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Autore: frozentears    17/03/2013    5 recensioni
Due diciottenni con un passato da dimenticare, ma con un futuro ancora da scrivere e vivere giorno per giorno.Non ci importava di dove andavamo o cosa facevamo, se faceva freddo o caldo, se pioveva o c’era il sole, ci bastava l’altro per completarci.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Let me be your hero, babe.

 
(canzone consigliata, Fix you dei coldplay.)
 
Le ruote strisciavano velocemente sull’asfalto caldo di una calda giornata di metà agosto.
Alla radio passava una delle solite canzoni country, quelle canzoni che non ti fanno prestare attenzione alle parole, a capire la loro profondità, come era mio solito fare.
Il sole ardeva sulle pianure aride e senza vegetazione del Texas.
Niente circondava la strada percorsa dalla nostra macchina, solo la desolazione e il sole cocente.
Non c’era niente, niente tranne che noi.
Due diciottenni con un passato da dimenticare, ma con un futuro ancora da scrivere e vivere giorno per giorno.
Non ci importava di dove andavamo o cosa facevamo, se faceva freddo o caldo, se pioveva o c’era il sole, ci bastava l’altro per completarci.
Le persone che avevamo lasciato in Inghilterra sparendo una notte senza preavviso dicevano che eravamo solo due stupidi ragazzi innamorati l’uno dell’altra, che volevano scappare dagli sbagli del passato, volevano nascondersi.
Noi non avevamo niente da nascondere, volevamo solo vivere, vivere come non avevamo mai fatto, e se questo comprendeva scappare dalla noiosa e grigia Inghilterra, dove troppi ricordi tristi riaffioravano, e scappare nella calda e accogliente America, l’avremmo fatto.
Io e Harry ci eravamo conosciuti all’orfanatrofio di Holmes Chapel all’età di sette anni. Io era dalla nascita che mi trovavo in quella struttura infernale, mia mamma è morta sul parto, avendo solo sedici anni, e mio padre non mi ha più riconosciuto come figlia legittima, abbandonandomi in quella prigione.
Il rifiuto da parte di una delle persone che sarebbe dovuto essere una delle più importanti della mia vita, mi ha costretto a rinchiudermi in me stessa, creando un vuoto profondo.
Un vuoto che è stato colmato da un bambino dagli occhi verdi e le fossette arrivato in un piovoso pomeriggio di settembre.
Era entrato dal portone principale stringendo a sé un orsetto di peluche rovinato, e mi aveva sorriso mostrandomi due fossette adorabili, come se per lui essere lì fosse un gioco.
Non avevo la minima idea che quel bambino che mi sorrideva all’entrata dell’orfanatrofio sarebbe diventato la persona che avrei voluto avere a fianco per il resto della mia vita, fino alla fine.
I suoi genitori erano morti in un incidente d’auto, ma lui ma ha confessato una notte nella mia camera da letto che erano partiti per un lungo viaggio, e che quando sarebbero tornati ci avrebbero portato via da quell’inferno.
Me lo ripeteva tutte le volte che piangevo e mi abbracciava, poi con il passare degli anni ha cominciato a rendersi conto che i suoi genitori non sarebbero mai tornati da quel viaggio.
È sempre stato molto protettivo con me,  e io non saprò mai come ripagarlo.
All’età di dodici anni eravamo scappati dall’orfanatrofio per andare al circo che era appena arrivato in città.
Volevamo anche noi una vita così, poter essere liberi, viaggiare, provare cose nuove.
E stavamo cominciando a provare qualcosa di nuovo l’uno nei confronti dell’altra, qualcosa che non avevamo mai provato, qualcosa oltre all’amicizia profonda che ci legava.
