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Autore: debbythebest    18/03/2013    2 recensioni
Questa storia è ambientata Dopo The Departed, in un AU dove Stefan è stato soggiogato da Rebekah, ed Elena è morta come nella fine della serie. Ma qualcuno si sentirà in debito nei suoi confronti. Qualcuno la aiuterà con i nuovi e improvvisi cambiamenti. L'amore si nasconde dietro ogni momento. Tutto ciò che dobbiamo fare, è capire se siamo pronti ad accogliere questa consapevolezza.
/Tratto Dal Primo Capitolo/
Prima che potessi rendermene conto, la mia vista si offuscò, ed un senso di smarrimento si fece strada in me. Sentii che provare a respirare sarebbe stato solo tentativo di rianimare un corpo ormai inghiottito dall'acqua. Era dunque questo, ciò che significava morire? Perdere semplicemente conoscenza, e non risvegliarsi più?
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elena Gilbert, Elijah, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'After the Departed - Elena's diary <3'
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24-La Foresta Delle Ore






Mosca 1923
 
-Elijah!!!!-. Entrò non chiedendo neanche permesso. Stavolta l'aveva combinata grossa. Dietro di lui la porta si chiuse facendogli rizzare i peli dietro la schiena. Armeggiò col pugnale e lo intrise di cenere.
 
-So che sei qui fratellone. Ti piace il freddo é? Avessi avuto almeno la prudenza di cambiare zona!!!-. Rise come un sadico e si precipitò con la sua velocità verso le scale. Non sapeva se l'avrebbe trovato ora e qui, ma era intenzionato a cercarlo ovunque pur di fargliela pagare. Chi altri conosceva la loro posizione? Chi altri poteva aver avvertito Mikael? Di certo solo lui.
 
-Non rispondi??-. Stava incominciando a perdere la speranza così come la pazienza ,lo ammetteva. Ma nient'altro.
Una voce gli arrivò da dietro spaventandolo e quando si accorse che era il suo assistente cercò di sembrare calmo e pacato. Ma si era spaventato.
 
-Qui non c'é Niklaus !!-.  Avvertì Noan entrando nell'atrio dopo di lui.
 
-Dove altro potrebbe essere??-. Chiese Klaus non prestando attenzione all'altro.
 
-Beh ho saputo che di recente uno dei suoi lacché é stato in Italia per un compito..."insolito"...-. Marcò su quest'ultima parola. Venne interrogato con lo sguardo e continuò.
 
-A Firenze. Da una certa....Irina Hindemburg...-.
 
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In lontananza sentii la voce di Caroline.
 
-Hey, vi abbiamo raggiunti! Ci fate strada o preferite fare gli autostoppisti??-. Elijah mi mise giù all'istante mentre la macchina si avvicinava. A bordo c'era un Leo piuttosto interessato.
 
-Si é bucata una ruota!-. Dissi lì per lì e mi risistemai come meglio potevo. Sapevo che in quel momento avevo gli occhi di tutti puntati addosso, ma che potevo farci se erano tremendamente inopportuni?
 
-Dannazione avevo promesso a Damon di tenervi d'occhio !!!-. Si lamentò la bionda. Scossi la testa imperterrita.
 
-Caroline ora basta. Andate ora vi raggiungiamo!!-. Il Quattro ci fissò come per assicurarsi che andasse tutto bene e io annuii ancora un po' diffidente. Avevo troppa sfiducia nei suoi confronti.
 
-Noi andiamo allora...-. Mormorò Bonnie prima che sentissi la macchina sfrecciare lontana da noi.
 
-Senti...-. Iniziai. Ma Elijah salì in macchina e mi fece cenno di salire.
 
-Lo farai? O era solo una risposta dettata dall'impulso di farmi calmare?-. Sbuffai. Mi sedetti di fronte a lui easpettai che continuasse. Troppo stava succedendo, troppo mi stava tornando addosso. Perché?
 
