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Autore: zero2757    20/03/2013    0 recensioni
Il cantante, in ginocchio con davanti la folla, respira grossonamente era più di un'ora e mezzo che cantava. I suoi occhi azzurro-grigi spiccavano tra i biondi capelli, il torso nudo madido di sudore. Si alza in piedi e incomincia il suo incantesimo.
ATTENZIONE: MONITO ALLA STORIA DI UNA MIA AMICA, SI PREGA DI NON FRAINTENDERE LE MIE INTENZIONI, GRAZIE.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Attenzione: Questa storia è un monito alla mia cara amica Clash, colei da cui tutto ha avuto inizio per la mia carriera da scrittrice, quindi per ringraziarla ecco questa storia. I personaggi qui citati nella sua storia e qui (Tra cui me medesima XD) sono di sua proprietà. Adesso che abbiamo esplicato i diritti d'autore posso procedere, vi avverto che tutto quello che scriverò sarà molto "Video Musicale". Spero sia di vostro gradimento, in particolare per te Clash, che sicuramente leggerai la mia storia come così tutte quelle passate e avvenire. Ah, in questa storia vi saranno accenni marcati a capitoli de "Finalmente in Viaggio" di Clash. ^__^ Ti Amo Clashy... <3
Che altro dire se non... GODETEVI LE SCENE! 
Un Bacione, Micheila! XOXO


Maybe

Three Days Grace - Someone Who Cares



 

La band si avviava alla sua prossima canzone, la chitarra e la batteria partono, la gente accalcata di fronte al palco rende tutto più eccitante. 
Il cantante, in ginocchio con davanti la folla, respira grossonamente era più di un'ora e mezzo che cantava. I suoi occhi azzurro-grigi spiccavano tra i biondi capelli, il torso nudo madido di sudore. Si alza in piedi e incomincia il suo incantesimo.
«Everyday street in this city. Its the same to me. Everyonce'got a place to be. But there's no room for me. If I'm to blame. When the guilt and the shame.»(*) tra il pubblico una ragazza vestita tutta in pvc nero, un fascio di luce ad illuminarla. Ha due codine, i capelli biondi e gli occhi color nocciola. Le sue mani esplorano il suo corpo, conducendolo in una danza maliziosa, il cantante la guarda ne è come attratto, innamorato. I riflettori, però,  si riaccendono posandosi su un'altra figura femminile, più semplice. I capelli neri che le ricadono per via di una coda mal fatta, gli occhi che, grazie alle luci a intermittenza e non solo, le divengono cangianti. Un vestitino nero che le mette in risalto il corpo è il suo accessorio. Balla con calma, dolcezza, sentendo le parole sin dentro all'animo. I suoi occhi sono per lui. 
Il cantante, afferra il microfono sull'asta e con l'altra mano di tocca il collo facendo via via scorrere la mano sul petto fino al petto. Con una mossa sensuale, si posiziona l'asta del microfono tra le gambe e, quando la musica si fa più alta, grida ad esso la sua disperazione e indecisione.

E' per strada, mano nella mano con la stessa ragazza bionda. Il cuore gli scalpita e l'eccitazione è a mille. Con uno strattone l'avvicina a sé, baciandola appassionatamente, le mani vagano esplorando i due corpi. Lui schiaccia lei su un'albero occasionale, prendendole una gamba e portandola alla stessa altezza della vita. 
I gemiti aumentano, la ragazza, presa dalla passione, gli slaccia i primi tre bottoni della camicia nera che, precedentemente si era rinfilato, e comincia a dargli una serie di baci roventi sul collo. Fermandosi poi sul pomo d'adamo per succhiarlo meglio, lasciandogli il suo marchio.

