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Autore: syontai    16/03/2013    10 recensioni
Per chi si ricordava un'altra presentazione: l'ho cambiata, mi faceva leggermente schifo
Allora, questa storia parla di Leon e Violetta (la mia coppia preferita :3). Si incontrano per caso in aereo e da lì comincia tutto. Non solo, ci sono anche dei nuovi personaggi (Stefan, Ricardo,Gabriella), ognuno con la sua personalità e il suo modo di essere. Poi ci sono Maxi, Francesca, Nata, Ludmilla, un pò tutti insomma. Bene, se vi ho ispirato con queste parole(in realtà anche se non l'ho fatto), leggete e fatemi sapere :D P.S: questa è la mia prima ff (indi per cui siate clementi xD)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3
Un’uscita non prevista

Quella mattina era cominciata come tutte le altre, German era uscito  per lavoro (si occupava della costruzione di nuove strutture nel pieno rispetto delle norme ambientali), Jade era uscita a fare shopping tanto per cambiare, e Violetta era a casa a studiare insieme alla sua nuova istitutrice, Angie, da poco trasferitasi nella casa. Quella mattina era il turno di storia. “Non ce la faccio più…che ne dici di fare una piccola pausa?”, “ma se abbiamo appena cominciato!” rispose Angie con un sorriso dolce. “Ma è tutto così noioso” disse la ragazza con un tono lamentoso; “Mhhh...hai ragione forse studiare la rivoluzione francese in questo modo non è il massimo del divertimento.”concordò l’istitutrice. Rimase un po’ in silenzio e poi disse “Ma certo! Ho avuto un’idea; da poco al centro di Buenos Aires hanno aperto un museo sulla storia del Settecento…che ne dici di andarci?”. Violetta accettò subito: sarebbe uscita di casa finalmente! Ma come avrebbero fatto ad andare al centro senza l’aiuto di Roberto (fido collaboratore di German e suo autista personale)? E suo padre avrebbe accettato? La risposta alla seconda domanda  era più che ovvia: no. Angie intuendo i pensieri della ragazza disse tranquillamente: “Beh,ma tuo padre non lo deve sapere per forza no? Inoltre sei con me, non corri alcun rischio; per quanto riguarda il mezzo basterà prendere la metro e scendere alla fermata giusta”. Fu subito il panico: “Metro?! Ma io non ho mai preso la metro, papà dice che è pericolosa e poi è piena di gente, forse conviene rimandare e aspettare che torni Roberto”. “No, mia cara non si rimanda nulla; preparati subito che andiamo” la rimproverò scherzosamente la donna. Un’ora dopo le due si trovarono alla fermata aspettando che passasse la metro. Quest’ultima passò in quel preciso istante, entrarono nel vagone ma in quel momento Angie fu colta dal terrore: in quello stesso vagone c’era un suo studente dello Studio 21; quel ragazzo si chiamava Thomas ed era entrato l’anno scorso allo Studio grazie ad una borsa di studio; era anche l’assistente personale di Beto, un professore di musica altamente imbranato e dalla memoria corta. Angie decise allora di spostarsi in fondo, dalla parte opposta alla sua confondendosi tra la folla in modo da non essere vista. Ma lo fece talmente in fretta che Violetta, che si era messa a cercare il cellulare nella borsa, quando alzò lo sguardo non la vide più e si terrorizzò. La metro partì e Violetta non fu abbastanza rapida nell’afferrare la sbarra di metallo per tenersi e finì addosso a un ragazzo: moro,alto (un po’ allampanato), con gli occhi scurissimi…quando alzò lo sguardo non poté non pensare che era molto carino. Questo dal canto suo stava pensando a sua madre ( finalmente da lì a poco sarebbe tornato a casa), quando improvvisamente si ritrovò abbracciato una ragazza, che aveva prontamente afferrato per non farla cadere. Quando si furono staccati fu lui il primo a parlare: “Tutto bene?”. Rimase incantato dalla sua bellezza, dalla dolcezza che trasmetteva il suo sguardo. Lei timidamente annuì con un gesto del capo. “Se non sono indiscreto posso chiederti come ti chiami? Io sono Thomas” disse tendendogli la mano. Lei la strinse imbarazzata e con un filo di voce disse: “Piacere, sono Violetta”. “Che faccia triste ti sei persa?”. “Ho perso una persona e per di più non so dove devo scendere, devo andare al centro”. “Allora devi scendere alla prossima” disse lui accennando un sorriso . “Ah, ok, grazie mille”. Il resto del viaggio passò in silenzio, Thomas la guardava letteralmente rapito. Quando la metro si fermò Violetta fece per scendere e in quel momento le disse: “Ti rivedrò?”, “Chissà, non saprei…” rispose lei sempre più imbarazzata. Quando scese vide Angie dietro di lei che era riuscita a non farsi vedere dal suo studente.“Angie, ma dov’eri finita?” chiese preoccupata. “Ehm…mi erano caduti gli occhiali.”; “Angie ma tu non porti gli occhiali” incalzò la ragazza sempre più curiosa. “Ma infatti erano degli occhiali di una mia amica che aveva dimenticato a casa mia quando ci siamo visti, quindi glieli sto tenendo io, è una storia lunga…”. “Se lo dici tu, ci credo” rispose Violetta. Ovviamente non aveva creduto affatto a quella storia ma non voleva insistere. Usciti dalla fermata della metro, voltarono l’angolo e si ritrovarono di fronte un edificio antico e monumentale. Violetta non aveva mai visto il centro di Buenos Aires e ne rimase affascinata; “Bene facciamo la fila qui e prendiamo i biglietti”; “Si, eccomi!” disse avvicinandosi ad Angie con lo sguardo per aria; e senza accorgersene andò a sbattere contro una persona. Abbassò lo sguardo (ultimamente era un po’ troppo sbadata, era il terzo incidente che le capitava in queste ultime settimane) e arrossì . No, non poteva essere. Eppure quegli occhi verdi non potevano che essere suoi, quello sguardo così penetrante non poteva che essere il suo. Non c’erano dubbi, quello era Leon, il ragazzo dell’aereo.
 