-Elena non ce la faccio. Non mi sento più...-. Lo vidi ridere. -Mi farai tornare quello che ero? Mi aiuterai? Perché ti giuro che c'ho provato ad essere umano ma é più difficile di quanto ricordassi...-. Non sapevo più neanche cosa pensare. Volevo solo uscire da questa situazione il più in fretta possibile. Magari ci sarei riuscita, o magari no...
Cosa importava in questo momento? Beh, in questo momento sentivo tutta me stessa in tumulto. Sul punto di cadere in un qualche burrone dove ad aspettarmi c'era quella cosa chiamata sorte. E a governare la mia sorte erano gli Dei. Ma non ero io quella che credeva che il destino lo si crea con le proprio azioni? Si. Quella ragazza fui io. Ma non ero più lei. Ora ero un vampiro, un mostro egoista...
Prendendo la forza in me poggiai una mano sul braccio dell'uomo che amavo sperando  che capisse. O meglio che mi capisse. Ma ultimamente sembrava assorto nel proprio mondo, in cui io non sembravo essere tra le priorità. Però capivo. Non dovevo per forza essere al centro del suo universo. Anche se questo faceva male lui era libero, e lo sarebbe stato per sempre. Sembravo una pessimista a pensarla così, ma chi l'avrebbe detto che fra qualche anno lui non si sarebbe potuto innamorare di un'altra?? Dopotutto viveva da secoli, e chissà a quante donne aveva promesso il suo cuore...non lo sapevo...e magari neanche volevo saperlo, perché avrebbe fatto male...
 
-Elijah io non...sento che questo, tutto questo, si sta come allontanando da me e...sento una forza che mi unisce a te. Ma un'altra che mi separa da quell'altra fo...non so come spiegarlo....-. E mi portai una mano sulla fronte. Lui mi fissò un attimo indeciso prima di sospirare e intrappolare il mio viso nelle sue mani.
 
-Hai minimamente paura di perdermi come io ho paura di perdere te??-. Vedevo timore nei suoi occhi. Solo paura e ansia. Cosa temeva? Che gli rispondessi di no? Lui era così radicato nel mio cuore che neanche gli Dei avrebbero potuto cancellarlo da me. Ma ci credeva?
 
-Io ho paura di perderti in ogni momento. Adesso, ieri, tra due giorni...è da quando ho sentito cosa si prova a perderti che sono sicura che sei così importante per me da non poter andare avanti senza te al mio fianco ...tu sei parte di me!-. Quelle parole uscirono dalle mie labbra con tanta facilità che quasi non me ne accorsi.
 
-Beh é più o meno quello che sento io...solo non saprei metterlo in modo così poetico...-. Dopo tanto riuscii a scorgere un po' di felicità nel suo sguardo etereo. Era bastato questo? Una frase?
 
-Vuoi sapere perché non voglio più essere umano??-. Chiese rabbuiandosi. Strinsi la sua mano e pregai con tutta me stessa  che nessuno passasse di lì con una macchina rovinando il momento.
 
-Perché ti amo così tanto, che la sola idea di perderti mi distrugge devastando il mio essere. Perché per una volta in vita mia, non voglio accettare il fatto che niente duri per sempre. Voglio solamente che questo non abbia mai fine.-. Si morse il labbro inferiore e fissò a terra.
 
-Ho la tremenda paura che tu un giorno decida che non sono abbastanza per te...e sono egoista lo ammetto, ma farò in modo di essere sempre abbastanza per te!-. Sentivo che la commozione sarebbe arrivata da un momento all'altro. Cosa avevo fatto per meritarlo? Ero io che non ero alla sua altezza.
 
-So di esser stata tremendamente egoista a non farti tornare prima vampiro, ma pensavo tu fossi...-. Mise un dito sulla bocca per farmi stare zitta, e seppi che qualunque cosa avessi detto, in qualunque momento l'avessi detta sarebbe stata una cosa che ci avrebbe solo fatti allontanare di più. Ora, proprio ora, la nostra relazione si basava sulla nostra capacità ci capirci senza le parole. E devo ammettere che stavo diventando piuttosto brava in quello. Il suo sguardo intenso per esempio mi diceva che stava pensando ad una pazzia, e quando aprì bocca capii di aver regione.
-Passiamo la notte nel bosco!-. Era totalmente serio, e interdetta mi voltai verso il finestrino notando solo in quell'attimo che stavamo viaggiando tra due parti di una foresta.
 
-Ma...-. Mi azzittii notando la scintilla nel suo sguardo.
 
-Ma non dormo per terra!-. Lo avvisai con una punta di ironia nella voce. Era una pazzia. Sapevo con ogni parte di me che lo era, la mia ragione lo gridava con tutte le sue forze. Ma io non ascoltavo la mia parte illuminista in questo momento.
 
-Certo che no! Ma sai una cosa? Io lo facevo quando ero ragazzino...-. Piegai la testa di lato ora che il suo sguardo si era fatto nostalgico. Poi, come per un temporaneo e istintivo atto di pazzia lo vidi cambiare totalmente atteggiamento.
 
