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Autore: 365dayswiththeBeatles    20/03/2013    0 recensioni
-Estratto Cap I-
In qualche modo,sotto la bell'immagine della ragazzetta per bene,Hannah Charles Lynch,meglio nota a tutti con l'allora strambo nome di Charlie,nascondeva un'animo che secondo le sue quanto più ristrette conoscenze si sarebbe definito "trasgressivo".
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-Estratto Cap VII-
-"Arrivederci signore!" proferì John,mentre gli stringeva vigorosamente la mano.
Sì,Steve era riuscito a far sbottare finalmente quella ragazzina!
C'era riuscita,alla fine a lasciarsi controllare dalle emozioni e ,benché la forza scatenante non fossero le battutine argute di John, egli sembrò alquanto compiaciuto e soddisfatto.
La seguì mentre si allontanava veloce verso l'uscita.
-"L'avevo detto io che era un tipo tosto!" rise.
Lei lo spintonò,ridendo altrettanto,sciogliendo le braccia conserte dal nervosismo.
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-Estratto Cap XIV-
-" Non doveva forse chiamarmi , lei? "- sorrise. Non era sorpresa di vederlo , lì e subito.
Si passò , con gesto repentino , una mano fra i ricci scomposti che ricadevano sul viso.
Adorava il suo spontaneo modo, composto e garbato.
-" Vederti è stato decisamente migliore " - ricambiò il sorriso.
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RESTAURAZIONE Della precedente long-fic 'Memorie della Beat Generation'.
Come direbbe un certo Paul McCartney 'Better Naked!'.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Harrison, John Lennon , Nuovo personaggio, Paul McCartney , Ringo Starr
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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15.Amare consolazioni

 

"I'm a Loser and I Lost someone who's near to me,

I'm a Loser and I'm not what I appear to be!

 

Although I laugh and I act like a clown

beneath this mask guy I'm wearing a frown,

my tears are falling like rain from the sky,

is it for her or myself that I cry?"

            

                                                                            (I'm a Loser-The Beatles,1965)

 

                             George,John and Paul , circa 1959.

 



Il tacco di cuoio degli stivaletti di Paul riproduceva un trotterelliò, mentre percorreva il vialetto sconnesso.

Scampanellò parecchie volte a vuoto.

Come vuota pareva Mendips , così come si presentava.

Le porte e le finestre erano serrate; ospiti di certo non erano desiderati, non quella sera.

Dopo una buona mezz'ora però, anche John accennò a cedere.

Paul vide scorrere le sue dita affusolate fuori la porta, che delicate si fecero spazio, accompagnandola fino ad appoggiarla alla facciata della modesta costruzione.

-" John ? "

Non rispose.

Avanzò , piano.

L'amico teneva nella mano sinistra , con il solo ausilio del dito indice e medio, una bottiglia.

Di birra precisamente; la Isle of Wight, la sua preferita.

L'alcool non poteva certo portare buone conseguenze; gli era perfettamente noto che qualsiasi cosa John covasse , l'alcool riusciva ,come nient'altro, ad esasperarlo.

-" Amico, che hai? Niente prove oggi? " -

Con John le si doveva tentare tutte : in primis l'approccio calmo e  verosimilmente distaccato.

Per quanto a Paul riuscisse di sembrarlo , ovviamente.

- " Amare consolazione, bere non è il rimedio, ricordi John ? " -

Fin troppo , ricordava.

Paul gli poggio le mani sulle spalle , invitandolo a sedere sul sofà, in salotto.

 

Sistematoglisi accanto, cercò invano di incrociare i suoi occhi.

Cammuffavano il pianto , così come meglio a loro riusciva.

- " Perché pensi a Julia? Oggi non è l'anniversario della sua morte, John " - 

Paul sembrava comprendere. Capire quella reazione così strana ed apparentemente insensata del povero John che , ora più che mai , sembrava impotente nel suo agire.

Solo allora , quando Paul accennò a quella ricorrenza, John si rizzò in piedi , strofinandosi con violenza gli occhi, come a voler cancellare le scie lasciate dalle lacrime sul viso pallido e smunto.

 

-" Sono un perdente, non capisco perché tu stia ancora qua ad ascoltarmi " -

- " Perché ti conosco e so che non lo sei , John. Rispondi alla mia domanda, ascolta tu me " -

- " Guardami " - gli si fece pericolosamente vicino, guardandolo fisso con quei suoi occhi profondamente sommessi- " Voglio sempre apparire quello che non sono, capisci? "-

Seguì una pausa, senza singhiozzi, nè superflue interruzioni.

