Quanti giorni saranno mai passati ? Perdono. L'ho già detto che non so minimamente come concludere questa storia ? Forse il prossimo capitolo sarà il conclusivo per dedicarmi ad un'altra long. Ad ogni modo, ecco a voi !
Il bambino mise subito la testa dentro la macchina, e sia Unia che Kor riuscivano a sentire il suo piccolo cuoricino battere tanto forte da farlo quasi uscire fuori dasl petto.
"Va bene" disse Unia "Insegnami allora come si fa a non perdere il controllo. Ma niente catene. Niente gabbie. O dovrai dormire con un occhio aperto"
Kor le sorrise "Cominci a ragionare, uccellino" e cominciò ad avanzare verso la macchina, aprendo la portiera. Prendendo per il polso il bambino lo trascinò fuori dalla macchina, mentre quello strillava e si dibatteva. Unia avrebbe dovuto provare pietà, orrore, una qualsiasi emozione umana, ma si accorse solo dei lenti movimenti di Kor, e dell'impellente bisogno di fuggire via e allo stesso tempo di rimanere ancorata al suolo. Si chiese se nel momento in cui le lune dei morsi sarebbero svanite anche lei sarebbe potuta svanire con loro. "Vedi, uccellino, molti semplicemente squartano e si perdono tutto il divertimento. Lo hanno visto in qualche film di serie B, di sicuro." cominciò Kor, prendendo il bambino in braccio, accarezzandogli una guancia con la mano tumefatta "Invece a me piace non farli soffrire troppo. Guarda" Kor portò la testa del bambino all'indietro e allungò il mignolo, su cui troneggiava un unghio affilato come un rasoio, che puntò allla giugulare. Unia rimase immobile osservava il bambino e lo sentiva piangere, ma nonostante questo, non le importava.
Era un pianto lontano, qualcosa che non era veramente li accanto a lei, in quel momento. Kor con un colpo solo tagliò la gola al bambino che teneva ancora in braccio. Fu un gesto con il dito tanto veloce che il bambino non doveva essersene neanche accorto. Fiotti di sangue caddero a terra e sporcarono i vestiti di Kor, che si avvicinò ad Unia con il cadaverino in braccio, uno squarcio aperto nel collo. "Adesso" disse Kor, mostrandole il taglio "Apri i lembi di pelle, senza staccargli la testa, piano. Lascia perdere le ossa e poi fatti strada fino al cuore, su" Kor si appoggiò ad un albero, le braccia conserte, che si leccava il mignolo assorto, come se fosse un leccalecca.
Unia poggiò il corpo a terra e aiutandosi con le unghie e con i denti, lo aprì in due fino a che non riuscì a immergere completamente la testa dentro la sua cassa toracica, alla ricerca del cuore.