Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Potters_soul    17/03/2013    1 recensioni
-Sai, non è semplice. Io non sono semplice. La mia vita non è mai stata semplice. Sono sempre stata abituata a lottare, fin da quando ero piccola. Lottare veramente. Quindi, sono sicura che non mi fermerò davanti al primo ostacolo. Sono disposta a tutto per te. Lotterò per te. Ed infine..- Si bloccò la rossa.
-Ed infine?-
-... Ed infine, ti amo.- Disse, sospirando.
Fu un attimo: le candide labbra del moro si poggiarono sulle sue, e lei sentì un turbinio di emozioni esplodere nel cuore.
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Cassie, non per offenderti, ma non è che mi interessi tanto..-
Gli occhi azzurri della rossa passavano in rassegna vestiti dopo vestiti, con entusiasmo pari ad uno studente di lunedì mattina.
Ma la piccola Cassie Smith, fanatica dello shopping, questo non sembrava capirlo. Per lei i vestiti erano ossigeno e fare compere almeno una volta al giorno era non obbligatorio, ma necessario alla sua sopravvivenza.
La bionda non diede alcun peso alla frase di Sasha, la ignorò totalmente. Era ormai abituata alle sue lamentele, tanto quanto lo era la rossa alla sua irrefrenabile voglia di fare acquisti ogni santo pomeriggio.
Sasha, infatti, preferiva guantoni da boxe e tute comode invece che vestitini corti e tacchi vertiginosi. Preferiva avere le labbra segnate da tagli, segni di combattimenti, che da rossetti, gloss, burrocacao o quant'altro.
Per quanto i loro gusti fossero diversi ed in contrasto fra loro, le due ragazze erano unite da un legame inseparabile. Basta pensare che, anche dopo tutte le lamentele giornaliere, la rossa era sempre con la bionda in giro per negozi. Non l'avrebbe mai lasciata sola, ed era palesemente reciproco.
-Piccola, guarda lì! Quel tubino nero, oddio, già immagino il tuo ingresso più che favoloso alla festa di sabato, con questo vestito addosso!- 
-Dio, Cas, puoi ringraziarmi quanto vuoi per essere sempre con te, ma su questo non ci contare minimamente.- esordì Sasha, portandosi dietro l'orecchio un ciuffo ribelle.
-Oh, tu verrai eccome! Ci sono tutti i nostri ex compagni di liceo, e di sicuro noi due non mancheremo!- la rimbeccò la più piccola.
-Tu non mancherai, cara, di me possono benissimo fare a meno. Non ho intenzione di rendermi ridicola con quello addosso!- ribattè, puntando un dito contro il vestito appeso poco lontano da loro, con fare accusatorio.
La bionda le si parò di fronte, alzandosi sulle punte per arrivare alla sua altezza.
-Ascoltami bene. Tu non sarai ridicola. Non lo sarai mai, né con un paio di jeans, né con un vestitino. Perché tu sei perfetta, Sasha.- 
La rossa, a queste ultime parole, voltò la testa altrove, pur di non incontrare quello sguardo insistente che era puntato contro di lei. Ma la biondina, con un gesto scattante della mano, portò il viso dell'amica di fronte al suo.
-Sei perfetta. Perfetta!- Detto questo, scese dalle punte e, presa per mano l'amica, si avviò con fare deciso verso la fila di vestiti esposti alla destra della vetrina.
-Vallo a provare!- esclamò poi, appena trovata la taglia giusta per l'amica.
Per tutta risposta, la rossa non smetteva di sbuffare, neanche dentro il camerino, e non finì nemmeno quando uscì, più splendente di una stella, avvolta in quel tubino che le metteva in risalto le forme.
La compagna la guardava soddisfatta, e la commessa le fece i complimenti. Sasha si voltò verso lentamente verso lo specchio, ma quello che vide non fu certamente di suo gradimento.
Sembrò quasi non aver nemmeno visto il vestito e la sua attenzione si rivolse alle braccia, segnate da lividi e tagli. Passò un dito tremolante sull'avambraccio destro, prima di rientare improvvisamente e bruscamente nel camerino.
Uscì vestita e con il tubino in mano, che porse all'amica.
-Non indosserò mai questa.. cosa!- disse poi, con tono leggermente alterato. 
Raccolse la borsa dal divanetto dove siedeva la compagna e uscì dal negozio, seguita da uno sguardo sconcertante della commessa e da sospiri continui di Cassie.
 
