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Autore: Protoje    19/03/2013    5 recensioni
“Vorrei solo urlare al mondo che sei mio, chiedo troppo?”
“Il mondo non è pronto per quelli come noi.” A stento il riccio trattenne le lacrime.
“Io non voglio fingere.”
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Wouldn’t it be nice?

 



“Wouldn't it be nice if we could wake up 
In the morning when the day is new ?
And after having spent the day together 
Hold each other close the whole night through.”

 


 
“Cazzo!” Louis alzò distrattamente lo sguardo dallo schermo del computer e lo posò pigramente sulla figura alta e snella di un ragazzo riccio che saltellava tenendosi un piede tra le mani e lamentandosi.
“Mio Dio che male!” Harry si lasciò cadere sul grande letto della camera che divideva con il compagno, gli occhi chiusi e le sopraciglia corrugate. Il liscio sorrise divertito e “Che hai fatto?” domandò sistemandosi meglio sul materasso.
“Ho sbattuto il mignolo contro il comodino!” Si lasciò andare il piede e si distese.
“Ma se è cosi fragile, perché Dio lo ha messo proprio li? Non poteva, che so, sistemarlo tra l’indice ed il medio, ben protetto dagli spigoli?” Louis rise e spense il computer, appoggiandolo poi a terra e distendendosi accanto al ragazzo dagli occhi verdi.
“Non tutte le domande hanno una risposta.” Disse facendo sfiorare le loro labbra e accarezzandogli dolcemente gli addominali.
“Da quando hai così tanti muscoli?”
“Da quando sto sempre sopra.”
Si sorrisero dolcemente continuando a sfiorarsi e ad accarezzarsi.
Brividi percorrevano la spina dorsale di entrambi e lo stomaco si contorceva ogni qual volta le loro labbra si avvicinavano abbastanza da poterne quasi sentire il sapore, ma ancora troppo distanti per potersi toccare.
“Chi cederà per primo?”Sussurrò Harry sorridendo maliziosamente e facendo scorrere i polpastrelli sul braccio dell’altro, che trattenne il respiro.
“Tu.” Biascicò Louis mordendosi il labbro inferiore e sollevandosi dal letto quanto bastava per potersi sfilare la maglietta. Il riccio si mise a cavalcioni su di lui e gli posò un bacio sulla clavicola, poi gli morse il collo e sfiorò quella pelle candida con la punta del naso fino ad arrivare alle labbra, sfiorandole appena, e sorrise.
Fece scontrare i loro bacini e trattenne a malapena un gemito roco, poi si sollevò, i ricci scompigliati e gli occhi lucidi, e si levò la felpa mostrando tutti quei disegni indelebili che aveva sulla pelle e che gli ricordavano Louis.  Quest’ultimo accarezzò la scritta 17BLACK, appena sotto la clavicola, poi afferrò Harry per i fianchi e si mise a sedere, sbilanciandolo, fermandosi a pochi centimetri dalle sue labbra. E sorrise.
“Maledetto.” Biascicò il riccio, scoprendosi senza saliva.
Il maggiore gli prese il viso tra la mani e lo baciò con foga, gli occhi chiusi e il fiato corto, mentre Harry continuava a far scontrare i loro bacini. Louis invertì le posizione e si liberò velocemente dei jeans, gettandoli da qualche parte nella stanza, poi si dedicò alla tuta del compagno, sfilandogliela in fretta.
Rimasero in boxer e le loro labbra si incontrarono di nuovo con voglia e prepotenza per attimi che sembravano eterni, finché un rumore fastidioso giunse alle loro orecchie costringendoli a separarsi.
Louis sospirò e si scostò da Harry, poi allungò un braccio verso il comodino e si portò l’Iphone all’orecchio biascicando un “Pronto?” rassegnato.
“Ti ricordo che tu ed Harry dovete essere nella hall tra 10 minuti.”
“Si, Paul.” Rispose il liscio sconsolato. Il minore gli rubò il telefono e “Non si può rimandare?” domandò. Il bodyguard sospirò dall’altra parte del telefono e “No,” rispose deciso “sono quattro giorni che la stampa non ha foto di te e Taylor e di Louis ed Eleanor.”
“Ma perché non la facciamo finita con questa stronzata?” Sibilò a denti stretti.
“Ne abbiamo già parlato, Harold. Ne va della vostra fama. Volete vendere dischi o no?”
Il riccio si morse il labbro inferiore sull’orlo delle lacrime e “Si.” biascicò.
“Tra cinque minuti nella hall.” E Paul riattaccò.
 
