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Autore: Matarrais    18/03/2013    0 recensioni
L'acol non aiuta a dimenticare i brutti ricordi del passato, ma con l'affetto degli amici e la passione per la musica si riesce ad affrontare problemi coma la perdita di una persona cara...
Ma l'apparenza inganna:
"-Questa volta è diverso Jim. Michelle non c’è più capisci? Sono passati più di due mesi e io non mi rassegno al fatto che non posso più averla fra le mie braccia- quelle furono le ultime parole che fu in grado di pronunciare prima di scoppiare a piangere. Jimmy strinse il suo amico fra le braccia e lo coinvolse in un abbraccio forte e rassicurante..."
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Sam tornava a casa da lavoro e camminava molto distrattamente pensando a Spencer che era a casa e probabilmente era rimasto lì tutta la giornata riducendola allo schifo.  Ma era anche preoccupata, per così dire, di aver lasciato Jane e Matt da soli al negozio. Il suo pensiero era più malizioso che preoccupato, sapeva cosa Jane provava per Matt e nonostante non lo desse a vedere Sam sapeva che Jane continuava a sperare che prima o poi Matt aprisse gli occhi rendendosi conto che quella con Jane non era semplice amicizia. Presa da questi suoi pensieri, non si rese neanche conto che qualcuno la chiamava al telefono a suon di Walk dei Pantera. Inizialmente non capiva da dove provenisse quella musica, ma guardando i passanti fissarla straniti, si ricordò di aver cambiato suoneria quindi prese il telefono e rispose.
-Ehi ciao Ash-
-Ciao Sam..-
Il tono di voce di Ashley era molto spento, il che era molto strano dato che la voce di Ash non era mai stata più bassa dei 10000 decibell. Sam capì che c’era qualcosa che non andava e chiese subito  -tutto bene?-
-Si bene: beota, emotivo, nevrotico, esitante*. Bene -
-Come scusa?-  chiese Sam accennando una risata non capendo le parole die Ash.
-Non sai cos’è successo oggi vero?-  disse Ash sospirando.
-No…mi devo preoccupare?-
-A non so, Andrea era parecchio divertita-  disse Ash scettica.
-Mi dici cos’è successo Ash? Mi fai preoccupare così-  chiese per l’ultima volta. Sentì Ash sospirare per poi iniziare a raccontare il “sabotaggio” del frigo di Syn, su idea di Andrea.
Sam era interdetta. Ok aiutare Syn, ma una cosa del genere non se l’aspettava da Andrea, era una cosa davvero infantile a dire la verità.
Ash continuava a non essere d’accordo con ciò che era successo quella mattina e sperava in un po’ di appoggio da parte di Sam, ma alla ragazza scappò una risatina spontanea, innocente.
-Sam non ridere dai, è davvero una cosa stupida-  disse rassegnata
-Si scusa hai ragione, è stupido. Hai ragione Ash è una cosa stupida, però dai stiamo parlando di Syn sicuramente chiuderà un occhio, si farà una risata al massimo-
-Ma non è giusto..-  disse Ash sbuffando. Probabilmente avevano ragione le altre, Syn l’avrebbe vista come uno scherzo e probabilmente si stava facendo troppi problemi.
-Dai Ash tranquilla, sicuramente Syn lascerà correre come quando erano ragazzi-
-Spero tu abbia ragione. Ok scusa se ti ho dato fastidio ora ti lascio andare-  disse con voce più vivace.
-Ma tranquilla, tu dai sempre fastidio ormai sono abituata-  rispose Sam ridendo.
-Ma come siete gentili oggi? Be allora, ci vediamo-  concluse Ash chiudendo la chiamata.
Ora, oltre a preoccuparsi per la casa e per Jane lasciata “in balia” di Matt, aveva anche il sabotaggio a casa di Syn a cui pensare. Certo non erano fatti suoi, ma era più forte di lei si preoccupava per tutto, anche troppo.
Tornata a casa rimase stupita da ciò che vedeva. Era tutto perfettamente in ordine, pavimento lucido, tutto era al suo posto, non c’era neanche un briciolo di polvere. Sam era piacevolmente stupita e si guardava intorno con tanto di sorriso stampato in volto. Poco dopo, Spencer uscì da camera sua che aveva appena finito di riordinare. Guardò la sorella con un sorrisetto che la diceva lunga e poi disse  -allora? Sono stato un bravo fratello?-
-Sei stato tu?-  chiese Sam allargando le braccia e facendo cadere la borsa da lavoro per terra.
-Non sporcare per terra ho appena finito di ripulire-  esclamò Spencer in tono scherzoso. Sam non poteva credere che avesse fatto tutto suo fratello, non se lo ricordava così ordinato. Non riusciva a capire perché Spencer avesse passato tutta la giornata a riordinare casa, non era da lui. Dopo aver dato un’ultima occhiata in giro per casa chiese  -ma come ti è venuto in mente di rimettere in ordine tutta, e dico tutta, la casa? Non avevi proprio niente da fare oggi?-  disse Sam sfottendo il fratello, che stanco com’era non rispose neanche. Spencer accennò solamente una risata per poi farsi serio, per quanto gli fosse possibile. Si sedette sul divano appoggiando i gomiti sulle ginocchia. 
-Be vedi Sam, sono stato qui più o meno una settimana e ti dirò mi sono divertito tantissimo. Però io devo ritornare all’università-
Sam non se l’aspettava, pensava che Spencer sarebbe rimasto lì fino alla settimana successiva e sentirgli dire di doversene andare prima le fece male. Non si vedevano spesso loro due e ormai Sam si era abituata ad avere Spencer fra i piedi. Scosse la testa come se non volesse crederci e sentendosi il cuore in gola chiese  -no perché? Dovevi rimanere qui due settimane perché te ne vai già?-
-Tranquilla non parto mica oggi, me ne vado lunedì..-  disse Spencer a malincuore.
-Ma perché te ne vai già?-  domandò di nuovo Sam sperando che suo fratello le stesse facendo uno scherzo.
-Devo seguire i corsi Sam, in realtà non sono una “secchia” come pensi tu e non posso permettermi di trattenermi qui ancora per molto. Devo riprendere a studiare, anzi devo iniziare a studiare, devo farlo, più per nostra madre che per me-  concluse Spencer più triste che mai. Sam non potè dire niente, suo fratello doveva ritornare a studiare e a laurearsi, se non per lui, per loro madre.
 
