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Autore: Ili91    20/03/2013    1 recensioni
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Arthur scopre il segreto di Merlin; la sua reazione a riguardo. Nel frattempo, Gwen è ancora manovrata da Morgana, che trama nell'ombra per conquistare Camelot e Merlin è del tutto intenzionato ad impedirlo.
Tratto dal primo capitolo:
Quando Arthur vide gli occhi di Merlin illuminarsi magicamente – no, improvvisamente -, la prima cosa a cui pensò era che la vista doveva avergli giocato un brutto scherzo.
Lo conosceva da sempre, non poteva avergli nascosto una cosa simile per così tanto tempo.
[...]
«Arthur, posso spiegare...» fece Merlin avvicinandosi a lui, che evidentemente non voleva rassegnarsi all'allontanamento dal proprio re. Posò le mani sul collo del cavallo come per fermarlo e alzò lo sguardo verso di lui.
«Ci sono delle buone ragioni, se...»
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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A Matter of Trust - VI capitolo
A Matter of Trust
VI

Arthur stava scendendo le scale per raggiungere i suoi cavalieri per il solito allenamento. William aveva appena finito di aiutarlo ad indossare l'armatura sfinendolo di chiacchiere riguardanti una certa serva di nome Anne, che aveva incontrato il giorno prima per la prima volta e che l'aveva colpito subito.

«Sire!» lo chiamò un giovane servo, appena lo riconobbe.
«Sì?»
«Gaius, il medico di corte, mi manda a dire che Merlin si è svegliato e può ricevervi.»
Arthur sorrise alla notizia e oltrepassò il servitore, precipitandosi da Merlin.
Quando giunse davanti alla porta dello studio di Gaius, bussò un paio di volte, ma non ottenne risposta. Un po' sorpreso, entrò, ma non vide Gaius come si aspettava.
Attraversò la stanza ed entrò in quella di Merlin.
Il mago era nel letto, in posizione seduta, orientato verso la porta; il corpo era rilassato e la testa appoggiata per metà sulla spalla e per metà sul cuscino. Aveva gli occhi chiusi, i capelli neri scompigliati e respirava con ritmo lento e regolare, chiaro segno che era profondamente addormentato.
Arthur piegò le labbra in un sorriso dolce, mentre lo guardava. Si addentrò nella stanza e si sedette sulla sedia lasciata vuota da Gaius.
Probabilmente il medico era dovuto uscire per curare altri malati che avevano bisogno del suo aiuto ed era stato costretto a lasciare Merlin da solo.
Arthur incrociò le braccia al petto e appoggiò la schiena contro lo schienale della sedia.
Voleva parlare con Merlin, sentire quello che aveva da dirgli, ma, per la prima volta in cui lo conosceva e lo sorprendeva a dormire, non se la sentì di svegliarlo.
Era difficile da spiegare quello che Arthur sentiva. Da una parte gli sembrava di avere sempre davanti il solito Merlin, l'uomo che l'aveva accompagnato nel corso della sua vita per tanti anni, che c'era sempre per lui, a sostenerlo, ad aiutarlo, semplicemente ad esserci per Arthur, una costante nella sua vita di cui non poteva più fare a meno, di cui si fidava; d'altra parte non riusciva ad accettare che la fiducia che aveva sempre pensato esserci fra di loro, fosse solo unilaterale.
Se mi hai mentito su qualcosa di così importante per te, cos'altro mi hai taciuto o tacerai?
Non sapeva come avrebbe fatto a fidarsi di nuovo, né se lo voleva.
Arthur aveva accostato la porta della stanza di Merlin, perciò riuscì a sentire il rumore di quella d'ingresso che venne aperta delicatamente e allo stesso modo richiusa.
Arthur sollevò la testa e ascoltò dei passi leggeri avvicinarsi a dove si trovavano lui e Merlin.