E' in moto, sfreccia tra le varie stradine, l'ha appena lasciata dormiente nel suo letto. Con una mossa ferma la moto, facendola quasi impennare sulla ruota anteriore non appena arriva di fronte alla pensione. Il casco per lui è un'optional, sorride mentre ancora ripensa al piacere dato alla sua "Donna". E mentre estrae una Wiston blù dal suo abitudinario pacchetto da venti, la sua attenzione viene catalizzata da una voce femminile.
«All we are is a Broken Glass. Thrown to the floor we were never meant to last. And all we are empty shells.(**)
» ballava sotto alla luce della luna, mentre molto sensualmente invitava l'amica, appoggiata al muretto della pensione, ad aggregarsi a lei. Il ragazzo la fissò e pernsò di non avere mai visto una scena migliore di quella, una ragazza bellissima stava cantando la sua canzone. 

Era sul letto, Vynil, la ragazza dai capelli biondi, le si era addormentata beata sul petto. Il suo respiro regolare gli solleticava il collo, la sua mano sinistra si mosse prima che avesse la capacità di pensare, incominciando ad accarezzare quel corpo così invitante assecondando i voleri della sua erezione mattutina. Vynil si stiracchiò, mentre un sorriso malandrino le sfiorava le labbra, così il ragazzo agì, portandola sotto di sé e penetrandola senza preavviso. In risposta il corpo di lei s'inarcò e un sospiro di piacere fuoriuscì. 
«Greg...» mormorò prima di muoversi assecondandolo.

Sera. Una fresca brezza gli carezzava i capelli, per quell'occasione aveva deciso di schiarirsi le idee andando al mare. E per schiarirsi le idee intendeva accendersi una sigaretta e guardare il mare sino a buio, alleggendo così il suo cuore che gridava una cosa e il cervello un'altra ancora.
«Micheila!» gridò una ragazza dai capelli mossi, andando incontro ad una ragazza che, proprio in quel momento, usciva dall'acqua mettendo in risalto il fisico in controluce. «Micheila, hai visto il mio bellissimo castello?!» disse con fare comico l'amica di quella, che in quel momento, pareva una Dèa di fronte agl'occhi estasiati di Greg. «Clash, sei una genia pazzesca!» esclamò per mettersi a ridere assieme alla ragazza che era così comica da farla -quasi- piegare in due dal ridere, mentre lentamente incedevano verso i due asciugamani. 
Per la prima, Greg, si ritrovò con un cuore scalpitante e con gli occhi che seguivano tutti suoi movimenti, analizzando ogni sorriso e respiro.
Si diede dell'idiota.

Poggiato al muretto della pensione, Greg, guardava il cielo assente di nuvole. Sognava ad occhi aperti le labbra rosee di quella sconosciuta molto più di quanto lui stesso immaginasse. Alle volte sentiva  di amare Vynil, e aundo questo sentimento prendeva piede rendendolo manifesto, Micheila, gli appariva di fronte facendogli vorticare la testa in maniera assurda. Ancora ricordava quegl'occhi delusi quando, con non curanza, diede uno stampino a Vynil, avrebbe voluto andare da lei e impedirle di scappare. Perché era questo che lei faceva, gli sfuggiva facendolo tribolare ulteriormente.
Alle volte di notte, con passo felpato e scansando il corpo troppo ubriaco di Johnny -suo fratello minore-, giungeva sino alla loro camera e fissava intensamente quel numero scritto in piombo sulla porta: 257.
Delle mattine, invece, si meravigliava mentre la guardava quasi assorbito da lei, mentre con un sorriso sulle labbra -assieme a Clash- pulivano la pensione. Continuava a darsi dell'idiota, continuava ad essere geloso marcio di Donnie, che continuamente la provocava, facendola arrossire, oppure ridere dalle troppe battute ironiche scambiatesi. Li vedeva -quasi- perfetti assieme, come fossero stati Jessie e Lestat di Queen Of The Danmend, corrispondendi l'una all'altro.
Addirittura quando faceva sesso con Vynil gli pareva di sentirla, magari ridere o solo percepirla; neanche fosse la sua emanazione. Era in quei momenti che abbandonava il corpo di Vynil, si rimetteva i pantaloni senza boxer -miracolo divino che non si ferisse- e se ne andava a zonzo per la casa, lasciando lei arrabbiata e insoddisfatta.
Sbattè la testa al muro, l'urto gli provocò un lieve dolore ma lei era sempre lì, come un tarlo ad ossessionarlo.
Cos'aveva di così speciale? Perché?
Ci aveva impiegato anni a non farsi più condizionare a quel modo dalle persone, e questa arriva gli versa la birra addosso, una sigaretta e già si liquefà per lei?! Sì, doveva essere impazzito, così, preso dalla foga, prese le chiavi e fece per dirigersi verso la moto.
Nella via del "Non ritorno" incontrò Micheila, la quale lo salutò timidamente e lui -forse per liberazione o forse solo perché incavolato con la stessa ragazza e con il suo inconscio- non la degnò di uno sguardo. Fece finta che non esistesse, chissà era forse quello il metodo migliore per dimenticare una donna che non si è mai posseduto.
Mai amato.

