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Autore: Ram92    21/03/2013    3 recensioni
I Malandrini scoprono il piccolo segreto di Remus.
Genere: Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Lasciatemi passare!- gridò Remus.
- Sennò che ci fai?
- Guarda che si arrabbia, Sirius. Non vorrai subire l’ira del piccolo Remus?
- Ragazzi, davvero, devo andare...
- Dove?
- Già, dove sparisci tutti i mesi?
- Non sono affari che vi riguardano!
- E invece sì- ribattè prontamente James –Il mese scorso sei scomparso senza farci copiare il tema di pozioni sulla Pietra di Luna, ad esempio.
- Ed abbiamo preso un voto infame.- concluse Sirius –Mi pare proprio che la cosa ci riguardi.
Peter, nel suo angolo, diede in una risatina soffocata.
Remus sbuffò irritato.
- Allora ci dici dove devi andare tanto di fretta?
- Ho detto che non sono affari vostri!
- Per me ha la ragazza e non vuole dirlo.
- No, James, non essere sciocco, e si vedrebbero solo una volta al mese?
- Può darsi, visto il tipo.
- Basta! Ho detto basta! Fatemi passare e basta!- Remus aveva preso la bacchetta e la puntava verso gli amici con fare minaccioso.
- Siamo isterici, eh?-  sussurrò Sirius, il sarcasmo nascondeva un tono vagamente preoccupato.
- Di’ non vorrai sfidarci, Remus?
- Lasciatemi solo passare.
- Smettila, Remus, dicci dove vai ogni mese.- gli comandò Sirius.
- No!
- Vorrà dire che dovremo passare alle maniere forti-  disse James lanciando uno sguardo d’intesa a Sirius.
I due guardarono l’amico con aria minacciosa, Remus arretrò di un passo, spaventato, tenendo salda in pugno la bacchetta. James scattò in avanti e lo atterrò mentre Sirius iniziava a fargli il solletico togliendogli la bacchetta di mano.
- Lasciatemi!
- Te la sei cercata, Remus, devi ammetterlo- disse James senza mollare la presa.
- Mai sfidare i Malandrini!- concluse Sirius.
Remus si divincolò e, riuscito a recuperare la bacchetta, la puntò sulla faccia di James.
- Petrificus tota...
Ma Sirius fu più veloce e con una botta riuscì a deviare l’incantesimo lontano dalla faccia di James.
- Expelliarmus-  gridò quest’ultimo rialzandosi in fretta.
- Che ti è preso?
- Mi dispiace, James, davvero, ma io devo...
- E’ così importante da colpire un amico?- intervenne Sirius minaccioso.
James non aveva ancora smesso di fissarlo, incredulo.
- Io…mi dispiace, mi dispiace Sirius...- gemette Remus, ma uno sguardo alla finestra lo fece sbiancare ancora di più.
- Che cosa succede, Remus?-  James che iniziava a preoccuparsi
- Io...non posso...io devo...per favore...- borbottò in risposta e improvvisamente scattò in avanti superando Sirius, oltre il quadro della Signora Grassa, attraversò il corridoio senza guardarsi indietro. Aveva poco tempo, così poco tempo...Non sentì il suono dei passi dietro di lui.
- Di cosa pensi che si tratti?- chiese Sirius, correndo
- Non lo so, ma qualunque cosa sia lo deve proprio sconvolgere.- fece James con voce ferma, serio come raramente Sirius lo aveva mai visto.
- Non penso sia una buona idea...- mugolò Peter pensando a come Remus aveva tentato di colpire poco prima.
- Smettila di lamentarti e cerca di non rimanere indietro!- gli gridò Sirius.
Remus continuava a correre, come impazzito. Scartò improvvisamente a sinistra in un passaggio che James non aveva mai notato. Correva, senza fermarsi, senza guardarsi indietro.
- Sta uscendo dal castello!- fece Sirius, che con uno scatto era balzato avanti agli altri due.
- Seguiamolo!- gli gridò di rimando James.
- Ma non possiamo uscire...- protestò Peter
- Non dovremmo neanche essere qui.- sbottò Sirius.
Un attimo dopo erano fuori, l’aria fredda di dicembre li colpì dritti in faccia, ma non si fermarono. Remus correva a rotta di collo giù per il pendio, senza mai fermarsi. Inciampò, si rialzò di scatto senza interrompere la sua corsa. James e Sirius guadagnarono terreno, ma lui rimaneva sempre avanti. Il cielo era ormai buio, solo poche nuvole coprivano la luna.
- Va verso il Platano Picchiatore!- gridò Sirius spaventato -Ma che gli è preso?
- Non lo so, forse ci vuole dissuadere dal seguirlo...- propose  James poco convinto.
- Ma si farà ammazzare!
- Dobbiamo fermarlo.- concluse James asciutto – Corri, Peter, avanti!
Sirius fece un altro scatto in avanti, mentre Remus si fermava, a pochi metri dal Platano guardandosi attorno.
- Remus!- gli gridò.
