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Autore: isabelneville    17/03/2013    6 recensioni
«Accade qualcosa di straordinario: invece dell'affilato ed atroce dolore del proiettile, Eponine si sentì strattonata via, la sua mano volò dalla canna del fucile, sentì soltanto "Và via, scappa da qui!" mentre perse l'equilibrio e rovinò a terra nel cortiletto di schiena.»
Un salvataggio improvviso cambierà le sorti della storia. La rivoluzione non avrà successo, la Repubblica non tornerà, ma i personaggi riusciranno a salvarsi, e continueranno con le loro avventure, i loro divertimenti, la politica, e, perchè no, l'amore? [What If?]
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Enjolras, Eponine, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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mizz Okay, finalmente sono tornata! Scusate se non ho scritto per tutta la settimana, ma ho l'uni dalle 8.30 alle 18.30 tutti i giorni,e quando torno a casa onestamente ho la forza soltanto per buttarmi sul letto e non alzarmi più. Quindi, ora che un paio d'ore libere - stasera c'è "The Borgias" su La7, vedetelo, è stupendo -vi regalo un nuovo capitolo (di nuovo, di stallo lol). Mi scuso per la scarsa qualità di questo capitolo- sono stanca e non ho ispirazione xDD
ps: se v'interessa, se volete seguirmi (non è un ordine, però se volete farlo siete ben accetti u.u) potete trovarmi qui:
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                                                          There's a girl behind those clothes 

Dopo circa un'ora dal suo allontanamento, i Les Amis videro finalmente tornare Gavroche, con le braccia piene di abiti nuovi, seguito da un vecchio storpio che trascinava un cavallo con sè.
Il gamin percorse correndo la distanza che lo separava dai suoi amici,stando però attento a non inciampare per evitare di sporcare tutti quei lindi capi; non voleva certo rendersi ridicolo - tutt'altro, voleva che pensassero quanto fosse indispensabile avere qualcuno come lui accanto.
"Eccomi, amici! Tutto pronto. Monsieur Enjolras, ho portato vestiti nuovi per tutti - sono anche riuscito a trovare qualcosa per Eponine, dovrebbe stargli bene l'abito che la signora mi ha venduto - e vi ho portato monsieur Roland, questo vecchio qui con me.. Ha un cavallo e una carrozza bella grande, ma un pò malandata come mi aveva chiesto!"
Enjolras fece un cenno con il capo. "Grazie, Gavroche."
Il ragazzo passò a ciascuno dei Les Amis camicia, pantaloni e giacca - nessuna di essa con colori rivoluzionari, come il rosso, ma tutte nere e bianche - ed un abito dall'aspetto davvero vecchio, stile impero come quelli che si portavano una ventina di anni prima ad Eponine.
La ragazza prese l'abito e lo accarezzò: non aveva mai visto niente di così perfetto al tatto. La stoffa era ruvida, certo, ma lei era talmente abituata a vecchia lana e cotone rovinato da trovare magnifico anche un capo del genere. Si rese però conto di doversi cambiare, e gettò uno sguardo ai suoi compagni. "Ehm.. Dove potrei andare a vestirmi?"
"
Anche qui, mademoiselle, credo che nessuno di noi sia contrario!" Courfeyrac scoppiò a ridere alla sua stessa battuta.
" M- Monsieur!" urlò Eponine scandalizzata, arrossendo completamente e portando una mano alla bocca.
Gli amici risero tutti, tranne Enjolras, serio come sempre ma leggermente imbarazzato. Le donne per lui erano "esseri", come qualsiasi altra cosa.. Sapeva della loro esistenza ma non se ne curava, e l'idea di Eponine che si cambiava dinanzi a lui lo rendeva un tantino inquieto.
"Mademoiselle .. Potrebbe, ecco, andare dietro quei cassoni." disse Enjolras con lo sguardo ai suoi piedi.
Eponine notò il ritorno alla formalità. "Certo, vado subito, monsieur." e si incamminò a cambiarsi.
"Enjolras, ma un minimo di divertimento per te non esiste, vero?" lo prese in giro Grantaire, che intanto aveva avuto tutto il tempo di riprendersi dall'ubriacatura di qualche ora prima.
"Sta zitto, R." lo rimbeccò.
Dopo questo piccolo momento ludico, tornò il silenzio e tutti si cambiarono, anche Eponine, che tornò poco dopo. L'abito le cadeva alla perfezione, era esattamente della sua taglia. L'unico problema era la sua eccessiva magrezza, le ossa sporgenti si notavano e così anche quelle poche curve del seno che aveva. C'era però qualcosa in lei, forse quell'aria da fanciulla in pericolo, che la rendeva bella; la rendeva, perchè non lo era oggettivamente. Aveva una sua bellezza - non era affatto brutta - che la povertà e la miseria avevano tentato di sfiorire in ogni modo: i capelli una volta mossi e fluenti ora erano ciocche flosce, e le guance prima piene ora erano scavate. Ma quando sorrideva, era una visione. Le tornava quella luce negli occhi che aveva sempre quando la sua famiglia era ancora proprietaria della locanda a Montfermeil, quando era una bambina ricca e spensierata, e le fossette ai lati della bocca erano adorabili. Nessuno dei Les Amis l'aveva ancora vista sorridere: quella era la prima volta.
