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Autore: damnhudson    18/03/2013    1 recensioni
«La tua mamma almeno c’è.» Rispose la bambina, alzando di nuovo lo sguardo, notando che il bambino ora si avvicinava a lui, stranito.
«Tu hai un papà. Siamo pari, non pensi?»
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Finn Hudson, Santana Lopez
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo sei
 

Erano passati dieci anni dalla fine del liceo, quando Finn e Santana, con sogni e aspettative differenti sulle spalle avevano lasciato Lima, lasciandosi dietro ogni particolare vissuto con gusto, con astio o dolore. Erano passati dieci anni, in cui ognuno dei due, aveva provato a trovare una nuova ragione, cercando di lasciare i disguidi di sempre da parte parte, lasciandosi alle spalle una vita fatta di una persona che non ricambiava affatto il suo amore.
Erano stato difficili quegli anni, per Santana e Finn, soprattutto l'ultimo. Per non parlare del terzo anno, quando erano andati a letto assieme in una poverissima camera di un motel, per togliere la grande V al ragazzo. Si era offerta lei, per fargli un piacere, come aveva detto testualmente... ma Finn sapeva che non era così, voleva prendersela per chissà quale motivo. E nonostante gli faceva male, accettò. Le cose erano molto cambiate, perché i due erano cambiati. Avevano perso di vista chi erano davvero. Solo due copie di un Finn e una Santana di tanto tempo fa.
I rapporti incrinati, le amicizie leggendarie compromesse... era tutto parte di quel processo chiamato crescita. Avevano perso tutto ed erano pronti a maturare.
Forse era davvero quello crescere... perdere tutto ma acquistare la consapevolezza di poter riniziare. Solo con quella, andando avanti giorno dopo giorno, ora dopo ora... persino quando faceva più male del giorno precedente... crescere non era un bell'affare, quel furbo di Peter Pan aveva azzeccato. Nel corso degli anni, quelli del liceo, Finn aveva perso Noah. Il suo miglior amico si era rivelato la peggior specie, per quello che gli riguardava. Oltre il tradimento carnale, era arrivato anche quello psicologico. Noah era andato a letto con la sua ragazza, Quinn, mettendola incinta. Strana cosa la vita. Strano il karma, sarebbe opportuno dire, perché Finn ci credeva. Insomma, era stato tradito, ucciso dentro e il karma aveva fatto sì che Quinn imparasse la lezione con un bambino. Frutto di quello che, per Noah era amore, nacque Beth, il giorno delle regionali, contro un Jessie St.James in forma più che mai, che dava il meglio di sé in una canzone che era tutto uno show: bohemian rhapsody. I Vocal Adrenaline avevano schiacciato le Nuove Direzioni, ma sotto le note di quella canzone epica, sotto la voce di un Jessie in forma più che mai, un miracolo nasceva e non potevano rammaricarsi più di tanto perché quel giorno in ospedale... beh, ogni sconfitta valeva la candela. Fu davvero difficile per Finn vedere il sorriso di Quinn, per una bambina che non era la sua, ma faceva ancora più male sapere che tutto quello era suo. Non poté fare a meno di pensare a Santana, come sarebbe nato il loro primo bambino... Ma c'erano dei lati positivi in tutto questo.. Rachel, ad esempio. Oh, Rachel Berry gli guarì le ferite, con tanta passione e devozione. Se non ci fosse stata Santana nel suo cuore, Rachel sarebbe stata l'amore della sua vita, assolutamente. Ma Santana c'era, e lui non aveva dimenticato, era solo andato avanti. La sua storia con Rachel, piena di alti e bassi, lo faceva felice. Pieno di sé, come se improvvisamente ne fosse valsa la pena di avere tutto quello. Ma tutte le cose belle avevano una fine, in questo caso l'entrata alla NYADA di Rachel. Lui voleva lasciarla libera, errore, sì, ma era giusto così. Ma nella vita di Finn c'era spazio per tutto, anche le soddisfazioni. Aveva frequentato il college, portandolo a termine con voti abbastanza scarsi, ma ce l'aveva fatta comunque. A ventidue anni, a New York, era stato avvistato dall'osservatore dei New York Jets ed era entrato piano nel sistema della squadra.
Per Santana fu un altro paio di maniche. Non ebbe un liceo particolarmente difficile, lo finì alla grande, con una relazione con Brittany. Ma il suo coming-out fu sofferto, Finn la costrinse, si era stancato di vederla sempre felice. Era quella la motivazione che aveva dato Quinn quando lei piangendo le aveva chiesto perché avesse fatto tutto quello. Aveva finito con l'odiarlo da morire, odiare il suo grande amore, o quello che credeva essere. Un giorno lui le aveva cantato una canzone, una con un bel significato... e sebbene la sua rabbia fosse dimezzata, lei ancora ce l'aveva con lui. Il suo coming-out doveva essere glorioso, non forzato... ma comunque, anche quello era andato. Dopo il college, dopo la Tisch, dopo un intero corso teatrale, Santana aveva trovato il ruolo principale nel musical Chicago, rientrante nelle classifiche dei musical più famosi al mondo. Santana era così devota a quello che era il suo lavoro, aveva così tanta passione che in pochissimo tempo si era ritrovata a Broadway, in Rent, e poco più tardi commossa alzava un Tony Award. In Rent, aveva fatto l'audizione contro Rachel Berry, la quale le raccontò che anche Finn era a New York.
Andarono ad abitare assieme, in un appartamento al centro della città. Con loro abitava Jessie St.James e tutta la sua grazia enigmatica. Quel ragazzo poteva andare in giro con un sacco in testa ed essere comunque troppo attraente, inoltre se la faceva con la Berry! Con una Berry, Dio santo. Il mondo andava al rovescio, insomma. Santana aveva passato il college a frequentare ragazze sì, ma anche ragazzi... e tanti, perché alla fine le piaceva il sesso in generale, non se lo precludeva e basta. Ma... Finn Hudson era a New York.

