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Autore: 9dolina0    19/03/2013    8 recensioni
Finalmente, l'ennesima lotta tra il bene e il male si è conclusa in favore del bene. Il potente demone rosa che ha sconvolto l'intero universo con la sua crudeltà è stato finalmente sconfitto. Gli esseri umani, improvvisamente, tornano a vivere. Ma la scoperta dell'identità del misterioso guerriero che ha sconfitto Majin Bu rischia di portare altro scompiglio. E se questo guerriero fosse Vegeku? Come reagiranno Chichi e Bulma alla scoperta? Potranno mai tornare indietro Goku e Vegeta? Leggere per scoprire! ^_^
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bulma, Chichi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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conclusione Ci siamo! Dopo estenuanti mesi di attesa, finalmente la storia arriva (quasi) ad una conclusione. Mi sembra quasi impossibile *.*
Non so come ringraziare tutti voi che avete letto/ricordato/preferito e recensito questa What if? dalla trama inverosimile e un po' fuori dal comune. Siete meravigliosamente meravigliosi! :')
Questa che state per leggere è la prima parte della conclusione. Per evitare di pubblicare un papiro immenso ho preferito infatti separarlo in due. Buona lettura!


Tutti ci speravano, ma in pochi ci credevano. D'altra parte, per quale assurdo motivo Vegeku avrebbe dovuto recarsi al palazzo del Supremo di sua spontanea volontà? Il fatto che qualche ora prima avesse dichiarato di voler sparire per sempre bastava a smorzare i miseri residui di speranza che ancora aleggiavano negli animi  dei presenti. Sicuramente già si era accorto che la fusione di Kibithoshin era stata sciolta, e questo poteva avere soltanto due conseguenze plausibili: o Vegeku avrebbe accettato di farsi vivo e di sdoppiarsi, oppure quella sarebbe stata la scusa in più per sparire sul serio dalla circolazione.
Bulma iniziava seriamente a perdere la pazienza: la gioia generale liberata dai suoi amici nello scoprire che il piano del dottor Brief era perfettamente riuscito non l'aveva quasi per nulla scalfita. Continuava a chiedersi, infatti, come accidenti avrebbero potuto convincere o costringere Vegeku a sciogliere la fusione, ammesso e non concesso che fossero riusciti a localizzarlo. La donna faceva avanti e indietro lungo l'ampia piattaforma marmorea su cui era costruita la dimora del Supremo; si sentiva demoralizzata, in parte, perché l'aver scoperto il meccanismo che regolava lo scioglimento della fusione non conferiva alcuna garanzia del fatto che Vegeku avrebbe accettato di sottoporvisi.
«Bulma, che hai?»
«Niente, Crilin... è solo che... sì, insomma, mi chiedevo... qualcuno ha idea di dove andare a cercare Vegeku, e soprattutto di come costringerlo a entrare nel corpo di Bu?»
Il volto di Crilin raggelò. Ci aveva pensato anche lui ad una simile eventualità. Ci avevano pensato tutti, a dire il vero, ma nessuno osava dirlo apertamente. In effetti, c'era ben poco da festeggiare: se non fossero riusciti a trovare il saiyan, e se quest'ultimo non avesse accettato di sparire per sempre, tutto il gaudio del momento sarebbe risultato sciocco e patetico... inutile, insomma.
Lo sguardo di Crilin si spostò da quello preoccupato di Bulma a quello accigliato di Gohan. L'entusiasmo del primogenito di Goku era palesemente finto: voleva autoconvincersi che tutto sarebbe andato per il meglio, ma non poteva certo fingere che la situazione fosse a loro vantaggio.
Crilin poteva benissimo immaginare cosa stesse passando per la testa del ragazzo in quel momento: Gohan era stato il primo a dare fiducia a Vegeku avvicinandosi a lui e mostrandosi comprensivo, ma era stato ripagato con un pugno in faccia che aveva fatto molto più male al suo cuore che non al suo volto. Sebbene il migliore amico di Goku avesse sempre cercato di giustificare il comportamento del saiyan che aveva liberato il mondo da Majin Bu, non poteva di certo ignorare il suo modo di fare non proprio controllato, col dubbio che avrebbe prima o poi potuto rivelarsi pericoloso. Provava pietà per Gohan che stava silenziosamente soffrendo avvolto in un abbraccio della sua compagna, ma continuava anche a chiedersi cosa spingesse Vegeku a comportarsi così. La maggior parte dei suoi amici lo riteneva un pazzo, il frutto sbagliato di un potere magico ancora più sbagliato, eppure non credeva affatto che dentro quell'uomo così forte e temebile albergasse davvero solo brama di potere e disprezzo. Se davvero fosse stato così, che spiegazione si sarebbe dovuta dare al fatto che non aveva ancora ucciso nessuno al di fuori del demone rosa?
Crilin non poteva credere che Vegeku fosse l'essenza del male: nessun saiyan era di per sé l'essenza del male! Non lo era Goku e non lo era Vegeta, sebbene il passato non troppo recente di quest'ultimo avrebbe potuto insinuare pesanti dubbi. Il terrestre aveva sempre ritenuto che anche il comportamento assunto dal principe dei saiyan durante il suo primo viaggio sulla Terra fosse in qualche modo giustificabile dalla pesante oppressione subita per mano di Freezer. Ma tutto ciò, ormai, non aveva il benché minimo senso: Kibith e Kaioshin avevano dichiarato apertamente di non essere riusciti in alcun modo a condizionare il comportamento di Kibithoshin, per cui era altamente improbabile che nel profondo della coscienza di Vegeku le voci smorzate di Goku e Vegeta trovassero la forza di farsi sentire.

