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Autore: Julia of Elaja    20/03/2013    2 recensioni
SECONDA CLASSIFICATA al contest "Il triangolo no, non l'avevo considerato... Bessie invece l'ha fatto!" di BessieB.
Vi siete mai chiesti cosa fosse realmente successo quando il Barone Sanguinario ha ucciso Helena Corvonero? E, in tutto questo, c'è forse anche la presenza di una terza persona?
Per esempio... Godric Grifondoro?
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barone, Sanguinario, Corvonero, Godric, Helena, Corvonero, Priscilla, Corvonero, Tassorosso, Tosca, Tassorosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Helena era sempre stata una ragazza di classe: composta, sempre sulle sue… non la si vedeva mai in atteggiamenti irriverenti né tantomeno in baruffe e affini.
La grazia e la delicatezza dei suoi lineamenti, così simili a quelli di sua madre, la rendevano un’eterea bellezza, una perla meravigliosa e splendente.
I suoi lunghi capelli corvini erano morbidi al tatto, quasi impalpabili.
Gli occhi, così schivi, sembravano nascondere un oceano di segreti che lei sapeva tacere.
Una bellezza del genere, Godric, non l’aveva mai rimirata in vita sua.
“Avete intenzione di maritarla?”.
Il giorno prima lo aveva chiesto a Priscilla, la madre della giovane: ma lei, non aveva saputo rispondere alla sua domanda.
“Mia figlia è uno spirito libero. L’unico uomo che vorrebbe sposarla è il Barone, ma lei non acconsentirà mai alle nozze con lui. Libera è e libera vuole rimanere.”
Godric continuava a ripensare a Helena, così giovane eppure così determinata.
Aveva dato un diniego ad una proposta di matrimonio, per giunta al Barone… doveva ammetterlo, aveva coraggio da vendere quella Helena.
“Godric? Cosa vi turba?”
La voce di Tosca Tassorosso, sua amica fidata, lo raggiunse come da un altro pianeta.
Si girò lentamente, mentre la donna si sedeva al suo fianco.
“Ah, Tosca… strani pensieri si affacciano nella mia mente… possibile che alla mia età il mio cuore batta forte nella visione della perfezione fatta persona?”
Tosca sospirò, posandogli una mano su una spalla: “Chi ha rubato il vostro cuore, Godric?”
“Una fanciulla che non potrò avere. Un’anima libera, una gemma preziosa.”
La donna sorrise, poi ridacchiò sommessamente; “Credo di aver capito di chi parlate.”
Godric alzò il capo e la guardò, incuriosito.
“Non vi riferite forse alla bella Helena, figlia di Priscilla?”
Godric annuì, discostando lo sguardo dalla sua amica. “Come avete fatto a scoprirlo?”
Tosca ridacchiò nuovamente: “Sono giorni che vi scopro a fissarla, nel cortile interno! Oh, Godric, allora perché siete così triste? Perché così turbato? L’amore è una cosa bella: dovreste essere felice!”
“No, non lo sono. Io sono un adulto, non posso innamorarmi di una ragazza di appena diciassette anni. Inoltre, c’è già qualcun’altro interessato a lei.”
“Chi?”
“Il Barone Sanguinario. Le ha già chiesto di sposarlo, ma la ragazza ha rifiutato. Priscilla mi ha rivelato che lei vuole essere uno spirito libero, senza qualcuno che la incateni.”
“Non è detto che voi siate una catena. Voi potreste essere un compagno ideale per lei. Avanti, Godric, quante volte vi ho detto che anche voi siete uno spirito libero? Avete mai avuto una moglie? O una storia importante per voi? Nient’affatto. E cosa mi rispondevate, ogni volta che vi chiedevo se aveste intenzione di impegnarvi seriamente?”
“Che non avevo voglia di legarmi a qualcuno… che volevo essere...”
“Libero” concluse per lui la donna, sorridendogli. “Siete molto simili, non trovate?”
Godric si alzò in piedi: si sentiva rinfrancato, dopo quelle parole.
“E poi, se posso esprimere la mia opinione, la vostra differenza d’età non è poi incolmabile… Avete diciassette anni di differenza, vero,ma non è forse vero che l’amore non ha età?”.
L’uomo sorrise alla sua amica: “Vi ringrazio, Tosca. Ora mi sento molto meglio.”