*

«Oddio, ragazzi!! - lo speaker realmente emozionato dalla presenza indicava Finn come se lo potessero vedere tutti. - Sono riuscito a fare un miracolo per tutti i tifosi dei Jets e del football in generale! Finn, numerocinque e quarterback dei Jets, Hudson.»
Fece partire gli applausi finti con un semplice gesto della mano e poi fece un sorriso. Finn rise apertamente e posò lo sguardo prima sulla finestra e poi su Axel, lo speaker.
«Wow, amico... grazie dal numero cinque.» Azzardò Finn ridendo ancora.
Palesemente imbarazzato, si ricordò di quella volta che Carole gli aveva detto che aveva una faccia da radio. Complimento? Nah. Della serie 'piccolo, punta basso.' Ma se lui non avesse puntato tutto ciò che aveva, non sarebbe mai diventato chi era oggi.
«Ho preparato un'intervista assurda per oggi, amico mio! Mi sono impegnato. E poi avremo un confronto davvero.... woah, con il mondo del teatro.»
«Teatro e football? Avevo una ragazza, alle superiori, colgo l'occasione per salutarla, ciao Rachel! - Finn mosse la manina verso chissà quale punto della stanza, mentre mandava il suo affetto a Rachel Berry. I due si sentivano ancora, lei sapeva di quell'intervista. Probabilmente sbatteva le manine eccitata al momento.- Lei era l'ape regina del teatro. Mi fece vedere due musical in una sera sola. Per non parlare di tutte le opere teatrali che ho dovuto studiare per fare bella figura con i suoi genitori. Funny girl l'abbiamo visto... ho perso il conto delle volte che l'abbiamo visto. Ma Fanny faceva sempre la stessa vita...»
Ah, se qualcuno potesse vederlo ora. Finn Hudson parlava con tale tranquillità che sembrava da solo, come se nessun al di fuori di Axel lo stesse ascoltando. Era sempre Finn Hudson, il bambino che mangiava panini col tonno dalla mattina alla sera, con una passione e bravura innata per il football. Era cambiato poco e niente, adesso lo si notava. La fama non gli aveva dato alla testa. Firmava cento autografi in una mattinata sola, ma era sempre il piccolo Finnie!
«Sentite un po' qui... -Axel lo indicò, un gesto di vitale importanza, visto che nessuno li vedeva.- ...genio sul campo, genio in altri campi. Raccontaci di Funny Girl, numero cinque!»
«Ho una laurea in diritto ambientale, pensi davvero che sia così stolto? - Finn scoppiò letteralmente a ridere. Non se lo sarebbe mai aspettato di dire una cosa del genere in passato. Era pur sempre Finn Hudson con qualche problema di dislessia. - Allora, Funny Girl é normalmente un flashback della stessa Fanny Brice, la protagonista. Fanny non é un prototipo di bellezza, ma ha talento ed un grande senso dell'umorismo e una volta che si fa notare, esordisce a Broadway. Ha un rapporto difficile con l'amore... si sposa tre volte, ma la piú importante é quella con Nick Arnteint - o qualcosa del genere... che conosce a Baltimora.. il tipo ha un problema con il gioco e verrà riempito di debiti, dovendo scontare una pena di due anni in carcere e chiederà il divorzio a Fanny. - Finn si prese una pausa, per pensare a quanto tutto quello gli mancasse. Il cinema, gli spettacoli... Rachel. Ma non in quel senso. Rachel gli mancava per compagnia. Era una delle persone che più lo capiva, nemmeno Noah lo faceva stare così bene. Stranezze della vita, lui era il suo migliore amico... - Oh, non hai idea di quanto si sbagliasse Rachel. Sai, come Fanny credeva di non essere bella. Ma lei lo era, lo é. Ha un sorriso che ti fa sciogliere, é la sua migliore qualità insieme al suo talento. Ho assistito alla sua versione di Don't rain on my parade alle provinciali e avevo brividi in ogni parte del corpo. E so per certo che mi é stata dedicata My Man, sempre dello stesso musical... perciò Rachel Berry sei la più bella del mondo.»