 
Jane-Matt. Matt-Jane. Due nomi e due persone che messe insieme non promettono niente di buono. Jane era intenta a chiudere il negozio dato che, per colpa di Matt, si erano trattenuti più del previsto e per evitare che la gente pensasse che il negozio fosse ancora aperto, Jane cercò di affrettarsi a chiudere. Matt intanto continuava a parlare a manetta come se non si fosse accorto che la ragazza era indaffarata tanto da non poter seguire i suoi discorsi contorti.
Senza molta grazia, Jane uscì dal negozio accompagnata da Matt che fantasticava su un ipotetico prossimo album a cui lui stava pensando già da un bel po’ di tempo. Neanche a dirlo, Jane non era stata attenta neanche ad una parola uscita dalla bocca di Matt, il che era più che giustificato: computer a tracolla, macchina fotografica al collo, un book fotografico in mano e il mazzo di chiavi del negozio nell’altro e in tutto questo mai che Matt si fosse azzardato a chiederle “ti serve una mano?”. Certo quel ragazzo non era un genio e solo quando cadde il book dalle mani di Jane facendola anche sbilanciare leggermente in avanti, si rese conto che la ragazza aveva bisogni di un aiuto. Da bravo gentil uomo Matt si chinò a raccogliere il book alla ragazza per poi restituirglielo. Jane rispose con un timido  -grazie-  ricomponendosi dall’accaduto.
-Ti accompagno fino a casa…se ti va-  disse Matt facendole strada con un braccio. Jane avanzò abbozzando un sorrisetto e disse  -ma come siamo gentili oggi-. Matt arrossì leggermente cercando di non darlo a vedere tanto che Jane non se ne accorse minimamente. Dopo a ver camminato per non più di cinque minuti in un silenzio non del tutto normale, Matt si schiarì la voce e iniziò a balbettare qualcosa di incomprensibile  -ehm…si…ehm Jane, potrei chiederti…si, potrei chiederti una cosa?-
-Si dimmi-  disse Jane facendo spallucce senza sapere cosa l’aspettava.
-Si be ecco, vedi…tu sei praticamente l’unica che mi ascolta davvero e…si vorrei parlarti dell’album e pensavo di…che ne dici se una sera vieni a cena da me? Niente di che ovviamente, e se non vuoi be va bene lo stesso ti capisco sai…-
-Si ok. Va bene-  lo interruppe Jane incredula dell’invito di Matt.  Ora era Jane ad arrossire ma non riuscì a nasconderlo più di tanto. Dentro di se avrebbe voluto urlare e magari saltargli addosso come una scimmietta ed abbracciarlo più forte che poteva, ma dovette trattenersi se non voleva far spaventare il ragazzo. Fortunatamente erano giunti all’ultimo isolato che portava a casa di Jane. La ragazza si voltò verso Matt per salutarlo dicendo  -be io sono arrivata, grazie per avermi accompagnata-  disse portandosi i capelli sciolti dietro l’orecchio cercando di non sembrare imbarazzata. Matt le sorrise e disse  -ok quindi ci sentiamo..?-
-Si ci sentiamo-  rispose Jane sorridendole.
-ok, be…ciao-  disse Matt ricambiandole il sorriso.
Jane aveva un “appuntamento” con Matt. Be forse non era un vero e proprio appuntamento, fatto sta che Matt l’aveva invitata a casa sua, e Jane era entusiasta della cosa.
 
