like wind in summer

James venne svegliato dal rumore di sua madre alle prese con le padelle. Si mise a sedere sul letto, passandosi una mano tra i capelli, i quali si districarono con facilità. Socchiuse gli occhi chiari quando volse la testa verso la finestra, travolto dalla luce del sole mattutino di fine giugno. Scese a fatica dal letto, e guardò il suo orologio.
Erano solo le dieci, ma ormai era troppo sveglio per tornare a dormire, quindi si liberò dal pigiama, sostituendolo con una polo rossa e un paio di pantaloni di tuta, e sistemò il letto.
 
La sua stanza era in perfetto ordine, era abbastanza paranoico da questo punto di vista, gli piaceva che la gente entrando nella sua stanza pensasse ‘oh, che splendore’ oppure ‘perdindirindella, che stanza perfetta’
ma queste erano cose che succedevano solo nelle sue fantasie, poiché nessuno dei suoi amici, disordinati e casinisti, avrebbe mai apprezzato un lavoro accurato del genere.
 
Andò quindi in bagno, dove si lavò il viso, guardandosi allo specchio e cercando di decidere da che parte spostare ‘il suo adorato ciuffo’, quasi inesistente.
Il suo fisico non era proprio quello di un palestrato, anzi, era molto mingherlino, e questo gli dava molto fastidio.
Avrebbe sempre voluto avere un aspetto da ‘duro’ ma non era proprio una sua caratteristica.
Si spostò in cucina, salutò con un cenno della testa sua madre e uscì.
Le vacanze estive erano appena cominciate ma il caldo si faceva già sentire prepotentemente. Tirò fuori dalla tasca della tuta il cellulare, stando bene attento a guardare sia la strada che l’apparecchio telefonico.
 
Due messaggi, Amy.
 
“hey, che fai oggi? Hahaha ”
 
“Perché non rispondi? Stai ancora dormendo?”
 
Un sorriso apparse sulla bocca di James, quindi digitò la risposta
 
“oh, perché, non posso nemmeno dormire ora?  comunque sto andando al bar a fare colazione, vieni?”
 
Dopo una manciata di secondi arrivo la risposta
 
“Arrivo”
 
Non c’era bisogno di indicare il luogo dell’incontro, era sempre lo stesso.
 
Il ragazzo cercò il tavolo migliore, e si sedette, con lo sguardo fisso verso la direzione da cui sarebbe dovuta arrivare Amy.
 
Soffiava un venticello lieve, utile a rendere il caldo afoso un  poco più sopportabile. James usava guardarsi le mani quando aspettava, scrutava ogni piccola ruga, come se stesse leggendo il suo stesso futuro.
Notò Amy da lontano, i lunghi capelli corvini oscillavano qua e là, mossi dalla brezza estiva. Portava un paio di pantaloncini, molto corti, (forse troppo) e una magliettina leggera.
 
‘salve capo’ disse, portandosi la mano alla fronte in segno di saluto.
James si alzò, e i due ragazzi si abbracciarono, quindi, si sedettero entrambi.
 
‘che succede lì alla Hamilton?’
‘a scuola? Niente, che vuoi che succeda, è piena delle solite troiette’
 
 James rise, adorava parlare con Amy, si conoscevano da quando erano alle scuole primarie, ed erano sempre stati molto legati.
 
‘e da te?’
 
La ragazza si portò alla bocca la cannuccia del thè che aveva preso, osservando le patatine sul piatto della tipa al tavolo vicino. James rispose, facendo un po’ di gossip
 
‘Jenna e Karen hanno fatto rissa’
‘davvero? Che sfigate’
‘tu dici?’
‘sì’
 
Parlarono delle solite cose, scuola, amici, passatempi.
 
‘sai, Sam è venuto a casa mia ieri..’
 
Sul viso del giovane apparve una smorfia. Sam era l’ex di Amy, ma la picchiava, era possessivo nei suoi confronti, non le permetteva di avere rapporti con altri ragazzi. Alla fine lei aveva avuto il coraggio di lasciarlo, ma lui non aveva realizzato pienamente che fosse finita. Più volte James e Sam avevano ‘discusso’, sebbene Amy non fosse d’accordo, si sentiva in colpa.
 
‘che ha fatto?’
‘le solite cose, sai, è venuto a dirmi che era cambiato, che ha smesso di bere e di fumare da mesi ormai e altre sciocchezze’
‘non ha fatto altro?’
‘no, gli ho detto di andare a casa e lui ha obbedito’
‘ah, meno male’
 
I due ragazzi sentirono una voce profonda alle loro spalle, abbastanza familiare.
 
“Ma tu guarda chi c’è.”
 