Una volta chiusa la porta alle sue spalle, cercò con lo sguardo la prima panchina libera nelle vicinanze.
C'era così tanta gente, ma si sentiva totalmente sola. E vuota. Era abituata a questa sensazione: ci conviveva da tutta la vita, ormai. Chiunque le passasse accanto, o cercasse di avvicinarsi ed interessarsi a lei, veniva totalmente ignorato, e così lei si ritrovava sola, di sua scelta. Era come chiusa in una bolla che la estraniava dal mondo esterno, nella quale rientravano solamente Josh e Cassie, che per la ragazza sembravano anche troppi. Era così che la pensava: tutte le persone a lei care sarebbero sparite, e lei sarebbe rimasta sola. Per questo non si sforzava nemmeno di intraprendere relazioni con la gente, le bastavano suo fratello e la sua migliore amica, per i quali sapeva che avrebbe lottato giorno dopo giorno, pur di tenerli stretti a sé. 
Tra tutta quella gente sembrava quasi soffocare, non le bastava l'aria; così decise di raggiungere il parco più vicino e sedersi lì, per essere libera da quegli sguardi estranei. 
Mandò un breve messaggio all'amica informandola su dove si trovava e spense il telefono, riponendolo nella tasca. Si stese sulla panchina, con il viso rivolto al sole, che le illuminava la pelle bianca come neve.
Per un momento sembrò avere la mente totalmente vuota, nei suoi pensieri rimbombava solamente il cinguettio degli uccelli e le urla gioise dei bambini, che si stavano divertendo. Le si dipinse un sorriso, pensando alla loro felicità, ma subitò scomparve, pensando alla sua di felicità, stroncata quand'era fin troppo piccola per capirci qualcosa.
Scosse violentemente la testa, sospirando. No, quella volta non avrebbe permesso ai ricordi di rovinarle la giornata.
 
-Ti ho preso un frappé, prendi.-
La voce di Cassie la distolse dal suo moment di relax, e subito si mise seduta per afferrare il bicchiere e fare spazio all'amica.
Non dissero nulla su quanto accaduto nel negozio. Ormai, questi avvenimenti erano all'ordine del giorno.
Cassie pensò che non sarebbe mai riuscita a capirla: nonostante la sua amica odiasse i segni sulla sua pelle,che le impedivano di infossare certi tipi di vestiti in presenza altrui, non sembrava mostrare cenni di rinuncia verso il suo passatempo, nonché sorta di lavoro. Il combattimento. Sasha combatteva per guadagnare soldi e soddisfazione, e la bionda era anche a conoscienza del motivo. Vendetta personale, le aveva detto un giorno la rossa. Sapeva a cosa si riferisse e non le chiese più nulla a riguardo. Personalmente Cassie non condivideva tale scelta e non ne capiva a fondo il bisogno, ma questo perché non aveva avuto un passato come quello della sua amica. Grazie all'amore fraterno che le legava, non avrebbe mai vietato all'amica di raggiungere i suoi scopi, non la avrebbe mai ostacolata ma neanche spronata. Si limitava a sostenere le sue scelte, e l'avrebbe sempre fatto. Era a conoscienza dei pensieri più profondi della compagna, così come lei era a conoscenza dei pensieri della biondina. L'unica cosa su cui non l'appoggiava era quel suo ostinato pensiero di non essere abbastanza. Abbastanza carina, abbastanza simpatica, abbastanza dolce, abbastanza apprezzata. Non che Sasha si sforzasse per esserlo, ovviamente. Non voleva essere notata da nessuno, stava sempre sulle sue, ma quando si trattava di feste, era del tutto irremovibile. La bionda le aveva ripetuto più volte di non dar peso alle idee altrui, alle loro supposizioni circa quei segni sul suo corpo. Giravano vovi orribili, si diceva che venisse picchiata dal padre e dal fratello, o che si tagliava. Tutte fesserie. Sarebbe anzi dovuta andarne fiera, perché ognuno di quei tagli portava con sé il ricordo di una vittoria, morale e fisica. Ma non sarebbero dovuti essere dei blocchi che la separavano dalla vita sociale, avrebbe dovuto non darci tanto peso quanto gliene dava normalmente.
E poi, un abito sexy indossato da una ragazza battagliera, risultava molto intrigante.
 
 
 
 
Una volta finiti i frappé, Cassie li buttò in un cestino, seguita dalla rossa. 
Si avviarono silenziosamente al parcheggio dove si trovava la moto della più grande e salirono. In un batter d'occhio arrivarono a casa Smith e la bionda scese. 
-Vuoi entrare?- chiese sorridendo.
-No grazie, devo tornare a casa. Sai bene che ho da fare.-
-Giusto, domani hai l'incontro. Ti verrò a vedere, a domani Piccola.- disse mandandole un bacio volante.
-A domani, Cas.- 
La rossa rimase davanti al vialetto di casa Smith guardando l'amica armeggiare con la serratura, ormai troppo vecchia.
Quando finalmente la porta si aprì, Sasha parlò.
-Sai, forse potrei anche ripensarci.. Domani ne riparliamo. Ciao, Cas!- 
Detto questo, diede gas alla moto e si dileguò in fondo al vialetto, senza aspettare la risposta dell'amica.


Buonasera pipol! 
Ed eccomi ancora, purtroppo per voi, qui! 
In questi due capitoli ho deciso di presentare la protagonista Sasha, l'amica Cassie e il fratello Josh.
Dal prossimo capitolo inizierà la vera storia, spero vi piaccia! :S
Non ho nient'altro da dire, perciò vi lascio. Ci sentiamo alla prossima!


Hope you like it,
Your _Angel_x
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Potters_soul