NdCrystalRose: si consiglia l'ascolto di "Sundown" dei Nightwish, tratta dalla score del film: http://www.youtube.com/watch?v=MSSzYsND2Yo
He was my North, my South, my East and West,
My working week and my Sunday rest,
My noon, my midnight, my talk, my song;
I thought that love would last forever: I was wrong.
The stars are not wanted now: put out every one;
Pack up the moon and dismantle the sun;
Pour away the ocean and sweep up the woods;
For nothing now can ever come to any good.
Funeral Blues – W. H. Auden
Kitee, cimitero cittadino, aprile 2014
Aprii con cura il piccolo cancello del
cimitero, feci un cenno con la testa al custode e percorsi il vialetto che da
un anno mi portava alla mia meta giornaliera.
È stato un anno difficile per tutti.
La verità su di me, lui ed Elvi è venuta a
galla insieme alla sconvolgente notizia della sua improvvisa scomparsa.
Il mondo della musica e l’opinione pubblica
finlandese è rimasta scossa per un bel po’.
Ma nessuno ci ha aiutato.
Noi, tutti, siamo crollati.
Chi più, chi meno ne ha risentito.
Quelli che sono stati male sul serio e che
si stanno riprendendo solo ora siamo stati io, sua madre e Tero.
Siamo crollati subito dopo il funerale.
Fan, gente comune erano tutti lì in chiesa a
darci sostegno mentre le note di “Walking in the air” risuonavano tra le mura
sacre, come aveva voluto lui.
Ma dopo, dopo non ci fu nessuno per noi.
Soli nel nostro dolore ci siamo aiutati tra
di noi, quando stavamo raggiungendo il punto di non ritorno.
Io per prima.
Mi sono chiusa per due giorni in camera da
letto con Elvi, a piangere abbracciata al suo cuscino.
Non facevo entrare nessuno, a parte Eirene
che prendeva Elvi per farla mangiare.
Io non ho toccato cibo per quattro giorni.
Al che, Marco e Jukka mi portarono di forza
in ospedale dove mi tennero per un paio di settimane in osservazione e mi
nutrivano con la forza.
Stavo peggiorando la mia situazione clinica.
In quel modo stavo rendendo vano il
sacrificio di Tuomas.
Mi dicevano che dovevo reagire, che lo
dovevo a Elvi.
Il punto era che non avevo più la forza di
andare avanti.
Il senso di colpa mi attanagliava.
E io, a parte Elvi, non avevo nessuno.
O così credevo.
Eirene e Soter insieme a Dion si erano
trasferiti a Kitee per aiutarmi con Elvi.
Tre mesi dopo il funerale avevo chiesto a
Marco di mettere nel capanno accanto a casa nostra tutti i fiori e gesti
d’affetto che arrivavano dai fan.
Non li volevo vedere, mi faceva talmente
male che, la sera stessa in cui finì il lavoro, mi piazzai davanti al capanno
con una tanica di benzina in mano, decisa a dargli fuoco.
Ma non lo feci. Non ne ebbi il coraggio.
E soprattutto non ne avevo il diritto.
Per Kirsti, la mamma di Tuomas, era stato un
duro colpo.
Non uscì di casa per qualche mese.
Anche se non lo ammette, dorme ancora nel
vecchio letto del figlio, circondata dai pupazzi della Disney e vecchi regali
dei fan.
Pentti e gli altri due figli cercavano di
aiutarla come potevano.
Finché un bel giorno venne a trovarmi e
andammo al cimitero insieme. Luogo che fino a quel momento ci rifiutavamo di
visitare. Avrebbe reso tutto più vero e reale di quanto già non fosse.
Decidemmo che dovevamo reagire, che dovevamo
esser forti per Elvi e per tutti gli altri.
Elvi andava tutti i giorni dai nonni,
l’adoravano.
Kirsti le stava insegnando a suonare il
piano, proprio come aveva fatto con il figlio.
Forse non sarebbe diventata una pianista
eccezionale, ma almeno le serviva per lenire il dolore.
E poi c’era lui, Tero.
Erano tutti presi a occuparsi di me, della
bambina e di Kirsti che nessuno si era accorto che anche lui stava male.
Aveva smesso di andare a lavoro.
Diceva che il suo lavoro non aveva più senso
senza la musica di Tuomas, che non aveva più senso entrare in uno studio di
registrazione senza avere la certezza che lui avrebbe varcato quella soglia o
sorridendo, se era di buon umore, o già mezzo sclerato, se erano indietro con
il lavoro.
Aveva perso un amico, il suo migliore amico.
Avevamo perso tutti il nostro faro e nessuno
di noi si era accorto di quanto fosse importante fino a quella sera in cui morì
su quel tavolo operatorio.