Se la vedeva ancora una volta, con un sorriso sulle labbra e magari un Jesse arrabbiato al suo fianco. «Colgo l'occasione per salutare anche Jesse St.James che se non sbaglio al momento sta seguendo un progetto off Broadway chiamato Red. Mentre Rachel non ha ottenuto la parte in Rent... Ma farà la splendida Wendla in Spring Awakening.»
Pubblicità occulta al teatro, si sarebbe meritato una granitata che al tempo del liceo non sarebbe tardata.
Quanto gli mancava il liceo in una scala da uno a dieci? Axel lo guardava ammirato, poteva scovarlo nei suoi occhi scuri come la pece. Ogni suo movimento non passava inosservato e probabilmente quello che Finn aveva detto era anche piú di quanto Axel si aspettasse.
«Rachel Berry, Jesse St.James... Ma Finn Hudson ha incontrato l'amore della sua vita?»
Axel gli porse la sua domanda, Finn aveva preparato una risposta a quella domanda, perché sapeva che sarebbe arrivata. Se l'aspettava.
«Al liceo ci chiamavano Finntana. Avevano uno strano modo di incrociare i nomi... Finchel, Klaine... Ho incontrato l'amore della mia vita a sei anni, abbiamo mangiato biscotti al cioccolato facendo finta di bere té. Siamo cresciuti assieme. - Ricordi come se fossero una fontana, ricordava tutto alla perfezione. Con una lucidità travolgente. Sospirò malinconico, riprendendo a parlare poi, avvicinandosi il microfono alla bocca. - L'amore é rude, amico... Ti fa notare la sua presenza, dandoti il tempo di gioire per aver trovato qualcuno che possa apprezzarti per quello che sei. Io ero una persona davvero, davvero difficile. Non ero questo Finn Hudson, ero un bambino con un deficit dell'attenzione, piuttosto stupido e lento. Ho sempre cantato male le canzoni, avevo l'attitudine di dire la C dopo la E... e non sapevo contare. Sono orfano di padre e ho sempre dato dei rompicapi a mia madre... poi è arrivata questa ragazza, che mi ha insegnato ad amare già dai miei primi sei anni. E allora... allora ho creduto di avere tutto, di avere il pugno pieno di risultati... Ma in realtà non avevo proprio niente, perché con una folata di vento tutto è sparito, scomparso... in fumo. Mesi, giorni di sorrisi che vengono rimpiazzati da un broncio... Ma alla domanda 'Il numero cinque, ha incontrato l'amore della sua vita?' ti rispondo tranquillamente... Sì. Il numero cinque ha incontrato l'amore della sua vita.»