«Be', che stiamo aspettando ancora? Quando ce ne andiamo a dormire?»
«Dormire, eh? Ma ti sei guardato? Sei ubriaco come una spugna! Tra dieci minuti scarsi vai dritto in catalessi!»
«Ah, ma per carità! Non sia mai che mi perdessi il ritorno di Goku e Vegeta!»
La battuta sarcastica di Jirobay aveva innervosito un po' tutti, e a maggior ragione il suo interlocutore. Gohan era sempre stato un ragazzo allegro e di spirito, ma nelle occasioni che necessitavano di assoluta serietà detestava dover avere a che fare con gente che parlava a sproposito. Il rozzo cavernicolo, tra l'altro, sembrava anche piuttosto irritato: non aveva affatto l'aria di essere fiducioso in un presunto ritorno di Vegeku, e tutto sommato sperava proprio di non dover mai più rivedere la faccia del saiyan per il resto dei suoi giorni. Più di tutti gli altri, aveva il sentore che il potente guerriero non avesse la benché minima intenzione di sdoppiarsi, e la tacita speranza alla quale i suoi amici ancora volevano credere altro non era per lui se una ridicola ostinazione.
Gli girava la testa, e tutto intorno a lui pareva muoversi in una vorticosa danza: credeva di vedere distintamente il Sommo Kaioshin destreggiarsi in un elegante tango col dottor Brief, mentre Junior e Mister Satan volteggiavano a ritmo di Salsa.
«Ah, tutta questa allegria non ha senso! Siete patetici!»
«Tu non ci credi, vero?»
La voce del piccolo Goten aveva in parte ridestato Jirobay. Da quando lui e Trunks avevano scoperto cosa fosse successo a Gohan, i due bambini si erano chiusi in un mutismo assordante. I loro silenzi erano divenuti fonte di preoccupazione per Bulma e per gli altri adulti, sebbene nessuno avesse poi avuto il coraggio di spiegare loro cosa fosse successo e perché.
«Allora? Ci credi o no?»
«A cosa dovrei credere, scusa?»
«Al fatto che il mio papà e il papà di Trunks presto torneranno da noi!»
«Ma... che vuoi che ti dica? Se dipendesse da loro sarebbero qui già da un pezzo! Mi dispiace, sai? Mi dispiace davvero. Tutto sommato avrei preferito mille volte avere tra i piedi tuo padre e quel pazzoide del principe dei saiyan piuttosto che un tizio fuori controllo come Vegeku! Ci è andata male, purtroppo... ma perché invece di rattristarti non ti metti con Muten a guardare le gambe di C18? Lo so che per te è vecchia, ma è una gran bella gnocca! Come accidenti avrà fatto a mettersi insie... ahi! Ehi, Crilin, ma sei impazzito?»
«Ben ti sta! E smettila di importunare Goten con simili sciocchezze, altrimenti oltre a un pugno in testa ti tiro anche un calcio allo stomaco!»
«Crilin, secondo te Jirobay ha ragione?»
Lo sguardo evidentemente imbarazzato del terrestre non lasciava dubbi circa la sua posizione riguardo il ritorno di Goku e Vegeta. Pur nella sua ubriachezza, il cavernicolo aveva infatti detto una cosa drammaticamente vera: se fosse dipeso da loro, i due saiyan sarebbero già tornati da un pezzo.
«Io... io non lo so. Mi dispiace Goten, dobbiamo aspettare e sperare che Vegeku torni.»
«Illusi. Vi credevo un po' più svegli! Be', quasi quasi mi metto a ballare pure io!»
«Ba... ballare? Ehi, ma sei impazzito? Ehi!»
«Lascia perdere, Crilin... è unbriaco! Non capisce più niente!» proferì Bulma con un pizzico di rabbia.