- " Ho perso qualcuno che mi stava accanto, ed ora questo mio dannato comportamento mi porterà a perdere anche tutti gli altri " -

- " Di che parli ? Tu avrai sempre me..la band, John. Noi saremo con te " -

- " Non capisci Paul , io sono un bastardo , ecco! "

- " Non capisco , hai ragione. Non capisco di che diavolo parli, John! Cosa è successo ? " -

Seguitò il silenzio che suggerì a Paul un nome, quello di Charlie.

 

-" Stamattina è stata qui, Charlie, intendo " -

-" Te ne ha parlato ? Cosa ti ha detto ? Come sta lei ? " -

- " Detto cosa?..certo che sta bene, insomma, cosa ti prende John? " -

- " Lei non ne ha colpa se io sto così! Vorrei proprio dirle che è una stronza,che è tutta colpa sua ,ma lei non poteva saperlo! " -

- " Che ha fatto Charlie? " -

- " Nulla; non sa nulla , questo è il problema " -

- " Parla! " -

John già stava parlando alla meglio che poteva.

- " Qui..c'era Anna" -

Paul , secondo le scaltre e attente , ed anche un pò impertinenti previsioni di Charlie, sapeva.

Conosceva bene quella storia. O meglio , la storia, la persona che si celava dietro a quel nome.

- " Che cazzo centra Anna ora, John? " -

- " E' stato così che ha scoperto tutto . Lei..lei ha capito. Nessuno c'era mai riuscito; Charlie ha capito. Non sa niente, eppure.. ha colto tutto " -

- " Tutto? " -

- "  Mi ha decifrato, capisci? Le ho nascosto tutto , da Anna sino a Julia " -

- " Non mi pare tanto grave, amico. In fin dei conti, la vita è la tua. Sta a te decidere a chi dare la chiave " -

- " E' proprio per questo , Paul. Lei ne fa parte , eppure sono stato tanto egoista da negargli le chiavi. Io..non voglio essere compatito " -

- " Le persone intelligenti non compatiscono, John. Anzi capiscono .E Charlie è una di quelle . Ne sono sicuro " -

 

Non voleva ammettere di avere paura , Paul non poteva esserne più certo.

Non avrebbe voluto mostrarla a nessuno, quella sua anima di cristallo , ma puntualmente quella si ripresentava e si impossessava di lui.

Era così che tutti venivano a conoscenza del vero John.

Non proprio tutti, quelli davvero importanti.

John non si raccontava mai, erano le sue emozioni che , quando scoppiava , raccontavano di lui.

 

- " Mi sento davvero stupido. E' sempre la stessa storia ritrita con me , vecchio Paul " -

-" Lo so bene, Johnny " -

Risero di un riso puro e spontaneo.

- " Lei è una persona brillante. Nessuno aveva mai ..nessuno. Tranne te, Paul. " -

- " Hai ragione , è una tipetta sveglia " - dissimulò lui.

Non se lo dicevano chiaramente . Sarebbe stato troppo smielato come avrebbe detto John, o meglio strano , come avrebbe detto Paul.

Eppure si volevano reciprocamente bene , come nessun altro , quei due.

-" Mi sono sentito colpevole , ho subito pensato a Julia, ho mandato via Anna e poi..beh, poi , eccomi qua " -

-" Cosa ti ha detto, di preciso John? "-

-" Si è rivolta a me , pensava di conoscermi, ecco. Ha aggiunto -Quante altre cose non so di te ,John?- " -

-" Le ho mentito. E non sono riuscito a nasconderlo . Sono andato in panico."

-" Mi chiedo come abbia fatto a non scoprirlo prima , che insomma , non le avevi detto proprio tutto.." -

-" E' stata qui pochissime volte,  Paul. E Mimì non l'ha mai conosciuta " -

-" Perciò ,non è stato difficile . . " -

John abbassò lo sguardo. Era proprio così , come aveva detto Paul.

 

 

Di lì a poco, anche Charlie avrebbe saputo chi fossero quelle persone di cui parlavano , quella sera.

Avrebbe saputo.

Chi fosse Julia.

Chi fosse Mimì.

Ma soprattutto , chi fosse e dietro quali verità mai rivelate si celasse John Lennon.

   
 
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