Avah chiedeva di Lindsay... eccola!
Buona lettura
Capitolo 05: Lindsay Monroe-Messer
Lindsay: "Wow. Ok, how weird is that? There's no way one of those could replace a real woman!"
Flack: "Oh, I don't know, Linds. They're not bad looking. Think of all the money a guy could save on dinner"
Lindsay: "A doll?! I mean, I could understand if you dump me for a real woman but a piece of plastic? What does she have that I don't have, huh?"
Flack: "Forgive my wife, she's not well... I'm gonna get you for that, Monroe. Big time"
Episodio 04x04: Sex, lies and silicone
Da sempre, molte persone avevano cercato di dire a Lindsay Monroe-Messer cosa fare della propria vita, ma, spesso, i loro suggerimenti erano caduti nel vuoto. Diventerai una bravissima maestra elementare qui a Bozeman, è sicuro, non aveva fatto altro che ripeterle sua nonna, mentre gli altri parenti annuivano soddisfatti. Ma Lindsay non aveva mai voluto fare la maestra; e men che meno progettava di rimanere per sempre nel Montana. Nei suoi sogni, prima di fermarsi e formarsi una famiglia, c’erano viaggi, avventure e sorprese. Poi, il destino si è messo di traverso, comunque… Comunque, New York era stata la sua scialuppa di salvataggio sotto più di un punto di vista. Era caotica, vero, sconvolgente, certo, e un po’ folle, sicuro; ma erano caratteristiche che associava anche a suo marito. Quindi non può essere troppo male, vero?
Così il semplice sogno di viaggiare e cambiare aria era diventato la realtà; ed in Montana non era più tornata. E quando le capitava di parlare con i suoi, la nostalgia svaniva subito al pensiero di tutto quello che aveva ottenuto. Abbassò lo sguardo ed incontrò la testolina di Lucy, delicatamente appoggiata nell'incavo del suo braccio. Starai scherzando, Lindsay! Non vorrai davvero portare le tua bimba in ospedale a tenere compagnia ad un tizio in coma? Le parole di sua madre l'avevano ferita su più livelli. Prima di tutto perché mettevano in dubbio la sua capacità di essere mamma e poi per il modo in cui era stato definito Flack. Lui non è un tizio qualunque che ha attraversato la mia strada per caso, è un mio amico. E non lo lascerò da solo.
***
Lindsay studiava con attenzione la scena, non volendo farsi scappare nemmeno il più piccolo dei dettagli. Le prove erano fondamentali in ogni caso, servivano per sbrogliare una matassa ingarbugliata che aveva quantomeno complicato la vita di un qualche sconosciuto. Raccoglierle, conservarle ed analizzare era tendere la mano alla richiesta muta arrivata alle sue orecchie. 'E stasera hanno un'importanza doppia per me, perché conosco benissimo la voce che mi chiede aiuto'. A pochi metri da lei, Jo stava parlando con uno degli agenti accorsi, mentre la Cooper se ne stava in disparte. La CSI non la degnò che di un fugace sguardo: aveva altro a cui pensare. Si accovacciò per guardare la pozza di sangue sull'asfalto. Non c'era alcun dubbio su chi fosse il suo proprietario, ma lei fece il suo lavoro diligentemente e ne raccolse un campione, etichettando la fiala con cura ed affetto, quasi.
Oltre al sangue, Lindsay raccolse un memo-book aperto su una delle pagine centrali, ed una penna nera. Li tenne stretti tra le mani coperte dai guanti di lattice e sorrise tristemente.
"Stava tornando a casa dopo il lavoro, ma, comunque, il suo blocchetto non l'ha lasciato in Centrale...", commentò Jo, sopraggiunta alle spalle della giovane.
"Lui è sempre un poliziotto... come Mac"
"Già. Metti che vede qualche infrazione e la deve segnare... o che gli viene ispirazione per qualche caso aperto..."
La Monroe non disse nulla, le parole di Jo erano talmente corrispondenti al vero che era superfluo qualsiasi commento.
"Ho telefonato a Mac. Don è in sala operatoria, e non sanno ancora nulla. Sanno solo che le sue tasche erano vuote, niente documenti, niente distintivo, nulla. Il suo turno era terminato circa due ore ore fa"
Lindsay si guardò attorno, usando anche la torcia per illuminare le zone più buie: "Qui non c'è nulla... la pistola?"
"Denunciarnone la scomparsa, credo sia la cosa migliore da fare. Magari chi l'ha aggredito non è molto intelligente e decide che è il caso di giocare a fare il poliziotto"
"Non è molto intelligente no, se ha deciso di colpire Flack...", la giovane continuò a pensare al distintivo dell'amico toccato dalle mani sbagliate. Sentì la rabbia montare.
"E Danny dov'è?", volle sapere Jo. Era strano, ma solo in quel momento si era accorta dell'assenza di Messer.
"È già a colloquio con gli Affari Interni. Come se lui c'entrasse qualcosa. Come se avesse organizzato con Flack chissà che numero di magia misterioso... li detesto", Lindsay dichiarò con astio. Aveva avuto modo di parlare con Danny solo per qualche minuto prima che gli Affari interni si intromettessero. E non poteva fare a meno di rivedere nella sua testa lo sguardo smarrito con cui l'aveva osservata.
Jo le si avvicinò per strizzarle una spalla. Sapeva che la sua frustrazione veniva principalmente dal non poter capire come se la stesse passando il marito. Sapeva che avrebbe voluto stargli accanto. "Dai, non pensarci adesso. Continuiamo con l'analisi della scena. Glielo dobbiamo".
***
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