Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: JulietAndRomeo    19/03/2013    3 recensioni
Questo è il prequel di 'Niente è più dolce della vendetta'.
Dalla storia:
Li percepii sedersi e, infatti, poco dopo attaccarono bottone: -Hey, bambola, da dove vieni?- chiese quello che sembrava il più grande dei tre.
Tutti gli occhi delle persone del locale erano puntate su di me e potevo sentirli perforarmi il collo con lo sguardo, ma non me ne curai più di tanto e, chiudendo lentamente il menù, alzai gli occhi per posarli sui tre tipi seduti di fronte a me: -Chiamami ancora 'bambola' e per venirti a prendere a calci dovrò farmi un viaggetto nell'aldilà. Tra l'altro, non sono cavoli tuoi le mie origini, bambolo- risposi con un sorrisetto sulle labbra.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il processo.






Erano passati inesorabili ed incessanti quei dodici giorni. I dodici giorni più lunghi di tutta la mia vita, ammettiamolo. Non avevo fatto altro che cercare testi in tutte le biblioteche e librerie di Diagon Alley, che contenessero processi anche lontanamente simili a quello che stavamo per affrontare.
Qualcuno lo avevo trovato, ma non era stato d’aiuto.
Subito dopo la Prima Guerra Magica nessun Mangiamorte era stato imprigionato. Tutti si erano dichiarati innocenti, dicendo di essere stati costretti a commettere omicidi, torture, mutilazioni, solo a causa della Maledizione Imperius; alcuni erano morti, come Evan Rosier e Wilkies, combattendo contro gli Auror, venuti a catturarli; altri, come Bellatrix Lestrange, Rodulphus e Rabastan Lestange ed Antonin Dolohov, furono arrestati per reati diversi.
Fatto sta che nessuno era stato arrestato con l’accusa di essere un Mangiamorte.
Draco nel frattempo aveva perso l’appetito, Molly doveva pregarlo ogni giorno per farlo mangiare e quando non riusciva con le preghiere, lo immobilizzava dal collo in giù, gli chiudeva il naso e lo costringeva a mandare giù ogni sorta di cibo.
Ginny, Harry e Ron mi aiutavano, ma anche con tutto l’aiuto del mondo, tutto quello che facevo mi sembrava prettamente inutile.
Non c’erano casi precedenti su cui basarsi, non c’erano – oltre a me, Ron ed Harry – testimoni attendibili che potessero dichiarare l’innocenza di Malfoy.
La metafora più adatta a quella situazione mi venne un giorno pieno di nervosismo, all’ora di pranzo.
Come al solito Molly stava spadellando in cucina con i suoi amati arnesi, mentre Ginny ed Harry erano seduti abbracciati sul divano. Io e Ron stavamo giocando agli Scacchi dei Maghi.
Avevamo rivisto ogni libro, ogni trattato di legge, ogni cosa che avrebbe potuto aiutarci, ma non era saltato fuori nulla di nuovo. Sbuffando avevo quindi chiuso con un tonfo quell’ultimo libro che avevo appena finito di leggere e, quando Harry mi guardò con un mesto sorriso e mi disse “niente, eh?”, io avevo risposto con uno sbuffo sonoro e uno scossone della testa.
-Siamo come dei naufraghi, incapaci di nuotare, in un oceano e su una zattera circondata dagli squali…-.
-Siamo finiti, insomma- disse secca Ginny.
-No. Devo farcela. Devo evitare che Malfoy vada ad Azkaban. Non posso arrendermi, non posso rassegnarmi, non posso demoralizzarmi. Anche se stiamo letteralmente zatterando, ci riuscirò- avevo detto alzandomi di scatto da terra, presa da un nuovo attacco di nervosismo.
-Herm…-.
-Che c’è?- chiesi girandomi improvvisamente verso di lui.
Harry mi fece un segno con la testa, indicandomi un punto alla sua destra, dietro le mie spalle.
Mi girai lentamente e come avevo intuito, dallo sguardo di Harry, Draco era proprio dietro di me, con quell’espressione vacua che non lo mollava da ormai parecchio tempo.
Lo guardai per qualche secondo, pentendomi di aver espresso il concetto che mi tormentava ad alta voce, fin quando lui non girò i tacchi e non uscì dalla porta.
-Merda…- imprecai correndogli dietro.
Uscii dal salotto e attraversai la cucina, dove Molly mi disse, con aria visibilmente preoccupata, che Draco – anzi a detta di Molly “il fantasma di Draco” – era appena passato di lì.