 
Syn era di ritorno a casa dopo aver passato tutta la giornata a casa di Jimmy. Il mal di testa post-Jimmy era peggio del mal di testa post-sbornia, e quale miglior modo di curarlo se non con una sigaretta. Accesa la sua marlboro rossa, continuò a camminare distrattamente pensando e ripensando alle stupende idee di Jimmy per il nuovo album. Lo aveva invitato a casa sua proprio per quel motivo e fra un'idea e un'altra, una canzone e l'altra ancora, finirono per passare la giornata insieme, come quando erano ragazzi. Probabilmente la colpa di quel mal di testa era dovuto ad una canzone che Jimmy gli aveva fatto ascoltare, semplice ma d'impatto, e gli rimbombava nella testa come se ci fosse qualcuno a suonare il tamburo col suo cervello. Quella canzone però gli piaceva anche se non riusciva a spiegarsi come avesse fatto a registrarla. La canticchiava sbadatamente, e senza neanche accorgersene si trovò davanti all'uscio di casa sua, spense la sigaretta ed entrò. Vide Pinkly sdraiata sul divano che tirò su la sua testolina come a voler salutare il padrone  -ciao Pinkly-  disse distrattamente.
Entrato in casa, il suo prima pensiero fu quello di fiondarsi in cucina per bersi una sacrosanta birra dato che Jimmy, da bravo amico, aveva cercato di tenerlo più alla larga possibile da alcolici vari. Lanciò le chiavi sul mobiletto che c'era all'ingresso, si tolse le scarpe lasciandole in mezzo al corridoio e infine si tolse la maglia lanciandola per aria come fosse un adolescente. In tutto questo, Syn arrivò in cucina aprì il frigo e senza neanche guardare allungò una mano sicuro di trovare un birra. Ma niente, vuoto. Incredulo dette un'occhiata al frigo e constatò che era completamente vuoto. Non ricordava di aver finito la sua "scorta" di birra, probabilmente non lo ricordava perchè quando le aveva finite era ubriaco marcio, per cui lasciò correre e andò in camera sua dove era sicuro di trovarne una. Si trascinò fino in camera da letto, si buttò per terra di fianco al letto e allungò di nuovo una mano sotto al letto. Il risultato fu uguale al precedente, niente. Vuoto. Si alzò da terra grattandosi la testa in quanto era sicuro di trovare almeno un paio di birre sotto al letto. Fece spallucce, era troppo stanco per pensare a dove aveva "nascosto" le birre, e gli venne subito in mente che ne aveva lasciata una in bagno per un motivo che neanche lui ricordava. Si precipitò in bagno correndo come se ci fosse qualcuno ad inseguirlo, spalancò la porta del bagno e con un sorriso degno di un maniaco si accovacciò di fianco al lavabo sicuro di aver lasciato una mezza birra lì vicino. Ma anche qui, niente. Non c’era più niente. Non capiva come potessero essere sparite tutte quelle birre, così rifece il giro di tutti i luoghi in cui era solito lasciare le sue adorate birre. Cucina, niente. Camera da letto, niente. Salotto, niente. Guardò persino nello sgabuzzino dove era solito metterci le scarpe e altri oggetti che erano di troppo in giro per casa. Continuò a vagare come un anima in pena, tanto che la sua Pinkly iniziò a guardarlo stranita. Era in cerca di una misera bottiglia di birra, ma niente non la trovava, era diventato quasi isterico girava a vuoto per casa senza risultato. D'un tratto si fermò di colpo, ebbe un lampo di genio. Girò i tacchi e andò verso la porta di casa per poi uscire scalzo e a petto nudo. Non gli importava più di tanto di essere visto così dal vicinato, anzi se mai gli faceva piacere. Camminò istericamente verso casa della sua vicina, Ashley.