Ciò che si stava materializzando davanti agli occhi increduli dei presenti era uno spettacolo patetico e indecente: il burbero cavernicolo aveva dato avvio ad una specie di danza folkloristica, accompagnato nei movimenti da un altrettanto ubriaco Muten. I loro corpi si muovevano disordinatamente al ritmo di una musica inesistente mentre dalle loro bocche uscivano parole di scherno e di ilarità.
«Su, ragazzi! Ballateci su! La vita è breve! Rischiamo di saltare in aria da un momento all'altro!»
«Oh, cavolo! Maestro! Ma che diavolo stai facendo?» esclamò quasi scioccato il povero Yamcha.
«Ehi, vecchio! Togliamoci la camicia!» proferì esaltato Jirobay mentre con un'abile manata strappava dalla propria pelle il leggero indumento.
«Questo è alla faccia vostra che ancora vi illudete che i vostri beniamini torneranno! Ah, quel fottuto imbecille di Vegeku se l'è già data a gambe!»
E subito dopo lanciò in aria i propri sandali logori, colpendo in pieno Mr Satan e Kaioshin il Sommo.
«Ma che acc... acc... acc...»
«Vieni a ballare anche tu, vecchio!»
«Vec... vec...»
«La prego, non si metta a discutere con quell'individuo. Ehi, ehi, Sommo Kaioshin, dove... dove sta andando?»
Sotto lo sguardo incredulo e imbarazzato di Kaioshin il Superiore, la divinità più importante dell'Universo si era già unita al duetto che ballava allegramente sull'ampio piazzale della dimora del Supremo.
In pochi secondi i tre ubriachi si erano sfilati anche i pantaloni e volteggiavano con brio intorno ai presenti destando sconcerto e ribrezzo in tutti, fuorché nella signora Brief, che anzi dimostrava di apprezzare molto l'esibizione di danza dei novelli ballerini.

«Fottetevi voi,» gridò con malsano entusiasmo Jirobay «e si fotta quel bell'imbusto di Vegeku!»
«Patetico. Vorrei che tornasse qui solo per spaccarvi la faccia!»
«Uh, come no, Junior! Perché non provi a esprimere il tuo desiderio al quel drago decerebrato che ogni volta che tu e i tuoi amici combinate qualcosa è costretto a risolvere i vostri casini? Sei... uno... sciocco! Non tornerà... non tornerà... non tornerà! Cantiamo una canzone? Non tornerà... quello scemo non... tornerà!» canticchiò in preda all'euforia abbassandosi le mutande quel tanto da mostrare il sedere a chi gli stava dietro.

Un silenzio assordante si materializzò all'istante. Sembrava che tutti avessero smesso di respirare. Persino Muten e Kaioshin il Sommo erano precipitati in un anomalo mutismo. Le facce sconvolte che Jirobay osservò nei suoi amici la dicevano lunga su quanto fossero scioccati. Il suo balletto doveva averli infastiditi parecchio! Rise tra sé di gusto, mentre ancora si trovava accucciato in una posizione tutt'altro che elegante con il posteriore in bella vista. Si compiacque di quegli sguardi persi, meravigliati, impauriti...
Impauriti?
Ora che osservava meglio i suoi amici, i loro occhi non erano puntati su di lui: sembrava che stessero guardando qualcosa dietro di lui.