Si, perchè Eponine, uscita allo scoperto con il suo nuovo abito, stava sorridendo. Si sentiva nuova e graziosa, finalmente femminile; l'abito non aveva toppe e buchi, e lo sentiva così soffice sulla sua pelle nonostante la sua ruvidezza.
"State davvero bene, mademoiselle!" la elogiò Joly con un sorriso.
"Vi ringrazio, monsieur Joly!" ridacchiò, e la ragazza in lei finalmente venne fuori. Che peccato che Marius non sia qui ad ammirarmi! Sono sicura che mi troverebbe bella. Quasi più bella della sua innamorata. Sospirò ma non si abbattè. Speriamo solo sia salvo..
Enjolras, che aveva gettato distrattamente lo sguardo verso Eponine per poi portarlo sul vecchio storpio, disse: "Monsieur Roland, dov'è la carrozza?"
"
Proprio qui dietro, signore. Questo qui" disse indicando il cavallo "è Marlot, è velocissimo; non potreste trovare cavallo più veloce di lui in tutta la regione. Vi porterà in poche ore ovunque vogliate andare."
"
Vi ringrazio. Siete stato già pagato, vero?" Il vecchio annuì, e cacciandoli dalla tasca mostrò i franchi ad Enjolras "Bene. Grazie ancora, monsieur. Au revoir."
Enjolras prese le redini del cavallo dalla mano di monsieur Roland e, seguito dai suoi amici, andò alla carrozza. Essa era grande e spaziosa; con sollievo, notarono che poteva contenerli tutti senza eccessivi problemi e strettezza. Feuilly, che di cavalli ne sapeva abbastanza, si sedette davanti, all'aperto, accanto a Combeferre; tutti gli altri si riunirono all'interno. Eponine come al solito prese posto accanto a Gavroche; si sedette poi all'altro suo lato Courfeyrac, seguito dai compagni.
Il viaggio fu silenzioso. L'ilarità era sparita, perchè sapevano della pericolosità che li attendeva una volta giunti a Parigi. Tenevano dunque tutti gli occhi bassi, e se qualche parola fu scambiata, fu unicamente per cortesia e per smorzare la tensione di quegli attimi.
Dopo circa 3 ore e mezza la carrozza si fermò. Feuilly e Combeferre scesero dai loro posti di conducenti e si presentarono ai loro amici.
"Siamo alla porta sud di Parigi." Disse Feuilly, e si voltò verso Enjolras, il suo fidato capo. "Probabilmente conoscono le nostre facce, come possiamo fare?"
Enjolras, come al solito un uomo pratico, prese alla svelta una decisione. "Conoscono noi, ma non Grantaire ed Eponine. Metteremo loro davanti - fingeranno di essere marito e moglie che tornano a Parigi dopo tanto tempo, e noi staremo qui dietro, in silenzio. Queste vecchie carrozze hanno bauli segreti sotto i sedili, ci nasconderemo lì." Come facesse a sapere di questi aneddoti, era grazie alla sua nobiltà.
Fecero come aveva detto Enjolras: i Les Amis, con esclusione di Grantaire, si nascosero nei bauli, ed Eponine e Grantaire si andarono a sedere all'esterno. Fecero camminare i cavalli per qualche altro metro, fino a quando furono fermati da una guardia.
"Fermé!" Intimò questa. Si avvicinò ai due giovani conducenti, e con suo sguardo viscido fermo sul petto di Eponine, disse: "Chi siete? Perchè state entrando a Parigi? Cosa portate in questa carrozza?" Con un gesto, intimò ai suoi compagni di andare a dare un'occhiata all'interno della carrozza. Tutti all'interno smisero anche di respirare.
Fu Eponine a rispondergli, con una vocina acuta che tentava di essere suadente. "Monsieur, siamo marito e moglie. Ci siamo sposati una settimana fa a Montfermeil, dove vivono i miei genitori, i signori Lestrande, e ora torniamo a Parigi per costruire una nuova vita insieme. Oh, ci amiamo così tanto, non è vero, caro?" guardò sbattendo le ciglia Grantaire, che ridacchiò sotto i baffi.
"Ma certo, mia cara. Quanto Zeus è fedele ad Era, io sarò fedele a te!" Fortuna volle che il soldato non capì il suo mitologico scherzetto.
Intanto gli altri soldati controllavano l'interno della carrozza, che pareva vuota tranne che per qualche lenzuolo gettato sul pavimento; vedendola in questo stato, uscirono e dissero al loro capo "Libera".
La guardia, a questo punto, li fece passare, e tutti loro tirarono un sospiro di sollievo. Qualche centinaio di metri più avanti, si scambiarono di nuovo i posti; soltanto, invece che Combeferre accanto a Feuilly andò a sedersi Joly, che fece anche da "mappa umana".
"Eccoci! Quella è la casa dove vive Musichetta quando io e Bossouet non ci siamo."
La carrozzà si fermò davanti ad un palazzo diroccato, dall'antica bellezza e ricchezza. Uscirono tutti dalla carrozza, respirando a pieni polmoni e stirandosi le membra, e andarono alla porta. Bussarono.
Una giovane donna sulla ventina, dai capelli ramati, nè alta nè bassa,dalla bellezza fine e classica venne ad aprire. Quando vide chi c'era sulla porta, si portò le mani al petto.
"Mon amour! Sei tornato!" Musichetta gettò le braccia al collo di Joly, e non lo lasciò andare, nemmeno quando l'ultimo dei Les Amis entrò in casa.


  
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