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Autore: syontai    17/03/2013    9 recensioni
Per chi si ricordava un'altra presentazione: l'ho cambiata, mi faceva leggermente schifo
Allora, questa storia parla di Leon e Violetta (la mia coppia preferita :3). Si incontrano per caso in aereo e da lì comincia tutto. Non solo, ci sono anche dei nuovi personaggi (Stefan, Ricardo,Gabriella), ognuno con la sua personalità e il suo modo di essere. Poi ci sono Maxi, Francesca, Nata, Ludmilla, un pò tutti insomma. Bene, se vi ho ispirato con queste parole(in realtà anche se non l'ho fatto), leggete e fatemi sapere :D P.S: questa è la mia prima ff (indi per cui siate clementi xD)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3
Magnetismo

Il giorno dopo Violetta si trovò di fronte a un edificio pieno di colori e di ragazzi che ascoltavano musica o che creavano nuovi passi. Si sentì felice: quel luogo le trasmetteva gioia e serenità. Angie era già entrata; lei stava lì fuori all'ingresso sperando di incontrare una persona in particolare. In quel momento vide il suo Leon. Subito i sintomi dell’ “effetto-Leon” cominciarono a farsi sentire; stava per avvicinarsi per salutarlo ma in quel momento una ragazza bionda dal fisico esile raggiunse il ragazzo, lo abbracciò e gli diede un leggero bacio sulle labbra. Violetta si sentì come se le avessero lanciato un secchio d’acqua gelida (secchio compreso), si bloccò e rimase pietrificata. Leon era fidanzato, e per lei non poteva esserci notizia peggiore; per di più quella ragazza era bellissima: capelli dorati ondulati, un viso regolare e accattivante (anche se sembrava nascondere una vena di malvagità), con un vestitino rosa confetto e una cinta nera. Insomma la perfezione. E contro la perfezione non ci poteva essere speranza di vittoria. Stava trattenendo le lacrime a stento e in quel momento qualcuno le si avvicinò preoccupato dalla sua faccia afflitta e dai suoi occhi lucidi. “Tutto bene?” chiese questo. Era Thomas. “Si, si certo tutto a posto” rispose Violetta dopo un respiro profondo. “Non sai mentire molto bene…” disse lui abbozzando un mezzo sorriso per tirarla su di morale. Ad un certo punto si avvicinarono due ragazze e un ragazzo con un cappello da rapper. Era un trio molto estroverso e subito vollero presentarsi alla nuova amica di Thomas. “Ciao, io mi chiamo Maxi” disse il ragazzo con il cappelletto in testa “e queste qui sono Camilla e Francesca” disse indicando rispettivamente la ragazza alla sua sinistra con dei capelli mossi castani e occhi marroni, e la ragazza alla sua destra, mora con un fiocco rosso in testa e con un sorriso solare. Francesca era la migliore amica di Thomas, e non era un segreto quasi per nessuno che avrebbe voluto essere qualcosa di più per lui, ma quest’ultimo non sembrava rendersene conto. Nel vederlo accorrere verso la nuova arrivata provò subito una gelosia terribile. Doveva allontanarla da lui ma dopo che Violetta si fu presentata, nonostante tutto, a Francesca parve una persona simpatica e quasi si detestò per questo. “Sei qui per le iscrizioni al  nuovo anno?” chiese Camilla. “No, io sono qui solo per accompagnare una persona…a proposito devo proprio andare scusate.” rispose la ragazza un po’ intimorita da tutte quelle persone e si avviò verso l’entrata per raggiungere Angie. Thomas la guardò allontanarsi con lo sguardo completamente incantato. Si, era cotto e avrebbe voluto conoscerla meglio; chissà forse ci sarebbe anche riuscito. A Francesca non sfuggì tutto questo e ci rimase malissimo, quindi prese Camilla e la portò in aula per la prossima lezione in modo talmente precipitoso che per poco Camilla non inciampava per starle dietro. Nel frattempo Violetta era entrata; l’interno della scuola era ancora più acceso di colori, ma lei si sentiva stordita, aveva bisogno di un bagno subito, ma si sentì tirare il braccio; si girò e vide quegli occhi verdi, quel sorriso affascinante. Stavolta vederli le procurava solo sofferenza. “Ma che bella sorpresa Violetta! Sono davvero felice di vederti qui allo Studio”. “Anche io Leon ma ora devo andare” disse con un filo di voce; non voleva vederlo, soffriva troppo. In quel momento dietro di lui comparvero Andres, la ragazza bionda e un’altra ragazza con i capelli ricci scurissimi. “Lyon, con chi stai parlando? Non ti fidare di questa qui, prima l’ho vista chiacchierare amichevolmente con i nostri nemici , quelli dell’altro gruppo”. “Non ti preoccupare Ludmilla; è una mia amica, si chiama Violetta. Ludmilla, Violetta. Violetta, Ludmilla”. “La sua ragazza” aggiunse con un tono maligno mentre stringeva la mano per le presentazioni. Non ce la faceva più…”Devo proprio andare, scusatemi” disse mentre si precipitò in bagno. Finalmente era sola e si mise di fronte allo specchio, mentre lentamente le lacrime scendevano. Basta. Era finita. Odiava Leon per averla illusa in quel modo, non poteva crederci…che razza di persona era??!! Non voleva più vederlo e mentre pensava queste cose si rese conto di stare piangendo. Ma perché piangeva per una persona che conosceva appena?! Non aveva senso. In quel momento entrò una persona, l’ultima che avrebbe voluto vedere…


