
La mamma la incita ad andare ad un viaggio di lavoro, con lei, viaggio senza una data di scadenza.
Contrariata, Gioia parte per questo viaggio ed inizierà a rendersi conto che la sua vita non è finita con la morte della sua migliore amica; del resto, questo viaggio si rivelerà un nuovo inizio per Gioia..e il tutto, grazie a Joseph Morgan.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joseph Morgan, Joseph Morgan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia suona incessantemente, ma diversamente dalle altre mattine sono già sveglia, a contemplare nel letto quanto dovrà accadere nella giornata di oggi.
Quando Ian aveva detto che gli avrebbe fatto piacere qualora avessi fatto parte dello staff della sua fondazione, credevo stesse scherzando, invece no; mi ha chiamata ieri dicendomi che oggi ha delle ore libere e vorrebbe parlare con me a tal proposito.
Ovviamente non sono più nella pelle, è un sogno che si avvera!
Allungo il braccio verso il comodino, alla ricerca di quel piccolo e fastidioso oggetto chiamato sveglia per spegnerla e trovare la forza e le energie necessarie per alzarmi e prepararmi.
Ora che ci penso... passerò un'altra giornata sul set, sebbene questa volta ci sarà Ian con me e non Joseph, che non sento e non vedo da tre giorni, precisamente dalla giornata sul set.
Ancora non sono riuscita a capire cosa gli fosse preso e, sinceramente, credo che l'unica soluzione per avere delle risposte sia chiederglielo, peccato che significherebbe parlargli e quindi affrontarlo, cosa che, al momento, non ho alcuna intenzione di fare. È ridicolo, dopo un'intera giornata passata insieme, tranquillamente, a parlare di qualsiasi argomento venisse fuori dalla nostra conversazione, non mi ha rivolto più la parola da quando è entrato in quella stanza.
Scuoto il capo, per distogliere i miei pensieri e concentrarmi sulla giornata che mi aspetta; per l'occasione ho deciso di indossare qualcosa di non troppo casual ma nemmeno qualcosa di troppo elegante e, alla fine, mi sono decisa ad indossare il mio jeans preferito, a sigaretta, ottimo per mettere in mostra ogni mia forma, ed una camicetta bianca tenendo sbottonati i primi bottoni. Il tutto, ovviamente, accompagnato da delle semplici e comode decolté nere, il mio paio preferito proprio perchè vanno bene sotto qualsiasi cosa e per qualsiasi occasione e, soprattutto, sono di una comodità assurda. Metto una linea di matita sugli occhi, con del mascara sulle ciglia e sono pronta per uscire.
Correndo prendo la giacca e, allo stesso modo, cerco di infilarmela senza fare alcun danno, mi chiudo la porta alle spalle e mi dirigo verso le scale, senza nemmeno chiamare l'ascensore; sono di così ottimo umore che potrei fare qualsiasi cosa e sempre con il sorriso sulle labbra.
Sebbene, però, si hanno ottimi propositi e ci si sveglia con un umore ottimo da far invidia all'uomo più ottimista del mondo, non sempre tutto va come vorremmo o come ce lo aspettiamo; infatti, nel momento in cui scendo l'ultimo gradino, sento la porta dell'ascensore aprirsi ed una figura, a me molto familiare, ne esce fuori.
Certo che più cerchi di evitare una persona, più la incontri...sembra essere un dato di fatto.
Uno Joseph, sorpreso quanto me, si ferma, restando immobile, davanti la mia figura, senza pronunciare parola e continuando a fissarmi interdetto ed io, ovviamente, non sono da meno. Non avevo pensato alla possibilità di vederlo prima di arrivare sul set, di conseguenza, non sapevo come comportarmi. Non dopo come si era comportato l'ultima volta.
Restiamo svariati minuti in quello stato di trance, come degli ebeti, in silenzio ognuno sotto lo sguardo dell'altra, fino a quando il 'bip' dell'ascensore appena arrivato ci riporta alla realtà; scuoto la testa e con tono freddo lo saluto, per poi voltarmi ed apprestarmi ad uscire, perchè in ritardo.
“Gioia!”
Il suono della sua voce echeggia nella mia testa, nella mia mente..persino nei miei pensieri, quasi fosse solo una mia illusione; mi fermo, cercando di restare calma, ferma nella mia posizione e fredda come pochi istanti fa. Scuoto la testa, per scacciare tutti i pensieri ai quali dà vita solo sussurrando il mio nome, senza però voltarmi verso di lui, ancora dietro di me, e che, di nuovo, sussurra il mio nome che con il suo accento britannico acquista quel qualcosa di... speciale.