Bussò freneticamente alla porta di casa finchè una Ash con i capelli completamente indomabili aprì la porta.
-Aaash!-  urlò d'istinto Syn
-Che vuoiii?-  rispose a tono Ash senza neanche accorgersi di avere di fronte a se un Syn mezzo nudo. Quest'ultimo entrò di forza in casa della ragazza iniziando a perlustrarla. Ash lo guardà interdetta e si rese conto solo allora che Syn era scalzo e a petto nudo in casa sua. Ashley lo fermò urlando  -Aaaaah!! Cosa vuoi? Che stai facendo perchè sei qui?-
-Fai finta di non saperne niente eh-  disse Syn additandola
-Di che stai parlando Gates?-  continuò la ragazza non capendo a cosa si stesse riferendo
-È sparito tutto, non c'è più niente, ne sai qualcosa?-  continuò Gates atteggiandosi ad ispettore da quattro soldi. Ad Ash scappò una risatina tanto per quanto fosse ridicolo. Cercò di ritornare seria per quanto potesse e gli chiese  -ma a cosa ti riferisci?-
-La birra Ash!-  esclamò Syn.
-Oh ma quante storie per una birra-  disse Ashley riprendendo a ridere e continuò  -comunque io non centro niente...-  a queste parole Syn si fece vigile e chiese
-Chi centra allora?-
-Be...i tuoi amici-  gli rispose Ash sedendosi con nonchalance sul divano del suo salotto. Syn si posizionò davanti a lei imponente e continuò  -gli amici miei?-  chiese retoricamente per poi ridere istericamente.
-Non ti nascondo che in queste condizioni mi fai paura...perchè ridi?-  chiese Ash cercando di capire cosa passasse per la testa di quello svitato di Syn.
-Gli amici miei eh?-  ripetè ridendo  -ah bastardi-  continuò ridendo sempre più forte. Ridendo ridendo si diresse verso la porta di casa di Ash e si congedò continuando a ridere lasciando interdetta la povera Ash.

 


*piccolo cenno al fil Italian Job, se non lo conoscete, vedetelo!!
 

 

Beeene! Rieccomi? Eravate in pensiero vero? (ma anche no!)
Si be, è un po' che non aggiorno, ma la verità è che non avuto tempo :/ un po' per la scuola, un po' perchè sono una bradipa e non ho mai voglia di fare niente, e quindi...be insomma questo è il capitolo :D
Credo sia il più corto che abbia mai pubblicato, però chissenefrega! 
Ho cambiato il rating perchè...non non ve lo dico, lo scoprirete ne prossimo capitolo :D
Qundi, che ne pensate? Non esitate a recensire ragazzi siete liberi di dirmi che non sono capace, che mi devo dare all'ippica, che è meglio che mi tagli le dita piuttosto che continuare a scrivere, tutto quello che volete insomma :D
Be ovviamente ringrazio chi ha avuto il coraggio di mettere questa storia nelle seguite e addirittura nelle preferite! Ringrazio di cuore quelle due coraggiose che hanno recensito lo scorso capitolo e anche solo chi legge!
Me ne vado, ho già dato abbastanza fastidio...
Matarrais!!
  
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