Alle parole “La sua ragazza” Leon abbassò lo sguardo per l’imbarazzo…si sentiva un verme ad aver illuso così Violetta, ma cosa ci poteva fare se era così attratto da lei. Quando era in sua compagnia perdeva il controllo delle sue azioni, sentiva un turbinio di emozioni agitarsi dentro; era una sensazione mai provata prima ma non riusciva a farne a meno, aveva bisogno di quella ragazza, lo sentiva, sentiva di provare qualcosa; amava tutto di lei. Quando vide correre Violetta in bagno rimase paralizzato: non sapeva come comportarsi. Ludmilla decise di seguirla e quando entrò la vide piangere. Odiava quella ragazza; si era resa conto di come guardava il suo Lyon e non le stava affatto bene, perché il suo ragazzo era una sua proprietà e basta. Nel vederla piangere provò una gioia selvaggia e per girare il coltello nella piaga disse “Oh, scusa Violetta, non volevo interromperti, stavo andando in bagno per rifarmi il trucco. Sai voglio sempre essere al meglio di fronte al mio ragazzo”. Questo era troppo, la ragazza fuggì via di fronte allo sguardo trionfante di Ludmilla.
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Il resto della settimana trascorse abbastanza tranquillamente fino al venerdì sera, quando a cena German annunciò a tutta la famiglia che il giorno dopo sarebbero andati in campagna nella villa di un suo amico e collega in affari con tutta la sua famiglia. “Ah, Angie ovviamente è invitata anche lei” aggiunse German alla fine. Jade si stizzì subito: perché anche l’istitutrice sarebbe dovuta venire? Sospettava che fosse piombata in questa casa per rubarle il marito e questo invito aveva rafforzato le sue convinzioni. Questa gita però poteva anche essere l’occasione per mettere in chiaro come stavano le cose: aveva un piano. Violetta dal canto suo non aveva proprio voglia di uscire; stava ancora soffrendo per Leon e l’idea di andare in campagna per stare con persone noiose non la esaltava affatto, ma rimase in silenzio e fece un cenno di assenso accettando il suo destino.
Il giorno dopo tutti si svegliarono di prima mattina e dopo una colazione fatta in fretta e furia si prepararono per partire. Il viaggio in macchina fu stranamente divertente; Angie infatti aveva portato un gioco da tavola formato viaggio davvero coinvolgente. “Papà ma da chi stiamo andando precisamente?”. “Dai Vargas” rispose il padre tranquillamente”. No! Vargas! Non poteva essere…vabbè ma in fondo ci sono tanti Vargas, non si doveva trattare per forza della famiglia di Leon; nonostante tutto la ragazza deglutì. Dopo un paio di ore di viaggio arrivarono a destinazione. La villa era enorme e bellissima. Era ben curata ma allo stesso tempo dava un’idea di semplicità che ben si adattava al paesaggio di campagna che ne faceva da sfondo. Appena varcarono il cancello, un uomo alto, prestante, dai capelli grigi con un’aria giovanile gli venne incontro e li salutò. Si presentò a Violetta e Angie; si chiamava Javier Vargas. Subito dopo li raggiunse lungo il sentiero che conduceva all’ingresso della villa una donna molto elegante, vestita con un tailler nero con motivi geometrici bianchi, e un cappellino bianco con un fiocco nero: era la moglie di Javier. Un dettaglio terrorizzò la povera Violetta: aveva dei bellissimi occhi verdi. “Perdonate l’assenza di mio figlio, è andato a fare una passeggiata con la sua ragazza, anche se la poverina odia la campagna…”. “Sarà qui tra breve comunque” aggiunse il padre. I coniugi Vargas erano molto simpatici; nonostante fossero molto ricchi non erano affatto altezzosi anzi si mostrarono ospitali e affabili; “Il pranzo sta per essere servito” avvisò la domestica. La tavola era stata apparecchiata e si trovava in mezzo a un enorme prato sul retro della villa  che più in fondo mostrava l’entrata per il