-Beh, farà freddo e io sono umano. Di conseguenza é meglio se vado a cercare del legname per il fuoco!-. Una risata mi uscì spontanea e scesi dalla macchina a ruota dopo di lui.
 
-Non farti male!!-. Lo avvisai scherzosa. La sua reazione in confronto a come l'avevo immaginata fu molto tranquilla.
 
-Questo contribuisce ad alzare la mia autostima, grazie!-. Si voltò verso di me mentre indietreggiava verso l'oscura foresta.
 
-Seriamente!-. Dissi ora senza alcun sorriso sulle labbra. Annuì e poi lo vidi scomparire. Come se gli arbusti lo avessero inglobato. Sospirai nervosa e mi appoggiai contro l'automobile. Non ci misi molto a comprendere che era stata una cattiva idea quella di mandarlo da solo nel bosco, e per di più di notte. Ma se l'avessi seguito si sarebbe allarmato, ed avrebbe pensato che non mi fidavo di lui. Bel casino. Mantenni la calma il più possibile e mi avvicinai al ciglio della strada, dove iniziavano a troneggiare gli alberi. Appoggiandomi ad uno di essi e stando attenta al minimo rumore percepii nient'altro se non il vuoto, e questo mi mise più che allerta. "Dovrei sentire i suoi passi...". Pensai.
Subito pensai al peggio. No. Che fine poteva aver fatto in dieci secondi??? Ma soprattutto, perché non ero andata con lui???
 
-Elijah????-. Lo chiamai scattando all'interno. Ma non sentii nulla. Allora divenni più che isterica. Mi passai le mani nei capelli iniziando a pensare a tutto ciò che sarebbe potuto succedere in dieci secondi. Cosa? Neanche il tempo di fare qualche passo...
-Elena!!-. Quella voce mi fece saltare per la sorpresa, e poi notai chiaramente Elijah seduto contro un albero.
 
-Mi hai fatto prendere un infarto!-. Gli urlai conto mentre se la rideva. L'aveva fatto a posto per caso?
 
-Ma non sei in ospedale!!-. Disse alzando le spalle. Perfetto, mi citava. Mi misi le mani sui fianchi indecisa sul cosa farne del cretino che avevo davanti.
 
-Molto divertente!!-. Lo fulminai. Il mio sguardo però cambiò totalmente quando notai una certa sofferenza sul suo volto.
 
-Mi aiuti??-. Chiese. Il suo viso si contrasse in una smorfia di dolore acerbo quando  prendendogli il braccio per aiutarlo ad alzarsi lo tirai su.
 
-Ma che hai combinato in dieci secondi???-. Domandai  inespressiva notando che non ce la quasi faceva a reggersi in piedi.
 
-Hai visto quel ramo?-. E indicò con la testa una radice che spuntava da terra.
 
-Si...-. Alzai gli occhi al cielo.
 
-Beh io non l'ho fatto! E comunque non sono stati dieci secondi, almeno un'ora!-. Ammutolii all'istante. Pensava davvero che ci cascassi??
 
-Elijah, sono passati pochi istanti!-. Esclamai con voce solenne. Rise come se lo stessi prendendo in giro, poi indicò qualcosa alle mie spalle.
 
-Elena, quelle sono le legna che ho raccolto. Secondo te lo avrei fatto in pochi istanti???-. Volando lentamente la testa come se fossi in un film horror rabbrividii. Ma allora che mi era preso??
 
-Elijah, dobbiamo uscire immediatamente da questo bosco!-. Sentenziai iniziando ad avere paura. Qualunque cosa stesse succedendo non era di certo colpa di un cambiamento improvviso di fuso orario.
Quella foresta, o bosco, o qualunque cosa fosse mi aveva già messo paura da prima che mi ci addentrassi, e ora stavo seriamente pensando di darmela a gambe.
 
-Elena, non é colpa del bosco credimi!!-. Lo fissai come se fosse matto prima di trascinarlo via.

-Oh, e di cosa allora???-. La mia bocca emise un suono stridulo che somigliava ad un urlo, ma era stato  più che altro simile al lamento di una papera strozzata.
 
-Elena, mentre raccoglievo le legna, facevo in modo di tenerti d'occhio...-. Interessata a quello che probabilmente era uno strampalato tentativo di darmi la colpa rimasi ad ascoltare battendo col piede a terra.
 
