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Choose me.
Le
nuvole oggi sono un
po’ troppo scure e minacciose per i
miei gusti. O forse sono io a vedere tutto nero.
Inspiro e butto fuori tutta l’aria dalle guancie come se
dovessi prepararmi a
fare sessanta vasche di fila a stile libero e poi rotolo su un fianco,
lasciando che l’erba verde mi pizzichi la pelle.
Ma cosa sto aspettando? Harry non verrà. Non oggi. Non
più.
Mi assale l’improvvisa consapevolezza di averlo perso.
È così, l’ho perso. E
tutto per il mio stupido e imperdonabile errore. Cosa credevo? Che
scattasse
l’amore come nelle favole e tutti felici e contenti? Non
c’ho mai creduto per
queste ragionevoli ragioni:
1) i miei aggraziati piedini hanno raggiunto l’allarmante
numero 43 alla
tutt’altro che veneranda età di tredici anni di
vita e di conseguenza ho perso
la speranza di veder arrivare il mio principe azzurro al galoppo,
trasportando
sotto l’ascella a mo’ di lancia la mia
“scarpetta” per poi tentare inutilmente
di infilarla nel tronco d’albero che mi ritrovo come piede;
2) in seconda media ho tentato di rifilare al mio compagno di banco un
filtro
d’amore fasullo che credevo opera della magia oscura di una
potente maga. Dire
che non ha funzionato è superfluo.
3) non ci è bisogno di un punto tre, scommetto che vi avevo
già convinti al
punto uno, non è vero?
Beh sta di fatto che, seguendo e superando i miei standard, ho combinato un vero casino. In poche
parole è la classica
storia da film: lei e lui amici da una vita, lei si dichiara e fa il patatrac. Peccato che la mia vita non si
concluda altrettanto bene.
E questo omettendo che non mi sono dichiarata al chiaro di luna o
mentre ci
preparavamo per il ballo della scuola o al momento del sì.
No, troppo banale,
troppo ovvio.
Eravamo a una festa, questo sì. Prima mi sono fatta
convincere a bere qualche birra
di troppo (io che non reggo neanche lo champagne) e poi-
chissà cosa avrò avuto
nella mia testolina?-sono andata dritta nelle braccia del mio migliore
amico
per dichiarargli quanto sono pazza d’amore
per lui.
Insomma la migliore figura di merda di tutti i tempi. Mi riparo dai
raggi del
sole, nascondendo
il viso fra i ciuffi
d’erba, come se potessero scacciare quell’orribile,
orribile ricordo dalla mia
mente confusa. Tutto inutile.
Potevo anche trasformarla in una semplice gaffe data
dall’eccesso di alcool, se
solo non mi avesse guardata negli occhi. Se solo non ci conoscessimo
dai tempi
dell’asilo, forse non avrebbe capito tutto in una
nanosecondo, come invece a
fatto. Ha scoperto l’unico segreto che gli ho mai tenuto
nascosto. Quello di
cui allo stesso tempo faceva e non faceva parte.
È bastato a sconvolgerlo a tal punto da praticamente fuggire
via dalla festa,
lasciandomi lì tra le risate di tutti. Lì, sola
con la mia vergogna terribile.
Mi sfugge un gemito. Batto le palpebre nel disperato tentativo di
scacciare
quelle lacrime fastidiose che ultimamente fanno capolino troppo spesso
agli
angoli degli occhi e mi siedo, avvolgendo con le braccia, le mie
ginocchia
magre.
E non ci sono solo io a complicare la situazione, ma anche Violet, la
sua
ragazza. Avevo un rapporto carino con lei, prima della serata-impossibile-da-dimenticare.
E il brutto è che so anche che
tra loro le cose vanno alla grande..
o
andavano, non so se la mia nuova presa di posizione ha cambiato
qualcosa nel
loro rapporto anche se stento a crederlo.
Sospiro e appoggio il mento sulle braccia, fissando distrattamente i
bambini
che giocano a calcio e i vecchietti che si sfidano a colpi di scacchi.
Devo
avere proprio una faccia depressa quando incrocio il suo
sguardo perché la prima cosa di cui mi accorgo
è l’iniziale
preoccupazione, dopo ci vedo la consapevolezza e un dolore profondo,
che poi è
specchio del mio.
