Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Marty_Winchester    18/03/2013    3 recensioni
Jessica è tornata! Ma perchè gli angeli hanno deciso di strapparla alla pace eterna? Quale minaccia incombe sull'umanità? Cosa dovrà fare?
Leggete e lo saprete!
seguito della serie:
"As long as I'm around nothing bad happen to you"
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'As long as I'm around nothing bad happen to you '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

**Punto di vista: Dean**
 
A passi veloci mi dirigo verso il bagno, chiamando a gran voce mia moglie.

«Tesoro c’è una novità terribile nel nostro caso, avanti esci dal bagno»
Busso alla porta, più e più volte, ma non sento il minimo rumore o spostamento.

«Jessica, rispondi! Mi stai spaventando»

Comincio a prendere a spallate la porta e, dopo qualche tentativo, riesco a sfondarla. Davanti allo specchio, immobile, scorgo mia moglie: i capelli castani, lunghi e voluminosi, il fisico perfetto, un gran bel seno; indossa la sua camicia preferita e dei jeans chiari.
Mi avvicino lentamente, ma non appena muovo un passo verso di lei, volta di scatto la testa e mi guarda: i suoi occhi sono diventati color ghiaccio.

«Non avrei mai voluto che tu mi vedessi in questo… stato»
La sua voce è sottile, affranta, e sembra sull’orlo di un attacco isterico.

«Che cosa è successo ai tuoi occhi?»

«Sono gli occhi del diavolo»

Strabuzzo gli occhi e continuo a guardare quella trasformazione: ha delle iridi così chiare da sembrare trasparenti, è sempre bellissima, ma le danno un tocco spettrale. Le poggio una mano sulla guancia e poi le sposto una ciocca di capelli dietro all’orecchio. Jessica ricambia il mio sguardo e con voce bassa e grave riprende a parlare.

«Avere il diavolo nella testa ha molte conseguenze, lui entra nella mia anima e quindi i miei occhi cambiano. Speravo non capitasse anche questa volta»
Sulle sue labbra si legge la disperazione, non riesco a sopportare di vederla in questo stato: la stringo forte al mio petto e le trasmetto il mio amore.

«Perché non ne ho mai saputo niente?»
Mormoro, più a me stesso che alla mia metà.

«Usavo delle lenti a contatto del mio colore naturale e quando finalmente non l’ho più visto, sono tornati come prima»
Rimaniamo un po’ così, l’uno nelle braccia dell’altro. Assaporo il delicato profumo dei suoi capelli, un odore a me così familiare.

«Mi dicevi di alcune novità…»
Esordisce a un certo punto, sciogliendo l’abbraccio e rimanendo a fissarmi.

«Si… Ma non importa adesso, non sei nelle condizioni di lavorare»

«Lo deciderò io quando non sarò più in grado»
La sua voce non è fredda, anzi risuona molto flebile. Il suo sguardo corre a fissare il vuoto, un nulla dove lei vede il diavolo.

«Ci sono state vittime?»

Chiede, a un certo punto, ma sembra essere da un’altra parte: la sua voce è distante, neutrale, non ha emozione. Sposto delicatamente il suo viso in modo che guardi me, non Lucifero; nei suoi occhi chiari non vedo altro se non la donna che amo, da anni come la prima volta.

«Si… Sette bambine di nove anni»
I suoi occhi si inumidiscono, tira un forte pugno contro il lavabo e impreca contro Giuda. Inizia a girare per la stanza in modo frenetico, quasi non la riconosco. “è tutta mia la co… devo fare qual… deve esserci un m…”. Farfuglia, non riesco a capire molto di quello che dice.
Poi, a un certo punto, si blocca; anche il suo respiro si è fermato, mi spavento e inizio a scuoterla. Jessica non sembra destarsi, continua a fissare il muro con molta attenzione, annuisce e riflette sulle parole che il diavolo le sta dicendo: non va per niente bene. Dopo circa trenta secondi si volta verso di me, non mi ha mai guardato in questa maniera.

«Je…»
Sto per appoggiarle una mano sulla spalla, ma lei si ritrae di scatto. Nei suoi occhi leggo la rabbia e una freddezza quasi innaturale.

«Non mi toccare, stronzo!»
Afferra un profumo e me lo tira in faccia, la sorpresa ritarda i miei riflessi e rimango tramortito. Cerco di scattare in avanti il più prontamente possibile, ma non riesco a fermarla: apre la porta del bagno e la sento scendere a passi pesanti le scale. Inizio a correrle dietro, in casa siamo solo noi due quindi nessuno può fermarla a parte me. Quasi inciampo sul terzultimo gradino, ma non rallento, anzi. Jessica apre la porta principale e la chiude immediatamente e con forza alle sue spalle.
Quando esco, l’unica persona che vedo in giro è una signora anziana con un cagnolino appresso.
Maledizione, se succederà qualcosa di brutto sarà tutta colpa mia.


