Un giorno il Diavolo fece visita a un peccatore e gli disse:- Uomo, ammiro così tanto la tua misantropia che ho deciso di concederti un desiderio.
L'uomo, senza comprendere di chi si trattasse, si fece tentare dal bel viso del giovane che gli stava dando un'opportunità di tale valore e rispose:- Amico, se davvero ne sei capace, donami l'eterna giovinezza, fa' in modo che non debba mai mangiare o riposare. Permettimi di rimanere bello come sono ora e mi renderai l'uomo più felice della terra.
Il Diavolo sorrise accattivante e annunciò:- Sarà esaudito. Finché vedrai il Sole, tu rimarrai giovane. Finché riuscirai a seguirlo potrai preservare il tuo corpo senza nutrirti o riposare. Ma perdilo di vista e il peso degli anni e della fame ti distruggeranno senza possibilità di salvezza. Non attardarti, è già il tramonto.
L'uomo prese pochi oggetti tra i beni che aveva sottratto alla povera gente che si era fidata di lui nel corso della sua vita e, maledicendosi per quanto era stato sprovveduto, iniziò a correre verso occidente, finché, neppure affaticato, si fermò con la luce di mezzogiorno. Si fermò a mangiare, ma scoprì che il cibo aveva perso ogni sapore, quindi lo seppellì nel campo di grano sperando che nessun uomo lo trovasse e potesse usufruirne, tanto era il suo odio per l'umanità.
Si sedette, ma scoprì che non trovava sollievo neppure con quel gesto, quindi non gli restò che proseguire per la propria strada.
Per un secolo continuò a inseguire il Sole, attaccato alla vita, vivendo continuamente nelle ore dell'alba per evitare ogni contatto umano e odiando i mattinieri.
Per due secoli proseguì nelle ore di pomeriggio, sperando di vedere qualcuno da oltraggiare, visitando terre selvagge dove riteneva che gli umani avessero distrutto la bellezza della vita e odiando se stesso per appartenere alla stessa specie.
Per tre secoli corse sul filo del tramonto, scontento della sua esistenza e indeciso se continuare a inseguire la morte, troppo orgoglioso anche per dichiararsi sconfitto.
Un giorno corse più veloce e arrivò alle prime ore dell'alba. Si fermò, deciso a vivere appieno quella giornata con il volto così bello che gli era costato molto.
Si fermò nei pressi di una fattoria dove scorreva un fiume. Si chinò per bere, ma si ricordò di disprezzare l'acqua.
Allora la figlia del fattore, brutta e deforme, uscì dal casolare e gli chiese:- Qual è il tuo nome, forestiero?
L'uomo, fissandola prima con sdegno, rispose poi:- Non lo ricordo più.
La donna lo guardò compassionevole e gli chiese ancora:- Hai sete?
L'uomo rispose:- No, non posso bere.
La donna allora esclamò:- Ma come? È diritto di ogni cristiano bere se ha sete.
Si avvicinò al fiumiciattolo, riempì un bicchiere di acqua cristallina e lo porse all'ospite.
L'uomo lo rifiutò, gettandolo a terra diffidente. La donna, pazientemente, raccolse il contenitore e lo riempì nuovamente per consegnarglielo.
L'uomo, infastidito dalla testardaggine della ragazza ma incuriosito dal suo modo di fare, fece cenno di diniego con la testa e rovesciò il contenuto del bicchiere sul prato.
La ragazza, senza dire nulla, raccolse di nuovo il bicchiere, lo riempì, bevve metà del contenuto come garanzia e porse la restante parte all'uomo.
Lui, esitante, decise di tentare. E trovò che l'acqua non aveva mai avuto tale freschezza e tale bontà. Allora sopraggiunse la sete e dovette chinarsi al fiume per bere, ma l'acqua gli sembrava ripugnante e la ragazza doveva porgerli il bicchiere perché lui potesse soddisfare il proprio bisogno.
L'uomo non la ringraziò e si gettò su un pane messo a freddare fuori dalla finestra. L'odore era rancido e la consistenza sembrava di calce.
La ragazza allora disse:- Hai fame?
L'uomo rispose:- No, non posso mangiare.
La donna disse.- Ma come? È diritto di ogni cristiano calmare il languore- e prese il pane, ne divise un quarto e glielo porse. Lui rifiutò e lo gettò alle galline.
