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Autore: SheAndOneD    18/03/2013    5 recensioni
-Che c’è, Harry? Per favore dimmelo, mi stai facendo preoccupare.- chiesi ansiosa.
-Beh, ecco, vedi.. Io.. Io.. Io ti ho tradita, Marilyn.- disse poi tutto d’un fiato.
-C-come?- chiesi come a volere una conferma. Una lacrima già scese dalla mia guancia. Lui la vide ma non ebbe il coraggio di asciugarmela.
-H-hai capito bene, Lyn.- No, non poteva usare il mio soprannome. Non adesso. Non quello che solo lui aveva il permesso di usare. –Però ti prego, c’è una spiegazione. È assurda, lo so anche io, ma c’è.- sussurrò, quasi spaventato dalla mia reazione.
***
Ti amo. Ti amo più di quanto tu possa immaginare e solo adesso che ti ho persa capisco che preferirei morire di fame che morire per non averti al mio fianco. Sei la persona più bella, più divertente, più simpatica, più PERFETTA che io conosca. Da quando ti ho conosciuta non riesco a immaginarmi una vita senza di te. Perché? Semplicemente perché non sarebbe vita. Sarebbe una tortura. Eppure adesso sono destinato a passare il resto dei miei giorni senza di te.
***
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano ormai due giorni che lo evitavo. Non avrei mai pensato che fosse capace di una cosa del genere. Avevo sempre creduto in lui, avevo sempre creduto che mi fosse fedele, avevo sempre creduto che tutte quelle che abbracciava erano solo amiche. Ed era così, perché mi aveva tradita con una che non aveva mai calcolato.

Una cosa del genere me la sarei aspettata da altri ragazzi, non da lui.

È vero, è uno dei ragazzi più desiderati della scuola e ha avuto tante storie ma erano tutte serie e non aveva mai tradito le sue fidanzate. Se proprio andava con qualcun’altra potevi star certo che erano almeno tre ore che aveva lasciato la sua ragazza.

Eppure con me lo aveva fatto. Perché? Perché proprio a me? Che cosa gli avevo fatto?

Erano due giorni che lo evitavo e nonostante il dolore e la delusione mi mancava da morire. Erano due giorni che non mangiavo, non uscivo, non mi mettevo al pc.. non ascoltavo più neanche la musica! Passavo il tempo in camera mia, da sola, senza rispondere alle chiamate e ai messaggi dei miei amici e senza aprire la porta di casa a nessuno che non fosse il ragazzo delle pizze.

Era stato un colpo così duro ricevere quella notizia. Almeno lo avevo saputo da lui..

 

*Flashback*

Aprì la porta ed eccolo lì. La persona che amo più di qualunque altra. La mia ragione di vivere e sorridere.

Eppure nella sua espressione c’era qualcosa che ha bloccato il mio sorriso sul nascere. Qualcosa non andava. Non aveva lo sguardo acceso e felice di sempre.

Lo feci entrare e, sedendomi di fianco a lui sul divano, gli chiesi se fosse successo qualcosa. Lui alzò lentamente il suo sguardo su di me e capì che era qualcosa di grave.

-Che c’è, Harry? Per favore dimmelo, mi stai facendo preoccupare.- chiesi ansiosa.

-Beh, ecco, vedi.. ti prego, promettimi che mi lascerai spiegare prima di trarre conclusioni affrettate.- mi rispose incerto.

-Non posso farlo. Potrei non mantenere la promessa quindi non lo farò. Ma ti posso dire che ci proverò.- dissi più preoccupata che mai. Cosa poteva essere di così grave?

-Io.. Io.. Io ti ho tradita, Marilyn.- disse poi tutto d’un fiato.

Mi sentivo come se stessi guardando un film. Non poteva essere. Non aveva davvero detto quelle quattro parole, eppure adesso mi giravano in testa imprimendo una ferita sempre più profonda sul mio cuore.

-C-come?- chiesi come a volere una conferma. Una lacrima già scese dalla mia guancia. Lui la vide ma non ebbe il coraggio di asciugarmela.

-H-hai capito bene, Lyn.- No, non poteva usare il mio soprannome. Non adesso. Non quello che solo lui aveva il permesso di usare. –Però ti prego, c’è una spiegazione. È assurda, lo so anche io, ma c’è.- sussurrò, quasi spaventato dalla mia reazione.

-E-E quale sarebbe? No, perché non lo hai mai fatto a persone con cui stavi solo perché erano delle belle ragazze ma lo hai fatto a me che tutti hanno detto che fossi speciale per te. O forse erano tutte speciali. Sì, magari a ognuna piaceva farlo in modo diverso.- e su quell’ultima parola scoppiai in lacrime. Sapete quando, per assurdo che sia, sentite il vostro cuore letteralmente a pezzi e sapete che l’unica colla che lo può aggiustare è la persona che lo ha rotto? Beh, era esattamente questo ciò che sentivo.

Il suo sguardo era triste. Sapeva che mi aveva ferita in modo irreversibile almeno tanto quanto io sapevo che non avrebbe mai voluto farlo. Ma lo aveva fatto e questo non sapevo se sarei mai riuscita a perdonarlo.