***


Nascosta tra l’erba, una donna rimane in attesa. Gli occhi color ghiaccio fissi e concentrati, il labbro inferiore stretto con i denti, i capelli legati in una coda di cavallo e una pistola, stretta nella mano sinistra, in attesa di sparare.
A circa due metri di distanza, una coppia compiange un paio di lapidi. Un movimento rapido della mano e poi il colpo di pistola squarcia il silenzio. Una delle due figure, la donna, cade a terra sotto gli occhi terrorizzati dell’uomo. Non c’è tempo da perdere, l’assassina deve muoversi in fretta.

Il suo nome è Crystal, la sua missione riprendersi il potere.

 
**Punto di vista: Vanessa**

Ho la mano stretta in quella di mio marito, mentre fissiamo i nomi incisi sulle tombe: Deborah e Marco Winchester. I nostri figli sono morti uno all’età di settantotto anni, l’altra a quasi novantacinque, ma vedere le lapidi dei miei figli è comunque un dolore immenso.
«Tesoro, tra poco Jessica avrà i suoi poteri e potremmo rivederli»
Sussurra Sam al mio orecchio; mi giro verso mio marito e gli rivolgo un sorriso tra le lacrime. Lo bacio, in modo delicato, lui ricambia il mio gesto e mi accarezza i capelli. Le sue mani scendono, mi tiene stretta a sé e il peso che sento nel cuore sembra meno opprimente.
«Non vorrei dovesse farlo»

Mi sposto i capelli dietro alle orecchie e Sam mi asciuga delicatamente le lacrime.

«So che Gabriele e Castiel amano Jessica, non le farebbero subire tutto ciò se non fosse necessario»
Annuisco, rivolgo un ultimo sguardo alle lapidi, poi torno a specchiarmi negli occhi luminosi di Sam.
Un rumore assordante presto lascia spazio a un dolore lancinante: non riesco a mantenere la posizione eretta, cado trafitta da una fitta atroce alla spalla. Tutto diventa confuso, Sam grida e si china su di me.

«Mio dio! Vanny, Vanny resisti! Gabriel, Castiel!»
Mio marito è sconvolto, io sono sotto shock. Tengo la mano destra appoggiata sulla spalla ferita, due millimetri più in là e mi avrebbe colpito il cuore. Conosco solo una persona così abile, ma quella persona non avrebbe sbagliato e soprattutto non mi avrebbe mai sparato.
Sento rumore di passi e la mia mente confusa mi fa immaginare che la donna con la pistola in mano – alle spalle di mio marito- sia Jessica. Impossibile, mia cognata non lo avrebbe mai fatto.

«Mi dispiace Sam, ma gli angeli devono rimanere fuori da questa storia»
Non è la mia immaginazione, quella è proprio mia cognata: la voce è più dura, ma appartiene decisamente a Jessica.
Jessy assesta a mio marito un pugno sul naso, facendogli scendere un sangue denso e rosso. Sam rimane tramortito, non riesco ad aiutarlo perché sto per perdere coscienza. Jessica non si limita a quello: lo colpisce con il gancio della pistola, dritto in fronte, e il mio possente marito cade in terra, come fosse una fragile foglia. Spalanco la bocca, ma non riesco a emettere alcun suono. Jessica mi guarda e mi rivolge un enorme sorriso, per poi scoppiare a ridere. Mi fa un cenno con la mano, in segno di saluto, perché sto chiudendo gli occhi e perdendo i sensi.


**Punto di vista: Dean**


Parcheggio l’Impala e scendo nell’aria umida del pomeriggio. Entro nel cimitero e cerco mio fratello e mia cognata, da solo ho meno probabilità di trovare mia moglie.

«Gabriele! Castiel! Perché cazzo non vi fate vedere?! E tutta colpa vostra!»
Sbraito, per l’ennesima volta, rivolgendomi al cielo: nessuno, però, risponde al mio richiamo. Riprendo a camminare, pieno di paura e rabbia; questo luogo non può lasciar indifferenti e quasi non mi accorgo della figura per terra, a pochi passi da me: è un uomo massiccio con dei lunghi capelli a coprirli il volto pieno di sangue. Mio dio!

«Sam!»
Corro vicino a mio fratello e valuto il suo stato: qualcuno l’ha conciato per le feste. Lo scuoto e sembra destarsi, si sposta i capelli dal viso e lo aiuto ad alzarsi.

«Cos’è successo?!»

«Vanessa! Jessica ha sparato a Vanessa! Non sono stato in grado di proteggere mia moglie!»
Urla, tra le lacrime. Vorrei dirgli che questa è un’assurdità, ma mi manca l’aria e non riesco a emettere nemmeno un suono.