“Puoi fingere un po’ meglio?” Eleanor si raccolse i capelli in una lunga coda alta prima di prendere la tazza del the fra le mani e avvicinarla alle labbra, soffiando piano.
“Scusami.” Louis sforzò un sorriso. La ragazza appoggiò la tazza sul tavolino e sospirò, poi prese le mani di quello che per tutti era il suo fidanzato.
“Lou,” disse “mi fa male vederti così. Lo so che non ti piace fingere, ma un giorno non avrai più bisogno di farlo.” tentò di essere il più convincente possibile. Certo, la pagavano per uscire con lui, ma questo non significava che non ci tenesse.  Il ragazzo fece per dire qualcosa, ma fu interrotto da una voce femminile, particolarmente acuta che “Oddio, è Louis Tomlinson!” gridava. Sforzò un sorriso e si alzò in piedi, lasciando per un attimo Eleanor da sola al tavolo di quell’affollato bar e raggiunse la giovane fan.
“Vuoi fare una foto?” Domandò cingendole le spalle con il braccio e sorridendo nella fotocamera del cellulare.
 
“Vuoi l’autografo?” Harry scompigliò i capelli ramati di una bambina che avrebbe dovuto avere poco più di dieci anni e che teneva stretto fra le mani il loro ultimo disco. Annuì nervosa mentre il cantante estraeva dalla tasca del giubbotto un pennarello nero e per poco non svenne quando le posò un bacio sulla guancia.
“Fai la brava.” La ammonì il riccio scherzoso prima di tornare accanto ad una ragazza bionda, intenta ad osservare le vetrine di ogni singolo negozio. Taylor indicò una borsa e “Ti piace?” domandò.
“È identica a quelle che hai già.” Sbuffò Harry. La bionda lo guardò irritata e gli afferrò la mano con forza. Il riccio si ritrasse.
“Che cazzo fai?” Sbraitò.
“Dovremmo essere una coppia felice, Harold.”
“Se avessi voluto fingere, avrei fatto l’attore!”
“Dubito, sei pessimo a recitare.”
“Fottiti.” Sibilò prendendola a braccetto e trascinandola dentro al negozio. Afferrò la borsa che Taylor aveva indicato da dietro la vetrina e si diresse alla cassa, un sorriso talmente falso da essere fastidioso stampato in viso.
Dopodiché si immersero nelle caotiche vie di Londra.
Rimasero in silenzio per un po’, il braccio di Taylor attorno alla vita di Harry e l’ultimo acquisto stretto nella mano libera. Il riccio teneva lo sguardo fisso sul suo Iphone, sperando in un messaggio di Louis. Dio, quanto gli mancava. Non ne poteva più di quella stronzata, non ne poteva più di quella bionda che gli stava appiccicata e non ne poteva più di fingere.
 Ripose il cellulare nella tasca e sospirò.
“Dovresti abbracciarmi,” disse Taylor “parecchie persone ci stanno fotografando.”.
Harry non rispose, si limitò a cingerle le spalle con il braccio e a posarle un veloce bacio sui capelli, cercando di sembrare il più naturale possibile.
“Che ne dici di fermarci qui a bere qualcosa?”  Propose il riccio dopo un po’, stanco di camminare e soprattutto stanco di avere le mani della cantante addosso. Quest’ultima annuì prima di entrare nel bar e scegliere il tavolo al centro della stanza, così che più persone possibili potessero vederle.
Harry estrasse il cellulare e scrisse velocemente a Louis.
 
Ti penso.”
 
Poi ordinò pigramente per entrambi e si chiuse di nuovo nel suo silenzio.
“Si può sapere che ti prende?” Sbottò Taylor all’improvviso.
Il riccio alzò un sopraciglio e “Mi prendi per il culo?” disse. Si sporse in avanti, si guardò un attimo attorno e poi incastrò i suoi occhi verdi in quelli azzurri di lei. Ma non erano azzurri come quelli di Louis, oh no, quelli del suo Louis erano indescrivibili, guardandoli entravi letteralmente in un altro mondo.
“Vuoi sapere che mi prende?” quasi sussurrò “C’è che io sono qui con te, mentre vorrei essere da qualsiasi altra parte con Lou. C’è che sei insopportabile, non fai altro che blaterare di cose inutili e il bello è che non te ne accorgi nemmeno.” rise nervoso e sbatté le palpebre più volte prima di ricominciare a parlare.
“Questa finta relazione conviene ad entrambi, avremmo potuto essere amici, ma tu sei così fastidiosa, cazzo!” Si lasciò cadere pesantemente sulla sedia e si spostò i ricci dal viso, irritato, mordendosi la lingua per non peggiorare la situazione.
Taylor si morse un labbro e “Vaffanculo, Harry.” sibilò prima di andarsene.
 