Il ragazzo lo degnò di uno sguardo frettoloso, poi tornò a scrutare il cielo per un istante, impallidendo più che mai. E tornò a guardare in terra, all’affannosa ricerca di qualcosa. I rami del Platano si sferzarono l’aria a pochi centimetri dalla sua testa mentre si chinava nel buio. Un attimo dopo Sirius gli fu addosso. Gli bloccò le braccia da dietro e lo tirò lontano dall’albero. Caddero a terra, James li raggiunse.
- Lasciami Sirius!- disse cercando di divincolarsi tendendo la mano verso un grosso ramo spezzato
- Ma sei impazzito?- ribatté quello tirando un calcio al ramo.
- Lasciami, Sirius, lasciami prima che...
Ma la luce della luna lo colpì  in pieno viso. Con un ultimo sforzo consapevole si liberò dalla stretta di Sirius gettandolo addosso a James, appena arrivato. I due caddero con un tonfo, alzarono gli occhi appena in tempo per vedere il corpo di Remus allungarsi e deformarsi in modo decisamente innaturale. Il suo urlo squarciò la quiete della notte. Le sue dita divennero artigli, i vestiti si lacerarono trasformandosi in un folto manto scuro. E il volto, il volto deformato da un’espressione di dolore atroce, si allungò improvvisamente, i denti si fecero aguzze zanne bianche, mentre il grido si trasformava in un lungo, doloroso ululato.
- Remus!- gridarono James e Sirius in coro.
Dietro di loro, Peter era immobilizzato dalla paura. La belva di fronte a loro alzò minacciosa una delle lunghe zampe e colpì con violenza il terreno a pochi millimetri dalla gamba di James. I ragazzi si alzarono di scatto e arretrarono di qualche passo, trascinando Peter con loro. Il Lupo li guardò torvo per un istante e si scagliò nuovamente sul gruppetto, mancandolo nuovamente di pochi centimetri, mentre i ragazzi non facevano che arretrare, atterriti.
- James, fatti venire in mente qualcosa!- gridò Sirius.
- Ci sto pensando!
Ma Remus si gettò in un nuovo attacco. James e Sirius ebbero la prontezza di scattare di lato. Un fiotto di sangue e un grido li avvertirono che Peter non era stato altrettanto veloce. Insieme si avventarono sulla bestia e la tirarono via dal corpo dell’amico. Peter strisciò un po’ più indietro nell’erba e afferrò la bacchetta puntandola al cuore del Lupo Mannaro, immobilizzato dagli altri due.
- Stupefi...
- No!- gridò Sirius buttando Peter a terra con un calcio.
- E’ Remus, Peter!- gridò James –Non devi fargli del male!
- Ma ci vuole uccidere!
- Non è in se’, idiota!- sbottò Sirius – Non lo vedi che sta male?
- James, attento!- gridò Peter
Ma non fece in tempo. Con una zampata la belva lo aveva scagliato a terra un paio di metri più in là.
Con uno sforzo enorme Sirius vinse la foga del Lupo Mannaro e lo gettò a terra, immobilizzandolo con un incantesimo.
- James!- gridò correndo dall’amico – James, tutto a posto?-Il sangue gli sgorgava copioso da tre profondi solchi sulla schiena.
- Sopravviverò.- ansimò.
- Ti sei fatto venire in mente qualcosa?- gli chiese aiutandolo a rialzarsi.
- Dobbiamo portarlo lontano da Hogwarts e tenerlo a bada, non c’è altra soluzione.- disse guardando la Foresta Proibita.
- Voi siete pazzi, pazzi! Volete veramente entrare nella Foresta Proibita?Con un Lupo Mannaro?- sbottò Peter, la voce più stridula di parola in parola.
- E tu che cosa proporresti di fare?- chiese sarcastico Sirius
- Chiamiamo qualche insegnante, ci penseranno loro, no?Sono più forti di noi, loro riusciranno a...
- No.- disse James, senza togliere gli occhi di dosso alla belva che fino a poco prima era stato uno dei suoi migliori amici. – Non sappiamo che intenzioni hanno, potrebbero fargli del male.
Peter sbuffò esasperato. Sirius lo guardò aggressivo, ma in quel momento il Lupo riprese a muoversi: l’effetto dell’incantesimo si era già esaurito.
- Prendete dei rami!- gridò James, bacchetta in pugno, chinandosi a raccogliere un paio di robusti tronchi da terra e passarli agli amici.
- Dobbiamo tenerlo a distanza, non deve assolutamente morderci, è chiaro?
- E tu- fece Sirius rivolto a Peter. – tu rimani con noi.
- Ma...
- Non possiamo rischiare che tu vada a piangere tra le sottane della McGranitt, devi capirlo questo.- gli spiegò James, cercando di sembrare il più comprensivo possibile.