Avevo ringraziato Molly in fretta e, spalancando la porta d’entrata, mi ero diretta verso il giardino mal curato dei Weasley.
Lo trovai che fissava le piante con espressione vuota, rigido come un palo.
-Non avrei dovuto dirlo- incominciai incerta, avvicinandomi.
-Che cosa? La verità? Sei una Grifondoro, voi non mentite, quindi hai fatto solo quello per cui sei nata, niente di più- disse con voce piatta.
-Non ho intenzione di mollare. Il problema è che in passato non è mai successo niente di simile a quello che sta succedendo ora-.
-Lo so, non c’è bisogno di giustificarti, in fondo sono mesi che mi sto preparando mentalmente ad un soggiorno prolungato ad Azkaban, me lo immaginavo-.
A quel punto misi da parte la comprensione che avevo per il suo stato d’animo.
-Che significa che te lo immaginavi?! Che accidenti significa che ti stai preparando mentalmente?! Che diavolo è quest’atteggiamento?!- dissi andandogli vicino e strattonandolo per un braccio per farlo girare. –Io, mio caro, mi sono fatta un culo così per te! E tu che fai? Ti arrendi? Ti prepari ad andare ad Azkaban, ti rassegni? Sei patetico: prima mi dici che non vuoi andarci in prigione, che anche se lo hai voluto tu quel marchio, non sapevi quello a cui stavi andando incontro e quello che realmente comportava essere un fottuto Mangiamorte, che se avessi saputo quello che sarebbe successo col cavolo che sceglievi i cattivi, e adesso mi dici che sei pronto mentalmente per farti ridurre ad un ammasso di carne senza vita dai Dissennatori?!- continuai urlando come una Furia, attirando anche l’attenzione degli abitanti della casa, che si precipitarono in giardino.
-Non sto dicendo questo, Granger: lo hai detto anche tu, siamo su una zattera in mezzo all’oceano, circondata dagli squali e non sappiamo nuotare. Che possibilità abbiamo di sopravvivere?! Tu non puoi capire- concluse.
-Lo sai che c’è? Hai ragione, io non posso capire, ma nonostante questo sto cercando di salvarti la pelle, perché ho scoperto che non sei così male, ma tu, tu che dovresti essere il primo a mettersi all’opera per trovare una soluzione, passi il tuo tempo a fissare il vuoto e hai intrapreso una campagna atta al sabotaggio della tua salute. Non sprecherò un secondo in più del mio tempo, per te. Non te ne frega niente; non ti frega di quello che tutti noi abbiamo fatto per te, non ti frega di quella che potrebbe essere la tua vita tra qualche giorno e non ti frega neanche di quello che succederà a noi, che ci stiamo mettendo la faccia al posto tuo. Sei un egoista, un idiota, un fallito e un patetico vigliacco, ma questo già lo sai. E adesso se vuoi scusarmi, io vado a riposare un’ora, dato che stanotte ero impegnata a cercare di aiutarti e non ho dormito- conclusi urlando.
Gli voltai le spalle, senza aspettare una sua reazione e, a passo di marcia, mi feci largo tra le teste rosse, che adesso affollavano il giardino, dirigendomi nella camera che Molly mi faceva condividere con Ginny.
Mi lanciai sul letto e presi tre respiri profondi, cercando di ricacciare indietro le lacrime che senza un preciso motivo premevano per uscire. Non arrivai a fare il quarto di respiro profondo che cominciai a piangere senza ritegno, per poi addormentarmi sfinita.
 
Da quel giorno, Draco mangiava di più e io mi impegnavo di meno. Non so cosa mi fosse preso, ma la consapevolezza che lui vivesse la cosa in modo così passivo, mi dava sui nervi e mi faceva venire voglia di piangere.
Non ero mai stata una frignona, ma lui riusciva a tirare fuori il peggio di me.
Quando quella mattina mi svegliai mi resi conto che ormai i giochi erano fatti: tutto quello che eravamo riusciti a produrre, era già passato il giorno prima, nelle mani dell’avvocato di Draco e non c’era nient’altro da fare.
Mi alzai come un automa, accorgendomi dell’assenza di Ginny, e mi diressi in bagno; mi lavai in fretta, senza prestare attenzione a quelle cose, ormai abitudinali, diventate automatiche.