-So che lo dicono tutti ma questa volta è la verità. Io non avrei mai voluto e non è colpa mia. Ti posso spieg..- lo interruppi. –Cosa vuoi spiegare, eh? Di quanto ti sei divertito con un’altra alle mie spalle mentre io ero a casa a pensare a te e a quanto avrei voluto vederti? O magari mi vuoi dire che sono un bellissimo passatempo ma visto che non sono ancora pronta intanto ti vuoi divertire, eh?- e ricominciai a piangere più forte di prima.

Lo avevo ferito. Glielo leggevo in faccia. Era ferito dalle mie parole ma io non potevo farci niente. Se l’era voluta e vederlo triste per colpa mia, per quanto non avrei mai voluto provarlo, mi rattristava ancor di più.

-Come ti viene in mente? Sei una delle persone a cui tengo di più! Ti prego fammi spiegare. Poi puoi crederci o no, ma ti prego, fammi spiegare.- mi supplicò.

-Bene, ti ascolto. Tanto ormai la bomba l’hai sganciata. Tanto vale sentire tutto il dolore che provoca.- pronunciai fredda, nonostante le lacrime che non accennavano a smettere.

-Io non volevo, davvero. Mi hanno obbligato. Vedi, mia sorella si è cacciata nei guai con il suo capo. In pratica era diventata la sua amante. Poi però ha deciso di chiudere la storia perché si è accorta che non andava bene, ma questo non ha fatto piacere a lui che l’ha ricattata. O tornava con lui o la licenziava, ma a noi quel lavoro serve, lo sai. Così, dato che sua figlia viene alla nostra stessa scuola e lei voleva avere un’avventura con me, ha cambiato le condizioni. O io andavo a letto con sua figlia o avrebbe licenziato Gemma. Lei non voleva mettermi in mezzo e gli ha detto che se non la licenziava sarebbe tornata a fare l’amante, ma ormai a lui importava solo del divertimento della figlia. Gli dissi che potevo fargli avere altri ragazzi anche meglio di me, ma lei si era fissata. Gemma mi ha detto che avrebbe trovato un altro lavoro, non voleva rovinare la nostra relazione, ma sapevo che nessuno le avrebbe più offerto un lavoro come quello. Così ho dovuto accettare. Ti giuro che non avrei mai voluto farlo!- solo una volta finito di raccontare ebbe il coraggio di guardarmi.

Che storia assurda! Davvero aveva pensato che ci avrei creduto?

-Sei proprio stupido. Pensi davvero che me la beva? Potevi avvisarmi prima di farlo anzi che dopo. Sarebbe stato diverso, avrei capito. Ma adesso non so più cosa pensare. Non chiamerò tua sorella per sapere se è la verità. Non mi importa. Mi hai spiegato come si suppone sia andata, ora esci. Mi hai delusa, mi hai ferita, mi hai fatta sentire una stupida, mi hai fatta passare come l’imbecille che si fida e pensa che il suo ragazzo le sia fedele sempre. E hai ancora il coraggio di venire da me a chiedermi scusa, a raccontarmi cazzate pensando che io ti creda e dimentichi. Mi dispiace, ma non so più cosa pensare di te. Adesso esci che ho bisogno di stare sola.- dissi con un tono che non ammetteva repliche. Eppure lui provo a dissuadermi.

-Per favore, non farmi andare via. Menami, insultami, grida, fai di tutto ma non chiedermi di andarmene. Io ci tengo a te, non chiedermi di lasciarti. Non potrei vivere senza di te.-

-Mi dispiace.- riuscì solo a dire e mi diressi alla porta. La aprì e aspettai che se ne andasse per chiuderla e iniziare a piangere appoggiandoci la schiena e scivolando a terra con la testa tra le mani.

Rimasi in quella posizione per un tempo che mi sembrò infinito. Quando mi resi conto di essere ancora lì notai che era già sera. Così andai in camera cercando di dormire. Avrei dovuto cenare ma non avevo fame. Purtroppo non riuscì a chiudere occhio per tutta la notte. Appena cercavo di dormire mi appariva la scena di lui a letto con un’altra e le lacrime ricominciavano a scendere.

*Fine Flashback*

 

Ed ora ero qui, sul divano, a ripensare come ogni secondo a tutta quella storia che nonostante il dolore devastante che provavo mi sembrava solo un bruttissimo incubo.

Erano due giorni che non andavo neanche a scuola per evitarlo. Avrei detto che ero stata male. Non mi importava. In quel momento volevo solo aspettare di svegliarmi da quell’incubo che non aveva intensione di finire. E sapevo il perché. Avevo bisogno di Har.. di lui per tornare a vivere. Non riuscivo più neanche a pensare al suo nome. Sarebbe stata un’altra pugnalata al mio cuore già martoriato dal dolore.

Il suono del campanello mi distrasse dai miei pensieri. Andai al citofono e chiesi –Chi è?- solo in quel momento mi accorsi di avere una voce da paura.

-Mary! Ma allora stai male davvero! Perché non rispondi al cellulare? Ci hai fatte preoccupare!-  era Brigitte. Una delle mie migliori amiche. Ma in quel momento non volevo vedere nemmeno lei.

-Scusate ragazze, avrei dovuto avvisarvi. Ma ora preferisco stare da sola.- risposi stanca.

-Eh, no, adesso mi fai entrare. Ho mandato a monte l’uscita mega romantica che Niall mi aveva preparato solo per stare con te. Dovevi vedere quanto gli dispiaceva. Adesso mi fai entrare e non fai storie.- Oh, no. Quando si metteva in testa qualcosa non riuscivi a convincerla. Beh, ci avrei provato comunque.