“Buona fortuna, Godric” fece la donna, allontanandosi con un sorriso sul volto.
Godric uscì dalla Sala d’Ingresso, dirigendosi verso il grande giardino nel quale tutti i pomeriggi si intratteneva Helena.
Ad ogni passo, sentiva il suo cuore palpitare e i suoi battiti farsi sempre più forti.
La bocca gli si fece asciutta, la gola sembrava ardere.
Era giunto al chiostro: e lei era lì.
Distesa sul prato, la bella fanciulla era immersa nella lettura di un pesante volume rilegato in pelle; Helena sembrava davvero provenire da un altro mondo.
La pelle era nivea, perfetta; gli occhi, profondi, scrutavano febbrilmente le pagine del libro che aveva in grembo.
Godric, per la prima volta nella sua vita, sentì venir meno il suo coraggio per il quale era tanto famoso.
Possibile che una ragazza potesse provocare tutto ciò in lui?
Respirò a fondo; quel giorno era deciso più che mai a parlarle.
E fu con trepidazione e paura che le si avvicinò, cercando di fare meno rumore possibile.
La bella non staccava gli occhi dalle pagine del libro; l’uomo le si fece vicino, poi si schiarì rumorosamente la voce per segnalare la sua presenza.
La ragazza alzò finalmente lo sguardo e si ritrovò Godric davanti.
“Buongiorno” fece, con un piccolo cenno del capo.
“Buongiorno a voi, Helena. Cosa leggete di così interessante?”
“Una storia d’amore. Narra di un cavaliere e della sua bella” Godric notò che la giovane rifuggiva il suo sguardo: per vergogna o perché non voleva parargli?
“Interessante…” Godric si accovacciò e prese posto affianco a lei sul prato.
Helena lo scrutò, con sguardo indagatore: che cosa voleva quell’uomo da lei?
Tutto ciò che sapeva sul suo conto era che Godric era un uomo coraggioso, leale, carismatico; Cofondatore, assieme a sua madre, della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e… di bell’aspetto, da quanto lei potè vedere.
“Vorreste leggere un passo della storia per me?” chiese l’uomo, guardandola intensamente negli occhi.
Helena sentì le sue guancie pizzicare piacevolmente e un sorrisetto nascerle spontaneo; quell’uomo era davvero affascinante, con quella chioma castana così indomabile e gli occhi di quel verde intenso…
Si morse un labbro, poi riprese a leggere, questa volta a voce alta.
Ditemi cosa debbo fare, affinché il vostro cuore diventi il mio. Ditemi se debbo scalare una montagna, o combattere un esercito… perché io farò tutto ciò che voi mi chiederete. Sarei persino pronto a seguirvi in capo al mondo, purché voi diveniate mia sposa.
Ma la dolce Dedale scosse la testa, con un sorriso: “Dovrete darmi prova del vostro amore in un duello. Sapete bene che anche un altro uomo è interessato al mio amore. Datemi prova del vostro valore… chi dei due vincerà il duello avrà la mia mano.”
“E’ questo, dunque, ciò che mi separa da voi? Un duello? Ebbene, sconfiggerò il mio avversario e vi farò diventare mia moglie. Presto, mia cara, sarete tra le mie braccia.”
“Me lo auguro, giovane cavaliere.”
Agli occhi del suo uomo, ella appariva perfetta; ma dentro di sé, la ragazza covava altri sentimenti per altre persone, che erano ben lungi dalla perfezione.
“Sapete leggere davvero molto bene…” osservò Godric, mentre ammirava, estasiato, i delicati lineamenti della ragazza.
Helena gli sorrise, e i due si trovarono a fissarsi, l’uno negli occhi dell’altra.
“Vi ringrazio”
Godric si sentiva confuso: avrebbe dovuto cercare di continuare la conversazione, o la cosa avrebbe potuto infastidire la giovane? Lei era sempre così schiva con tutti… quell’aria di superiorità la rendeva così inaccessibile ai più…
Helena, intanto, osservava con attenzione il giovane uomo affianco a lei: aveva un buon profumo, le ricordava i pini della foresta, quella vicino alla quale si trovava la sua casa…
Aveva occhi profondi, sinceri… sembrava intimorito, nonostante fosse l’uomo più coraggioso che esistesse al tempo.
