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Autore: I_love_books    19/03/2013    3 recensioni
Questa ff su moonacre, film che adoro, si svolge all'incirca sei anni dopo il salvataggio della valle da parte di Maria.
La ragazza è stata costretta ad andarsene da casa sua, ad abbandonare tutto e tutti.
Come saranno i suoi rapporti con Robin? Il tempo li avrà cambiati?
Scopritelo leggendo. BUONA LETTURA!
N.B. All'inizio della storia Robin non avrà tredici anni, come è scritto nella trama ufficiale, ma diciassette
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Robin De Noir, Maria Merryweather, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Secondo voi tre settimane di confisca del computer sono punibili a norma di legge? Dal mio punto di vista SÌ!!!

Cavolo ho dovuto perfino approfittare di due giorni di influenza per rimettermi (o almeno cercare) in pari con la storia.

Uccidetemi appena potete, avete la mia autorizzazione.

I_love_books

Andato via

 

-Dobbiamo decidere come agire…non puoi rimanere così per sempre…ma come?…- era da più di mezz'ora che camminava in tondo per la stanza e a Robin era venuto il mal di testa.

-Sì sì, d'accordo, mi ridarai una vita migliore e te ne sarò sempre debitore, le solite formalità…ora vuoi calmarti un attimo?- le gridò infine e lei, incredibilmente, si fermò, guardandolo sorpresa, la testa inclinata -De Noir, ma che maniere sono queste?-.

Sospirando le disse -Voglio solo dirti che fino ad ora non abbiamo combinato nulla. E poi guardami, sto bene adesso, posso anche andarmene. Dimentica la faccenda e fai come se non fosse successo niente- questa volta quando si alzò si resse bene in equilibrio sulle proprie gambe.

Si tolse la benda dalla fronte e fece per aprire la porta -Fermati-.

Maria aveva parlato senza voltarsi -Non vorrai mica fare un'entrata trionfale giù di sotto, vero? Va bene, va bene, ti aiuterò ad uscire- e gli venne incontro -Ma non fiatare, chiaro?-

-Cristallino- e si esibì in uno dei suoi soliti inchini.

Scesero dalla torre insieme, tenendosi per mano, come due bambini che hanno appena fatto pace.

Quando arrivarono alla fine della rampa di scale sentirono una voce -…Maria…Potresti venire qui un attimo?-.

La ragazza si morse un labbro -Accidenti, è lo zio…Tu resta qui dietro, non deve vederti…- e l'altro annuì.

-Cosa c'è zio Benjamin, come mai mi volevate?- chiese.

-Avevo intenzione di chiederti, mia cara, il perché del tuo trascorrere tutta la giornata in camera tua quando potresti stare insieme a tuo cugino, alla signori…-

No, doveva evitare che salisse le scale prima che loro due uscissero -Mi dispiace davvero tanto, zio, è solo che oggi non mi sento molto bene e preferirei stare a riposo. In questo momento mi sento meglio, ma avrei bisogno di uscire in giardino per prendere una boccata d'aria. Posso…-

-Oh, ma sicuramente. È ovvio che…si puoi uscire. È anche una bella giornata…- e si allontanò canticchiando, le mani dietro la schiena.

-Certo che il marito di mia sorella è l'individuo più strano che abbia mai incontrato. Non che avessi dei dubbi, questo no, però…- commentò Robin, le mani nelle tasche.

Maria notò che non li aveva chiamati per nome -A-andiamo?-

-Eh? Ah sì. Sì, andiamo- le rispose distrattamente.

Di corsa, sempre guardandosi le spalle, alla fine superarono il grande portone di noce all'ingresso e si rivelò loro l'incredibile parco di Moonacre.

-Accidenti. È-è…Bellissimo- farfugliò meravigliato, mentre fissava tutto quel verde. Era senza parole.

Sorridendo tristemente, la ragazza disse -Beh, ora che stai bene non hai più bisogno di me. Io…-

Lui si girò e la guardò profondamente negli occhi -Sì?-

-…E-ecco, f-forse è m-meglio che riporti indietro i-il denaro c-che hai rubato a Londra- se la cavò per poco, anche se le parve infinitamente deluso.

-Ah sì, certo…Hai ragione…Ehi, ehm…mi dispiace per…-

-Mi prometti che cercherai di farti una vita nuova?- arrivò al punto lei, con sguardo severo.

A Robin mancavano le parole. Non ci sarebbe mai riuscito, ma non poteva dire di no alla sua piccola Principessa della Luna, così le mentì -…D'accordo, lo farò…-

-Oh, grazie!…- l'altra gli si fiondò addosso, stringendolo a sé quasi senza rendersene conto.

Entrambi arrossirono come papaveri, lo notarono subito quando si separarono. Ad un certo punto Maria si schiarì la voce -…Sai che voglio questo da te solo perché tu sia felice, vero?-

Lui non rispose. Sarebbe stato solo più da idioti. E poi come faceva a non fargli tenerezza quella ragazzina così energica e così ingenua? Si limitò a fare un cenno della testa, seguito da un'alzata di spalle.

-…Signorina Merryweather…- si sentì in lontananza.

“No, non Digweed, non ora…Rimani…non gli rispondere…” pensò lei confusa -Devo andare…- gli disse Robin sussurrando.

“No…Fermalo, avanti…” tentava di convincersi -V-va bene…- “Che diavolo stai facendo? Lo lasci andare così…?” e si girò dall'altra parte, la mano sotto il mento.

Mentre era immersa nei suoi pensieri, indecisa se restare, il ragazzo l'aveva fissata leggermente sorpreso, poi aveva sorriso e sussurrato un piccolo “Ciao”, per poi prendere la strada della foresta.

-…Ti prego, non lasciar…- quando si voltò non lo vide più -No…No no…NO!- urlò disperata.