“Cosa?”
Pronuncio quelle poche lettere, quell'unica parola, con un tono del tutto freddo e distaccato, quasi stanca di starmene lì ad aspettare che lui aggiunga qualcosa che non sia il mio nome, mentre mi volto verso di lui e quasi automaticamente sul mio volto si fa strada un'espressione corrucciata, pronta a confermare il mio tono freddo e distaccato.
Lo vedo abbassare lo sguardo verso il basso, senza però aggiungere altro e senza pronunciare parola; sorrido con fare isterico, cercando, però, di restare calma e non fargli alcuna scenata anche se, in effetti, avrei fatto più che bene dopo il comportamento che aveva avuto l'ultima volta.
Non può venire come meglio preferisce, a seconda del suo umore...come lui, anche io ho il mio umore poco affidabile, peccato però che questo non sia una scusante plausibile al pessimo comportamento usato con persone che non ne hanno alcuna colpa.
“Sono in ritardo. Ian mi aspetta”
Sbotto, di punto in bianco, stanca di aspettare un suo gesto o una sua semplice parola, ed è in quel momento che, però, ottengo quanto stavo aspettando in quel lasso di tempo; alza lo sguardo, nuovamente, verso di me mentre un sorriso si fa strada sul suo volto..quel sorriso che già una volta ho avuto modo di vedere, quel sorriso che, una volta entrato in quella stanza, nel vedermi con Ian, si era fatto strada sul suo volto senza avere la minima intenzione di lasciare spazio ad un sorriso vero..un sorriso alla Joseph Morgan.
Ecco qual è il problema. E' Ian, forse?
“Già. Ian....” Esclama, flebilmente, quasi deluso, prima di aggiungere “Vuoi un passaggio?”
Lo guardo interdetta, cercando ancora di capirlo ma mi rendo conto che capire Joseph è alquanto impossibile, se continua ad andare avanti con questi cambiamenti di umore istantanei.
Strabuzzo gli occhi e, senza pensarci due volte, accetto l'invito, seguendolo verso l'auto, con la speranza che, questa volta, il silenzio non avrebbe regnato in quell'auto.


La giornata passa tra una risata e l'altra, accompagnate da una chiacchiera e l'altra con l'intero cast di The Vampire Diaries che, tra una scena e l'altra, durante i buchi liberi, riesco a conoscere. Rettifico, l'intero cast, eccetto Joseph.
Ian, data la privacy da mantenere sul copione, non mi ha detto poi molto ma, in breve, mi ha fatto capire che durante la giornata anche lui aveva delle pause e, a questo punto, resta solo una plausibile soluzione alla sua improbabile sparizione: mi sta evitando, il perchè, però, solo lui lo sa.
Cerco, però, di non pensare a questo e a quanto Joseph mi stia facendo perdere le staffe con questo suo comportamento infantile e del tutto fuori luogo; non gli avrei certo dato l'opportunità di rovinare l'ottima giornata che continua a prospettarmisi dinanzi, sebbene ho già avuto delle ottime notizie e delle enormi soddisfazioni.
Lavorare con Ian, per la sua fondazione, è sempre stato un sogno per me..un sogno che ora si sta realizzando; sarà grandioso, gratificante quanto soddisfacente. Non vedo l'ora di iniziare e concentrarmi sul mio primo progetto al quale lavorerò e del quale Ian mi ha accennato prima di lasciarmi libera di fare qualsiasi cosa voglia, a causa di un imprevisto sul set che lo ha portato a girare una scena che avevano girano già alcuni giorni fa.
Il tour del set lo avevo fatto già, con Joseph, prima che il ragazzo avesse questo improvviso sbalzo di umore che ancora non accenna a cambiare, di conseguenza prendo la mia roba ed avanzo verso l'uscita, non avendo più nulla da fare in quel posto.
Sento dei passi, avanzare dietro di me, senza però pensare molto a quanto stia succedendo alle mie spalle, quando quella voce risuona nella mia testa, come in tutta l'aria circostante, come fosse un'allucinazione.
“Stai già andando via?”
Avrei potuto riconoscere la sua voce, il suo accento, anche in mezzo ad un'immensa ed infinita folla..anche in mezzo alle urla delle ragazzine in preda alla gioia più totale nel vedere il proprio idolo.
Mi fermo, senza però voltarmi. Decisamente, sono indecisa su cosa fare, su come comportarmi dati gli ultimi avvenimenti e vedere l'ultimo sbalzo di umore di Joseph non è tra le mie cose preferite o, semplicemente, non è tra le cose alle quali voglio assistere.
