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Autore: TeddySoyaMonkey    18/03/2013    5 recensioni
Cato, Clove, l'Arena e tutto quello che vi successe all'interno.
Una raccolta di mie interpretazioni di quelli che secondo me possono essere i momenti da ricordare della loro travagliata storia negli Hunger Games.
***
Sono consapevole del fatto che il fandom è pieno di Clato e che nessuno si filerà questa povera raccolta, ma se volete fare un tentativo ne sarei felice e, come si dice, possa la buona sorte essere sempre a favore dell'autrice.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ricatto

 -Cato?-
-Sì?-
-Mi faresti un regalo?-
Cato la guardò con un sopracciglio inarcato da sopra il fungo che stavano osservando, stupito dal tono quasi zuccheroso che aveva usato. Da quando le loro provviste erano andate distrutte rimpiangeva sempre più assiduamente di non aver fatto tappa alla postazione delle piante pericolose, durante l'addestramento.
-Cosa?- Chiese, credendo di non aver capito. Come poteva Clove chiedergli un regalo nell'arena? Era stato unicamente per grazia divina che non erano stati costretti ad uccidersi, non era già quello un regalo?
-Un regalo, Cato. Hai presente?- Gli rispose la ragazza, parlando lentamente e scandendo bene le parole, come se temesse che l'altro non capisse.
Cato pensò che le erbe che avevano mangiato la sera prima avessero qualcosa di strano, perchè Clove non era assolutamente tipo da chiedere una cosa simile e, per di più, da farlo con quel tono. Riflettè velocemente su cosa mai avesse da offrire alla ragazza, ma lì non poteva prometterle nulla.
E poi, dannazione, lui nemmeno voleva offrirle qualcosa. Erano alleati e la cosa finiva lì, perchè avrebbe voluto farle un regalo?
Non appena ebbe terminato quel pensiero il ricordo dell'abbraccio che si erano dati qualche sera prima ritornò vivido nella sua mente. "Non centrava nulla, quello." Si disse. "Ero solo felice per il fatto che il distretto due potesse avere due vincitori".
-Allora?- Incalzò Clove, fissandolo con un piccolo ghigno.
-E che cosa vorresti?- Le chiese l'altro di rimando, curioso.
-Davvero non lo immagini?-
Un moto di fastidio lo fece sospirare pesantemente; non gli erano mai piaciuti i giochetti delle ragazze e quando era Clove a farli la cosa era doppiamente irritante. Sarebbe stato qualcosa di poco discordante con qualcuno tipo Lux o la ragazza del quattro, ma quelle parole pronunciate da Clove gli provocavano fastidio.
-Sputa il rospo e basta, maledizione!- Sbottò, quindi.
La ragazza roteò gli occhi gli prese il fungo dalle mani e lo mise nella tasca della giacca, dove conservava anche le altre poche erbe che avevano raccolto e lo scoiattolo che era riuscita faticosamente ad uccidere con un coltello. Si prese diverso tempo per compiere ogni gesto e Cato finì col chiedersi perchè lo stesse facendo.
-Ebbene?- Fece allora, imitando la compagna che nel frattempo si era alzata.
-Ebbene...- Iniziò Clove alzando gli occhi nei suoi che, in quel momento, erano tremendamente seri. -Ebbene voglio Katniss.-
-Katniss?- Chiese l'altro con sconcerto.
-Sì. Voglio essere io ad ucciderla.-
Prima che la rabbia per quella richiesta lo invadesse, Cato provò sollievo nel constatare che, alla fine, Clove aveva smesso di usare il tono zuccheroso di prima, ma poi, puntualmente scoppiò e lo fece con una risata vagamente perfida.
-Non ci pensare nemmeno.- Disse, ridacchiando. -Lei è mia.-
-Lei è mia.- Gli vece il verso l'altra, aumentando il passo per seminarlo, scocciata. Cato le fu subito dietro.
-Perchè la vorresti, scusa?- Chiese, tornando serio ma ugualmente infastidito dalla proposta.
Sentì Clove sospirare sonoramente, poi la ragazza si voltò verso di lui e lo fece così velocemente che per poco Cato non le finì addosso.
-Cato, del distretto due.- Disse, puntandogli il dito al petto e facendo smorfie con il naso ad ogni parola. -Cato, il favorito, quello grosso e forte, quello che uccide con un solo colpo, Cato qui, Cato lì. C'è sempre e solo Cato.-
-Cosa diamine vorresti dire?-
-Esattamente quello che ho detto! Che tutti si ricordano di Cato, non di Clove! Se vincessimo tu saresti Cato il favorito, Cato quello forte e anche Cato che ha ucciso la ragazza con un undici dagli strateghi.- Sbuffò sonoramente, scostandosi con rabbia una ciocca di capelli dal viso. -E Clove sarebbe solo... cosa? L'alleata inutile di cui Cato avrebbe potuto fare a meno?-
Il ragazzo la guardò con le sopracciglia aggrottate, stranito da quello scoppio d'ira. Non aveva mai pensato che Clove potesse essere infastidita da lui, anzi, all'inizio si era quasi preoccupato perchè potesse prendere il suo posto di leader dei favoriti.
In quell'istante capì di non saper proprio come replicare a quell'ammissione così strana. Si chiese distrattamente se quello non fosse tutto un espediente per aver le telecamere addosso o, peggio, per sminuirlo. La cosa strana fu che invece di lasciarsi andare ad ogni tipo di macchinazione possibile al riguardo, Cato decise semplicemente di fare una cosa che non avrebbe mai creduto possibile fare nell'arena e, forse, in tutta la sua vita: si fidò.
