Eccoci qui! Casa dolce casa! Posai le borse sul pavimento, mentre un profumino delizioso mi sollecitava le papille gustative. Vincenzo uscì dalla cucina e mi venne incontro, io, da parte mia, gli saltai al collo.
- Hey, hey! E' solo un mese che non ci vediamo sai? Non una vita! - Disse ridendo.
- Ma mi sei mancato! -Ci sedemmo a tavola e mangiai tutti i manicaretti che mia aveva preparato.
- Quindi alla fine avete deciso di essere amici? -
- Si...A me piace, però non voglio complicazioni sul lavoro, soprattutto se non so se questo sentimento sia reale o meno. - Mangiai un'altra forchettata. - Già le cose sono abbastanza complicate di per se. -- Ah! Alla fine hai scoperto chi era l'incappucciato? -
- No! - Dissi alzandomi improvvisamente da tavola. - Mi ero completamente dimenticata di lui! -
- Beh per lo meno hai qualche sospetto? - Era abituato al mio comportamento bizzarro, ci provava da anni a inculcarmi un minimo di galateo, ma ci aveva perso le speranze, io d'altra parte potevo essere me stessa solo con i miei amici e con la mia famiglia.
- In realtà no, sono sicura però che per ovvie ragioni non sia stato Tae. - Dissi risedendomi e arrossendo paurosamente.
- Beh adesso non ci pensare, vatti a fare una bella doccia e poi a nanna! Domani visto che sei libera dal lavoro andiamo a farci un giro in città così rinnoviamo un po' il tuo look. -
Entrai nella cabina doccia e lasciai che il getto d'acqua lavasse via i miei problemi.
Le cose stavano andando relativamente bene e questo mi preoccupava.
Le cose non mi andavano quasi mai bene, potevo essere una persona molto solare, amichevole e socievole, ma ognuno di noi ha un lato oscuro e io tenevo il mio ben nascosto.
Le lacrime cominciarono a rigarmi il viso, mescolandosi con il getto d'acqua. Ero stressata e confusa e … non lo sapevo nemmeno io.
Dopo quel pianto silenzioso, ma profondo, mi sentii un po' meglio. Augurai la buonanotte a Vincenzo e a Puli il mio pappagallino.
Posai la testa sul cuscino e l'ultima immagine che vidi prima di scivolare in un sonno profondo fu il viso sorridente di Taeyang.
Taeyang
Arrivarono a Milano in tarda serata, l'agenzia gli aveva offerto la possibilità di vivere in una villetta, nella periferia, un posto tranquillo e super accessoriato. Avrebbero vissuto tutti insieme, era davvero contento. Ultimamente erano troppo impegnati per potersi vedere, troppi impegni.
Decisero di ordinare la pizza per cena e beh che dire, anche la miglior pizza coreana non era lontanamente paragonabile. La pizza. Questo gli riportò in mente Victoria, lei che storcendo le labbra gli diceva: “Anche la miglior piazza fatta a Milano, non sarà mai paragonabile a quella di Napoli”. Era stato meno di 3 giorni fa, aveva scoperto che lei era nata si Inghilterra, ma che aveva praticamente vissuto a Napoli per tutta la sua vita. Aveva imparato qualcosa in più su di lei.
Era inutile, lei gli piaceva e anche tanto, solo che era rimasto scottato per troppe volte. Avere un qualsiasi tipo di relazione con una fan ti logorava dentro. Sapeva che i suoi amici, soprattutto Seungri se la spassavano alla grande, non sapeva come ci riuscissero.
Mentre era fuori a guardare le stelle arrivò Top.
- Hyung posso farti una domanda? -
- Dimmi Young-Bae. - Disse mettendosi al mio fianco.
- Young Bae, dimmi hai mai avuto un'avventura da una notte? -
- Raramente e dopo quando me ne rendevo conto, riuscivo solo ad odiare me stesso.-
- Vedi nella vita non c'è nulla di facile, siamo personaggi famosi e adesso lo diventeremo sempre di più. - Sospirò e poi mi guardò dritto negli occhi. -Siamo il sogno proibito di tante ragazze, loro ci cercano e fanno di tutto per realizzare il loro sogno. Noi siamo esseri umani e cediamo. -
Disse prendendomi per le spalle. - Abbiamo degli istinti e credimi dopo un po' i sensi di colpa spariscono e poi sai cosa resta? Il vuoto. - Lasciò cadere le braccia lungo fianchi.
- Non credere che sia facile, non lo è mai. -
- Hyung...- Non lo avevo mai visto così.
Sai è molto difficile trovare l'amore, l'amore vero, ma per noi è quasi impossibile.
- Acclamati da fan adoranti perdiamo la dimensione reale delle cose. Lo sappiamo. Sappiamo che probabilmente non saremo mai amati per quello che siamo. - Fece una piccola pausa. - Siamo come lupi affamati che si cibano del piacere momentaneo che viene loro donato. Solo questo. Non siamo peggiori né migliori di altri. -
Sorrisi amaramente, avevo capito.
- Ragazzi è arrivata la pizza! - Urlò Dae.
Stancamente mi trascinai fino alla porta-finestra.
- Dongsaeng, questo non significa che per noi non c'è speranza. Tutti noi abbiamo diritto di amare, ma per amare bisogna anche lasciarsi andare e credo che se lo farai sarai contento di averlo fatto. -
Mi sorpassò ed entrò in casa.