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Autore: Lady Atena    20/03/2013    2 recensioni
Uno sfrigolio si fece largo con un suono sempre più intenso, il viso gli scottava e le guance prudevano. Fece due passi indietro, una scintilla rossa e arancio, con sfumature verdi, gli balenò davanti. Lo circondò, coprì la parete della grotta, invase l'erba e investì l'albero. Il fuoco si fece più alto, un ululato in lontananza sovrastò il crepitare delle fiamme, mentre un sibilo si fuse con esse. Si voltò verso l'entrata della caverna, una sagoma avanzò nel fuoco, due scintillii verdi incastonati in un ovale perlaceo. Degli scricchiolii e un tonfo, si girò di scatto. L'albero era crollato.
Seconda classificata al "Marvel Contest - La profezia della Veggente" indetto da signorino__ sul forum di EFP.
La storia è stata modificata rispetto a quella partecipante al contest.
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Loki, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Battutacce di ghiaccio tra geni esibizionisti.'
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Nick: Lady Atena.
Fandom: The Avengers.
Challenge: La sfida dei duecento prompt.
Prompt: 131; Incubo.

Trema Yggdrasill
il frassino eretto,
scricchiola l'albero antico
quando si scioglie il gigante.
Tutti temono
sulla strada degli inferi,
che la stirpe di Surtr
li inghiotta.1

1. Crollo.

Il grido risuonò, stuoli di corvi si alzarono in volo gracchiando, le piume nere si sparsero sull'erba rigogliosa attorno alle radici dell'albero. L'urlo si fece più roco e prolungato, le fronde dell'albero tremavano facendo ondeggiare le foglie dalla grandezza di un braccio. I rami si piegavano verso il basso, come i fili d'erba, mentre il grido calava di volume divenendo più simile ad un ringhio sordo. L'erba frusciava ad ogni suo passo e la parete grigia era sempre più vicina, il suono si faceva più intenso. Le sue dita si posarono sulla roccia, sfiorò qualcosa di vischioso e umido. Ritirò l'arto e trovò le dita pregne di sangue che colava verso il palmo. L'apertura della grotta tremò, il terreno si piegò verso sinistra, ci fu il suono di uno strappo, degli schizzi di sangue e pezzi rossastri di organi macchiarono la parete grigia. Il ringhio si chetò, il terreno tornò ritto, il fruscio dell'erba e degli alberi cessò. Uno sfrigolio si fece largo con un suono sempre più intenso, il viso gli scottava e le guance prudevano. Fece due passi indietro, una scintilla rossa e arancio, con sfumature verdi, gli balenò davanti. Lo circondò, coprì la parete della grotta, invase l'erba e investì l'albero. Il fuoco si fece più alto, un ululato in lontananza sovrastò il crepitare delle fiamme, mentre un sibilo si fuse con esse. Si voltò verso l'entrata della caverna, una sagoma avanzò nel fuoco, due scintillii verdi incastonati in un ovale perlaceo. Degli scricchiolii e un tonfo, si girò di scatto. L'albero era crollato.