-Ok.- Disse quindi.
Clove parve sconcertata. -Ok?-
-Sì, Clove.- Disse lui, felice di poter ripagare l'altra con la stessa moneta per il tono saccente che aveva usato prima. -Ok.-
La ragazza sbattè le ciglia e Cato si aprì in un ghigno. Era vagamente consapevole che si sarebbe potuto pentire della scelta fatta, ma in quel momento quella gli sembrava la cosa giusta da fare, anche se ne ignorava, o voleva ignorarne, il vero motivo.
-Oh, be'... grazie, allora.- Disse la ragazza, senza riuscire a nascondere il tono sospettoso insito in quelle parole.
Cato sorrise quando lo notò, pensando che, magari, avrebbe potuto ricavarci qualcosa anche lui. Quando Clove notò la sua espressione aggrottò ancora di più le sopracciglia, in un muto interrogativo.
-Però...- Iniziò Cato, ghignando sempre di più, certo di aver trovato un modo brillante distogliere l'attenzione dagli altri tributi.
-Però cosa?-
-Voglio qualcosa in cambio.-
Clove gemette silenziosamente. -Se ti riferisci alla mia parte di cena la risposta è no, Cato.-
-Non intendevo quello.-
-E cosa allora?-
Cato si portò le mani al mento come se fingesse di riflettere e si aprì in un ghigno ancora più grande. -Uhm, direi che per uccidere la ragazza di fuoco il prezzo è molto alto...-
-Oh, avanti, sputa il rospo.- Sbottò Clove. -Che devo fare? Il turno di guardia per tutta la notte? Cederti i miei coltelli? Camminare sulle mani?-
-Che ne dici di baciarmi?- Sulle prime Cato credette di essere riuscito a pronunciare quelle parole in modo indenne, ma poi, suo malgrado, le guance gli si velarono di rosso e quando Clove sgranò gli occhi non potè evitare di sentirsi patetico e, di conseguenza, infuriato per quello stato d'animo.
Quando infine Clove scoppiò a ridere gli parve di star per scoppiare.
Cato combattè la voglia di prenderla a pugni per tutta la strada verso la cornucopia, che lei passò ghignando e, peggio ancora, senza dargli una risposta.
Solo quando giunsero davanti alla bocca del corno Cato si decise ad afferrarla per un braccio per fermarla e a chiederle, con espressione feroce:- Allora, Katniss per un bacio. Ne vale la pena o sei troppo frigida?-
Il sorriso le si congelò sulle labbra.
-Come scusa?-
Ora fu il turno di Cato di soggignare, felice di essersi trattenuto dallo scatenare una rissa solo per vedere l'espressione attuale della compagna.
-Sei troppo frigida per baciare un ragazzo, Clove?-
Fu il turno della ragazza di assumere un'espressione truce.
-Non sai nemmeno di che cosa stai parlando.-
-Ah, sì? Una ragazza l'ho baciata io, anzi, più di una, ma tu?-
Clove arrossì violentemente e Cato si beò del leggero tic che aveva preso le dita di lei, ansiose di afferrare un coltello per la rabbia.
-Anche io ho...- Iniziò la ragazza con un sussurro irato.
-Sì, certo, non raccontarmi frottole, signora frigidina.-
Il viso di Clove si chiazzò ancor più di rosso. -Ne vuoi una prova?-
L'altro non fece in tempo a rispondere che la ragazza aveva premuto le labbra sulle sue con così tanta forza che per un secondo Cato pensò che gli stesse dando una testata.
Quel bacio fu lungo, sì, ma freddo, e a quella distanza così breve gli occhi tenacemente aperti di Clove fissi nei suoi erano stranamente inquietanti.
Quando la ragazza fece per scostarsi, lasciando sulle labbra dell'altro una sensazione di nulla, Cato le portò una mano alla nuca, mentre l'altra scivolava verso la sua schiena, tenendola ferma in una presa che avrebbe potuto risultare mortale.
Clove battè i pugni sul petto dell'altro, che però non si scostò e la tenne ferma fino a che non riuscì a farle schiudere le labbra per dare un senso all'intero bacio.
Quello che successe nei secondi seguenti fu, a parere unanime, troppo veloce: la lingua di Cato guizzò su quella di Clove, i cui pugni smisero di tempestare il petto dell'altro per stringersi ai suoi capelli biondi prima che la ragazza di alzasse sulle punte per rispondere al bacio con enfasi.
Rimaserò così, stretti in un abbraccio che, be', di freddo aveva ben poco, fino a che ad entrambi mancò l'aria e, col fiato corto, si videro costretti a staccarsi.
Clove guardò Cato negli occhi, con aria sorpresa prima di sospirare. Fece per staccarsi ma il ragazzo la trattenne, circondandole la vita con le mani e baciandola ancora una volta, con una delicatezza che Clove non avrebbe mai creduto di sentirgli usare.
-Lentamente- Sospirò infine il ragazzo, chiudendo gli occhi e appoggiando la fronte a quella della ragazza. -Uccidila lentamente e dai spettacolo come hai appena fatto.-
Clove sorrise ed annuì, prima di svicolare alla presa di Cato e di conseguenza sorprendersi nel constatare che le dispiaceva farlo.

 

Angolo di Ted:

E poi Clove schiatta ed io piango.
Oddio, cosa non è triste tutto questo?
Maledetto ciclo!
Scleratamente vostra,
Ted
ps. Qui esigo commenti.

  
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