Tornai in camera e mi vestii, con abiti adatti ad un processo penale. Camicia, gonna, scarpe. Mi pettinai, per quanto possibile e mi avviai al piano di sotto, dove Molly serviva frittelle, sciroppo d’acero, uova e bacon agli occupanti del tavolo.
Il silenzio era il protagonista assoluto della situazione, insieme alle sue amiche, ansia e incertezza.
Draco, seduto tra Ginny e Arthur, giocherellava con il cibo, spostandolo da una parte all’altra del piatto. Ron, invece, seduto tra sua sorella e la sedia vuota, destinata a me, mangiava come una persona normale, senza rumori, senza foga. Harry seduto tra il mio posto e Molly, teneva il gomito sopra il tavolo e la testa appoggiata sulla mano, mentre girava il dito dentro il piatto ormai vuoto, fissandolo.
Nel silenzio generale, mi andai a sedere tra Harry e Ron e riempii il mio piatto di bacon e uova, assecondando e condividendo lo stato d’animo generale dei presenti.
La colazione andò ancora avanti in questo modo per altri venti minuti, fin quando dall’orologio non uscì il gufo che annunciava l’arrivo delle nove in punto.
Arthur si alzò quindi con aria greve da tavola e annunciò che in meno di dieci minuti tutti avrebbero dovuto essere pronti per andare.
Si sentii uno strofinio di sedie contro il pavimento e tutti i commensali, si diressero nelle loro stanze, chi per dare gli ultimi ritocchi a quel velo di trucco che avevano indossato, chi a sistemare per l’ennesima volta la cravatta.
Prima che Draco sparisse su per le scale, dopo che tutti furono andati, lo afferrai per il polso.
-Mi dispiace per l’altro giorno, ero agitata e non volevo dire tutte quelle cose- dissi bloccandolo in mezzo al salotto.
-Non preoccuparti, so di essere stressante, lo sono anche più della situazione che stiamo vivendo- rispose con un’alzata di spalle. –Non voglio andare ad Azkaban, ma non sono mai stato ottimista-.
Senza che aggiungesse altro lo abbracciai e affondai la testa nel suo petto.
Sentivo il suo cuore battere così veloce che per un attimo temetti stesse per uscirgli dal petto… ammisi con me stessa che stava andando alla stessa velocità di quello mio.
Un rumore in cima alle scale ed un’imprecazione degna del miglior scaricatore di porto, mi diede la forza per allontanarmi leggermente da Draco.
Vidi Ginny scendere zoppicando, con in mano una scarpa e un tacco di sei centimetri nell’altra.
-Herm, pensaci tu, ho provato con un Reparo, ma non ha funzionato, anzi l’ho staccato completamente dalla scarpa-.
Trattenendo una risata davanti alla sua faccia quasi disperata, uscii la bacchetta dalla manica della camicia e mormorai un flebile Reparo. Magicamente il tacco si riunii alla parte posteriore della consunta scarpa nera e Ginny mi sorrise riconoscente appena prima che tutto il resto della famiglia Weasley, scendesse giù per le pericolanti rampe.
Quando fummo tutti riuniti in salotto, ci spostammo tutti davanti al camino e a turno Ginny, Harry, Ron, Draco, io, Molly ed infine Arthur, arrivammo al Ministero.
Superata la confusione di maghi che ci guardavano, stupendosi di Malfoy che ci camminava accanto, riuscimmo ad arrivare davanti alla grande insegna che riportava scritti gli Uffici che occupavano i nove livelli del Ministero.
Arthur si allontanò dal gruppo per andare a chiedere in quale luogo si sarebbero svolti i processi, ordinandoci di rimanere uniti e di non intralciare il frenetico via vai degli impiegati.
Io mi avvicinai all’insegna e cominciai a leggere:
Primo Livello: Ufficio del Ministro della Magia e del Personale di Supporto.
Secondo Livello: Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia (Ufficio per l'Uso Improprio delle Arti Magiche; Quartier Generale degli Auror; Servizi Amministrativi Wizengamot).
Terzo Livello: Dipartimento delle Catastrofi e degli Incidenti Magici (Squadra Cancellazione della Magia Accidentale, Quartier Generale degli Obliviatori, Comitato Scuse ai Babbani, Ufficio per l’Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani).
Quarto Livello: Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche (Divisione Animali, Esseri e Spiriti, l'Ufficio delle Relazioni con i Folletti, Sportello Consulenza Flagelli).
Quinto Livello: Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale (Corpo delle Convenzioni dei Commerci Magici Internazionali, Ufficio Internazionale della Legge sulla Magia, Confederazione Internazionale dei Maghi).