-Così sarebbe colpa mia, é???-. Con atteggiamento inquisitorio lo lasciai e vidi che si appoggiava all'albero.
 
-Beh, no! Ma se tu mi lasciassi spiegare...-. La situazione iniziava a divenire piuttosto scaldata adesso. Ricordai di quando in proposito di momenti come questo dicevo che più si stava zitti, meglio era...
 
-Cosa?? Io sono stata lì, io...AVANTI!!!-. E alzai le braccia on segno di resa. Sulla testardaggine vinceva lui per stavolta. In più ero curiosa di sapere i suoi motivi. O (meglio sottolineare) i suoi Ridicoli motivi.
 
-Sei sparita. Tenevo sempre fisso lo sguardo su di te, e all'improvviso sei sparita! Come per magia! Poof!!!-. Sembrava un pazzo. Ne era davvero convinto. Io non ero sparita.
 
-Ma ora sono qui!!-. Lo incitai fissandolo negli occhi. Scosse la testa e rise.
 
-Infatti la cosa interessante è come sei ricomparsa! Stavo portando la legna al mucchio, e pensavo che tu fossi in macchina, quando all'improvviso eccoti ricomparirmi davanti nella stessa posizione in cui eri prima di sparire! Sono rimasto talmente scioccato che non ho visto più dove mettevo i piedi e sono inciampato con tutte le legna!!!-. E indicò il legname a terra. Ma allora...se era andata come diceva lui....cosa ne era stato di me??
 
-Elijah...ma allora dove sono stata tutto quel tempo...-. Sgranai gli occhi e lo interrogai con lo sguardo. Lui parve pensieroso, e poi mi fissò come se si fosse improvvisamente accesa la luce nel suo cervello.
 
-Hai piena coscienza di chi sei? Dei poteri che hai?-. Che c'entrava adesso? Io sparivo e andavo come avanti nel tempo e lui.....Ohhhhhh!!!
 
-Beh...non proprio...-. Dissi portandomi un braccio dietro la nuca.
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-Sai, non sono tanto sicuro che siano ancora lì!!-. Mentre guidava lei lo fulminò con lo sguardo. Questo era il colmo. Farsi comandare quasi a bacchetta da una ragazzina per la sua "redenzione".
 
-Zitto e pensa a guidare!!-. Disse Itaca con la mappa in mano.
 
-Perché é così importante trovarli? Voglio dire: fino ad ora se la sono cavata senza di te, non sapevano neanche che esistevi e non gliene fregava...loro...loro stanno meglio senza...-. Senti qualcosa arrivargli in un occhio e chiuse istintivamente anche l'altro. Un bel po' di tempo e ancora non imparava che quella ragazzetta all'apparenza tanto innocua era un vero e proprio demonietto. Era stata capace di sbattergli in faccia la mappa mentre guidava. Brutta mossa.
 
-Non funziona!! Zitto e guida!!-. Lo avvertì lei tornando a guardare fuori dal finestrino. Klaus sbuffò e si rassegnò. Si ritrovò a rimpiangere Rebekah.
 
-Sei una rompiscatole, lo sai Itaca???-. L'altra annuì sorridendo alle sue spalle. I suoi occhi scintillarono alla luce flebile del crepuscolo. Osservò la foresta ai lati della strada.
 
-Lo dice sempre anche mia madre!-. Ad un tratto però sentì come una scossa che le lacerava il torace, e si appoggiò al cruscotto.
 
-Sento...sono vicini. Ho sentito lei, sono molto vicini!-. E sorrise mentre l'ibrido la guardava piuttosto preoccupato.
 
-Lei chi?-. Chiese solamente.
 
-Colei che risplende della sua stessa luce.-. L'altro inchiodò la macchina per non andare a sbattere contro una Mercedes nera come la pece. Una macchina dallo stile familiare...
 
-É fin troppo vicina Klaus...-.

NDA: Salve, salvino (cito Flanders :-D) allora molte cose vi sembreranno strane da qui in poi....vi dico solo che il disegno nella mia testa è ampio ma ben formato, e vedrò di risolvere la trama in modo più breve possibile ;-)

Come sempre grazie tante,ma tante, ma tante a chi recensisce, a chi l'ha messa tra le seguite e a chi la legge e basta. Una volta finita After The Departed stavo lavorando ad un'altra fic, che spero vi piacerà anche solo lontanamente...

Un bacione a tutti e alla prossima :-)

Debbythebest
   
 
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