Non le ressero più le gambe, cadde pesantemente in ginocchio sul prato, continuando a piangere senza tregua. Dopo poco tempo svenne, ormai rimasta senza ossigeno, con la testa dolorante che le pulsava…

Da lontano, al sicuro degli alberi, Robin aveva gli occhi umidi.

Si disse che era meglio per entrambi solo per convincersi di non volerla.

Continuò a ripeterselo anche quando vide quel…Merryweather prenderla in braccio e portarla dentro.

-…Ehi! Idiota, girati!- sentì una voce alle sue spalle -Ma che fai, ti piangi addosso?- gli chiese ridendo come un cretino, seguito a ruota dagli altri della banda.

Trattieniti…trattienitinonRISPONDERE! Sei in minoranza, ricordateloprovò a calmarsi -Bill, Cedric, Ian, Hugo- disse a mo' di saluto -E comunque- continuò asciugandosi le lacrime superficiali con una manica -Non stavo piangendo, prima ero stato colpito sugli occhi, è per questo che sono bagnati-

I ragazzi si scambiarono occhiate complici -Sì, d'accordo, noi ti crediamo- disse Ian a nome di tutti, ghignandogli in faccia.

-Come mai non ti sei fatto vedere ultimamente, Robin?- chiese qualcuno nel buio, facendo impallidire il ragazzo.

 

-…Ecco, vedi, si sta riprendendo, che ti avevo detto?…- che ronzio fastidioso…

-…Non so…credi stia bene?- no, erano voci.

-…Z-zio B-Benjamin?- chiese, aprendo gli occhi.

-Maria!- le rispose Loveday -Come ti senti?-

Decisamente non sapeva cosa rispondere. Optò per la verità -Male anzi, malissimo. Mi sta scoppiando la testa-.

-Ma insomma, cosa ti succede, si può sapere?-

Odiava quando qualcuno le metteva fretta. Specialmente lo zio.

A questo pensò Loveday -Benjamin? Potresti uscire, per cortesia?- non era una richiesta, era un ordine.

Lui la guardò, palesemente offeso, poi aprì la porta e se ne andò.

La donna attese qualche secondo, poi iniziò senza preamboli -Allora, Maria, cosa ti turba?-

Lei, che non se l'aspettava, riuscì solo a produrre balbettii -M-ma niente, Loveday, c-cosa dici? Io…niente…-

-Credo di aver capito, piccola…Pene di cuore, forse?- le domandò, sorridendo dolcemente.

-No!- le rispose prontamente Maria, forse troppo.

Loveday non la ascoltò -Allora? Chi è? Lo conosco per caso?-

In quel momento, solo in quel momento, la ragazza si rese conto che la sorella di Robin era la persona davanti a lei. Non doveva assolutamente dirgli nulla. -No, non lo conosci, ma lo dimenticherò presto, vedrai.-

L'altra scosse la testa, rassegnata. Questi giovani d'oggi…

 

Le settimane successive Maria rimase mogia e silenziosa. Non voleva parlare con nessuno, nemmeno la signorina Heliotrope riusciva a cavarle qualche parola, o almeno a farla uscire dalla sua stanza.

Tutti gli abitanti di Moonacre Manor vennero travolti della tristezza del componente della famiglia. L'intera villa sembrava essere ritornata alla solitudine di un tempo, quando solo Marmaduke cercava di tirare su il morale altrui con le sue continue apparizioni.

 

Quel giorno, poi, la ragazza si era chiusa a chiave nella sua camera, non voleva che entrasse nessuno. Aveva bisogno di restare sola.

Improvvisamente sentì dei piccoli mugolii provenire dall'esterno. Decise di andare a vedere solo per un momento.

Socchiuse di poco la porta e il suo sguardo cadde sulla rampa di scale, dove una testina bionda si agitava moltissimo.

-Maurice! Cosa ci fai qui, piccoletto mio?- lo prese in braccio e lo portò sul suo letto.

Il bimbo, tutto contento, rideva e diceva continuamente -Ma…MaìaMaìa-.

-Io vorrei proprio sapere come ci sei arrivato fin quassù…- gli disse ridacchiando.

-Credo di avere la risposta, mia cara- si fece avanti Benjamin, serio -C'entra lui, vero? Quel…Quel De Noir, Robin?- solo pronunciare quel nome gli infondeva ribrezzo profondo. Doveva però, per il bene di sua nipote, affrontare quell'argomento -Cosa ti ha fatto? Dimmelo, per piacere.-

Maria preferiva di gran lunga il metodo molto più femminile di Loveday nel farsi rivelare i più oscuri segreti adolescenziali, ma almeno quello dello zio era più incisivo, più veloce e meno doloroso. Morivi immediatamente, insomma.

-Zio…davvero, non mi ha fatto niente, è solo che…ecco…-

-Quando lo hai visto?- incalzò lui -Desidererei tanto saperlo- e la incitò con un cenno della testa.

Un po' intimorita sotto lo sguardo autorevole di Benjamin, Maria gli raccontò del loro incontro sulla strada per Moonacre, di quello che si erano detti e di quando lei lo aveva trovato mezzo morto al limitare della foresta. L'altro assunse un'espressione molto contrariata quando la nipote gli parlò di come gli era stata vicino in quella stessa stanza, aspettando che si svegliasse. Poi di come avesse voluto che Robin ritornasse la persona ignorante e beffarda, ma almeno libera, di sempre.

Quando arrivarono al momento in cui se ne andò, la ragazza non resse e si gettò sul petto dello zio, singhiozzando al solo ricordo, rendendole impossibile continuare.

Ovviamente non abituato a tanta confidenza da parte di Maria, l'uomo le accarezzò goffamente la testa.

-Lo ami?- 

  
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