Di Tero me ne occupai io.
Lo portai con me da uno psicologo che fece
un lungo lavoro per fargli rielaborare il lutto.
Non ha ancora ripreso a lavorare ma ha
ripreso a sorridere.
E quanto a me, lo psicologo, è riuscito a
non farmi sentire in colpa. Non come prima almeno.
Un paio di mesi fa con Kirsti decidemmo che
forse era tempo di riporre le Korg in soffitta e di lasciare solo in pianoforte
in saletta.
Entrammo nella stanza e tutto era rimasto lì
come l’aveva lasciata lui.
Mi avvicinai alla tastiera più vicina per
staccare i cavi e smontarle dal cavalletto quando sentii l’anziana donna
piangere.
L’abbracciai e la portai fuori dalla
saletta.
L’abbiamo chiusa a chiave, solo io e lei
abbiamo una copia della chiave. Rimarrà tutto così.
In camera di Elvi ho appeso la foto che
Emppu ci aveva scattato al compleanno della bambina.
L’ho fatta ingrandire, ora ha le dimensioni
di un quadro.
La guardo malinconica tutti i giorni.
Mi manca il suo sorriso.
Mi manca il suo carattere.
Mi manca averlo con me.
Spesso, Elvi mi chiede se un giorno potremmo
andarlo a trovare su in cielo. Io le rispondo che un giorno sì andremo, ma che
per il momento noi dobbiamo restare qui. Lui ci osserva e ci protegge da là.
Ed eccola qui la lapide grigia con la sua
foto, nome e dedica.
“A great composer and musician.
A beloved father
and man”
-Ciao Tommi- dissi sedendomi di fronte alla
lapide.
Notai una bottiglia di birra Corona accanto
ai fiori.
Tero.
Era passato prima di me oggi.
Sorrisi con le lacrime agli occhi.
Rimasi un attimo in silenzio, rigirandomi la
fede all’anulare sinistro.
In teoria non dovrei nemmeno portarla.
Me le aveva date Petri, suo fratello, il
giorno del funerale.
Erano ancora quelle del 2009.
Semplici e dorate.
Nella mia c’era inciso all’interno, con un
corsivo elegante: “Tuomas”
Nella sua, invece: “Vivi Skye”
Quel giorno gliela misi all’anulare sinistro,
insieme alle medagliette militari al collo e agli spartiti delle sue prime
canzoni arrotolati fra le mani giunte, prima che la bara venisse chiusa per
sempre.
Poi mi misi la mia.
E da allora rimane lì.
-Elvi sta benone. La nostra piccola
peste…Le manchi sai? Non si separa mai dal peluche di Paperina. In qualche modo quel pupazzo, profuma ancora di te.
Finalmente ieri sera l’ho sentita strimpellare il piano con tua madre. Non è
ancora brava ma mi sembra portata. Te l’avevo detto che era genetico, no?-
ridacchiai.
-Ho visto Marco l’altro giorno, in paese. Mi
ha detto che tra qualche settimana entrerà in studio con i Tarot. Anche Emppu
se non sbaglio dovrebbe farlo con i Brother Firetribe. Finalmente hanno
ritrovato la voglia di suonare. Settimana l’altra sono stata all’inaugurazione della
scuola di musica di Jukka. L’ha chiamata “Wish of Night”, te l’avevo detto? Non
ricordo… Bè è un peccato che abbia deciso di appendere le bacchette al chiodo,
con tutte le offerte che ha ricevuto da altre band. “O i Nightwish o nulla” ha
detto…Hai lasciato un sacco di gente disoccupata. Ewo ha altre band di cui
occuparsi, ma voi, i suoi gioielli, gli mancate. Ma d’altronde senza di te non
ha senso andare avanti. Il suo ufficio sembra un tempio dedicato alla band.
Solo su una parete ha tutti i vostri premi mentre sulla parete dietro alla
scrivania, ha tutte le vostre foto, promozionali e non. Sulla scrivania ne ha
una con te scattata in non so quale aeroporto durante l’ultimo tour-
Feci una pausa e mi guardai intorno.
Il cimitero era deserto.
Faceva ancora freddo per essere Aprile.
-Ok, ok…te
lo dico. Mi sono trattenuta fin troppo a non dirtelo.
Domani abbiamo organizzato un concerto tributo per te all’Hartwall Areena. I
Nightwish sul palco per l’ultima volta. E sono riuscita a farti un po’ di
sorprese. Vabbè Anette ha accettato subito, è qui da una settimana che mi tiene
compagnia con Nemo e la nuova arrivata. Penso sia già venuta a trovarti. Dopo
un paio di giorni di chiamate, sono riuscita a rintracciare Tarja ed ha
accettato subito. Credo che verrà a trovarti dopo il concerto con la bambina.
