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Autore: Yanothing    17/03/2013    1 recensioni
La mia prima ff basata a grandi linee su una storia vera.
Un amicizia che comincia all'età di sedici anni, periodi molto difficili, problemi con alcool e farmaci, il mondo della musica punk-rock, un amore sano e puro, continue sfide che si infrangono contro le vite dei personaggi, sopratutto contro la vita dell'eterno giovane Billie.
"Portami indietro a un’ora fa, il tempo sta fermo mentre gli anni passano".
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Adrienne Nesser Armstrong, Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Tré Cool
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La presi in braccio e scappammo da quella che sembrava essere una festa senza fine, tra le risate della gente ubriaca e le lamentele dei parenti più moralisti, il nostro matrimonio stava avendo termine, e ora io e lei potevamo avere un attimo di pace.
L'alcol mi fece barcollare sul vialetto di ghiaia che scricchiolava sotto le mie scarpe, ma le sue risate coprivano ogni rumore, non avevamo bisogno di dire a nessuno che stavamo andando via, semplicemente stavamo scappando, come ogni volta che ne avevamo voglia, alla ricerca di un posto dove stare tranquilli, anche solo a parlare per delle ore infinite, ma quella sera era la prima notte di nozze, a cosa sarebbero servite le chiacchere?
La feci sedere sul sedile in cuoio della mia Ford, e feci il giro attorno la macchina blaterando un sacco di stronzate che forse non avrei mai ricordato. Salii pure io e misi in moto la macchina.
“Hai bevuto troppo? Se hai bevuto troppo ci fermiamo a dormire qui..tua madre mi ha detto che non dobbiamo preoccuparci..”
“Di che ti preoccupi piccola!?” la zittii posandole un dito sulle labbra “ho guidato tante volte in condizioni peggiori!” risi.
“Vantiamocene..” borbottò mentre io partii ridendo come un deficiente.
L' ottantesima era stata inghiottita come il resto della California dalla notte, ma ciò non rallentò la mia andatura che era sostenuta, forse fin troppo sostenuta, la strada era tranquilla, era difficile incontrare qualcuno diretto al Pinole park a quell'ora di notte, ma la cosa non mi dispiaceva affatto, mi sentivo libero, il padrone della strada, con la musica alta che riempiva il silenzio che ci sarebbe stato tra me e Adrienne se la mia radio sarebbe stata spenta.
Arrivammo in un albergo vicino alla Pinole Valley High school, era tutto quello che potevo permettermi, e mi sentivo leggermente in colpa, la vendita del disco stava andando decisamente bene in soli cinque mesi, eppure molti li avevamo spesi per cazzate, forse non eravamo ancora abituati a tutto quell'avere, però infondo sapevo che a lei non importava l'albergo 5 stelle lusso per essere felice.
Entrammo nella piccola camera matrimoniale, poco arredata, con una luce soffusa che le donava un'atmosfera decisamente più romantica, le pareti ornate di una pessima carta da parati che si stava staccando agli angoli a causa dell'umidità, il letto a baldacchino ricordava tempi fin troppo antichi e le coperte rosa pallide stimolavano il vomito, che di li a poco non avrei riuscito a trattenere, sia per l'alcol che si smaltiva in corpo sia per la vista delle pesanti tende bianche ricamate con fiori e altri disegni, okay quel posto era pessimo, ma non lo dissi fin quando non vidi il bagno; le ceramiche bianche a pois rosa pesco e il pavimento sempre rosa pesco gli donavano un aria da casa delle bambole, il lavandino aveva residui di calcare lungo i bordi della rubinetteria e la tenda della doccia puzzava di cane bagnato, non c'era nemmeno una finestra, una ventola, un qualcosa per far cambiare l'aria in quella stanza.
Dove l'avevo portata? Non volevo realmente questo per lei, per la prima notte di nozze, eppure la sbronza non faceva altro che farmi ridere, sotto il suo sguardo sempre più preoccupato e incazzato, che di li a poco mi inchiodò contro l'armadio in mogano in pandant col letto.
Si avvicinò a me e accennò un sorriso, mi poggiò le mani sul petto e io smisi di ridere, mentre il cuore cominciava a battere forte, volevo scopare, volevo prenderla e sbatterla sul letto, come se quella era veramente la prima volta, volevo strapparle i vestiti di dosso, ma non ne avevo le forze, sentivo i muscoli indolenziti, così mi limitai a sorridere.
“Hey piccola..la stanza è uno schifo, ma di sicuro il letto non è poi così scomodo..”.
Lei si limitò a prendermi le mani e farmele poggiare sulla sua pancia, io risi, e salii con le mani, verso il suo seno, interpretando male il gesto, lei alzò gli occhi al cielo e mi fermò le mani, tenendole premute con delicatezza contro la stoffa del vestito bianco.
“Ma ci pensi? Due cose belle in un giorno..ci siamo sposati e diventeremo genitori..” mi sorrise e mi guardò negli occhi, mi stava sfidando, sapeva che in quel momento ero vulnerabile e avrei potuto dire qualcosa di sbagliato, darmi la mazza sui piedi.