Non era possibile…ci era cascato di nuovo, ma non poteva certo immaginare che la madre l’avrebbe costretto ad andare a visitare un noiosissimo museo. Per fortuna Andres, il suo migliore amico (anche se non molto sveglio), si era offerto di accompagnarlo. La madre li aveva accompagnati all’ingresso ma poi avendo ricevuto una telefonata di lavoro se ne era dovuta andare in fretta e furia, lasciandoli da soli a fare la fila. In quel momento una ragazza venne addosso a Leon, che ancora non si capacitava di essere finito lì. Era Violetta. Esatto, non si era dimenticato del suo nome né del loro incontro. La guardò e inconsapevolmente le sorrise; le guance di lei si tinsero di rosso. Era così bella quando arrossiva… “Ma che bello! Ti ho rincontrato, allora a volte i desideri si avverano” disse lui con un sguardo seducente; quando voleva ci sapeva veramente fare. Lei rimase in silenzio, imbarazzata. Non voleva essere maleducata non dicendo nulla, ma non riusciva nemmeno ad aprire bocca. “Non ci posso credere…Angie??!!” disse poi spostando lo sguardo sulla sua accompagnatrice. Angie cadde nello sconforto; aveva fatto tanto per non farsi vedere da Thomas ed ecco che arriva un altro dei suoi studenti. Niente, ormai era la fine. “La conosci?” chiese incuriosita Violetta. “Certo è la mia insegnante di canto!” rispose lui con sguardo interrogativo. “Aspetta quindi tu insegni? Perché non mi avevi detto nulla?” disse rivolgendosi alla sua istitutrice. Angie non sapeva cosa dire e rimase in silenzio. Non ci poteva credere, le aveva mentito! Fece per andarsene ma la donna la seguì, chiedendo ai due ragazzi di prendere i biglietti anche per loro. “Aspetta, Vilu! Posso spiegarti tutto!”. Non era vero. Non poteva dirle la verità , era tutto così complicato. Aveva bisogno di una scusa e anche in fretta. “La verità è che devo fare due lavori per motivi familiari”; beh dai la verità in parte l’aveva detta, in fondo era la zia, più motivi familiari di così... “Non ti preoccupare, non sono arrabbiata, sicuramente avrai avuto i tuoi motivi. Prometto di non dirlo a papà ma a una sola condizione”.”Quale?”.“Domani voglio vedere la scuola in cui insegni.”. “Ok, allora affare fatto” disse Angie sorridendo. Le due si abbracciarono e tornarono all’entrata del museo. Violetta non vedeva l’ora che fosse domani; avrebbe visto una scuola di musica e avrebbe potuto rivedere Leon. Sorrise a quei pensieri felici e sorrise ancora di più quando Leon le porse il biglietto d’ingresso. Una volta entrati nel museo cominciarono a visitare le sale. Andres continuava ad assillare la povera Angie, mentre Violetta si era incantata a vedere un documento antico del Settecento. Anche Leon era incantato, non dal documento bensì da lei; era così bella, così dolce…All’improvviso la prese delicatamente per mano per accompagnarla alla sala successiva. Lei sentì un brivido a quel contatto. Il cuore sembrava esplodergli e Violetta aveva paura che tutti i visitatori se ne sarebbero accorti. Si sentiva felice. Quel ragazzo sembrava perfetto, ci doveva essere qualcosa sotto. Quando la visita terminò aveva ancora la sua mano stretta con la sua, senza dare la minima impressione di volerla lasciare andare. “Bene direi che adesso si è fatto tardi, andiamo Vilu” disse Angie con un sorrisetto complice. Lei ovviamente si era accorta di tutto e si era accollata Andres per tutta la visita per farli stare da soli. Violetta si dispiacque, non voleva andarsene, stava così bene con Leon: “A-allora ciao”. In quel momento avvenne qualcosa di inaspettato; Leon si avvicinò e le diede un bacio sulla guancia. Violetta avvampò letteralmente per quel gesto, si sentiva il cuore in gola. Subito dopo Leon prese il cellulare di Violetta e le salvò il suo numero, poi prese il suo e memorizzò l’altro numero. “Se mai ti venisse voglia di sentirmi” disse col suo splendido sorriso. Quando tornarono a casa Violetta ancora emozionata scrisse sul diario tutto ciò che aveva provato in quella giornata, l’incontro con Thomas e quello con Leon.

“Non riesco ancora a capire perché mi fa questo effetto….sarà dovuto ai suoi modi di fare. D’ora in poi su questo diario lo chiamerò effetto-Leon. Spero di rivederlo domani allo Studio…”

NOTA AUTORE: ringrazio tutti quelli che hanno recensito il primo capitolo, e quelli che mi hanno dato qualche consiglio su come assestare un pò il mio stile. Allora...ci ho provato. Ho provato ad eliminare tutte quelle parole che rendevano il testo un pò ripetitivo e spero vivamente di esserci riuscito (almeno in parte). Ho riletto il testo tipo 7 volte xD Adesso lascio il giudizio a voi :S *entra in stato di ansia*. Per quanto riguarda la storia sembra andare tutto rose e fiori, ma dal prossimo capitolo cominceranno ad arrivare i primi ostacoli. Buona lettura a tutti e grazie ancora per le bellissime recensioni di prima, mi hanno dato la giusta dose di fiuducia per continuare!!

  
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