Tony spalancò gli occhi. Strinse la presa sul lenzuolo, arricciò il labbro superiore e aggrottò le sopracciglia.
< Ancora quell'incubo > pensò.
Si mise seduto, deglutì a vuoto e si passò una mano tra i capelli.
“Jarvis, luci” ordinò.
La stanza s'illuminò, chiuse gli occhi, batté le palpebre e aggrottò le sopracciglia. Si alzò e raggiunse la scrivania, afferrò un palmare portandolo davanti al volto. Arricciò il labbro, premette sullo schermo.
< Oh, è ridicolo. Non posso chiamare Point Break ogni volta che faccio un incubo. Comincerà a sembrare ambiguo > si disse.
Spostò il dito sull'icona rossa del touch e sentì un click.
“Amico di Midgard! Che gioia sentirti nuovamente!” gridò Thor.
Tony sospirò, si portò il cellulare all'orecchio.
“Ehilà Thor. Sono felice di vedere che le mie invenzioni funzionano come sempre” disse, sarcastico.
“Il tuo comunicatore a distanza è perfettamente in salute, Uomo di Metallo!” esclamò il Dio.
Tony si portò due dita alle tempie, chiuse gli occhi e fece qualche passo.
< Promemoria per me. Insegnare a Conan il Barbaro cos'è il sarcasmo > si disse.
Dei fruscii in sottofondo gli fecero aggrottare le sopracciglia, batté le palpebre.
“Ehy, Point Break, stai entrando in galleria?” chiese.
“Mi sto dirigendo verso le galere dov'è segregato mio fratello, Uomo di Metallo. Tu stesso mi hai chiesto di verificare la sua presenza giornalmente e adempire a questo dovere è mio compito” spiegò Thor.
Tony allontanò il cellulare dall'orecchio sentendo dei suoni metallici e dei fruscii, lo riavvicinò.
“Oh, perfetto. Tuo fratello popola tutti i miei incubi, ultimamente. Come sta il Piccolo Cervo?” domandò.
Udì un tonfo, ci furono dei sibili e dei suoni d'acqua. Tony si sedette sul letto, avvicinò il cellulare all'orecchio.
“Thor?” chiese.
“Stark. Mi commuove sapere che sei in pena per la mia integrità” disse la voce di Loki.
Tony roteò gli occhi, accennò un sorrisetto.
“Ehilà, Psycho. Su Asgard le prigioni devono essere poco efficienti, se sei ancora in grado di scherzare”.
Loki ridacchiò.
“Al contrario del mio non-fratello, io posseggo un intelletto in grado di concepire riflessioni coerenti”.
“Noi siamo fratelli, Loki!” si udì, in sottofondo, Thor.
Lo Jotun sbuffò e Tony sogghignò.
“Sei ancora in gabbia, vero?” chiese.
“No, Stark. Sono seduto sul trono di Odino e sto programmando di infliggere una pena di morte per Thor” sibilò Loki.
“Fratello! Non indugiare in una simile blasfemia!” gridò Thor.
Tony socchiuse gli occhi e strusciò i denti tra loro, arricciò il naso.
“Ecco, quello sì che sarebbe un incubo” borbottò.
Si sentì Loki ridacchiare.
“Io lo chiamerei bel sogno”.
“L'unico nome adeguato è follia!” urlò Thor in sottofondo.
Tony allontanò il capo dal cellulare, lo scosse e sbuffò.
“Ehi, Piccolo Cervo, hai mai pensato di insegnare a Point Break il significato di sarcasmo e parlare piano?”.
“Ho vanamente tentato per innumerevoli secoli, Stark. La mia tolleranza non ha dato i suoi prodotti nonostante la costanza”.
Tony poggiò una mano sul materasso piegandosi leggermente all'indietro, alzò il capo seguendo con lo sguardo la linea del soffitto fino all'angolo, arricciò il labbro.
“Senti, Psycho, ho una proposta”.
Inspirò, abbassò il capo seguendo le linee del parquet fino alla gamba della sedia davanti a lui.
“Tu, Thor, la torre” disse.
Espirò trattenendo il fiato, sentì dei fruscii e un piccolo tonfo. Avvicinò il cellulare all'orecchio, strusciò la lingua sul palato e l'aria gli mancò. Ci fu un altro lieve tonfo.
“Tralasciando l'assenza di verbi o aggettivi nella tua frase, Stark, io e Thor accettiamo la tua gentile proposta. Ci trasporteremo direttamente nel luogo dove ci siamo incontrati l'ultima volta”.
Tony inspirò, rilassò le spalle e scivolò leggermente lungo il bordo del letto. Aggrottò le sopracciglia, rizzò il capo.
“E l'incubo continua. Non vorrai dirmi che hai ancora i tuoi poteri!”.
Loki rise.
“Altrimenti i Chitauri avrebbero già banchettato con le mie carni da mesi, Stark”.
Tony aprì la bocca, sentì un click e allontanò il cellulare dall'orecchio, lo portò davanti al volto; lo schermo era nero. Posò il cellulare sul letto.
“Signore?” chiamò l'AI “Devo avvisare il Generale Fury che ha invitato i signori Thor e Loki?” chiese.
Tony alzò lo sguardo, scosse il capo e si mise in piedi. Passò la mano sul polso destro sistemando il bracciale, fece lo stesso con il sinistro.
“No, Jarvis. Non avvisare né Monocolo, né Captain Giustizia, né Pep. Nemmeno tramite le registrazioni” ordinò.
Raggiunse l'armadio e prese i vestiti; tolse il pigiama rimanendo in boxer, indossò gli abiti e si portò davanti allo specchio, lisciò all'indietro i capelli.
“Signore, mi permetto di ...” iniziò Jarvis.
“Muto” ordinò Tony.
Infilò le scarpe, prese il cellulare, uscì dalla stanza ed entrò nell'ascensore. Fissò la parete metallica, chiuse gli occhi.
< Se Nichi venisse a sapere che ho invitato Psycho a prendere un drink perché ho incubi senza senso mi ucciderebbe > pensò.
Sentì un tlin metallico, uscì dall'ascensore e camminò per il corridoio.
< Invece Pepper a sapere che ho un incubo a sera si preoccuperebbe. Meglio evitare > si disse.
Superò una porta automatica, salì le scale, arrivò nel piano bar e inarcò entrambe le sopracciglia. Loki, con i polsi ammanettati tra loro e le gambe accavallate, era seduto sul divano semicircolare che stava vicino alla parete. Guardava Thor, il quale stava poggiato contro il tavolinetto davanti al divano e toccava con l'indice la televisione al plasma con schermo piatto. Tony ghignò, avanzò.
“Ehilà! Vedo che stiamo indagando sulle tecnologie dei mortali!” esclamò.
Raggiunse Thor, gli poggiò una mano sulla spalla.
“Che ne dici invece di provare le mie tecnologie, Point Break?” chiese.
Loki ridacchiò.
“Presumi di essere superiore alla specie che dovresti preservare?”.
Tony si voltò, strinse gli occhi e gli sorrise.
“Non lo presumo, Piccolo Cervo. Io so” stabilì.
Thor si tirò su, guardò l'amico e assottigliò lo sguardo, le iridi azzurre erano accese di preoccupazione.
“Cosa ti ha spinto a richiedere la nostra presenza su Midgard, Uomo di Metallo?”.
Tony li guardò, arricciò il naso.
“Anche sta volta niente drink, suppongo” borbottò.
 


Questa fiction è stata scritta per il "Marvel Contest - La profezia della Veggente" indetto da signorino__ sul forum di EFP. C'è una seconda parte pronta e finita, ma avrei intenzione di rimandarla in modo da poter chiarire i dubbi che ho lasciato alla giudice con questa storia. Dipende se mi verrà dato l'Ok a farlo, ecco U_U


1 Il « Gigante che si scioglie » è Loki, che avevano lasciato legato nella sua caverna con le budella di suo figlio Nari. « Stirpe di Surtr » è una kenning per indicare le fiamme dell'incendio universale, essendo Surtr il guardiano del Múspellsheimr. Il contesto è, com'è facilmente intuibile, la fine del mondo, il Ragnarok. 

  
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