-Bry, per favore, non sto bene. Potrei attaccarti la malattia anche a te e non voglio. Sono sicura che sei ancora in tempo per andare da Niall. Non ti preoccupare per me, me la caverò anche senza di te.- strano, ero riuscita a finire di dire quelle parole senza essere interrotta da una frase del tipo –Ma che cazzo stai dicendo? Apri questa porta e non rompere le palle! Ormai me lo devi!-, tipica di Bry.

E proprio in quel momento la sentì parlare, ma non dal citofono, da dietro le mie spalle. Come diamine c’era arrivata lì?

-Scusa? Non ti stavo ascoltando. Ero troppo impegnata a entrare.- mi chiese con un sorrisetto furbo.

-Bry, ma sei matta? Mi hai fatto venire un infarto! Ma come sei entrata se ci sono io davanti la porta?- chiesi indispettita.

-Semplice, ho visto la finestra del bagno aperta, così mi sono arrampicata sull’albero come facevamo da piccole e sono entrata da lì.- disse con non chalance. Mi ero dimenticata che nonostante avesse quasi vent’anni a volte si comportava come una bambina di cinque che gioca a fare le scimmie.

-Ok, sei entrata, mi hai vista, sono tutta intera, ora puoi andartene e uscire con Niall.- risposi distaccata.

-Ma che ti prende? Tu non stai male, tu hai pianto!- ma come cazzo faceva a rendersene conto ogni santissima volta?

-No, non è vero. Ho gli occhi rossi perché sto male.- cercai di difendermi, ma sapevo che non avrebbe mai funzionato. Non con Bry, almeno.

-Andiamo sai anche tu che è una delle cazzate più grosse che tu abbia mai sparato. Quindi adesso ci mettiamo sul divano e mi racconti tutto per filo e per segno.  Andale! (?)-

Non opposi resistenza, sapevo che non avrebbe funzionato.

Così ci sedemmo e già con le lacrime agli occhi le raccontai tutto ciò che era successo.

Quando finì le disse solo –Ah, beh, adesso capisco tutto.-

-Cosa intendi?- le chiesi curiosa.

-Beh, Harry è due giorni che non si fa vedere. L’unico che ne sa qualcosa è Lou che gli ha promesso di non dirci niente. Ci ha solo detto che è diventato un fantasma. Non mangia, non beve, non dorme, non guarda la tv, non gioca alla Play, non ascolta la musica,.. sta solo tutto il giorno sul divano a piangere. Questo è ciò che ci ha detto, ma nessuno ne sa il motivo. Ora capisco tutto però.- sentire quelle parole mi sconvolse. Harry stava davvero così male per ciò che aveva fatto? Allora magari ciò che mi aveva detto era vero. Magari aveva cercato una via di fuga ma non ne aveva trovate.

Beh, restava il fatto che mi aveva tradito senza avvisarmi. Non potevo tornare sui miei passi. Non così in fretta. Doveva farmi capire con i fatti che era la verità ciò che mi aveva detto.

Passai tutto il pomeriggio con Bry che aveva spiegato la situazione a Meg facendole promettere di non aprire bocca nemmeno con Liam. Bry provava in tutto e per tutto a farmi ridere o almeno a distrarmi ma ogni cosa mi portava alla mente Harry. Mi bastava vedere un prato per pensare al verde smeraldo dei suoi occhi, vedevo un bambino che sorrideva e l’immagine mi portava a pensare al sorriso infantile e infinitamente dolce di Harry. Mi bastava vedere un punto rosa per pensare che lui mi ha sempre detto che ama il colore rosa sulla mia pelle. Qualsiasi film vedevamo mi faceva pensare ai suoi commenti inopportuni e alla sua bellissima risata roca alla vista della mia faccia scioccata.

-Basta, non ne posso più! Tra un po’ dico melone e lo ricolleghi a lui!- mi disse d’un tratto Bry rassegnata.

-Scusa.- sussurrai dispiaciuta. Aveva ragione. E ad essere sincera anche quel mio scusa mi aveva fatto pensare a lui. O meglio, al nostro primo appuntamento. Eravamo andati a fare un giro al parco della città, che da quel giorno era diventato il nostro parco, e avevamo appena comprato un gelato. Stavamo ridendo felici quando un bambino si scontrò con Harry che per cercare di non farlo cadere mi buttò letteralmente il gelato sulla maglietta. Era la mia preferita e ci rimasi davvero male. Quando se ne accorse si scusò cento volte prima di portarmi a casa sua, offrendosi per lavarmela e dandomi in cambio la sua maglia dei Ramones. Sapevo che adorava quella maglia, ne era estremamente geloso e quando gli chiesi perché proprio quella mi disse che sapeva che per riaverla avrebbe dovuto ridarmi la mia maglia come nuova o avevo il permesso di farne ciò volevo di quella maglia. Anche tagliarla in mille pezzettini con le forbici. Ovviamente non lo avrei mai fatto ma grazie a quella sua pazza idea si impegnò così tanto nel pulirmi la maglietta che sembrava ne avesse comprata una nuova uguale. Ovviamente la maglia dei Ramones non gliela avevo più ridata. Ce la avevo ancora io in camera.