Sesto Livello: Ufficio del Trasporto Magico ( Autorità della Metropolvere, Controllo Regolativo delle Scope, Ufficio Passaporta, Centro Esami di Materializzazione).
Settimo Livello: Ufficio per i Giochi e gli Sport Magici (Quartier Generale della Lega Britannico-Irlandese del Quidditch, Club Ufficiale di Gobbiglie, Ufficio Brevetti Ridicoli).
Ottavo Livello: Atrium.
Nono Livello: Ufficio Misteri.
Decimo Livello: Aula Dieci.
Avevo appena finito di leggere quando Arthur tornò.
-Si va al Decimo Livello, come avevo pensato. Ci sarà tutto il Wizengamot riunito- disse con tono lugubre, avviandosi verso gli ascensori.
 
Arrivammo al Nono Livello, quello dell’Ufficio Misteri e Arthur ci condusse per un’ulteriore rampa di scale, dicendoci di fare attenzione agli scalini più dismessi.
Io, che chiudevo la fila insieme a Draco, pallido ormai come un cadavere, tentavo di non dare troppo peso all’ansia che andava via via aumentando man mano che ci avvicinavamo all’Aula Dieci.
Nel corridoio antistante la stanza, alcune panche erano state poste, per consentire ai testimoni di attendere, dato che il processo veniva tenuto a porte chiuse.
Ci sedemmo tutti, più o meno rigidamente, proprio come se avessimo inghiottito dei manici di scopa e aspettammo l’arrivo dell’avvocato di Malfoy.
Quando Philis Real arrivò, tutti ci alzammo per salutarlo. Lui, non molto più sciolto e meno nervoso di noi, fece un veloce cenno del capo in direzione di tutti noi.
Si diceva fosse un ottimo avvocato, e che qualche anno prima fosse addirittura uno dei migliori, fin quando un giorno sparì dalla circolazione; si vociferava fosse stato fatto fuori dall’élite del Mondo Magico a causa di una voce infamante. Real andò ad abitare in Scozia da quel momento in poi e di lui, fino al momento in cui Draco non lo cercò quell’anno, non si era saputo più nulla.
-Stiamo per cominciare- disse un impiegato del Ministero, sporgendo la testa fuori dall’Aula.
Real annuì in fretta e l’impiegato rimise la testa dentro chiudendo la porta.
Molly abbracciò di scatto Draco, fin quasi a soffocarlo. Quando lui ritornò a respirare normalmente mi lanciò un’occhiata interrogativa a cui io risposi con un sorrisetto; gli schiacciai l’occhio e poi lo vidi sparire dentro l’Aula Dieci.
 
Quanto fosse passato dal momento in cui erano entrati, con certezza non saprei dirlo neanche ora; a me parvero cinque ore, ma potevano benissimo essere cinque minuti. Molly non smetteva di torturarsi le mani, Arthur cercava di farla rilassare, ogni tanto quando lei si alzava e prendeva ad andare avanti e indietro lungo il corridoio, fin quasi a consumare la pietra.
Ginny ed Harry si scambiavano ogni tanto qualche parola concitata per il resto, uno fissava il vuoto e l’altra stringeva la mia mano. Ron stava seduto invece sulla panca, immobile, con la testa appoggiata al muro e gli occhi chiusi. Solo il battito incessante del suo dito con la gamba destra, dimostrava che era ancora sveglio e vigile.
-Harry Potter, in qualità di testimone- disse lo stesso impiegato di prima, con la stessa voce piatta e sporgendo nuovamente la testa oltre la porta.
Harry annuì brevemente, si alzò rigido dalla panca e seguì l’impiegato, non prima di battere il pugno contro quello di Ron e aver risposto con un “Crepi” ad un “In bocca al drago” di Ron.
Quando quella porta si richiuse alle spalle di Harry, tutto tornò come prima.
In seguito fu il turno di Ron. Lui ed Harry si diedero il cambio circa venti minuti dopo che Harry era entrato. Non parlammo molto, le uniche domande furono “Come sta?”, “Come è andata?”, “Se la stanno cavando?”. Harry rispose con dei semplici “Bene”, “Non male” e una smorfia che non seppi decifrare.
Poi l’addetto venne a chiamare me, sempre con lo stesso tono di voce, sempre con la stessa espressione annoiata, sempre mettendo fuori solo la testa.
