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Autore: Like an Undead    20/03/2013    3 recensioni
La storia parla di Killer Shizuku, una giovane dona in carriera che dal primo capitolo decide di licenziarsi per tornare dal suo amico d'infanzia Kyo-Chan, ma questo amico...la vedrà solo come un'amica?
Tra promesse, ricordi, baci rubati e quant'altro ecco il mio ennesimo delirio!
By Killer Shizuku
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kyoya Hibari, Nuovo Personaggio, Reborn, Tsunayoshi Sawada
Note: OOC | Avvertimenti: Non-con
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Capitolo 1: Un'impiegata a New York

 

Camminando per il centro città si possono incontrare diversi tipi di persone, da quelle snob con la puzza sotto il naso, allo straccione senza tetto.

Io faccio parte della più triste delle categorie: quella degli impiegati schiavizzati.

Ma come sono arrivata ad esserlo?

Beh, è piuttosto semplice.

Vivevo in un piccolo comune giapponese di nome Namimori, non era nulla di speciale, ma l’aria che si respirava era sicuramente diversa da quella della metropoli in cui abito ora, ovvero New York in America.

Mio padre era un alcolizzato che si lanciava i piatti e tra un po’ anche i coltelli con mia madre, altra pazza furiosa. 

Entrambi molto sani e simpatici, mi malmenavano alla prima parola che cercavo di dire per farli smettere con i loro brutti vizi, ma i miei genitori non sono mai brillati per la loro gentilezza e delicatezza. 

Mi capitava spesso di piangere e disperarmi per questo motivo, ma a consolarmi c'era sempre il mio amico più caro, Kyo-Chan.

Mia madre mi ha lasciato l’anno scorso a causa di una malattia causatale dall’alcol, ovvero la “cirrosi epatica”. 

Dei medici di città avrebbero potuto curare la sua malattia, ma lei si opponeva con tutta se stessa al trapianto di fegato, e così è morta. 

Devo dire che mio padre ha dimostrato per l’ennesima volta di non avere cuore, infatti nonostante la condizione della mia genitrice, continuava ad urlarle contro, in più al suo funerale sembrava che non gliene importasse nulla e che avrebbe voluto andarsene per la noia. 

In quel momento decisi di cambiare vita anche se adesso non è poi così migliorata.

Quando me ne andai promisi a Kyo-Chan che sarei sicuramente tornata un giorno, ma ad una condizione: solo se lui avesse fatto il bravo seguendo sempre le regole e non alcolizzandosi mai.

Partii poi per l'America dove senza grossi problemi mi diplomai, laureai e trovai anche il lavoro dei miei sogni, che però non si è rivelato proprio quello in cui speravo.

Questa mattina, dopo essermi svegliata con mezz’ora di ritardo, ho perso il treno delle 8.00 e quindi ho corso come una forsennata fino al mio posto di lavoro, tutto questo prima che mi rendessi conto che è domenica.

A ricordarmi che si tratta di un giorno festivo è stato l’inserviente del piano, che come al solito si diverte a vedermi disperata. 

Mi chiamo Killer Shizuku, ho 22 anni e…diciamolo, non sono la persona più fortunata di questo mondo.

Lavoro come assistente del direttore della rivista di moda "ELLE" e non è per niente come mi aspettavo all’inizio della mia carriera, se così si può definire.

Le mie giornate potrebbero essere definite emozionanti, se le guardassi dal punto di vista di una formica. 

Normalmente mi sveglio verso le 6.00, prendo un caffè e aspetto che mi consegnino il giornale, dopo averlo letto però mi rendo conto di essere in ritardo e allora di corsa raggiungo la stazione. 

Il treno passa alle otto in punto e questa è la mia condanna, infatti riesco a salirci due volte su sei. 

Dopo aver perso il treno, e mi chiedo perché mi continui ad ostinare sul volerlo prendere, mi avvio verso l'ufficio che raggiungo suppergiù alle 8.20, se corro. 

Neanche il tempo di levarmi la giacca, che mi piombano addosso decine di migliaia di scartoffie varie, che mi tocca selezionare e passare al direttore. 

Ovviamente quest’ultimo non è detto che voglia firmare le carte, per questo motivo sono costretta a corrergli dietro per costringerlo a scriverci sopra il suo dannatissimo nome. 

In poche parole, la mia vita gira intorno al "cappuccino" del mio capo. 

Finalmente dopo le 12.30 ho un po’ di tempo libero per mettere qualcosa sotto i denti, ma questo “qualcosa” è sempre il solito panino di gomma che vendono nel bar di fronte al palazzo dove lavoro.

Sono sempre stata la numero uno in tutto, tranne che nelle faccende come il lavoro che conduco oggi.

Ogni volta che mi capita di fare qualcosa che ha a che fare con la mia vita lavorativa, nonostante sia di sicuro la migliore, il mio fastidioso e orgoglioso capo mi ignora e da' il "primo posto" ad un altra persona.

Il mio capo è una persona alquanto…particolare; se nelle frasi che gli vengono rivolte non vi sono parole come "soldi" oppure "enormi bombe" (e capite di che "bombe" parlo) non presta la minima attenzione al discorso.

Ricordo ancora il giorno in cui sono stata assunta…ero piena di speranze e pronta a tutto, o almeno così credevo fino a prima di incontrarlo: David Richmond, l'uomo più odioso su questa terra, e anche il mio nuovo direttore, ma dettagli..

Non ero riuscita neanche a mettere piede nel mio nuovo ufficio, così lo chiamano ma era ed è tutt'ora una scrivania in corridoio, che mi avevano già sommerso di incarichi, tra i quali quello di andare a comprare la colazione al mio "dolcissimo" capo, o come ama definirsi lui "Cowboy Delle Puledrine" e questo dice tutto.

Insomma, tutto lascia capire che vi era un'esatta frase per descriverlo: L'uomo dai seri problemi ormonali e psicologici".

Tornando alla prima colazione, lui ama il cappuccino, ma attenzione, la panna deve essere assolutamente alla fragola di bosco e a forma di cuore, altrimenti non lo turca neanche sotto ricatto, cosa che si è ripetuta un centinaio di volte dall'inizio della mia carriera.

Solo ora capisco come mai fosse stato così semplice trovare quel posto di lavoro: nessuno lo voleva.

Ma con me è peggio ancora, perché dopo aver provato a sedurmi e a portarmi a letto, ma ovviamente con un sonoro ceffone in risposta, lui non mi ha licenziata, ha preferito tenermi con se per torturarmi fino allo sfinimento!

Ed eccomi di nuovo qui, al bar per cercare di mettere sotto i denti un dannatissimo panino di gomma, ma diverso dal solito: questa era la gomma domenicale.

Mentre addento bruscamente il "panino" un'idea pazza mi si intrufola nella mente dopo aver visto il calendario, oggi è il 3 maggio, ciò significa che tra due giorni è il compleanno di Kyo-Chan!

E io ovviamente senza secondi fini, lo raggiungerò e manterrò la mia promessa!

Si ma adesso….che gli dico a Richmond?

Angolino oscuro dell'autrice: Grazie a tutti quelli che hanno letto questo mio delirio! Spero non sia troppo stupido ^^' e che vi sia piaciuto almeno un pochino xD Chi sarà mai Kyo-Chan? Sono sicura che l'avete capito, ma comunque...lo scoprirete nel prossimo capitolo che non so quando e se lo metterò (troppo da studiare xD) ciao! Al prossimo cappy!

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