Da quella sera abbiamo cominciato a tener via i soldi per poter fare qualcosa di diverso, volevamo andare in America.
Ed ora eravamo lì, nella decapottabile usata che Harry era riuscito a prendere, ormai lontano da tutto e tutti.
“Faith, guarda. Sta tramontando.”
Mi voltai verso il ragazzo al mio fianco che aveva appena parlato. Non era cambiato per niente, a parte i capelli. Quando avevo conosciuto Harry i suoi capelli erano lisci e biondo scuro, ora ha una massa di ricci indefiniti castano chiaro, che adoro.
“Si. È vero.”
“A cosa pensi?”
La sua domanda fu accompagnata da uno di quei sorrisi che lui diceva di donare solo a me, quel sorriso sincero e curioso.
“Niente.”
Gli sorrisi di rimando, se esisteva un Dio, mi sarei dovuta ricordare di ringraziarlo per il dono bellissimo che mi aveva fatto.
Si avvicinò a me e mi baciò il naso.
“Non ti credo.”
“Sto pensando che non potrei desiderare niente di meglio che essere qui con te.”
“Lo sai che io sarò sempre con te, non ti accadrà mai nulla. Fammi essere il tuo eroe, piccola.”
“Tu lo sei già.”
“Davvero?”
“Si, e sei il migliore.”
Accostò la macchina e mi guardò negli occhi, cominciò ad accarezzarmi la guancia con il dorso della mano.
“Sei bellissima, Faith.”
“Non lo sono, Harry.”
La sua espressione cambiò, divenne pensierosa.
“Si che lo sei.”
Scese dalla macchina e si avvicinò alla mia portiera e, dopo averla aperta mi porse la mano.
Ci incamminammo verso un precipizio non molto distante da dove Harry aveva parcheggiato, mentre le prime stelle cominciavano ad apparire timidamente nel cielo rosato del tramonto, avremmo dovuto decidere dove passare la notte, ma avremmo deciso dopo, l’unica cosa che contava per me era sentire il tocco delle sue dita intrecciate alle mie.
Si fermò a pochi metri dallo strapiombo.
“Non avvicinarti troppo, è pericoloso.”
Indicò con l’indice della mano libera la stella più luminosa del cielo.
“La vedi Faith?”
Annuii debolmente, incantata dalla luce che emanava quel piccolo puntino bianco nell’immensità del cielo.
“Quella stella lì è una delle più piccole, cerca di nascondersi, ma le altre stelle non lo sanno quanta luce può fare, e se lo sapessero, sarebbero solo invidiose. Ma il cielo lo sa, il cielo sa quanto è preziosa quella piccola stella, per questo le riserva un posto speciale. Tu sei la mia stella Faith, nel mio cuore ci sarà sempre un posto speciale per te, più grande di qualunque altra stella provi ad entrarci.”
Non ero mai stata una ragazza a cui piaceva parlare, io dimostravo il mio affetto con i gesti e Harry sapeva che un mio abbraccio valeva più di mille parole.
Allacciai le mie braccia intorno al collo e cominciai a piangere.
Lui piegò le ginocchia per riuscire a prendermi in braccio, non sapevo perché piangevo, o forse si, avevo paura.
La paura che un giorno mi sarei svegliata senza lui al mio fianco mi distruggeva giorno per giorno, mi stava lacerando le interiora.
“Non piangere Faith, non mi perderai mai.”
“E se ti allontanerai da me?”
“Non sarà la distanza a farci cambiare. Perché io sarò sempre qui.”
Poggiò una mano sul mio cuore.
“E sarò al sicuro.”
Slacciò dal suo collo una collana e la allacciò al mio.
“Non perdere questo ciondolo, e non perderai me.”
Ci rincamminammo alla macchina sempre con le mani intrecciate, e di tanto in tanto alzavo il capo verso quel puntino in cielo che diventava sempre più luminoso man mano che calava la notte.
Avevo paura che Harry si fosse cacciato in qualche altro guaio, ma qualcosa di serio questa volta, e il modo in cui mi guardava e la sua espressione preoccupata non mi aiutavano.