Sui vent’anni, Sam era un ragazzo imponente, muscoloso, con un bel fisico. Era un ragazzo affascinante, sì, ma solo all’esterno.
 
Ami sussurrò.
‘a parlare del diavolo..’
 
James digrignò i denti, portando uno sguardo serioso.
‘che ci fai qui?’
Chiese, sebbene intimidito dall’aspetto grezzo di Sam.
 
Ma quest’ultimo non calcolò James, parlando solo con Amy.
 
“Ah, e così è con lui che te la passi ora, Amy.”
 
‘Sam, sai benissimo che io e James siamo solo amici’
“amici? non inventarti puttanate.”
 
James non esitò ad intervenire.
 
‘hey abbassa il tono amico’
 
nel profondo aveva paura di Sam, ma doveva difendere Amy.
 
“cosa? crestina bionda, vuoi finire nel vicolo con le ossa rotte?”
 
James si alzò dalla sedia, evidenziando però la differenza di altezza e imponenza fra i due.
 
‘non mi sembra il caso’
“hai paura bambinetta?”
‘si chiama buonsenso’
“ah sì”
 
Sam colpì James al viso, il colpo lo constrinse ad appoggiarsi al tavolo.
 
Amy osservava, impietrita, non riusciva a reagire.
 
James, anche se in netta difficoltà, riuscì a rispondere al colpo.
 
Il più piccolo sanguinava da uno zigomo, il colpo lo aveva segnato.
 
‘basta !’
 
Amy riuscì ad opporsi, interrompendo la litigata tra i due. Ora un silenzio dominava il bar, poiché si stava avvicinando l’ora di pranzo e la gente andava a casa a mangiare.
 
‘smettetela, ora Sam ascolrami, vattene, io non voglio avere più niente a che fare con te, non chiamarmi, non venirmi più a trovare, lasciami vivere, lasciami respirare!’
 
 La ragazza guardò quindi James
 
‘..grazie’
 
“ok, piccola, se è questo ciò che vuoi, la smetterò. Volevo solo farti capire cosa ti perdi, ma a quanto pare sei troppo stupida per capirlo da sola”
 
Sam mise il casco della moto, che fino a prima aveva portato sotto il braccio, e si avviò verso il parcheggio’
 
‘montato’ disse James, dopo essersi assicurato che il ragazzaccio fosse abbastanza lontano da non poterlo sentire, quindi si girò verso Amy, la quale lo abbracciò.
 
‘grazie, grazie, grazie per avermi difeso’
‘niente, non mi piacciono i farabutti come lui’
 
Amy guardò James nei profondi occhi azzurri, quasi trasparenti in confronto ai suoi, e con un fazzoletto ripulì il suo viso dal sangue.
 
 Poi lo baciò, così, d’impulso.
 
 Non riusciva a spiegarsi questa sua azione, dopotutto lei e il ragazzo erano stati amici, ma niente di più, invece ora era come se il loro rapporto, fino a quel momento, fosse stato solo una copertura.
 
Per James invece la questione era totalmente diversa.
 
Lui aveva sempre amato Amy, fin da quanto si ricordava di conoscerla. L’aveva sempre affiancata, in ogni avventura e emozione, come se fossero stati una sola persona.
Ma non aveva mai pensato di piacere ad Amy. Lei era bellissima, aveva avuto moltissime storie, moltissimi fidanzatini e scappatelle, e l’unica persona con cui ne parlava era proprio James.
Lui aveva sempre sofferto per ciò, ma si era arreso all’idea che non sarebbero stati niente oltre che amici.
Dopotutto, a lui, sebbene pesasse non far parte della vita di Amy in un senso più intimo, adorava ascoltarla, parlarci e frequentarla, anche se come amico.
 
Fino a quel giorno.
 
Le labbra dei due ragazzi persero il contatto
Lui la guardò negli occhi, scuri, quindi la abbracciò.
 
‘grazie a te, Amy.’
‘James, io..’
‘ssh’
James la baciò, zittendola.
Quel momento era il suo momento, e niente glielo avrebbe negato.
 
In  quella giornata di giugno, il cuore di James si riaccese come mai un tempo, di un fuoco che solo quella lieve brezza estiva riusciva ad affievolire.
 
 
 
 
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Allora? Che ne pensate? Ho scritto questa OS mentre ero in punizione, e sono abbastanza soddisfatta del risulato, rispetto alle mie prime ff il mio modo di scrivere è stato totalmente ribaltato lol
 
Anyway, per chi stesse seguendo la ff su harry e louis, fra poco aggiorno ;)
 
Grazie per aver letto. ♥
 
Clara.