Ricordandomi di avere con me la sua maglia preferita corsi su in camera mia, lasciando Bry stupita che mi fissava in corridoio.

Quando tornai di sotto indossavo la sua maglia e ne annusavo il buonissimo odore che emanava: quello del profumo di Harry. Appena Bry si accorse della maglietta che indossavo mi fissò contrariata ma sapeva che ne avevo bisogno, sapeva che in qualche modo avevo bisogno di sentirlo vicino e così disse solo –Io la strapperei con le mie stesse mani.-

Quasi non riuscì a crederci quando sentì un sorriso dipingersi sul mio volto. Non so se fosse per la maglia o per la battuta di Bry o per entrambe. So solo che grazie a quel sorriso sentì la voglia di uscire.

-Bry, mi preparo e usciamo.- la avvisai già rivolta verso le scale. Non avevo bisogno di vederla per sapere che era sconvolta dalla mia affermazione.

In dieci minuti mi ero truccata nascondendo le evidenti occhiaie che mi contornavano gli occhi e mi ero messa un jeans attillato. La maglia non la avevo cambiata, però.

-Dove vuoi andare?- mi chiese Bry.

-Non so. Voglio vedere dove mi portano le gambe. Voglio seguire l’istinto.- dissi calma.

Bry mi guardò come se avesse visto un fantasma. Stavo tornando a essere quella di sempre.

Camminammo per circa mezz’ora chiacchierando allegramente quando mi resi conto di dove fossimo: il nostro parco. Mi staccai da Bry che ormai non ascoltavo più tanto e corsi nel nostro rifugio. Era proprio come lo ricordavo. Era una specie di capannino di legno. Lo aveva costruito Harry in mezzo agli alberi per far sì che solo noi sapessimo di quel luogo. Ricominciai a piangere ma non me ne curai molto. Lì dentro c’erano tutti i nostri ricordi. La foto di noi che ci baciamo sotto il nostro albero, la foto di quando mi fece entrare nel rifugio a mò di sposa, la palla da baseball che mi aveva tirato a scuola per poi chiedermi scusa e, disse, per poi chiedermi di uscire per farsi perdonare. Andai a sedermi per terra, vicino al tavolino sul quale ci divertivamo a intagliare le nostre frasi. Ad un certo punto un foglio attirò la mia attenzione.

Cara Lyn,

so che in questo momento mi odi e hai tutte le ragioni per farlo.

È stupido scrivere una lettera per lasciartela nel nostro rifugio. Probabilmente dopo ciò che ti ho detto oggi non ne vorrai più sapere, ma io spero che lasciandotela qui la leggerai anzi che stracciarla senza sapere cosa c’è scritto.

Ti amo. Ti amo più di quanto tu possa immaginare e solo adesso che ti ho persa capisco che preferirei morire di fame che morire per non averti al mio fianco. Sei la persona più bella, più divertente, più simpatica, più PERFETTA che io conosca. Da quando ti ho conosciuta non riesco a immaginarmi una vita senza di te. Perché? Semplicemente perché non sarebbe vita. Sarebbe una tortura. Eppure adesso sono destinato a passare il resto dei miei giorni senza di te.

Chiudo gli occhi e vedo il tuo sorriso, e sento il tuo buonissimo odore, e sento la tua risata cristallina, e vedo il bellissimo grigio dei tuoi occhi. Non te l’ho mai detto ma da quando li ho ammirati il grigio è diventato il mio colore preferito.

Sei tutta la mia vita e vedere il dolore che sono riuscito a provocarti, senza neanche volerlo, mi ha distrutto. E sentire la tua voce implorarmi ad andarmene mi ha devastato. Non potevo credere alle mie orecchie. Eppure sono uscito. Ti ho lasciato lì, da sola, quando avrei dovuto abbracciarti e giurarti che ti amavo fino a quando ne avessi avuto il fiato.

Scusa se sono un’imbecille. Scusa se sono un coglione. Scusa se sono un cazzone patentato. Scusa se non riesco a lasciarti andare. Ed è per questo che ti giuro che farò di tutto per farmi perdonare.

Ti amo, non finirò mai di ripetertelo,

il tuo H.

La lettera era bagnata da qualche lacrima ma non saprei dire se fossero le mie o quelle di Harry.

Corsi fuori e notai che Bry mi stava cercando ansiosa.

-Ma dove cazzo eri finita? Ehi, cos’è quel foglio?-

-Devo andare da Harry. Adesso.- dovevo vederlo. Dovevo chiedergli perché quella lettera l’aveva lasciata lì, con la possibilità che non la avrei mai letta. Dovevo chiedergli perché quelle parole non me le aveva mai dette prima e soprattutto dovevo dirgli che anche io la amavo. Che non lo avrei mai dovuto mandare via. Che lo avrei sempre amato e che qualsiasi cosa avesse fatto io sarei riuscita a perdonarlo.

-Ma sei matta? Ma che ti prende, si può sapere?- mi chiese Bry. Sembrava che la testa potesse scoppiarle da un momento all’altro, tanto era confusa.

-Ti spiegherò, adesso non ho tempo. Mi accompagni da Harry o mi lasci andare da sola?- le chiesi frettolosamente.

-Ovvio che ti accompagno!-  ci avviammo, ma a camminare ci mettevamo troppo tempo, così iniziai a correre. Odiavo correre ma in quella situazione lo avrei fatto anche per chilometri.