Mi alzai e presi un bel respiro, dopodiché entrai, senza guardare Harry e i Weasley, neanche si sfuggita.
L’Aula Dieci era un posto lugubre e inquietante. In alto, a circa due metri dal pavimento, si ergeva la gradinata che ospitava tutti i cento membri del Wizengamot.
I maghi erano tutti vestiti di rosso, un rosso cupo, tendente al bordeaux. Al centro della gradinata stava invece la postazione del Ministro della Magia, giudice della Corte Plenaria.
La stanza era circolare, senza neanche una fonte di luce se non quella delle candele posizionate lungo tutto il perimetro.
Al centro stava una sedia, nuova rispetto a tutto l’”arredamento” dell’Aula.
Harry al quinto anno, aveva detto che la sedia dell’Aula Dieci, era dotata di catene che ti si avvolgevano attorno quando ti ci sedevi; intuii quindi che doveva essere stato Kingsley a sostituirla.
Seguendo l’uomo che mi aveva chiamato prima di me tutti i miei amici, passai sul fianco destro della sedia su cui era seduto Draco, visibilmente pallido, ma non più di quando era entrato.
Salii una scaletta e mi accomodai su una sedia sopra elevata di circa un metro dal pavimento che prima non avevo notato.
Non ebbi neanche il tempo di pensare a quello che avrebbero potuto chiedermi che Kingsley iniziò a parlare.
-Lei è la signorina Hermione Jean Granger?-.
-Si-.
-Nata Babbana?-.
-Si-.
-Frequentante la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts?-.
-Si-.
-Residente a Rosewell Close, Londra?-.
-Ehm… si- dissi con un po’ d’incertezza pensando alla casa in vendita.
-Bene. Adesso, signorina Granger, i membri di questa Corte le rivolgeranno delle domande a turno, lei dovrà rispondere nella più totale onestà, chiaro?-.
-Si-.
Kingsley annuì e con un cenno verso il resto della Corte, diede la parola alle persone alle sue spalle. Subito una decina di mani scattarono verso l’alto.
L’impiegato di prima, diede la parola ad un uomo, con una barba somigliante per lunghezza a quella di Silente e un paio di occhiali simili a quelli di Harry; posso affermare che fosse un ragionevole misto tra il vecchio preside di Hogwarts e il mio migliore amico… l’età però era indubbiamente quella di Silente.
L’uomo, in piedi, cominciò a parlare: -Signorina Granger, stando a quanto questa corte sa, tra lei e il signor Malfoy, non corre buon sangue, è vero?-.
“Non corre buon sangue, che cos’è una battuta?” pensai.
-Beh, se la domanda si riferisce ad un tempo presente, è in parte sbagliata, se si riferisce ad un tempo passato, è giusta al cento per cento-.
-Si spieghi meglio- riprese l’anziano.
-Vede, dall’inizio di quest’estate, tra me e il signor Malfoy è nata una specie di… tregua. Non litighiamo più e abbiamo imparato a sopportarci. Prima dell’inizio di quest’estate, lo avrei volentieri ammazzato-.
-Grazie- disse l’uomo sedendosi.
Subito una donna, brutta bassa e con un accenno di baffi, si alzò dal suo posto.
-Cosa è esattamente cambiato all’inizio di questa estate per spingerla a instaurare una “tregua”, come l’ha chiamata lei, con il signor Malfoy?- disse la donna, con voce gracchiante.
-Ho incontrato quest’estate il signor Malfoy in Australia, mentre ero alla ricerca dei miei genitori. Mi ha aiutato a trovarli e poi abbiamo passato un po’ di tempo extra insieme-.
La donna annuì e riprese posto; un uomo, sulla cinquantina si alzò un po’ troppo in fretta forse perché barcollò leggermente e poi si ricompose.
-Crede di poter affermare che il signor Malfoy sia cambiato rispetto a prima?- disse con voce baritonale.
-Assolutamente no-.
-Granger ma che dici?- disse Draco, che fino a quel momento era stato zitto.
-Chiudi il becco, Malfoy, e lasciami fare- dissi accompagnando la frase con un gesto della mano. –Dicevo, non posso affermare che Malfoy sia cambiato, se prima lei non specifica in quale ambito: quel ragazzo è sempre stato arrogante, presuntuoso, borioso, viziato, megalomane, egocentrico, superbo…-.
-Hanno capito- borbottò Draco.