Mi ha raccontato che è rimasta piuttosto sconvolta. In effetti mi ricordo che
al funerale era devastata. In fondo ti voleva ancora un bene dell’anima. E poi
sorpresa delle sorprese. Non indovinerai mai chi suonerà le tastiere al posto
tuo. Cioè non è che volevamo rimpiazzarti ma d’altronde solo una persona mi è
sembrata adatta per farlo. Ewo mi avrà maledetto in tutte le lingue del mondo
per quanto l’ho fatto dannare ma alla fine ce l’abbiamo fatta! Hans Zimmer
suonerà per te e per i Nightwish domani sera-
M’inginocchiai e accarezzai la foto di Too.
-Domani partiamo presto per Helsinki, quindi
non verrò. Ma tornerò dopo domani. Ti amo, non dimenticarlo-
Detto ciò, mi alzai, cercando di non
piangere come sempre.
Dovevo essere forte.
Lo dovevo a Elvi.
Era un suo
diritto.
At end of the river the sundown beams
All the relics of a life long lived
Here, weary traveler rest your wand
Sleep the journey from your eyes.
Turn Loose
the Mermaids - Nightwish
FINE.
Spazio
autrice:
Su
su, basta lacrime T.T sono la prima che piange.
E
così siamo giunti alla fine….Fa sempre male mettere la spunta su completa
quando si finisce una storia, quando si è troppo affezionati si cerca il modo
per non lasciarla andare. Questa finisce così. Con un finale che ha spiazzato
tutti, con Elvi e Violet Skye che devono ricominciare la loro vita quasi da
capo. Vivi sapeva che forse si sarebbe pentita di far conoscere padre e figlia,
anche se per poco, sa che in fondo ne è valsa la pena.
Il
destino ha voluto punire Violet per essere scappata in quel modo, la sera
dell’incidente, lo stesso con Tuomas. Per lui è stata una sorta di legge del
contrappasso: per essere perdonato in definitiva per tutto quello che aveva
fatto in passato e ciò che il suo vecchio modo di fare aveva causato negli
ultimi giorni doveva sacrificarsi per salvare Violet.
Sì
lo so, sono stata un po’ (ok forse tanto) crudele con i miei personaggi ma così
doveva essere fin dall’inizio. E poi era giusto per cambiare un po’, tra l’altro la dicitura “drammatico” era presente
fin dal primo capitolo quindi sapevate già che non sarebbe stata una
passeggiata XD
Ho
voluto spostare l’ultimo capitolo ad un anno dopo perché volevo farvi vedere il
quadro generale di tutta la famiglia Nightwish e non.
Sundown
mi è sembrata la più adatta per concludere, doveva essere
per forza una canzone
del Maestro <3 (sì, so che la frase “all the relics of
al life long lived”
sia fuori luogo ma la canzone è così! XD). Per quanto
riguarda la terzogenita di Nettan me lo sono inventata io di sana
pianta, speriamo che sia femmina! :P in realtà volevo aspettare
che partorisse ma mi sa che le mancano ancora un paio di settimane o
forse meno. Ah, mi scuso per l'epitaffio e la parola Nightwish scritto in modo abnorme ma in versione originale erano scritti con il font del logo dei Nightwish e fino all'anteprima qui su EFP si vedeva tutto regolare al momento di pubblicare si è sballato tutto. Ops!
Ringrazio
di tutto cuore TUTTI voi che avete letto in silenzio, so che ci siete quindi
kiitos!!!! :)
Altro
enorme grazie va a TUTTE le commentatrici: Villina92, petitecherie, Tallulah
Hetfield, Hermes, Nymphna, _Unkeksia_, _Whatshername_, Geneve, Karou96,
Evamusic ed _Escapist_ (se ho dimenticato qualcuna sorry!).
Grazie
anche chi ha messo la storia tra le seguite e preferite (e se qualcuno la
metterà tra le ricordate) e a chi commenterà il finale.
Grazie
anche chi la leggerà in futuro ed apprezzerà.
Kiitos
ai Nightwish che sono sempre la mia fonte di ispirazione :3
Boh
ci si vede alla prossima storia (ho una OS su The Sound da fare, almeno
ridete). Forse ora mi dedicherò alle OS, se avrete notato ho aperto due serie,
una su The Sound e l’altra “…Through my music, Through my silent devotion…” dove
metterò le OS sulla composizioni delle canzioni NW.
Vabbè il mio commento è più lungo del capitolo stesso XD
Un bacio a tutti,
Lalla.