Pensò che fosse tornato Gaius, quindi si preparò a vedere questi attraversare la soglia – tra l'altro il nuovo arrivato era entrato direttamente, senza bussare, doveva trattarsi per forza del medico di corte -, invece si stupì nel veder arrivare Guinevere.
Aveva aperto la porta come se non volesse far notare la sua presenza e per un momento gli parve di vedere un'espressione di disappunto sul suo volto quando Guinevere notò la presenza di Arthur.
«Arthur, anche tu qui?» chiese lei con un sorriso nervoso.
Perché teneva così ostinatamente le mani dietro la schiena?
«Come sta Merlin?»
Arthur scrollò le spalle. «Meglio, credo, ma non ho ancora avuto modo di parlare con Gaius, non c'è al momento.»
«Mentre venivo qui ho sentito che c'è un emergenza al villaggio e che c'era bisogno del suo aiuto. Tornerà più tardi.»
«Oh, capisco» rispose Arthur, mentre la sua attenzione era tutta rivolta a tentare di capire che cosa gli stesse nascondendo sua moglie.  
«Merlin dorme» affermò ad un certo punto Guinevere. «Credo sarebbe meglio per entrambi passare più tardi a trovarlo. Lasciamolo riposare tranquillo ora, puoi parlargli dopo.»
«Beh, io...» balbettò Arthur, preso di sorpresa. Spostò lo sguardo dalla moglie a Merlin. Era arrivato fin lì con il proposito di non muoversi di un passo fino a che non avesse parlato con Merlin, ma a quel punto sembrava stupido insistere. Non aveva idea di quando l'altro si sarebbe svegliato, era il re e non poteva aspettare delle ore invano.
Merlin sarebbe stato ancora lì ad aspettarlo più tardi, poteva rinviare l'importante conversazione ad un momento migliore.
Girò la testa verso Guinevere e si alzò, deciso a lasciar perdere e permettere a Merlin di riposare.
Guinevere sorrise in approvazione e si fece da parte per permettergli di passare.
«Arthur» chiamò la voce di Merlin e l'interpellato si voltò improvvisamente verso di lui, intercettando il suo sguardo.
Merlin aveva gli occhi assonnati, l'espressione un po' addormentata e un po' sofferente.
«Merlin!» esclamò Arthur allegramente, accentuando il modo di pronunciare il nome dell'altro come era solito fare lui.
Ci volle un attimo prima che rammentasse che in teoria avrebbe dovuto essere arrabbiato e trattare l'altro almeno con freddezza.
«Merlin» ripeté, con tono più contenuto, riprendendo posto al suo fianco, sulla seggiola. «Ho bisogno di parlarti.»
L'altro annuì piano, fissandolo intensamente negli occhi.
Nel frattempo, Guinevere aveva mascherato la delusione. «Vi lascio soli. Arthur, ci vediamo dopo» disse rigida, come congedo, prima di andarsene.
Merlin seguì la sua figura allontanarsi lanciandole uno sguardo scuro, attento e un po' preoccupato.
***
Poco dopo, Gwen era lontana, lui e Arthur erano rimasti soli ed era calato il silenzio.
Era difficile sapere da dove cominciare.
«Gaius dov'è? Aveva detto sarebbe tornato subito» chiese Merlin, rompendo il ghiaccio.
«Emergenza al villaggio» rispose Arthur, senza degnarlo di un'occhiata.
«Capisco.»
«Senti, Merlin, io volevo...» Arthur sollevò la testa e lo guardò. «Volevo ringraziarti per avermi salvato la vita, ieri sera.»
Merlin avrebbe voluto uscirsene con una battuta, come faceva sempre, ma non era il momento giusto, era il momento di parlare seriamente.
«Non vi lascerei mai in pericolo. Sarò sempre al vostro fianco, ricordate?» Non importava quale fosse il prezzo da pagare, Merlin avrebbe sempre fatto l'impossibile per lui, per ottenere salva la sua vita.