Non si era nemmeno reso conto di non aver mai pronunciato il nome della ragazza che gli aveva rubato il cuore da bambino, ma forse era meglio così. Se mai lo avesse pronunciato, avrebbe voluto farlo in sua presenza, vedere che, certi sentimenti, non s'erano mai assopiti. Ma si sarebbero assopiti mai? Finn non lo sapeva, perché in fin dai conti, nemmeno quelli che sentiva per Rachel gli sarebbero mai passati. Aveva una strana concezione dell'amore. Non aveva ancora deciso se gli faceva schifo o no, perché gli aveva lasciato vari bei ricordi con Santana e Rachel, ma entrambe al momento non erano con lui e forse gli faceva schifo per questo. Odiava sentirsi solo, odiava avere una villa ma non avere qualcuno che lo aspettasse la sera... odiava tutto, Finn Hudson si odiava. Forse era tutta colpa sua. Forse era stata colpa sua, dato che non era riuscito a tenersi Santana, forse le aveva fatto mancare qualcosa... Forse faceva schifo e la ragazza non aveva il coraggio di ammetterlo. Ancora peggio, c'era una cosa che sarebbe risultata ancora peggiore di tutte quelle che aveva pensato: la ragazza o bambina del tempo, poteva aver provato pena per lui e per questo era diventata sua amica e poi la sua ragazza.
Ma lei gli aveva detto che lo amava e conosceva abbastanza la Santana del tempo per sapere che non diceva le cose solo per dirle. Le diceva perché le sentiva, provava... Oh, Finn era così confuso da quel tumulto di pensieri che gli violavano la mente.
«Quarterback... cambiamo discorso ti va? - Domandò lo speaker radiofonico. Doveva avere davvero una brutta cera se persino uno sconosciuto aveva riconosciuto il suo umore. - Facciamo entrare la persona di cui ti parlavo prima? Football incontra teatro.»
«Ci sto, fammi vedere chi è.»
«Applausi immaginari per Maureen Johnson, l'attrice di Broadway che incanta tutto il mondo con le sue capacità da attrice... - Finn vide una coda di cavallo comparire davanti alla porta e allora il suo cuore si fermò. Finì in paradiso, perché era sempre stato un buon ragazzo... tonto, ma buono. Gentile, educato... Sarebbe di certo finito in paradiso sebbene avesse imparato a non crederci. - Santana Lopez.»
La stessa Santana che gli aveva spaccato il cuore, preso la verginità, rotto qualcosa dentro di lui. La stessa Santana che aveva giocato con lui, mangiato con lui... e imparato ad amare.
«Santana.»
«Finnocence.»
Axel li guardò e per un momento si improvvisò intelligente, unendo i nomi dei ragazzi che creavano un suono che aveva sentito poco prima da Finn... Finntana. Quella era la Santana di cui parlava il suo quarterback preferito.

 

*pipipipi cammina a testa bassa perché stavolta il ritardo é davvero... ritardoso.*

Non ho molte cose da dire perché non sono nemmeno io a pubblicare ed infatti la prima cosa che devo dire e dare ( e comandami! Boh, nulla... ) é un Grande Grazie a chi ha negato i miei orrori grammaticali, chi sta pubblicando e chi mi ha sempre supportato a scrivere. Sempre la stessa persona quella che qui troviamo come __Sabotage ma che da me si chiama Giulia aka l'amore.
Secondo di tutto voglio fare una dedica velocissima di questo Finn: non credo che farò il suo nome, ma dedico spessissimo i miei Finntana a lui e appena vedrà se ne accorgerà. :)
La parte di Rachel la dedico all'unica Rachel della mia vita, l'unica Lea Michele che potrei sopportare anche solo lontanamente lei sai.
E i Finntana come coppia sempre a colei che mi beta, affinché possa iniziare a shippare qualcosa che esiste..... non ce la faremo mai c.c

Tappete.. il prossimo capitolo é l'ultimo! Sto lavorando ad un'altra storia però... stay tuned :)
dh aka Marti.

   
 
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