“C’è un’ombra nei vostri occhi… qualcosa vi turba?” chiese Helena, avvicinandosi pericolosamente a lui.
Godric deglutì: prepotente, dentro di lui, si faceva sentire la voglia di baciare Helena, di abbracciarla e di dirle quanto avrebbe voluto averla per sé. Evitava apposta lo sguardo della ragazza, consapevole che avrebbe potuto cedere alla tentazione da un momento all’altro.
“Io… sto bene, non c’è nulla che non vada…”
“Ne siete sicuro? E allora perché siete così teso?”
“E’ che… ci sono dei pensieri che affollano la mia mente e pesano sul mio cuore. Preoccupazioni di cui dovrei disfarmi, e che invece non riesco a cancellare”.
“E io potrei aiutarvi?” chiese la ragazza.
Godric la guardò, finalmente, e socchiuse leggermente le labbra.
“Io vorrei…”
“Si?”
“…Vorrei tanto che voi possiate aiutarmi, ma questo non è possibile. Ciò che vi chiederei non vi si addice, Helena.”
“Ma di cosa state parlando?”
Godric sospirò, rimettendosi in piedi.
“E’ stato un piacere passare del tempo con voi, ma ora debbo andar via.”
“No!”
Godric rimase basito: la ragazza voleva che lui rimanesse?
Helena abbassò lo sguardo, fissando intensamente l’erba sotto il suo mantello: “Ve ne prego, Godric, non andate via. Rimanete qui a farmi compagnia. Potreste raccontarmi di voi, delle vostre avventure… mia madre mi dice sempre che avete combattuto contro valorosi guerrieri e nemici… allora, perché non raccontarmi delle vostre esperienze?”.
Il cuore le martellava violentemente in petto: non sapeva neanche lei perché desiderasse così tanto che lui rimanesse lì, ma sapeva di volerlo ancora vicino a lei.
L’uomo, senza proferire parola, le sorrise e riprese posto affianco a lei.
“Vostra madre vi parla di me?” chiese.
“Sì. Spesso e volentieri mi parla di voi e degli altri Fondatori, di ciò che vi è successo, delle mille avventure passate insieme…”
“Allora, sapete già tutto ciò di cui vorrei raccontarvi.”
“Si, ma se sarete voi a narrarmi le vostre gesta, tutto sarà diverso… non credete?”
Godric rise e Helena anche.
“E va bene, Helena. Vi narrerò qualche aneddoto…”
Le ore giocarono a rincorrersi, mentre i due conversavano amabilmente distesi sul prato.
Ben presto il sole calò, lasciandoli a contemplare le stelle nel cielo, mentre la luna ancora non faceva capolino.
“Ah, la notte… il momento che più preferisco di tutta la giornata!” sospirò Helena con tono sognante.
“Ah sì?”
“Sì. Io sono nata di notte, sapete?”
“E’ una gran bella cosa, nascere di notte” fece Godric, in tono adulatore.
Helena ridacchiò sommessamente: “Siete davvero simpatico, Godric. A quanto pare, nonostante la vostra età, avete conservato uno spirito giovane.”
“Insinuate dire che sono forse un vecchio decrepito? Ho solo trentaquattro anni!”
“Solo?”
“Solo”
Risero insieme: la compagnia di Helena era piacevole e Godric non voleva andar via, avrebbe voluto passare tutta la notte lì con lei a parlare di tutto e di niente, a perdersi nei suoi occhi.
Se inizialmente le era sembrata fredda e schiva, con il passare delle ore la giovane donna si era fatta più confidenziale, mantenendo comunque una certa dignità.
“Direi che per me è arrivato il momento di rientrare. La cena sarà servita a breve, e non vorrei perdermi il gustoso banchetto.” fece la ragazza, alzandosi e sistemandosi meglio il mantello che indossava.
Godric si rimise in piedi e le propose di rivedersi l’indomani, nello stesso luogo, alla stessa ora.
“Ne sarò lieta.” rispose Helena, mentre le sue guancie si imporporavano piacevolmente.
Godric le baciò delicatamente la mano; “A domani, Helena.”
“A domani, Godric.”
Si allontanò, con il suo solito passo fluttuante.
Era bella; bella come nessun’altra.
“Io riuscirò ad avervi, Helena. Fosse l’ultima cosa che faccio!” si disse Godric, con la speranza che baluginava nel suo cuore.


   
 
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