Dopo circa venti minuti arrivammo sotto casa sua. Suonai più volte al campanello ma nessuno aprì. Decisi di fare il giro della casa ed entrare dal retro ma era chiusa anche quella porta, ciò significava che non c’era davvero nessuno lì dentro.

-Merda!- imprecai quando mi accorsi che non c’era neanche la chiave di riserva.

-Cosa c’è adesso?- chiese stanca Bry.

-A casa non c’è nessuno e ha tolto anche la chiave di riserva.- sospirai senza fiato. –Ci tocca correre fino a casa mia perché ho lasciato il cellulare a casa. Poi lo posso chiamare.-

-Tu sei matta! Io non corro più, basta! E poi il cellulare ce l’ho anche io, sai?- mi disse tirando fuori il telefonino dalla tasca dei suoi jeans.

Glielo strappai di mano sussurrando un ‘grazie’ e composi il numero. Uno squillo.. Rispondi, rispondi! Due squilli.. rispondi stupido! Tre squilli.. iniziai a pensare che non avrebbe più risposto. Quattro squilli.. -Cazzo, coglione, schiaccia quel cazzo di tasto verde!- imprecai spezzando il silenzio e facendo spaventare Bry. Al quinto squillo scattò la segreteria telefonica segno che aveva rifiutato la chiamata. Ormai lo conoscevo.  Se non sentiva il cellulare squillare la segreteria scattava al decimo squillo. Né prima, né dopo.

-Stronzo. Ha rifiutato la chiamata.- Bry mi guardò sbalordita. Aveva capito che non mi sarei arresa. Ancora con la lettera in mano ricominciai a correre, sta volta verso casa mia. Per fortuna era vicina. Ci misi circa dieci minuti.

Arrivata davanti la porta mi accorsi di aver dimenticato anche le chiavi. Così andai sul retro e entrai dalla porta che dava sul giardino. Andai in camera mia e presi il cellulare. Una chiamata persa: Bry. In quel momento mi arrivò un sms. ‘Mary sono rimasta indietro, sono troppo stanca. Tu fai ciò che devi fare, poi mi racconterai. Xx’.

Chiusi il messaggio e digitai numero di Harry. Se solo osava rifiutare anche la mia di chiamata giuro che lo avrei trucidato.

Uno squillo.. -Deve tirare fuori il cellulare e vedere chi è poi risponde- mormorai a me stessa.

Due squilli.. –Mi vuol far aspettare ma se non si muove a rispondere non so cosa gli faccio.-

Tre squilli.. –Magari deve pensare a cosa dire per rispondere. Non sa ancora cosa voglio dirgli.- pensai ancora.

Quattro squilli.. –Perché non rispondi, lurido bastardo? Quanto ci vuole a premere un tasto?-

-Risponde la segreteria telefonica del numero..- al solo sentire di quella voce registrata divenni così nervosa che scaraventai il cellulare contro il muro. Avevo tempo per pentirmene ma in quel momento ero così disperata che il cellulare in mille pezzi sparsi per tutta la stanza era l’ultimo dei miei problemi.

Corsi giù di sotto percorrendo il corridoio avanti e dietro per non so quante volte quando il campanello mi distrasse dai miei pensieri.

-Chi è?!- chiesi isterica. Nessuno rispondeva. –Dimmi chi cazzo sei o vengo lì e ti ficco un palo su per il culo. Non è il giorno giusto per gli scherzi.- Sì, lo so. Quando sono nervosa divento molto delicata..

Ancora nessuna risposta. –Allora ti piace prenderlo nel culo, eh? Bene, adesso arrivo e ci penso io a te.- attaccai il citofono e senza preoccuparmi di niente mi catapultai di fuori.

Ma appena aprì il portone una distesa di rose rosse sul marciapiede mi distrasse dai miei istinti omicidi. Uscì seguendo il percorso di rose. Com’era possibile che in così poco tempo fossero comparsi quei petali?

Svoltai l’angolo e una bici mi aspettava appoggiata al muretto. Lo capì perché i petali si fermavano lì. Sul sellino c’era un foglietto.

Se stai leggendo questo vuol dire che mi stai dando un’altra possibilità e io non la voglio assolutamente perdere. Prendi la bici e vai al quartiere dei negozianti. Da lì sali per quella via stretta che un giorno ti feci percorrere per ammirare il parco dall’alto.

Non ti deluderò questa volta, promesso.

Ti amo, H.

Senza pensarci due volte presi la bici e iniziai a pedalare più veloce che riuscivo e arrivata all’inizio della stradina proseguì a piedi, ci avrei messo di meno. Una volta arrivata mi sporsi sul muretto che dava sul parco e una serie di candele accese formava un bellissimo cuore. Da quel punto potevo benissimo vedere che il nostro rifugio era perfettamente al centro di quel cuore.

-Vai lì dentro, muoviti.- mi girai sorpresa e vidi Niall sorridente alle mie spalle. Lo abbracciai e lo ringraziai, dopodiché tornai sui miei passi e mi recai all’interno della casetta. C’era un piccolo registratore sul tavolino dove poco prima avevo trovato la lettera. Lo presi in mano e premetti play.