Arthur fece una smorfia. «Non sono una damigella in pericolo!»
Merlin rise, ma fu costretto a smettere presto perché la ferita era più dolorosa con quei movimenti inconsulti.
«Merlin, da quanto tempo pratichi magia?» chiese Arthur, ritornando serio.
«Da sempre, sono nato così. Essa è parte di me, lo è sempre stata. Non potrei vivere senza.»
Il loro rapporto si era fatto difficile a causa di questo, ma era così bello, finalmente, poter parlare ad Arthur e dirgli semplicemente la verità.
Aveva atteso talmente tanto quel momento, a volte temendo che non sarebbe mai successo, ma era giunto, ormai, e gli aveva tolto un grosso peso dal cuore.
«Arthur, io so che la magia vi ha ferito in molti modi, ma non è lei il problema, io non vi farei mai del male.»
Merlin voleva così tanto che lui lo capisse e lo accettasse così com'era.
Se l'avesse cacciato di nuovo, che cosa avrebbe fatto?
«Dannazione, Merlin, questo lo so. Lo sapevo...» si corresse dopo un attimo e il cuore di Merlin sprofondò. «Non so più a cosa e a chi credere. So soltanto che non ti sei fatto scrupolo a mentirmi per tutti questi anni. Come posso fidarmi di nuovo?»
«Io... io... non avevo scelta! Ogni volta che credevo fosse il momento giusto per dirvi la verità, succedeva qualcosa che me lo impediva.»
Arthur scosse il capo, si alzò in piedi e si allontanò da lui. «Non accampare scuse, se ti fossi fidato di me, se lo avessi fatto per davvero, non avresti dovuto affannarti tanto per cercare il tuo momento giusto!» replicò Arthur, sottolineando le ultime parole e facendogli il verso.
Merlin inarcò le sopracciglia, la conversazione non stava andando affatto come se l'era immaginata. «Non capisco. Il vostro maggior problema non è il fatto che sono un mago – e di conseguenza potrei distruggervi in un soffio, se solo lo volessi...»
Arthur assunse un'espressione irriverente. «Certamente ora mi spiego il tuo “potrei distruggerti con molto meno”...»
Merlin ignorò il commento e continuò: «Ma che vi abbia mentito per tutto questo tempo?»
«Merlin, nella mia vita, tutte le persone a cui tenevo mi hanno mentito o nascosto delle cose. Credevo di potermi fidare completamente di te, prima di scoprire che non era così e non avevi ricambiato il favore.»
«Vi chiedo perdono.» Merlin si sentiva davvero in colpa, per una volta si chiese se tutto quello che aveva fatto per nascondere la verità, non fosse stato sbagliato e inutile. «Mi dispiace davvero.»
Arthur lo fissò intensamente negli occhi, come se stesse cercando al loro interno la verità, poi annuì piano e tornò a sedersi.
«Che farete, ora? Mi condannerete a morte? Ne avreste il diritto.» Merlin non voleva morire, ma poteva capire i motivi che potevano spingere Arthur a prendere una decisione del genere.
«No, e non voglio nemmeno che tu vada via. L'esilio è annullato. Voglio che tu rimanga e avere la possibilità di capire la magia.»
Merlin sgranò gli occhi, non riusciva a credere alle proprie orecchie. «Sì! Io... sì! Grazie, Arthur.» Sorrise, mentre sentiva gli occhi bruciargli un po'.
«E ora raccontami cosa mi sono perso negli ultimi dieci anni.»
***
Gwen sapeva bene di aver perso un'occasione preziosa di uccidere Merlin, ma purtroppo era stata sfortunata e non poteva certo rompere la sua copertura con Arthur.
Non aveva scelta, quella notte sarebbe sgusciata fuori dal suo letto e, mentre tutti sarebbero stati profondamente addormentati, avrebbe portato a compimento il suo piano.
Non era più concepibile fallire.