“Paul ti ucciderà.” Canticchiò Louis mentre indossava il pigiama, “Ti ucciderà, poi ti clonerà e ucciderà tutti i tuoi cloni.”
Harry, disteso sul letto e con lo sguardo fisso sul computer, non prestava molta attenzione al compagno, troppo impegnato a guardare le foto di quest’ultimo ed Eleanor. Il maggiore si sedette accanto al riccio e “Stai facendo testamento?” domandò.
“Vi siete divertiti tu ed El?” Il liscio rimase spiazzato da quella domanda.
“Siamo stati seduti in un bar tutto il giorno a parlare di te.” rispose poi accarezzandogli i ricci. Harry chiuse il computer e lo appoggiò a terra.
“Scusami, è solo che sono stanco.”
“Vuoi dormire?”
“Non in quel senso…” sospirò “sono stanco di dovermi nascondere. Vorrei solo poter uscire di casa tenendoti la mano, Lou.” L’altro sorrise triste e si distese accanto ad Harry, costringendolo ad accoccolarsi sul suo petto. Gli baciò dolcemente i capelli, tenendolo stretto a sé.
“Non sarebbe bello vivere insieme?” continuò “Non sarebbe bello svegliarci al mattino e stringerci nella notte, dopo aver passato tutta la giornata assieme?”
“Sarebbe magnifico.” Sussurrò Louis.
“Vorrei solo urlare al mondo che sei mio, chiedo troppo?”
“Il mondo non è pronto per quelli come noi.” A stento il riccio trattenne le lacrime.
“Io non voglio fingere.” Dopodiché Harry sciolse l’abbraccio e sparì nell’altra stanza. Louis lo seguì e lo trovò seduto sul divano, avvolto in una coperta.
“Questa cosa mi sta uccidendo.” Sussurrò il ragazzo dagli occhi verdi.
“Uccide anche me.” Il liscio si sedette accanto a lui, gli prese il mento tra il pollice e l’indice e lo baciò dolcemente, in quel bacio c’erano tutte le parole che non riusciva a dire.
“Prometto che passerà.”
Harry annuì poco convinto, cercando disperatamente di aggrapparsi a quella speranza, per quanto fosse piccola e fragile.
“Andiamo in camera, hai bisogno di dormire.” Il maggiore si alzò e gli tese la mano e presto alle sue dita si intrecciarono quelle del piccolo, che lasciò scivolare a terra la coperta e  attirò Louis a sé, baciandolo con foga, baciandolo come se non ci fosse un domani, baciandolo come se esistessero solo loro, come se non esistesse nessuna band, nessuna finta relazione, nessun pregiudizio, nessuna paura. Si privarono velocemente dei vestiti prima di lasciarsi cadere pesantemente sul divano. Harry bloccò l’altro sotto di sé e con una prepotenza che non gli apparteneva, entrò in lui. Louis trattenne il fiato, i muscoli contratti e gli occhi chiusi mentre cercava di abituarsi il più in fretta possibile. Il riccio rimase immobile dentro di lui, gli baciò il collo e gli accarezzò il viso, finché “Vai.” sussurrò il maggiore al suo orecchio, e non se lo fece ripetere due volte. Vennero entrambi in poco tempo, buttando fuori tutte le preoccupazioni, tutto lo stress. E poi Harry si lasciò cadere su Louis, il viso nascosto nell’incavo del suo collo. Il maggiore si arrotolò i ricci dell’altro sulle dita, tirandoli leggermente, poi gli accarezzò i capelli finché non senti il suo respiro farsi pesante e regolare e i suoi muscoli rilassarsi completamente. Afferrò con fatica la coperta da terra e coprì entrambi come poteva, poi abbracciò il ragazzo e “Ti prometto che andrà tutto bene.” Sussurrò prima di chiudere gli occhi e nascondersi nei suoi sogni.







Angolo dell'autrice: Eccomi qui con una OS :) non so bene da dove mi sia uscita a dire il vero, avevo solo bisogno di scrivere! Ci tengo a precisare che i personaggi non mi appartengono, non ho nulla contro Taylor o Eleanor.
E poi che dire, fatemi sapere cosa ne pensate e se volete seguirmi su twitter (ora che ho capito come funziona) : https://twitter.com/SaraTurco3
  
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