Per un momento non c’è nient’altro
tranne noi e il mondo sembra essersi fermato
in attesa di una sua reazione. Che puntualmente è quella
sbagliata.
Volge lo sguardo altrove e, con le mani in tasca, gira i tacchi e se ne
va.
Rimango spiazzata inizialmente, non riesco a far altro che guardarlo
allontanarsi con la bocca aperta e il cuore che si frantuma pezzo a
pezzo,
lentamente, come per farmi soffrire il doppio.
E all’improvviso, quasi senza accorgermene, scatto in piedi,
traballando un po’
–maledette gambe- con tutte le probabilità in
preda a un attacco di pazzia
acuta, cerco il sasso più grosso e duro in circolazione.
Prendo la mira e lancio con tutta la forza che ho in corpo.
Lui sobbalza per il colpo o per la sorpresa e si volta con gli occhi
sgranati,guardando me, la mia mano ancora aperta e poi ancora me,
incapace di
credere a quello che vede.
Prima che anch’io mi chieda se stia diventando
definitivamente un’ameba o che
qualcuno chiami la polizia per aggressione, parlo, anzi urlo.
“Dove credi di andare stupido smidollato che non sei altro?-
domanda retorica
ovviamente, non ho la benché minima intenzione di lasciarlo
parlare- Se avessi
un po’ di rispetto per la nostra amicizia, o perlomeno per
quello che ne è
rimasto, parleresti con me. E invece tu che fai? Dai le tue
conclusioni.. come
tutti gli uomini dopotutto! Ma bravo! Dimostra di avere un po’ di fegato,
stasera ti aspetto al tetto.
Per chiarimenti o per mettere la parola fine a..a tutto.”
La voce alla fine si spezza e non reggo più lo sguardo
allucinato di Harry
sulle mie guance bagnate e sulle gambe tremanti. Mi volto, afferro la
borsa
abbandonata sull’erba e scappo. Scappo da tutto e da tutti.
Non faccio nemmeno in tempo a sentire il vecchietto che con una sonoro
pacca
sulla schiena di Harry esclama: “è una tutto pepe
la tua ragazza!”
Forse mi avrebbe fatto sentire meglio, quel benedetto vecchietto,
perché in
quel momento mi sentivo tutto tranne che pepata.
~
Con
il dito
sfioro le stelle luminose di questa sera e le chiamo per nome, come
vecchie
amiche.
Come vorrei essere lontana anni luce. E invece eccomi qui, sdraiata
sulle
tegole ruvide vicino alla finestra della mia camera, con le luci di
casa tutte
spente, per poter osservare quei pallini luminosi che fanno sembrare
tutti i
problemi della Terra così inutili e minuscoli, come granelli
di polvere.
Sospiro, stasera non funziona però. Non sono concentrata
sulla cosa giusta,
penso solo al rumore dei passi di Harry quando si arrampica dal melo di
casa
sua per raggiungermi qui, il nostro posto segreto, lontano dagli occhi
di
tutti, lontano dagli occhi del mondo.
Chiudo gli occhi e mi pare di sentirli anche ora. Devo averci fatto
l’abitudine
ormai. So che stasera rimarrò sola di fronte
all’immensità dell’universo.
“Che fai? Prima attenti alla mia vita e poi dormi?”
Scatto a sedere, così vado a sbattere dritta con la testa di
Harry che mi
guardava sottosopra, chissà da quanto tempo.
Balbetto qualcosa, inebetita, non so se dalla botta o dalla comparsa
improvvisa. Lui ridacchia e per un attimo sembra tutto come i vecchi
tempi.
Giusto un attimo.
“Hope.. io voglio che tu capisca che sono molto confuso
adesso. Non voglio in
alcun modo ferirti, perciò non credere che ti eviti apposta
o cose del genere,
intesi?”
Non lo guardo negli occhi ma annuisco, mordendomi il labbro inferiore.
Sospiro. Credo che diventerà un hobby per me questa cosa del
sospirare di
continuo.
“Io..non so chi scegliere, capisci?” continua lui,
tormentandosi le mani in
modo tenerissimo.