Difendendosi alla meglio con il bastone e provocando piccole esplosioni con le bacchette, i tre riuscirono a spaventare il Lupo Mannaro e a farlo muovere verso la Foresta. Dopo un paio di tentativi Sirius riuscì a dare fuoco alla cima del suo ramo. Di tanto in tanto erano costretti ad immobilizzarlo per impedirgli la fuga, si fermavano per qualche secondo  poi ripartivano. James arrancava soffocando gemiti di dolore e Peter si guardava furtivo attorno.
- Dovresti riposare- commentò Sirius lanciando un’occhiata a James.
- Dobbiamo restare insieme, da soli non potete farcela.- rispose lui, la voce rotta dal dolore.
La Foresta si chiudeva attorno a loro, il silenzio e il buio si fecero spaventosamente profondi. Peter era sempre più spaventato, ad ogni minimo rumore dava in uno scatto nervoso con un leggero squittìo.
- Non possiamo andare avanti così per tutta la notte- commentò Sirius, esausto, mentre faceva scoppiare l’ennesima piccola esplosione accanto al Lupo appena liberatosi dall’incanto immobilizzante di James.
- Dobbiamo legarlo, James. Abbiamo bisogno di riposo, soprattutto te.

                                                                                 
                                                                                                                      ***

I raggi del mattino filtravano obliqui tra le fronde degli alberi, colpendo gentilmente il pallido volto di un ragazzino dagli arruffati capelli castani che gli ricadevano sulle palpebre ancora chiuse. Il ragazzo socchiuse gli occhi al tiepido calore di quei raggi osservando i giochi di luce che il sole disegnava sulle foglie degli alberi. Sentiva i rivoli freddi del suo stesso sangue attaccarsi ed incrostarsi sulla pelle, avvertiva una fitta di dolore ad ogni più piccolo movimento. Chiuse gli occhi e con un gemito sommesso si mise a sedere. Osservò per un istante le corde che ciondolavano dal tronco accanto a lui, strette per una mole molto più grande della sua. Cosa era successo la notte prima? Perché era nella Foresta Proibita? La testa gli doleva, decise di non pensare a niente. Doveva tornare a scuola, dai suoi amici, prima che si preoccupassero per lui.
Fece per alzarsi, sorreggendosi al tronco dell’albero. Il dolore lo fece sussultare. Tenendosi stretto al tronco riuscì a fare qualche passo, ma come alzò lo sguardo si bloccò all’istante. Sdraiati a terra, vicini ai resti di quello che doveva essere stato un piccolo falò, James, Peter e Sirius giacevano uno accanto all’altro con gli abiti laceri e sporchi di sangue. Gli occhi del ragazzo rimasero fissi su quelle ferite, impietrito dall’orrore. James, prono sull’erba, aveva sulla schiena tre tagli profondi che sembravano aver appena smesso di sanguinare.
- James...- mormorò Remus gli occhi sbarrati.
Il ragazzo davanti a lui sbatté le palpebre e alzò cautamente la testa.
- Buon giorno, Remus.- gli disse con un sorriso.
Anche Sirius, accoccolato ai piedi di un albero aprì gli occhi.
- Dormito bene?- chiese con uno sbadiglio.
Peter non si mosse nemmeno, tenendo i piccoli occhi acquosi ben puntati su Remus.
- Sono stato io, vero?- chiese Remus senza staccare gli occhi dalla schiena di James.
Lui annuì senza smettere di sorridere –Diciamo che questa notte abbiamo vissuto una piccola avventura.
- Così ora sapete che cosa sono...- continuò Remus, la voce rotta dall’emozione.
- Un secchione guastafeste?- fece Sirius –Oh, beh, questo lo sapevamo di già.
- Voi... avrei potuto uccidervi! O...trasformarvi in qualcosa come...me.
- Ti piacerebbe.- sbuffò Sirius beffardo.
- Ma...
- Ma cosa?
- Io sono...sono un mostro, davvero avrei potuto...
- Sì abbiamo capito, avresti potuto ucciderci...- disse James con aria annoiata, rimettendosi in piedi a fatica. –Non sei un mostro, Remus...diciamo che hai un piccolo problema peloso, tutto qua.
- Un piccolo…?-balbettò Remus incredulo, mentre Sirius scoppiava a ridere.
- Voi quindi...non avete paura di me?Di quello che...sono.
- Direi proprio di no.
- Non hai fatto troppa paura nemmeno a Peter!- esclamò Sirius senza smettere di ridere
- In effetti sei un po’ scarso come “mostro”, sai.- concluse James.
Remus li guardò attentamente, senza credere ai suoi occhi.
- Quindi non vi importa? Non mi odiate perché sono...perchè sono un Lupo Mannaro?
- Beh, conoscendoci avresti fatto meglio ad avvertire.
- Già!- intervene Sirius – Non immaginavi che un giorno ti avremmo seguito, forse?
- E non pensare che sia finita qui.
Remus li guardò interrogativo.
- Noi, d’ora in poi veniamo con te.- fece James
- Non possiamo certo perderci il tuo unico momento di follia mensile!-
Remus sorrise debolmente. Per quanto folli, quelli erano i suoi migliori amici.
  
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