-… e molto altro che non sto qui a dire perché faremmo mattina, ma di sicuro si è pentito di quello che ha fatto. Lo ha dimostrato un sacco di volte e credo che nonostante sia un idiota patentato, questo gli debba essere riconosciuto. Si è impegnato per diventare diverso e io ne ho esempi pratici a non finire, anzi ve ne faccio subito uno: avete mai visto Lucius Malfoy farsi portare in giro per Diagon Alley come facchino? O farsi trascinare in giro, tirato per un orecchio? No? Beh, io ho visto Draco farlo e non dire mai una parola: è vero, ci siamo scannati per anni, una volta gli ho anche dato un pugno sul naso, lui mi ha insultata fino a farmi piangere, ma adesso anche se litighiamo come sempre, ho scoperto un lato di Draco che non merita di finire ad Azkaban. E non lo merita per tanti altri motivi più importanti di quelli che ho elencato-.
-Grazie- disse l’uomo sedendosi.
Poi un altro disse, mettendosi in piedi: -Il signor Potter prima di lei, ha affermato che durante la Guerra siete stati catturati e portati a Malfoy Manor. È esatto?-.
-Si- dissi deglutendo.
-E ha anche detto che toccava al signor Malfoy riconoscervi. Mi spieghi meglio-.
-Si, una squadra di Ghermidori ci ha catturati e condotti a Malfoy Manor. Poco prima di essere catturati tirai ad Harry una Fattura Pungente, per evitare che potessero riconoscerlo. Quando arrivammo lì, ci portarono davanti a Malfoy che evitò di confermare le nostre identità, risparmiandoci così la morte-.
-Grazie, signorina Granger- disse l’uomo tornando a sedere.
A quel punto nessuno più si alzò. Scrutai tutti i cento uomini seduti alle spalle di Kingsley, ad uno ad uno. Qualcuno fissava me di rimando, altri fissavano Draco, altri ancora parlottavano tra di loro.
Poi la voce di Kinsley ruppe il silenzio: -Bene, dato che nessuno ha più domande da porre, direi che può andare signorina Granger. Tinkle, accompagnala fuori-.
L’uomo, con l’espressione perennemente annoiata, mi accompagnò sino alla porta e poi la chiuse alle mie spalle. Poco prima di uscire lanciai un’occhiata incoraggiante a Draco.
Ricambiò il mio sguardo ma senza alcuna espressione; uscii in silenzio e mi sedetti vicino a Ginny e con un sospiro, attendemmo il verdetto del Wizengamot. 

Il rumore della porta che si apriva ci fece scattare tutti in piedi.
Uomini e donne vestiti di rosso cupo, ci sfilarono davanti come fossimo stati invisibili. Arthur salutò molti con alcuni cenni della testa e quando il Consiglio Plenario si fu dileguato nell’ombra che avvolgeva il Decimo Livello, uscì Kingsley.
-Allora?!- un coro di sei voci, impazienti, lo bloccò sulla soglia della porta.
-Anche per me è un piacere rivedervi- disse il Primo Ministro, ironico.
-Come è andata?- chiesi con il cuore in gola.
-Perché non lo chiedi a lui?- disse con un cenno indicando qualcosa alle sue spalle.
Un Draco Malfoy ghignante e allegro, fece capolino in corridoio.
-Una meraviglia, direi- disse rispondendo alla domanda che avevamo fatto a Kingsley.
Non so cosa fu che me lo fece fare: i miei piedi presero vita e si mossero da soli, mentre le mie braccia si stringevano con quanta più forza possibile attorno al suo collo.
Che importava che ci stavano guardando?
Lo baciai sulle labbra con quanta più forza avevo, come a volermi imprimere permanentemente su di lui.
A quello che avrebbero detto tutti ci  avrei pensato dopo, per ora l’unica cosa da fare era ammettere che mi ero follemente invaghita di Draco Malfoy.












Eccomi qua, non sono morta, non preoccupatevi, mio fratello mi ha solo rotto il computer e poi sono stata in Spagna per due settimane... a proposito, se volete qualche bel figo come futuro marito vi consignlio di farvici un giretto, soprattutto nelle zone di Madrid..
Detto questo, non so quanti in realtà siano i membri del Wizengamot, o come diavolo si vestano, quindi ho giocato un po' di fantasia.
Come i più bravi di voi avranno intuito, questo sarà uno dei capitoli finali, se non proprio il penultimo..
Spero che riusciate a perdonarmi e che continuerete a seguirmi :3
Un beso,
Juliet :DD
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: JulietAndRomeo