Frena i cavalli. Ha detto che deve scegliere? Ma cosa deve scegliere? Il
modo in cui rifiutarmi?Vuole essere delicato per non ferire i miei
sentimenti?
Possibile che abbia capito quanto è profondo, quanto
è vero ciò che sento per
lui?
Il mio sguardo confuso incrocia il suo.
“Beh si..tra Violet e te.. la scelta non è facile
sai? Ho scoperto tutto così
di botto che..”
“Aspetta aspetta aspetta - lo interrompo- mi stai dicendo che
stai
riflettendo.. beh che stai pensando a noi due come..ecco..come
possibile
coppia?” dalla mia voce trapela tutto il mio sincero stupore.
“Non è quello che volevi?” Harry sembra
ancora più confuso di prima.
“Si, si..Certo! È più di quanto
sperassi!”
Quindi questo significa che effettivamente
ho una speranza? Che la qui presente Hope ha una speranza?
Se questa è la situazione cambiano le carte in tavola.
Fisso una tegola per un bel lasso di tempo e poi lo inchiodo con lo
sguardo, o
almeno questa era l’idea.
E inizio a parlare a raffica.
“Scegli me. So di chiederti un sacrificio. Ti sto pregando di
rinunciare ad una
ragazza perfetta per il dentifricio dimenticato aperto sul lavandino,
per il tè
senza zucchero, per quella stronza che ti ruba tutta la coperta, per i
film
drammatici. Ti chiedo di rinunciare alla bellezza in tutte le sue forme
per
prendere l'imperfezione, per accettarmi con i miei viaggi mentali, i
complessi,
le gambe grosse, le cicatrici fuori e dentro. Scegli me, anche se so
che non
riuscirò mai a renderti davvero felice. Scegli me
perché sono egoista, perché
ti amo ancora più di quelle persone che riescono ad
accettare il fatto che la
persona più importante della loro vita sia con
qualcun'altro. Scegli me perché
ti voglio molto più di chiunque altro.”
Mi rendo conto di non aver mai detto una cosa più vera di
questa solo quando ho
finito le parole e rimango senza fiato a fissare tutto ciò
che voglio, che
spero, che amo.
Tutto questo è Harry.
Adesso non si può più tornare indietro.
Come prevedevo, la prima risposta al mio discorso è il
silenzio assoluto. Occhi
negli occhi, rimaniamo zitti. E mi salta in testa un pensiero assurdo. Guardalo bene fin che puoi perché se
sceglie
Violet non lo rivedrai mai più.
Poi all’improvviso sorride. “Sai, credo di aver
deciso appena ho messo un piede
qui sopra. Quando ti ho vista coricata, mi è venuta in mente
una cosa successa
tipo una vita fa. Credo avessimo dieci anni, undici al massimo.
Probabilmente
non ricordi. Tu eri proprio lì e mi stavi insegnando nomi e
cognomi, quasi
quasi pure gli indirizzi di ogni stella mai scoperta. Alla fine,
soddisfatta ti
sei appoggiata sui gomiti, stendendo per bene la gambette da cavalletta
davanti
a te e indicando Andromeda hai detto: «Non è
bellissima?» e io ho risposto «Si»
ma non guardavo la stella, guardavo te.”
Ci misi una vita a decifrare le sue parole, quasi fosse un codice
latino del I
sec d.C. Fatto sta che quando me ne accorsi, era troppo tardi. Quando
me ne
accorsi, le sue labbra erano già sulle mie. Delicate e
fresche nella notte. In
quel momento, poteva esplodere anche tutto l’universo e non
me ne sarebbe
importato. Perché in quel momento ho capito che Harry aveva
scelto me.
Saaaaaaalve :D
Ebbene
si. Sono viva!
Dopo anni e anni (?) di assenza ingiustificata e ingiustificabile
rieccomi
all’attacco! YEEEEEEE
Fischiettando innocentemente farò
finta
di non ricordare la benedetta FF che non continuo da una secolo
– se c’è ancora
qualcuno laggiù che mi aspetta, la vostra attesa
sarà ripagata al più presto!
Mmm che altro dire? Spero che la nuova OS vi piaccia :)
Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate!
Recensite! Recensite! Recensite! *futura animatrice di folle*
Bacioo, Chiara.