“Mi stai forse evitando ora?”
Aggiunge, vedendo che io non mi sono mossa di un centimetro dal posto e dalla posizione in cui ero e non avendo pronunciato parola. Un sorriso si fa strada sul mio volto.. un sorriso ironico, quasi isterico.
Mi ha appena detto se lo sto evitando?
Davvero?
Joseph, sei serio o cosa?
Mi volto, senza pensare alle conseguenze che potrebbero esserci; quella domanda, quelle semplici parole, mi hanno fatta scattare perchè se proprio doveva essere fatta una tale domanda, l'avrei dovuta fare io.. a lui.
“Come, scusami?”
Questa volta gli rispondo, sebbene con un'altra domanda, pronunciata con un tono del tutto freddo, distaccato quanto ironico.
Sorrido nuovamente, accompagnando il gesto con un piccolo cenno del capo da un lato all'altro, mentre un lieve mugolio si espandeva dentro di me.
“No, Joseph. Non ti sto evitando.”
Rispondo, poi, alla sua domanda, avanzando di qualche passo verso la sua figura, ormai immobile, davanti la mia. Se ne sta lì, del tutto inconscio di cosa, a breve, accadrà..inconscio di ciò che ha scatenato e delle conseguenze che la sua domanda ha portato a manifestarsi.
“Vado via perchè Ian ha avuto un emergenza e non conosco nessuno, oltre te e lui, quindi...”
Faccio spallucce, avanzando nuovamente verso di lui, mentre lo guardo con un'espressione adirata; potessi farlo caccerei fumo dalle orecchie, tanta la rabbia che circola nel mio sangue.
“E se parliamo di evitare.. bè.. dovrei chiedere a te la stessa cosa, siccome in un'intera giornata non ti sei fatto vivo mezza volta e per tutto il tragitto in auto non hai detto una parola.
Per non parlare del fatto che dall'ultima volta che siamo stati su questo set non mi hai più parlata.
Quindi, Joseph, non ti sto evitando, sto semplicemente andando via.”
Sapevo che, una volta fermatami nel momento stesso in cui la sua voce aveva attirato la mia attenzione, non sarei stata più in grado di calmarmi; non è mai stato tra le mie capacità cercare di stare calma in certe circostanze.
Continuo a fissarlo, cercando di riprendere fiato, dando nuovamente equilibrio al mio respiro e a dare una naturale frequenza ai miei battiti cardiaci che, durante quell'infinita invettiva, erano aumentati a dismisura, mentre lui – sempre fermo nella sua posizione – è intento a fissarmi sorpreso dalla mia reazione e da quanto gli avevo appena detto.
Non aggiunge nulla, proprio come me; continuiamo a fissarci, il mio sguardo nel suo e viceversa, poi mi volto e mi dirigo verso l'uscita, senza sperare o aspettare che mi avrebbe fermata. Sono consapevole che non lo farà, deve ancora digerire e riflettere su quanto gli ho appena detto.
Uscita da quello stabilimento, una volta chiusa la porta alle mie spalle, faccio un lungo respiro a pieni polmoni, cercando di stabilizzarmi e di tornare all'umore iniziale con il quale mi ero svegliata, avevo passato l'intera mattinata e con il quale ho tutta l'intenzione di concludere la giornata.
Chiamo un taxi che, per mia fortuna, non tarda ad arrivare e, sebbene sia l'ora di punta in cui il traffico è alle stelle, riesco ad essere a casa in un lasso tempo accettabile. Apro la porta del passeggero, dopo aver pagato il viaggio, scendo e, quasi automaticamente, mi lascio andare in un altro sospiro, lungo quanto quello precedente fatto dopo la sfuriata con Joseph.
Finalmente respiro l'aria della mia nuova casa e il buon umore sembra tornare, quando volgo lo sguardo verso il viale che porta all'edifizio in cui abito ed un'amena figura, a me molto familiare, non si fa strada attraverso la mia visuale.
Questa giornata ha tutta l'intenzione di non terminare mai; un altro lungo respiro ed avanzo, cercando, però, di rimanere calma questa volta.



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Scusate l'enorme ritardo, ma l'ispirazione non era dalla mia e il tempo sembrava non bastare per qualsiasi cosa dovessi fare..quindi... scusatemi D:
Come sempre, vi invito a recensire e a farmi sapere cosa ne pensate della storia e dell'attuale capitolo che, so da me, non è una grandissima cosa. Scusatemi! D:
  
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