“So che dopo tutto ciò mi odierai ma sarà una lunga notte. Fidati di me e ti giuro che questa volta non tradirò la tua fiducia. Ti amo, Harry.” E la voce registrata si bloccò. Qualcuno mi toccò la spalla. Mi girai sperando fosse lui e invece mi ritrovai tra le braccia di Bry.

-Scusa tesoro, ma era necessario. Vai sul ponte che dà sul fiume. Troverai una sorpresa. Vola che il tempo scorre!- mi disse sorridente. Le schioccai un bacio sulla guancia e mi diressi verso il ponte indicatomi.

Una volta lì trovai un enorme palloncino rosso a forma di cuore legato alla ringhiera. Legato con uno spago c’era un piccolo lucchetto e una scritta. ‘Eccoti il lucchetto del mio cuore. Se vuoi anche la chiave vai al ponte parallelo a questo e cerca bene. Ti amo, Harry.’

-Che aspetti puzzola? Il ponte aspetta!- riconobbi subito la voce di Meg alle mie spalle. Le rivolsi un sorrisone e mi avviai all’altro ponte. Non sapevo dove cercare ma ad un tratto un luccichio catturò la mia attenzione. Corsi in quel punto e trovai una chiave e un foglietto. ‘Brava, hai trovato una chiave, ma non è ancora quella giusta. Questa è la chiave di una porta importante, quella davanti alla quale ti baciai per la prima volta, te la ricordi? Spero di sì o se no il gioco finisce qui. Ti amo, Harry.’

Come potrei mi scordarmelo? Era la porta laterale di un vecchio cinema chiuso non molto distante. Chissà come era riuscito ad averne la chiave.

-Ma quanto ci pensi, eh? Muovi quel culo e vai dove devi. Magari è lì che ti sta aspettando!- Mi voltai e un Liam sorridente mi fissava divertito. Lo ringraziai e corsi verso quel portone tanto importante. Se al suo interno ci avessi trovato Harry non so se lo avrei baciato per essere così romantico, se lo avrei insultato per avermi fatto correre così tanto o se gli fossi semplicemente saltata addosso gridandogli con tutta la voce che avevo quanto lo amavo. Decisi che ci avrei pensato quando me lo fossi trovato davanti. Aprì il portone e una scia di petali di rosa come davanti casa mia mi invitava a salire sul tetto. Una volta lì mi affacciai dalla ringhiera e un enorme telone con scritto ‘Ti amo’ era teso tra due piccole imbarcazioni.

-Troppo facile, così, non credi?- Louis era dietro di me.

-Dov’è che primo lo bacio e poi lo ammazzo?- chiesi minacciosa.

Lui scoppiò a ridere poi continuò –Quanta fretta, Mary! Se non mi sbaglio ha detto che in piazza c’era un piccolo concerto ma non mi ricordo bene quale..- disse poi guardandomi affettuosamente.

-Lou, ti avviso che quando avrò finito con lui penserò pure a te, stanne certo.- lo minacciai facendogli una linguaccia e fuggendo via. Dopo aver cercato in un paio di piazze del centro sentì una specie di musica non molto lontana e cercai di raggiungerla quando trovai un gruppetto di persone che si erano accerchiate intorno ad un punto indefinito. Notai subito in un angolo della piazza un piccolo stereo.

Mi feci strada tra la gente e quando vidi il murales che raffigurava me e Harry mentre ci baciavamo davanti al portone del cinema mi commossi e iniziai a piangere dalla gioia. Mi sentì presa per i fianchi e quando mi girai mi trovai il viso di Zayn davanti a me.

-Ehi, cucciola. Perché piangi?- chiese preoccupato.

-Dimmi dove trovo Harry, per favore. Non ne posso più di correre come una pazza per tutta la città.- mi guardò divertito.

-Ancora troppo presto. Però sei veloce nonostante tu odi correre. Sono solo le sette.. ti dirò una cosa. Vai a casa tua. Capirai cosa fare quando sarai lì.- e mi fece l’occhiolino.

-Stai scherzando, vero? Io sono partita proprio da lì! Non poteva evitare tutta questa maratona??- chiesi stizzita.

-Non rovinare tutto, stupida. Per una volta non preoccuparti di niente. Vai a casa e segui le istruzioni. Domani ci ringrazierai per tutto questo, ne sono sicuro.- disse con fare superiore. Era il mio migliore amico ma lo odiavo quando faceva così.

-Grazie.- mi stavo allontanando quando mi girai e aggiunsi –Ah, Zayn.. Fottiti.- gli feci la linguaccia quando lo sentì ridere mi voltai e mi diressi verso casa. Appena arrivata sulla strada dove potevano circolare le macchine vidi Meg e Liam che mi aspettavano appoggiati ad una macchina.

-Salta su che se no sarai davvero morta alla fine di questa serata.- Mi disse Liam per poi lanciare un’occhiata complice a Meg e scoppiare a ridere. Non ci capivo più niente, ma feci come mi aveva detto.

In meno di cinque minuti ero dentro casa dove una musica molto rilassante proveniva dalla mia stanza. Salì le scale e vidi sul letto un enorme pacco nero con un fiocco bianco e un foglietto rosso.

Immagino tu sia stanca di tutta questa storia e so che quando lo sei ti piace rilassarti con una doccia. Ne hai tutto il tempo. Alle 19:45 una macchina ti aspetterà sotto casa tua. Adesso fatti una doccia, mettiti del bell’intimo ;) e solo dopo esserti anche truccata, asciugata i capelli e tutto ciò che devi fare per prepararti apri la scatola. Ti prego, fallo per me. Ti amo, Harry.’