Se avesse avuto la facoltà cognitiva di un pazzo si sarebbe sparato nelle palle, lì in quell'istante. 
Come cazzo gli era saltato in mente di gridere il suo nome, anziché quello della propria "Donna", nel momento dell'orgasmo?!
Aveva perso la testa, la vedeva, la sentiva da tutte le parti e lui era sempre più confuso su tutto. Si sistemò i pantaloni e cercò di ordinarsi i suoi capelli post-coito ma ciò che ottenne fu solo un groviglio uticcio. 
Aveva il magone allo stomaco, manco fosse all'esame di maturità; cosa gli stava accadendo?
Si diresse a passo svogliato verso il WacDonal's (***), doveva pur lavorare non era un fancazzista, ma discorsi ironici a parte, nel medesimo istante in cui fece per solcare la soglia del retro bottega, Donnie lo chiamò. 
Voltandosi verso di lui -non lo avesse mai fatto- notò anche la minuta figura al suo fianco che, con sguardo duro, lo osservava. «Sei a lavoro?» chiese Donnie dandogli una spallata in senso amichevole, cosa che Greg non apprezzò assolutamente.
«No, guarda ci coltivo le patate qui... Ovvio decerebrato!» gli urlò, mentre con foga aprì e richiuse la porta con rabbia, ripensandoci con il senno di poi di autoproclamò Figlio di Puttana.

Si diresse verso il Making Joy, la più famosa "discoteca" della zona, la sigaretta tra le pieghe delle labbra mente, con una strana sensazione, canticchiava il testo di una nuova canzone.

«Why Its so hard. To find someone. Who cares about you» e cantava, cantava disperato mentre i due volti delle due ragazze si univano, mischiavano, confondevano nella sua mente. Era confuso, forse troppo.
Il suo cuore urlava di andare da Micheila, di... non sapeva neanche lui cosa fare.
Il suo corpo, invece, lo trasportava verso quella bellezza "Alternativa" e "Violenta" di Vynil.
La sua mente, stava esplodendo perché vedeva solo quel'occhi cangianti di quella moretta, che non sapeva nemmeno descrivere dal batticure che aveva. 
Con fare sensuale fece dei passi all'indietro, portandosi con sé l'asta che, come per magia, finiva sempre tra le sue gambe fasciate dai jeans strappati ad arte.
Il suo sguardo sulle due ragazze che, così diverse, lo tormentavano. 
Una giravolta, che gli sembrò infinita, forse avrebbe potuto averle entrabe, forse...
Ma non terminò mai la frase, perché, mentre la canzone terminava, vide Micheila voltarsi e, dietro di lei, un Donnie divertito la squadrava per poi riversare lo sguardo su di lui.
La stessa cosa fece lui, capelli neri all'indietro e occhi azzurro mare gli definivano il volto, mentre il fisico e slanciato rivestito da una canotta grigia e dei Jeans gli fasciavano il corpo. 
Forse... pensò, Forse...


Fine




(*) Canzone dei Three Days Grace - Someone Who Cares,
(**) Seconda canzone dei Three Days Grace - Broken Glass.
(***) E' un famoso fast food in Giappone, anche se ha il nome un pò ambiguo (Degno di Vynil insomma -Sì, tifo per me! XD-!!).
[I testi di ambedue le canzoni non mi appartengono assolutamente, si prega di non fraintendere le mie intenzioni. Grazie]

   
 
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