15.Amare consolazioni
"I'm a Loser and I Lost someone who's near to me,
I'm a Loser and I'm not what I appear to be!
Although I laugh and I act like a clown
beneath this mask guy I'm wearing a frown,
my tears are falling like rain from the sky,
is it for her or myself that I cry?"
(I'm a Loser-The Beatles,1965)
George,John and Paul , circa 1959.
Il tacco di cuoio degli stivaletti di Paul riproduceva un trotterelliò, mentre percorreva il vialetto sconnesso.
Scampanellò parecchie volte a vuoto.
Come vuota pareva Mendips , così come si presentava.
Le porte e le finestre erano serrate; ospiti di certo non erano desiderati, non quella sera.
Dopo una buona mezz'ora però, anche John accennò a cedere.
Paul vide scorrere le sue dita affusolate fuori la porta, che delicate si fecero spazio, accompagnandola fino ad appoggiarla alla facciata della modesta costruzione.
-" John ? "
Non rispose.
Avanzò , piano.
L'amico teneva nella mano sinistra , con il solo ausilio del dito indice e medio, una bottiglia.
Di birra precisamente; la Isle of Wight, la sua preferita.
L'alcool non poteva certo portare buone conseguenze; gli era perfettamente noto che qualsiasi cosa John covasse , l'alcool riusciva ,come nient'altro, ad esasperarlo.
-" Amico, che hai? Niente prove oggi? " -
Con John le si doveva tentare tutte : in primis l'approccio calmo e verosimilmente distaccato.
Per quanto a Paul riuscisse di sembrarlo , ovviamente.
- " Amare consolazione, bere non è il rimedio, ricordi John ? " -
Fin troppo , ricordava.
Paul gli poggio le mani sulle spalle , invitandolo a sedere sul sofà, in salotto.
Sistematoglisi accanto, cercò invano di incrociare i suoi occhi.
Cammuffavano il pianto , così come meglio a loro riusciva.
- " Perché pensi a Julia? Oggi non è l'anniversario della sua morte, John " -
Paul sembrava comprendere. Capire quella reazione così strana ed apparentemente insensata del povero John che , ora più che mai , sembrava impotente nel suo agire.
Solo allora , quando Paul accennò a quella ricorrenza, John si rizzò in piedi , strofinandosi con violenza gli occhi, come a voler cancellare le scie lasciate dalle lacrime sul viso pallido e smunto.
-" Sono un perdente, non capisco perché tu stia ancora qua ad ascoltarmi " -
- " Perché ti conosco e so che non lo sei , John. Rispondi alla mia domanda, ascolta tu me " -
- " Guardami " - gli si fece pericolosamente vicino, guardandolo fisso con quei suoi occhi profondamente sommessi- " Voglio sempre apparire quello che non sono, capisci? "-
Seguì una pausa, senza singhiozzi, nè superflue interruzioni.
- " Ho perso qualcuno che mi stava accanto, ed ora questo mio dannato comportamento mi porterà a perdere anche tutti gli altri " -
- " Di che parli ? Tu avrai sempre me..la band, John. Noi saremo con te " -
- " Non capisci Paul , io sono un bastardo , ecco! "
- " Non capisco , hai ragione. Non capisco di che diavolo parli, John! Cosa è successo ? " -
Seguitò il silenzio che suggerì a Paul un nome, quello di Charlie.
-" Stamattina è stata qui, Charlie, intendo " -
-" Te ne ha parlato ? Cosa ti ha detto ? Come sta lei ? " -
- " Detto cosa?..certo che sta bene, insomma, cosa ti prende John? " -
- " Lei non ne ha colpa se io sto così! Vorrei proprio dirle che è una stronza,che è tutta colpa sua ,ma lei non poteva saperlo! " -
- " Che ha fatto Charlie? " -
- " Nulla; non sa nulla , questo è il problema " -
- " Parla! " -
John già stava parlando alla meglio che poteva.
- " Qui..c'era Anna" -
Paul , secondo le scaltre e attente , ed anche un pò impertinenti previsioni di Charlie, sapeva.
Conosceva bene quella storia. O meglio , la storia, la persona che si celava dietro a quel nome.
- " Che cazzo centra Anna ora, John? " -
- " E' stato così che ha scoperto tutto . Lei..lei ha capito. Nessuno c'era mai riuscito; Charlie ha capito. Non sa niente, eppure.. ha colto tutto " -
- " Tutto? " -
- " Mi ha decifrato, capisci? Le ho nascosto tutto , da Anna sino a Julia " -
- " Non mi pare tanto grave, amico. In fin dei conti, la vita è la tua. Sta a te decidere a chi dare la chiave " -
- " E' proprio per questo , Paul. Lei ne fa parte , eppure sono stato tanto egoista da negargli le chiavi. Io..non voglio essere compatito " -
- " Le persone intelligenti non compatiscono, John. Anzi capiscono .E Charlie è una di quelle . Ne sono sicuro " -
Non voleva ammettere di avere paura , Paul non poteva esserne più certo.
Non avrebbe voluto mostrarla a nessuno, quella sua anima di cristallo , ma puntualmente quella si ripresentava e si impossessava di lui.
Era così che tutti venivano a conoscenza del vero John.
Non proprio tutti, quelli davvero importanti.
John non si raccontava mai, erano le sue emozioni che , quando scoppiava , raccontavano di lui.
- " Mi sento davvero stupido. E' sempre la stessa storia ritrita con me , vecchio Paul " -
-" Lo so bene, Johnny " -
Risero di un riso puro e spontaneo.
- " Lei è una persona brillante. Nessuno aveva mai ..nessuno. Tranne te, Paul. " -
- " Hai ragione , è una tipetta sveglia " - dissimulò lui.
Non se lo dicevano chiaramente . Sarebbe stato troppo smielato come avrebbe detto John, o meglio strano , come avrebbe detto Paul.
Eppure si volevano reciprocamente bene , come nessun altro , quei due.
-" Mi sono sentito colpevole , ho subito pensato a Julia, ho mandato via Anna e poi..beh, poi , eccomi qua " -
-" Cosa ti ha detto, di preciso John? "-
-" Si è rivolta a me , pensava di conoscermi, ecco. Ha aggiunto -Quante altre cose non so di te ,John?- " -
-" Le ho mentito. E non sono riuscito a nasconderlo . Sono andato in panico."
-" Mi chiedo come abbia fatto a non scoprirlo prima , che insomma , non le avevi detto proprio tutto.." -
-" E' stata qui pochissime volte, Paul. E Mimì non l'ha mai conosciuta " -
-" Perciò ,non è stato difficile . . " -
John abbassò lo sguardo. Era proprio così , come aveva detto Paul.
Di lì a poco, anche Charlie avrebbe saputo chi fossero quelle persone di cui parlavano , quella sera.
Avrebbe saputo.
Chi fosse Julia.
Chi fosse Mimì.
Ma soprattutto , chi fosse e dietro quali verità mai rivelate si celasse John Lennon.