“Già..che bello!” mi limitai a dire sorridendo a mia volta.
“Billie lo vuoi questo bambino?”
“Eh? C-certo che lo voglio..” sussurrai quasi.
“Non riesco a trovare convinzione nelle tue parole.”
“Mi dispiace cara.” risi, che coglione che sono.
“Dimmi ciò che pensi. E' presto? Non vuoi questo da me? Non vuoi mettere su famiglia?” si allontanò e si andò a sedere sul bordo del letto che scricchiolò sotto il suo peso.
“Adrienne..” mi decisi a dire solo dopo pochi minuti “cazzo ho 22 anni, una carriera da musicista davanti, tanta voglia di fare e scoprire il mondo e mi ritrovo nello stesso giorno con una moglie e un figlio, non è quello che mi aspettavo..mi sembra presto, non sono pronto per questo, non son..”
“Billie Joe potevi anche fare a meno di sposartici con me se ti da così fastidio.”
“Cazzo non voglio dire questo, sono deciso delle scelte che ho fatto, ma quello non l'ho scelto..non lo abbiamo deciso..”
“E allora come ce ne liberiamo di questo grande problema? Cosa dovrei fare io? So che è una grande responsabilità fare il padre, ma lo è a 22 anni come lo è a 40!”
“Ma capisci che ora come ora io non sono capace di farlo!? Capisci che sarei un pessimo esempio per mio figlio? Guarda dove ti ho portata! Non sono nemmeno capace ad organizzare una notte di nozze decente e dovrei fare il padre?”
“E che cambia tra 6 anni? Nessuno te lo insegnerà, sarà lo stesso discorso. Smettila di arrampicarti sugli specchi Billie, tu non lo vuoi, non dire che non sei pronto!”
“Cazzo io non so cosa sia un padre! Non lo so! Non ne ho avuto uno! E questa cosa mi terrorizza okay? Ma tu non hai paura? Non ti fa paura che qualcosa sta crescendo dentro di te? Ti senti pronta ad avere un figlio? Vaffanculo io ho una fottuta paura di rovinare la vita a quel bambino!”
“Ne riparliamo appena sei in te, l'alcol ti ha dato di testa.”
“Non lo sai che quando uno è ubriaco dice le cose che pensa veramente?”
Lei sbuffò e si infilò sotto le coperte dopo avermi alzato il dito, questo era il ringraziamento per essere stato sincero, forse non lo ero stato nel modo giusto, ma io ero così, non parlavo mai di me, almeno che non fosse l'alcol a farmi parlare, almeno che non avessi proprio il bisogno di dire qualcosa di stupido, e quella sera avevo detto quello che realmente provavo, lo avevo fatto davanti a lei, guardandola negli occhi, tirando fuori da me una forza che non sapevo nemmeno mi appartenesse, forse stavo crescendo, forse i miei 22 anni cominciavano a maturare, forse il tempo del divertimento stava cambiando nel tempo delle responsabilità, che prima o poi sarebbe arrivato comunque, solo che per me stava facendo un eccezione, forse era tutto troppo presto, o forse mi stavo solo sottovalutando, magari sarei stato un buon marito e un buon padre, non lo potevo sapere.
Mi misi a letto, vestito, come lei, che già sembrava essere stata rapita dalle braccia di Morfeo.
Le diedi un bacio tra i capelli e sussurrai un “ti amo” vicino al suo orecchio, poi poggiai la testa sul cuscino e chiusi gli occhi, ma loro si riaprirono automaticamente dopo pochi secondi, puntandosi sul bianco intonaco, mentre le ore passavano e i rumori variavano.
Fu la mia prima notte di insonnia, a fissare il soffitto di quella squallida stanza d'albergo, mentre l'alcol si scioglieva nelle mie vene e un conato di vomito cresceva nel mio esofago, la mia prima notte di nozze passata a litigare con mia moglie per un figlio che sarebbe arrivato solo dopo 9 mesi, la prima notte di nozze, si, ma anche l'inizio di un calvario che mi avrebbe accompagnato per tutta la vita.


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Questa storia ha preso tante forme nella mia testa, sono partita scrivendo i primi due capitoli e non sapendo bene dove dovevo andare a finire, ma ora ho un' idea ben chiara e spero di riuscire a portarla avanti in modo doveroso. 
Come si può ben capire non si tratta più di una Bike, ma si incentra più sul personaggio e sulla vita di Billie. Credo di aver fatto questa scelta perché mi viene sempre molto facile scrivere di Billie e delle sue sensazioni, spero di trasmetterle anche a voi, spero di riuscire ad emozionarvi, spero che quelle poche persone che la stanno leggendo o leggeranno questa storia apprezzeranno ciò che scrivo, perché veramente ci metto il cuore.
Beh dopo queste piccole confessioni, vado.
Al prossimo capitolo ♥

  
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