«Quella non era Jessica, ma Crystal»
Sam ed io ci voltiamo di scatto, incontrando un paio di occhi azzurri come il cielo, appartenenti a una donna incantevole.

«Tu chi sei?»
Estraggo la pistola e gliela punto contro, ma la ragazza si avvicina come se non avessi alcunché in mano.

«Piacere: io sono Veronica, un angelo del signore»
Roteo gli occhi e non le stringo la mano, sono solo un paio le creature angeliche di cui ho fiducia, anzi in questo momento non mi fido nemmeno di Gabriele e Castiel.

«Dov’è mia moglie?»
Sam ha una voce molto roca e rotta dal pianto, sentirlo così mi fa contorcere ancora di più lo stomaco.

«Non lo so… Probabilmente è morta» Dice, con una leggerezza che fa accapponare la pelle «Evidentemente le serviva il suo sangue o qualcos’altro per il rito»
Vedo mio fratello cadere in terra e tenersi la testa tra le mani. Perdo la stretta della pistola e l’angelo riesce a togliermela dalle mani.

«Siamo tutti amici, non ti serve questa. Io ho estratto Jessica dalla tomba.» L’angelo rivolge una rapida occhiata a mio fratello, prima di continuare a parlare: «Sam, avanti non fare così. Okay, Jessica è sicuramente sotto il controllo del Diavolo, è diventata probabilmente un’assassina e Vanessa è morta, ma sta facendo tutto questo per recuperare il suo potere e una volta fatto, tornerà quella di prima e salverà il mondo, di nuovo»
Estraggo un coltello e le trapasso lo stomaco, non riesco a evitarlo, ma la sua unica reazione è rivolgermi un’espressione a metà tra il triste e il sorpreso.

«Perché lo hai fatto?»
Chiede, con voce sottile, mentre si estrae il coltello e rimargina la ferità del suo tramite. Non so cosa dirle, lacrime incontrollabili mi bagnano le guance.
 
Ecco perché gli arcangeli erano irrintracciabili…


**Punto di vista: Gabriele**
Sto istruendo le truppe, quando mi sento chiamare da mia figlia. La raggiungo in un edificio abbandonato; accanto a me, al centro di un fuoco santo in fiamme, trovo Castiel. Ecco perché era scomparso, mi stavo preoccupando molto.
Cerco mia figlia, quando mi rendo conto che è la donna davanti a me: occhi di ghiaccio, sguardo glaciale, capelli tinti di nero.

«Figliola, cosa succede?»
Mi guarda come non ha mai fatto, non riesco a trovare niente in lei che mi ricordi mia figlia.
Rimane un po’ a fissarmi, tira un fiammifero sull’olio in terra e si volta; anche la sua camminata è diversa, mia figlia deve essere intrappolata nella sua mente. Sparisce dalla mia visuale, mi volto verso Castiel per avere qualche informazione, ma lui è più confuso di me. Il diavolo la controlla, maledizione è tutta colpa mia! Non avrei dovuto strapparla alla pace eterna e non avrei dovuto sfondarle il muro dietro cui stava Lucifero!

«Hai visto Castiel?! Io te lo avevo detto maledizione! Perché cazzo ho accettato di farla tornare in questo inferno?!»

«Per salvare il mondo. E basta prendertela con me, è stata anche colpa tua! Sei stato tu a sbattere i demoni in quella che era la gabbia di Lucifero!»

«Era il luogo più sicuro!»

«Certo, fino a quando Michele è diventato un traditore e ha aperto la gabbia; adesso tutti quei demoni spietati, “figli” della gabbia del diavolo, sono liberi»
Scuoto la testa e mi volto dalla parte opposta: non voglio mi veda in questo stato.


***


Dopo un tempo che sembra infinito, sento rumore di passi e dalla porta entra Jessica, ma non è sola: trascina il corpo sanguinate di Vanessa. Cerco di avvicinarmi, ma il calore mi ricorda che sono intrappolato. Mia figlia è sporca di sangue, ma niente in confronto a sua cognata.
«Jessica! Cosa sta succedendo?!»
Castiel le grida contro, ma mia figlia pensa solo a mettere il corpo di Vanessa su un tavolo. Quando ha finito, si avvicina a noi e risponde con cinque parole:

«Io non sono più Jessica»



**angolo dell'autrice**
Eccomi tornata! Woow, nè? xD
Il titolo è "preso" da una puntata di Supernatural (l'originale era le due facce di Sam)
Che ne pensate? Poveri ragazzi, mi sento un po' in colpa ahah
Ringrazio mia moglie Niky per l'aiuto con una frase "arrovelata" e per tutto <3 Lasciate una recensione dai, che vi costa? :)
salutii!
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Marty_Winchester