Tornati alla macchina notai che non eravamo soli.
Quattro uomini alti e imponenti erano lì davanti come se ci aspettassero, e uno reggeva una spranga tra le mani, la paura si impossessò del mio corpo, costringendomi a stringere più forte la mano di Harry, che camminava con passo sempre meno deciso verso i quattro uomini.
“Harry, chi sono quelli?”
Non ricevetti risposta.
“Harry?”
“Aspetta qui, Faith.”
“No, vengo con te.”
“No. Io torno subito.”
Slacciò la sua mano dalla mia e si incamminò verso di loro.
Non udii nulla della conversazione, solo uno degli uomini che diceva a Harry che rivoleva i suoi soldi.
Quali soldi?
Harry non rispose, lo sguardo dell’uomo si posò su di me, che assistevo alla scena da lontano.
“Carina la tua amica.”
“Stai lontano da lei.”
“Non credo proprio, credo che non mi dispiace portarla con me per un po’.”
Si incamminò verso di me, ma Harry fu più veloce e gli sferrò un pugno in pieno viso.
Uno degli altri tre uomini prese Harry per le spalle e quello con la spranga gli sferrò un colpo nello stomaco.
Cominciai a sentire le lacrime scendere sul mio viso e la voce uscirmi in un grido, iniziai a correre verso gli uomini che stavano distruggendo il corpo scolpito di Harry a sprangate.
No.
Sentii due braccia fermarmi, e riconobbi il viso dell’uomo a cui Harry aveva tirato un pugno con un sorriso sghembo in faccia, aveva il naso rotto.
Mi teneva ferma costringendomi a guardare Harry che veniva picchiato a sangue dagli altri uomini.
L’unica cosa che riuscivo a fare era gridare, gridare il suo nome.
Vidi i suoi occhi verdi fermarsi nei miei azzurri e guardarmi, come non mi aveva mai guardato prima.
Gli uomini, sotto ordine di quello che mi teneva ferma, lasciarono cadere il corpo privo di forza di Harry al suolo e poi andarsene, lasciandoci lì, da soli e senza aiuto.
Mi gettai al fianco di Harry e guardando il suo viso devastato.
“Tu non mi dimenticherai mai, vero Faith?”
“No, ma tu vivrai, vedrai che arriverà qualcuno, e ti salverà.”
“Nessuno può salvarmi meglio di come mi hai salvato tu da quando ti ho conosciuta.”
Prese le mie mani e se le porto vicino alle labbra insanguinate, baciandone il dorso.
“Tu sei quello di cui ho bisogno per vivere, vivi anche per me.”
“No, noi continueremo a vivere insieme, me l’hai promesso.”
“Portami sempre con te.”
“Harry..no. resta con me, non andartene.”
“La distanza non ci farà cambiare, la distanza è solo una parola. Noi saremo sempre insieme, perché hai paura?”
“Perché non voglio perderti.”
“Ti ho promesso che sarei rimasto, e io mantengo le mie promesse.”
“Fammi essere il tuo eroe, piccola. Io posso baciare via il tuo dolore. Non piangere, sei la cosa migliore che è mai stata mia. E ti seguirò ovunque tu vada.”
La sua voce cominciò ad affievolirsi e le parole divennero meno chiare, la sua stretta meno forte, mi stava lasciando.
“Ti amo, Faith.”
 






MY SPACE.
*si sotterra*
oddio, voi non vi immaginate quanto io abbia pianto, anzi, lo sto ancora facendo.
boh, mi piace troppo questa one shot, mi piace perchè è diversa dalle altre.
vorrei tanto sapere cosa ne pensate, perchè ci ho messo l'anima in questa storia, l'ho scritta ascoltando tutto il pomeriggio Fix You dei Coldplay, canzone che vi ho consigliato di mettere come sottofondo perchè è stupenda.
devo ammettere però che mi sono molto ispirata alla canzone Hero di Enrique Iglesias, che è una delle mie canzoni preferite.
okay, ora vi abbandono, recensitemi.
un bacio, alice. :)
 

questo è il mio twitter, se mi chiedete il follow back, ricambio. @stylesheartbeat
 
 
 
  
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