boschetto lì vicino. Mentre stavano tutti per sedersi, ecco che arrivò la giovane coppia. Capelli biondi splendenti, sorriso maligno e occhi scuri accattivanti…era proprio Ludmilla. E vicino a lei mano nella mano c’era lui, Leon. Violetta quasi si sentì male: tutte le sfortune capitavano a lei. Dopo un breve saluto, le scuse da parte dei due per il ritardo il pranzo cominciò. Violetta mangiò tutto più velocemente possibile per poter fuggire da quella tavola con una scusa tenendo lo sguardo basso; non poteva certo accorgersi del fatto che Leon non le staccava gli occhi di dosso con aria afflitta, in parte felice per quella bellissima sorpresa, in parte triste per la tensione che si sarebbe creata con Ludmilla. Alla fine del pranzo tutti si alzarono per una passeggiata e Violetta chiese il permesso al padre per poter fare un giro nel boschetto da sola. Il padre dopo un po’ di resistenze grazie anche all’aiuto di Angie cedette. “Ma non ti allontanare dal sentiero!” aggiunse a voce alta, mentre la ragazza si era già avviata. Violetta fece un cenno di assenso e prese il sentiero principale. Non appena si inoltrò sentì una pace meravigliosa invaderle il corpo. Diede un’occhiata intorno e vide una bellissima distesa di campanule dal colore rosa pallido a sinistra del sentiero in fondo a una discesa ripida. La campanula era il fiore preferito di sua madre (insieme alla violetta). Con molta cautela cominciò a percorrere la discesa. Si, aveva lasciato un secondo il sentiero, ma solo per prendere qualche fiore; mentre scendeva però inciampò a causa di una radice e cadde, ruzzolando fino alla distesa di campanule. Tentò di rialzarsi ma non ci riuscì, le faceva troppo male la caviglia, forse se l’era rotta oppure slogata. Cominciò con voce flebile a chiamare soccorsi. Perché diamine si era dimenticata la borsa con il cellulare nella villa? In quel momento una figura la raggiunse velocemente percorrendo la discesa e prendendola in braccio. Era Leon. I loro visi erano vicinissimi; il ragazzo sentì il suo cuore battere a mille, voleva distogliere lo sguardo, allontanare il suo viso da quello di lei, ma non ci riusciva. Si sentiva sempre più attratto, come un pezzo di metallo viene attratto dalla calamita. Lentamente senza nemmeno pensarci cominciò ad accorciare le distanze. Ormai sentiva il suo respiro, sentiva i battiti del suo cuore accelerarsi, addirittura sentiva il calore trasmesso dal rossore delle guance di Violetta(che nel frattempo era avvampata, sempre in base al misterioso effetto-Leon), e continuò ad avvicinarsi sempre di più. Violetta si sentì paralizzata, riuscì solo a chiudere lentamente gli occhi, mentre anche lui li chiudeva. Le loro labbra erano vicinissime e si stavano quasi per toccare, per dare vita a un bacio atteso da entrambi in quell’atmosfera magica …

NOTA AUTORE: allora...come promesso ho pubblicato il terzo capitolo. Io mi odio per quello che ho scritto, ecco tutto. Però allo stesso tempo rileggendolo (soprattutto nella parte finale) mi sento morire...Francesca mostra i primi sintomi di una gelosia irrefrenabile, riuscirà a contenersi? Cosa farà Ludmilla per allontanare Violetta da suo "Lyon"? Quale sarà il piano di Jade per liberarsi di Angie (non mi aspetto un gran piano da lei, ma comunque...xD)? Ah, vi avviso tra qualche capitolo cominciano ad arrivare nuovi personaggi (uno lo adoro particolarmente come vi farò capire più in seguito ;) ). Ringrazio in anticipo chi avrà la pazienza di recensirmi (non vi libererete facilmente di me muaahhaahahahah). Se trovate errori di ripetizioni (il mio famoso punto debole), perdonatemi ma sono un pò stanco e ricontrollando potrebbe essermi sfuggito qualcosa. Buona lettura e buona serata a tutti!
 

 

  
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