Amica
ti chiamai,
quando m’incamminai
e ti vidi
alle mie spalle,
e non ebbi più bisogno di voltarmi
per sapere che ancora mi seguivi.
Non odo più i tuoi passi, ora.
Do un’occhiata. Mai l’ho fatto prima d’ora.
Ma dietro, solo le mie impronte,
spazzate via da un’impetuosa Bora.
Dove sei?
Stai per caso seguendo un’altra ombra? Un’altra schiena, oltre l’orizzonte?
Vorrei correre, cercarti
in ogni strada che abbiamo già tracciato,
ma se ti sei persa
ed io me ne vado,
come farai allora a ritrovarmi?
Ho paura, paura da star male,
ma siedo ad aspettare.
Fa’ presto a ritornare.
E il tempo si dilata,
s’espande in gigantesche bolle
che s’immergono l’una nell’altra
e scoppiano in una schiuma molle.
Sul loro pelo d’argento,
vedo un’immagine folle:
Il tuo volto, che sorrise nel vento,
ma dedicarmi quel sorriso non volle.
Sono stata io
a lasciare indietro te?
E mentre lotto con l’oblio,
già eccoti che torni da me.
Facesti forse un giro più largo
o ti smarristi lungo la via.
Sapevo ch’eri solo in ritardo.
Dammi la mano. Andiamo via.