Come potevo non farlo? Ormai avevo fatto tutta quella corsa, cosa mi cambiava aspettare per aprire una scatola? Eppure la curiosità mi stava torturando. Ma se voleva che fosse l’ultima cosa che avrei fatto, avrei aspettato.

Mi spogliai di fretta e corsi a fare la doccia. L’acqua calda mi stava rilassando tutti i muscoli. Ad un tratto una domanda si fece largo nella mia mente. Cosa voleva insinuare Harry con la scritta ‘del bell’intimo’ seguita da un occhiolino? Il panico si impossessò di me e mi chiesi se intendeva ciò che temevo. Non sapevo ancora se ero pronta a donarmi completamente a lui. E se lo avessi deluso io questa volta? Però non volevo farlo solo perché mi sentivo costretta. Scelsi di evitare di pensarci e di godermi a pieno la serata.

Uscì dal bagno, mi asciugai per bene e mi misi un completo nero di pizzo che Bry mi aveva regalato lo scorso anno per natale. Non avrei mai pensato di metterlo, però Harry si era raccomandato..

Mi asciugai in fretta i capelli e con l’aiuto della piastra li feci diventare tutti boccolosi (?).

Stesi un leggero strato di fondotinta e fard, mi misi un po’ di eyeliner nero e un lucidalabbra rosa.

Mi mancava solo il vestito. Mi sedetti sul letto e con il cuore che batteva a mille aprì quell’enorme scatola nera. Al suo interno era perfettamente ripiegato un vestito rosa candido senza spalline. Era davvero bellissimo.

Lo indossai senza pensarci troppo e quando mi guardai allo specchio, per la prima volta, mi vidi davvero bellissima.

Mi misi un paio di scarpe nere con tacco e presi una borsetta nera che si intonava con le scarpe e scesi di sotto per prendere le chiavi e il cellulare quando mi ricordai che io non avevo più un cellulare. Così misi le chiavi nella borsetta e guardai l’orologio in cucina: 19:40.

Tra cinque minuti una macchina sarebbe arrivata e mi avrebbe portata chissà dove.

Quando suonò il campanello iniziai a sentirmi più nervosa che mai. Uscì di casa e notai che le mani mi stavano tremando.

Non appena alzai lo sguardo vidi una bellissima macchina elegante che mi aspettava e dallo sportello del guidatore uscì Niall vestito con giacca e cravatta. Mi aprì lo sportello posteriore sussurrandomi –Sei bellissima ma non dirlo a Bry o mi ammazza.- accompagnato da un occhiolino. Scoppiai a ridere sbarazzandomi di tutta quella tensione che avevo accumulato durante quelle poche ore. Dal sedile di fronte a me sbucò la testa di Bry, anche lei vestita molto bene, che mi guardò come per dire –Sei più bella di me e solo perché stasera è la tua sera non ti dico niente. Riprovaci e ti stacco il collo a morsi.- poi mi lasciò ammirare il suo splendido sorriso e mi fece i complimenti per il vestito.

-Ragazzi, ma ci sarete anche voi?- chiesi titubante. Avrei preferito che quella sera fosse solo mia e di Harry.

-Tranquilla Mary. Ricordi l’uscita di cui ti ho parlato quando sono venuta da te oggi pomeriggio?- annuì. –Beh, in realtà era solo rimandata alla sera.- e così dicendo fece un occhiolino a Niall che scoppiò nella sua fragorosa risata.

Passarono dieci minuti e ancora non sapevo dove mi stavano portando.

-Ehi, ma dove andiamo?- chiesi troppo curiosa per stare zitta.

-Zitta. Non puoi saperlo. Altri cinque minuti e sei arrivata. Non rompere e pensa a cosa succederà stasera.- mi rispose Bry con una linguaccia. La adoravo quando mi faceva rilassare con le sue battute acide.

-Siamo arrivati quindi sono obbligato a legarti una benda sugli occhi e ad accompagnarti dentro. Non ti arrabbiare con me ma Harry ha detto che se non lo faccio non ci paga la cena stasera e io sono rimasto a secco per il resto della settimana.- ammise arrossendo. Io scoppiai a ridere e gli dissi di sbrigarsi. Non ne potevo più di tutta quell’attesa.

Una volta legata a benda e scesa dall’auto, Niall mi accompagnò dentro stando attento a non farmi inciampare. Una volta entrati mi tolse la benda, mi scoccò un bacio sulla guancia e se ne andò seguito da un mio –Grazie, Niall.-

Quando mi rigirai notai che c’era un bellissimo tavolo apparecchiato per due illuminato da qualche candela. Mi avvicinai al tavolo e mi accorsi che dalla finestra a fianco del tavolo si poteva vedere il mare. Era uno spettacolo bellissimo e io ho sempre amato il mare.

-Finalmente sei qui.- sentì quella voce roca che mi ha sempre fatta impazzire e non potei non lasciar cadere una lacrima, ma ala asciugai subito. Mi era mancato più di quanto volessi ammettere. Mi girai e il suo viso era coperto da un mazzo a dir poco gigante di rose rosse.

Le presi e le annusai. Avevano un odore buonissimo, ma mai come quello del ragazzo di fronte a me.

