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Autore: Chancellor_and_the_Cabinet    20/03/2013    4 recensioni
La vita di Cecily è stata decisa a tavolino dal padre, il potente ed autoritario - per non dire malvagio - Signore di Fort Primer. Nulla le è consentito se non è stato lui ad ordinarlo, nemmeno decidere se sposarsi e chi sposare. Ma la sua vita cambia radicalmente quando la tanto temuta invasione dei Barbari giungerà a stravolgere i piani di chiunque, a portare morte, distruzione e, nel suo particolare caso, la speranza di una vita finalmente libera. Sempre che riesca a sopravvivere ai pericoli e le battaglie che il destino le ha riservato in futuro. Il futuro però comprende anche l'aiuto insperato d'un giovane coraggioso...
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

 

 

 

 

 

Hector Wilbur Arrow, Signore di Fort Primer e terre limitrofe, Conte di Mash-on-Lynn e Primo Giostriere del Regno per volontà di sua Grazia l’Imperatore, aveva un forte mal di denti quella mattina. Era stato il dolore a svegliarlo, facendogli aprire gli occhi sul proprio morbidissimo guanciale, già illuminato dal sole del mezzodì. Era rimasto a fissare i tendaggi in pregiato velluto rosso del proprio letto a baldacchino e ad ascoltare il russare pigro dell’uomo di guardia, che aveva probabilmente abbandonato il viso flaccido contro il petto e si era addormentato. Di tanto in tanto pensava che lo avrebbe fatto bandire dalle sue terre. O magari lo avrebbe fatto bollire del cuoco. Vivo, preferibilmente.

Eppure, né il mal di denti né l’irritazione per quell’inetto riuscivano a fargli perdere il buonumore. Gli si leggeva nello sguardo orgoglioso e determinato, nel mezzo ghigno di furbizia che gli increspava le labbra, pure nella fronte liscia e priva delle rughe dei crucci. Gli si leggeva ovunque che era soddisfatto. Intimamente soddisfatto, incredibilmente compiaciuto. E ne aveva ben donde: tutto quello che sarebbe accaduto quel giorno era merito suo. Aveva messo in campo tutta la sua diplomazia, le sue strategie e, soprattutto, tutta la sua forza fisica perché quell’alleanza fosse siglata. E ci era voluto parecchio tempo e qualche goccia di sangue in più di quello che aveva calcolato: alcuni dei suoi consiglieri, malfidati o forse solo troppo ingenui, ci avevano perso la testa. Letteralmente.

Ma il Signore di Fort Primer era sempre stato certo della riuscita dei suoi piani. Non a caso, lo chiamavano “L’Inesorabile”. Inesorabile, lo era davvero, ma anche superbo, eccessivamente vanitoso, spregevolmente calcolatore e, quando ne aveva l’occasione,  funestamente sanguinario. Gli appellativi, in effetti, per lui si sprecavano. Per sua moglie era il Padrone, per la sua gente era il Tormento e per la sua Corte era semplicemente il Male. Il Male lo era, ma, se confrontato ai Barbari, be’… era decisamente il Male minore. Meglio leccare i piedi a lui che guardarli da sotto terra, i piedi degli altri.

Quel giorno era il suo trionfo. Quel giorno avrebbe messo al sicuro il suo potere per tutti i giorni a venire. Quel giorno sarebbe stato il giorno dell’Alleanza con Petronius, il più potente dei Signori delle terre vicine, che spadroneggiava scelleratamente su cento ettari di fertilissimo terreno coltivato e più di mille vilissime anime, fra servitù, cavalieri e contadini.

Era davvero riuscito nel suo intento. Il patto era praticamente già siglato, poco importa che includesse anche il matrimonio di Petronius con la propria figlia, una volta che avesse raggiunto i sedici anni. Era sua figlia, dopotutto: era suo pieno diritto farne quello che voleva.

Ghignava ancora quando si alzò finalmente dal letto. Si diresse velocemente verso le porte, le spalancò con gran frastuono, svegliando la guardia incauta. Ad essa si rivolse con tono cordiale:

“Credete che sia una bella giornata?”

Signore…” L’uomo era confuso, un po’ per il sonno un po’ per l’irruenza dell’altro.

“Allora indossate qualcosa di nuovo. Indossate un cappio”.

“Ma io…

“Vi servirà. Abbiate fede, vi servirà”.

 

  
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