***

Chihi era ormai diventata un fascio di nervi e il suo povero padre non riusciva a calmarla in nessun modo. Urlava come un'ossessa cose incomprensibili circa un qualcosa di altrettanto incomprensibile detto da Vegeku, ma per quanto Gyuma si sforzasse di dare un senso logico a quelle parole, non riusciva minimamente a capire cosa la figlia stesse cercando di comunicare. L'unica cosa certa era che voleva partire; per dove e per quale motivo faticava a capirlo.
«Metti in moto quella ferraglia e andiamo!»
«Tesoro, non ho capito dov...»
«Tu non devi capire! Limitati a obbedirmi!» sentenziò la donna già posizionata sul sedile del passeggero dell'elicottero paterno.
Gyuma temeva l'irruente rabbia che ogni tanto prendeva corpo nella figlia, ma in quel momento vedeva in lei qualcosa di più: terrore, disprezzo e agonia tralucevano dagli occhi scuri e ardendi dell'adirata Chichi, quasi che si stesse preparando ad affrontare ella stessa un nemico potentissimo.
Non aveva scelta: assecondare la richiesta della figlia era assolutamente necessario, altrimenti la donna avrebbe sicuramente spiccato il volo da sola.

Il lungo viaggio che seguì la discussione tra i due aveva una meta ben precisa. Per quanto Gyuma cercasse di capire come mai Chichi desiderasse tanto raggiungere il palazzo del Supremo, comunicare con la donna sembrava un'impresa impossibile. Non una sola parola usciva dalla sua bocca digrignata, e lo sguardo acceso e furente di lei era poggiato su di un punto indefinito dell'orizzonte.
Non c'era niente da fare: ogni tentativo di Gyuma di parlare aveva come unica risposta un urlo isterico e incontrollato.

***

«Tu qui? Ehi, giovanotto! Lo sai da quanto tempo ti stiamo cercando?»
Vegeku ignorò senza alcuno sforzo le parole di Kaioshin il Sommo. Quel dio era visibilmente fuori di sé e la colpa doveva essere del pregiato vino offertogli dalla signora Brief.
L'atteggiamento goffo di Jirobay, che in preda ad un improvviso attacco di puro terrore era indietreggiato di colpo inciampando sui propri indumenti, lo aveva innervosito parecchio: tutti, o quasi, sembravano intenti a festeggiare chissà che. Possibile che l'aver scoperto il segreto della fusione avesse mandato gli amici di Goku su di giri in quel modo? E chi diavolo lo aveva scoperto?
Uno ad uno, i volti sconvolti e confusi di Bulma, del dottor Brief, di Kibith e di Kaioshin il Superiore videro poggiarsi su di essi gli occhi severi e inespressivi del guerriero più potente che l'universo avesse mai conosciuto. Era uno sguardo di accusa quello che il saiyan stava rivolgendo loro: l'innaturale genialità della moglie di Vegeta e del padre di lei avevano di nuovo vinto contro la forza bruta; perché... sì, lui era l'essere più forte e temuto dell'universo, ma quei due con la loro acutezza avrebbero potuto farlo sparire per sempre.
Avrebbero potuto, certo, ma non era detto che Vegeku avrebbe accettato di farglielo fare. La consapevolezza di essere ancora padrone del proprio destino lo fece impercettibilmente sorridere, e il senso di sfida racchiuso nella sua espressione non poté non provocare un brivido di gelo sulla pelle di Bulma.

______________________
Angolo dell'autrice: doveva essere l'ultimo, lo so, ma avrei finito con lo scrivere un papiro! Mi sembrava già abbastanza lungo, e comunque, arrivati a più di trenta capitoli, uno in più o uno meno non avrebbe fatto ulcuna differenza. So di avervi lasciati in sospeso, ma l'epilogo della storia non poteva proprio essere sbrigativo! Spero mi perdoniate *.*
Un bacione, e grazie di cuore a tutti!

 
 
   
 
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