Lei insistette e gliene offrì metà. L'uomo rifiutò ancora e ripeté il gesto.
La donna allora prese un pane intero e glielo diede tutto, dicendo:- Tieni il mio pranzo, è tutto ciò che mi è rimasto.
L'uomo, colpito dalla tenacia della donna, accettò il dono e scoprì che il pane era fragrante, caldo e di una morbidezza che gli era da tempo sconosciuta.
Quando la fame e la sete furono sopite, l'uomo tentò di trovar requie sedendosi sul prato per poter godere della presenza della brutta ragazza, ma la scomodità del terreno era troppa e si sollevò in piedi.
Allora la donna gli disse:- Vuoi riposare? In casa non ho sedie, ma posso portarti i cuscini qui fuori.
L'uomo mormorò:- No, non posso riposare.
La ragazza disse:- Ma come? È diritto di ogni cristiano riposare le membra dopo un lungo viaggio- ed entrò in casa e ne uscì con dei comodi cuscini, che stese sul prato. Lui tentò di trovare pace, ma sempre più infastidito si alzò in piedi.
Allora la donna si sedette sul prato e gli disse:- Appoggia la testa sulle mie gambe.
Lui, perplesso di fronte al contatto fisico con un altro essere umano tanto ripugnante, dopo aver esitato un istante, acconsentì. Il calore della donna lo pervase e desiderò rifugiarsi nel suo grembo come fosse un bambino. Scoprì che aveva freddo e, lieto della presenza della donna, si assopì.
Si svegliò nel pomeriggio e si alzò veloce, accorgendosi che era tardi. La donna l'aveva accudito per ore e adesso lo guardava pacifica.
L'uomo la guardò rapito e disse:- Ragazza, mi hai aiutato tutto il giorno, hai preso il mio cuore e rimane a te. Non posso fermarmi, devo inseguire il Sole o morirò. Seguimi o se non mi seguirai ne morirò comunque.
La donna benevola disse:- Non posso seguirti, una brutta malattia mi sta logorando, domani morirò.
L’uomo si disperò perché non poteva trovare una cura a occidente e tornare a oriente per riportargliela in tempo. Il Diavolo tornò a fargli visita e gli propose:- Mio misantropo amico, vai a salutare la Luna e io ridarò la bellezza e la sanità alla donna che ami. Se preferisci il tuo volto, prosegui senza di lei.
L'uomo disse addio alla sua salvatrice e proseguì per la sua strada, ritenendo che la morte non gli fosse congeniale.
Percorso un miglio, i morsi della fame e della sete iniziarono a farsi sentire e, sorpreso, prese un po' del cibo che la donna gli aveva donato prima che lui la abbandonasse. Ciò che fino a un istante prima sembrava il meglio del cibo del mondo, appassì e marcì nelle sue mani.
Capì subito perché non poteva mangiare e tornò subito a oriente per rivedere la donna, ma si stancò ben presto e dovette fermarsi a riprendere fiato.
Alla fine riuscì a raggiungere a fatica il letto della donna e vide che gli sorrideva, nonostante tutto.
- La mia bontà mi salva, oggi. Ora che la Luna sopraggiunge, mi liberi della maledizione che il Diavolo m’impose per mia troppa generosità. Fai opera di pentimento e in questo mio letto di morte che ti cedo potrai avere redenzione.
L’uomo la guardò e disse:- Mentre ora le mie membra divengono polvere e i miei secolari occhi ti vedono per l’ultima volta, mentre il mio cuore batte i suoi ultimi lancinanti colpi e la fame mi offusca i sensi, io ti chiedo perdono per la mia crudeltà e per averti abbandonata nella necessità anche se mi hai aiutato quando ne avevo bisogno e mi hai salvato dall’imposizione disumana del Diavolo.
E mentre il suo corpo si disfaceva, la donna divenne un angelo splendente di una bellezza raggiante e si sollevò sull’uomo dicendo:- Mio caro amico, rinasci dalla polvere e seguimi nel Regno dei Cieli perché il tuo orgoglio è ora cessato di esistere.
L’uomo rinacque dalle polveri, bello come un tempo, si sollevò da terra con la ragazza generosa e volò con lei nel Regno dei Cieli, dove divenne un angelo anche lui.