***
La notte era scesa su Camelot da ore, ma Arthur non riusciva a dormire e continuava a rigirarsi nel letto.
Era contento di essersi chiarito con Merlin – anche se non era ancora tutto risolto – e di avergli permesso di rimanere a Camelot. E lo stesso sembrava valere anche per l'altro, vista l'espressione contenta che gli aveva rivolto.
Arthur stava per scivolare finalmente nel sonno, quando un rumore attirò nuovamente la sua attenzione: era il suono della porta della sua stanza che si chiudeva.
Si girò di scatto dall'altro lato del letto e vide che Guinevere era sparita.
Non capiva perché sua moglie si fosse allontanata così all'improvviso, nel cuore della notte, ma aveva tutte le intenzioni di scoprirlo.
Si alzò dal letto e la seguì.
Forse si sbagliava e lei stava solo facendo quattro passi per prendere sonno. Però non riusciva a togliersi dalla mente gli strani comportamenti che Guinevere aveva assunto negli ultimi tempi.
Magari quella sarebbe stata l'occasione giusta per andare in fondo alla questione.
La seguiva da una distanza che pareva sufficiente a non perderla di vista e neppure a farsi sorprendere.
All'iniziò non capì dove Guinevere stesse andando e pensò che fosse un tragitto come un altro, senza una metà precisa, ma presto si rese conto che quel giro sembrava sempre di più quello che compiva per andare da Gaius.
Sta andando da Merlin?
No, un momento, si corresse subito dopo, forse non si sentiva bene e aveva bisogno che Gaius le prescrivesse un rimedio per stare meglio.
Poco dopo, un gruppo di guardie che pattugliavano i corridoi del castello stava venendo nella loro direzione. Appena Guinevere vide la luce delle torce avvicinarsi, si affrettò a nascondersi dietro una colonna e Arthur fu costretto a fare lo stesso per non farsi scoprire.
Le guardie li oltrepassarono senza notarli e appena girarono l'angolo, Guinevere riprese a percorrere il corridoio e Arthur a tallonarla.
Ora come ora era difficile pensare che i motivi di Guinevere per essere in giro in pieno notte fossero innocenti, vista la sua ferma intenzione a non far sapere a nessuno cosa facesse.
Esattamente come aveva pensato, la fermata di Guinevere fu davanti alla porta di Gaius.
Lei entrò di soppiatto e  non sembrava propensa a svegliare Gaius per chiedere il suo aiuto.
Arthur era sempre più intenzionato ad andare in fondo a quella sotira, anche se temeva quello che avrebbe scoperto.
Guinevere l'aveva tradito più di tre anni prima, precedentemente al loro matrimonio, ma in seguito non gli aveva dato altri motivi per dubitare di lei.
Arthur la seguì all'interno dello studio di Gaius, la vide oltrepassare, senza degnarla di uno sguardo, il giaciglio di quest'ultimo e dirigersi verso la stanza di Merlin.
Di nuovo. 
E ancora una volta non sembrava una semplice visita per accertarsi della sua salute.
Non c'era molta luce, ma Arthur si era avvicinato a sufficienza per vedere che Guinevere stringeva qualcosa nella mano destra e aveva tutta l'aria di essere un'arma pericolosa.
«Guinevere!» esclamò, rivelando la sua presenza all'altra e fissandola a bocca aperta. Non poteva credere che stesse attentando alla vita di Merlin. «Che cosa stai facendo?»
Guinevere si fermò con il braccio a mezz'aria, lo stiletto ora bene in vista, e si girò a guardarlo, sorpresa di essere stata scoperta.


Spazio Autrice: Salve a tutti! So di essere in un ritardo spaventoso, ma sto attraversando un calo d'ispirazione con questa storia, quindi procedo molto a rilento. Assicuro che non ho intenzione di mollarla, comunque, quindi i capitoli continueranno a venire pubblicati.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, scusate ancora il ritardo.
Ilaria
   
 
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