-Non dire niente. Mi sono preparato un discorso e voglio dirlo per bene. Poi potrai insultarmi in tutte le lingue del mondo ma almeno fammi parlare.- mi guardò divertito. Annuì. Mi aveva detto di non dire niente, in fondo, no?

-Mi dispiace. Per tutto. Per non avertelo detto prima, per averlo fatto di nascosto e avertelo detto nel modo peggiore. Mi dispiace per non essere rimasto e per non esserti stato vicino. Mi dispiace di averti lasciato la lettera nel nostro rifugio e non avertela imbucata o meglio ancora mi dispiace di non averti detto tutto faccia a faccia come sto facendo ora. In questi due giorni ho capito che tu sei come l’ossigeno per me. La tua risata è il suono più bello che abbia mai sentito e non so esprimere a parole quanto mi sia mancato. I tuoi occhi sono la luce che illumina le mie giornate e che mi permette di vedere quanto tu sia speciale. Il tuo sorriso mi dà la forza di affrontare ogni ostacolo della vita con tutto me stesso. Mi sei mancata tu. Tu sei tutto per me. Farei di tutto per darti almeno un minimo di ciò che dai a me solo standomi accanto. Penso a te e riesco solo a pensare a quanto ti amo, a quanto sono fortunato ad averti con me e a quanto sono geloso. In questi due giorni non ho fatto altro che mettermi nei tuoi panni. Non sai quanto abbia sofferto solo al pensiero che tu mi tradisca con un altro. E sono sicuro che tu sia stata peggio. Quando ho visto la luce nei tuoi occhi spegnersi quel giorno mi sono maledetto perché ho sempre voluto proteggerti da tutto e da tutti ma non avevo mai capito che il primo a essere pericoloso ero io.

Poterti stringere tra le mie braccia è la cosa migliore che faccio ogni giorno e vederti arrossire per le mie solite battute inopportune ti rende ancora più adorabile di quanto tu già non sei.

Ho fatto tutto questo per te oggi per farti sapere che sono disposto a tutto per te, per farti sapere che ti amo e che se adesso tu mi lasciassi io ne potrei morire. Ti amo, te lo ripeterò all’infinito. Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti..- lo interruppi con un bacio.

-Hai fatto?- gli chiesi subito dopo. Sorrise e annuì. –Bene, ora parlo io. Sei un’imbecille. Hai sprecato tutto questo tempo per fare ciò che hai fatto e detto quando ti bastava dire le due parole che hai ripetuto fino a due secondi fa. Eppure ciò che hai fatto oggi mi ha fatto sentire speciale, importante ma mi dispiace per te ho detto a Lou che ti avrei ammazzato dopo il bacio, quindi preparati che non hai più molto tempo.- venni interrotta dalla sua risata. Dio, quanto mi era mancata! –E ora le cose più importanti: 1: prova di nuovo a farmi correre per tutta la città e sei morto davvero; 2: non potrei mai lasciarti perché neanche io potrei vivere senza di te e 3: anche io ti amo.-

Ci baciammo per non so quanto tempo ma quando ci staccammo Harry decise di proseguire con la serata. Da bravo gentiluomo mi fece accomodare spostandomi la sedia e aiutandomi a sedere e iniziammo a mangiare. Fu una serata romanticissima durante la quale alternavamo momenti dolci a momenti di grasse risate per delle battute spesso sue.

Finita la cena mi portò a fare una passeggiata sulla spiaggia. Mi prese per mano e mi portò sul bagnasciuga. Si sedette sulla sabbia e poi fece sedere su di lui. –Sei bellissima- mi sussurrò sotto il chiaro di luna. Io arrossì e lui se ne accorse. Così mi prese il viso tra le mani e mi lasciò un dolcissimo bacio a stampo. Iniziai ad avere freddo e appena se ne accorse mi misi la sua giacca sulle spalle. Lo ringraziai con un bacio.

Passammo qualche ora a farci le coccole sulla spiaggia quando decidemmo di tornare a casa. Mi portò a casa mia ed entrò anche lui. In quel momento mi ricordai dell’ammiccamento nella lettera che c’era prima sul pacco. Mi sentivo pronta? Ero sicura di volermi concedere a lui. La risposta era una sola: assolutamente sì.

Quella fu la notte in cui sentì di appartenergli in ogni modo possibile.

-Ora hai la chiave del lucchetto del mio cuore.- mi sussurrò all’orecchio.

-Tu hai sempre avuto tutto il mio cuore, tienilo al sicuro.- gli risposi io.

 

 

 

*Angolo autrice*

Ehi, ciao a tutti! Questa è la mia seconda OS, spero vi sia piaciuta.

È lunga, lo so, ma mi piaceva l’idea della ‘caccia al tesoro’ per trovare Harry.

Spero non vi abbia annoiato e che al contrario vi abbia fatto sognare. Io personalmente mi sono immedesimata molto in Marilyn.

Ho adorato scrivere questa OS e ci ho impiegato circa 4 ore in cui mi sono impegnata con tutta me stessa.

Se vi va di scrivere il vostro parere con una recensione o anche con un messaggio personale ve ne sono grata, altrimenti grazie per aver silenziosamente sognato con me.

Corro via alla Speedy Gonzales (?). LOL

A presto ;)

            #Shè

   
 
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